giovedì 26 marzo 2009

PRIMARIE DEL PARTITO DEMOCRATICO DI LATERZA PER LE ELEZIONI PROVINCIALI

Le Primarie del Partito Democratico per la scelta del candidato alle elezioni provinciali si terranno Domenica 29 marzo 2009 dalle ore 09,00 alle ore 20,00.


Si potrà esprimere la propria preferenza fra:





Vito CASSANO
Tecnico Radiologo AUSL TA/1
Ex-Sindaco







Giuseppe RUSSI
Ingegnere, ufficiale A.M.



Potranno votare tutti i cittadini residenti nel collegio Laterza - Castellaneta che abbiano compiuto i 16 anni di età in possesso di regolare documento di identità.

Si sono individuate le primarie per la scelta del candidato perchè le riteniamo strumento di democrazia diretta, che permette a chi partecipa di scegliere la persona che meglio potrebbe rappresentare le istanze del nostro territorio a livello provinciale.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

“L’avanzata del Nuovo di oggi non è la ricerca futile della novità ad ogni costo, ma segna la fine dei vecchi riferimenti simbolici. Quando una società accetta e insegue, con tanta forza come la nostra, le novità fino al punto di premiare forze politiche nate da pochissimo, è evidente che sente esauriti i modelli sui quali era costruita”.

Anonimo ha detto...

Stefàno: “Questo federalismo farà crescere solo il Nord”

Una nota del presidente della commissione consiliare allo sviluppo economico, Dario Stefàno.
“È sorprendente come si stia procedendo a ritmo serrato verso il modello di federalismo imposto dalla Lega Nord, dannoso non solo per il Sud ma per l’intero Paese. Nel giro di pochi anni, infatti, questo modello federale targato “Bossi&co” produrrà una divisione economica e sociale, fra le diverse aree del Paese, molto più grave di quella attuale.
È chiaro che i partiti che in Parlamento non pongono con chiarezza le ragioni del no, scegliendo la “più comoda” via dell’astensione, lo fanno per motivi di natura esclusivamente elettorale. Si baratta il Sud, quindi, per motivi di consenso. Dire di no a questo sistema federale, evidentemente, procura ai partiti il timore di perdere il consenso di quegli elettori del Nord che, pur non riconoscendosi nella Lega di Bossi, sono favorevoli al sistema federale proposto perché porterà loro maggiori risorse al nord. Sotto la morsa di tale timore, i partiti perdono l’occasione per lavorare attorno ad un modello di federalismo, che diversamente da quello che sta prendendo forma, potrebbe veramente essere una opportunità per l’intero Paese.
L’intera classe politica, a mio avviso, avrebbe dovuto cominciare a discutere più concretamente di come razionalizzare ed efficientare la spesa pubblica. O di come attuare politiche di sviluppo e di redistribuzione, da cui qualunque riforma federale non può prescindere, così come avviene in ogni Paese in cui esistono divari e dualismi economici. Altrimenti ad andare avanti, a crescere, sarà solo e sempre una sola zona del Paese. Nel nostro caso il Nord. Qualche esempio: siamo tutti felici per l’inaugurazione della Freccia Rossa, che però collega solo Milano a Roma. Mentre anche le carrozze degli Eurostar destinate ai collegamenti con il Sud restano sempre quelle di prima e di più vecchia generazione. Ma perché il Sud deve continuare a rimanere alla finestra a guardare? Mi sembra che anche qui da noi le tasse si paghino. In cambio, però, le infrastrutture continuano ad essere lontane anni luce da quelle del Nord.
La riforma federale, insomma, parte già con un grosso gap di partenza, dovuto proprio alle forti differenze economiche, strutturali, e sociali esistenti nel nostro Paese. Differenze, che rappresentano un dato oggettivo, dal quale però qualsiasi ragionamento di riorganizzazione dello Stato in senso federale non può assolutamente prescindere. Pensare ai servizi, prima di gettare le basi per una seria politica di riequilibrio infrastrutturale, rischia di acuire le differenze tra Nord e Sud.
E, dunque, c’è da diffidare da quello che ci viene detto dal governo nazionale e viene confermato anche in sede locale, considerato che tutte le azioni svolte dal governo sino ad oggi sono state contro il Sud. Un esempio su tutti è la riforma della scuola, che comporterà il 40% dei tagli dei docenti solo al Sud. Non possiamo accettare che le riforme - che sono essenziali - vadano a discapito solo del Mezzogiorno. Non servono le tante rassicurazioni che i politici, di governo e di opposizione, continuano a mandarci a mezzo stampa, perché quelle dichiarazioni di oggi saranno la prova delle bugie domani, quando gli effetti di questo federalismo colpiranno le tasche dei cittadini. Soprattutto del Sud”.

Anonimo ha detto...

Piano Casa: Si, ma solo se consente anche l'acquisto della prima casa a chi non ce l'ha.
di Francesco Boccia

Accolgo volentieri l'appello lanciato nelle ultime ore dal ministro Raffaele Fitto a contribuire con proposte concrete al varo del piano casa del governo. Certo, avrei preferito dai colleghi del Pdl una maggior capacità critica di fronte al piano rottamazione voluto dal Governo; ma questa è una storia che tornerà presto di attualità vista la grave condizione economica del settore e dell'intera subfornitura che si scarica pesantemente anche in Puglia e Basilicata.

Inizio col dire che preferisco un chiaro piano dell'edilizia alla superata rottamazione delle auto come metodo per rilanciare l'economia. Tuttavia comprendo che senza incentivi oggi non si comprano le macchine e che migliaia di operai rischiano di perdere il lavoro. La crisi è strutturale perchè abbiamo prodotto più di quanto abbiamo consumato e abbiamo consumato più di quanto potessimo permetterci grazie alle architetture finanziarie dell'economia fondata sulla carta dei titoli spazzatura.

Ma torniamo al piano casa. In estrema sintesi ritengo che il provvedimento di Berlusconi sia una buona idea applicata in un modo pessimo. Buona perchè secondo la letteratura scientifica il cosiddetto moltiplicatore anticongiunturale, cioè quel fattore che appunto moltiplica in senso virtuoso gli investimenti e aiuta a uscire dalle crisi, produce maggiori effetti con gli interventi minimi e diffusi piuttosto che con le grandi opere. Quindi sì al piano casa, no al ponte di Messina.

Non sono pregiudizialmente contrario all'edificazione, anzi, la storia economica ha dimostrato che l'economia riparte anche se riparte l'edilizia. E sono anche convinto che i riformisti debbano scavalcare il governo sull'innovazione dei provvedimenti e non sulla sterile conservazione dell'esistente. La gente non ci segue più su questo fronte e lo dimostra il fallimento degli ultimi conservatori spazzati via dal Parlamento. Vorrei dire subito ciò che modificherei del piano casa. A mio avviso è sbagliato concedere incentivi, cioè aumenti di cubature, a tutti coloro che ampliano l'esistente. L'urbanistica italiana è segnata da speculazioni orrende e così facendo si aggiungerebbe speculazione a speculazione.

Io, invece, vincolerei i semplici incentivi di cubatura e addirittura li aumenterei se solo fossero vincolati al riuso: chi ha una casa vecchia, molto vecchia e decide di demolirla o ricostruirla secondo i criteri della bioedilizia (risparmio energetico, materiali di qualità) potrebbe ottenere un aumento della cubatura anche del quaranta per cento.

In Italia esistono novanta milioni di vani costruiti tra il 1945 e il 1975: pensiamo che cosa provocherebbe un rinnovamento del patrimonio edilizio esistente sia per il benessere dei cittadini, sia per le casse pubbliche che otterrebbero i vantaggi fiscali conseguenti all'avvio di nuove opere edilizie. Quindi trasformerei il piano casa in una rottamazione edilizia che consentirebbe all'Italia di fare un passo avanti in direzione degli altri Paesi dell'Europa occidentale con i quali ci dobbiamo confrontare in maniera più sistematica rispetto a quelli dell'area del Mediterraneo.

Rinnovare il patrimonio edilizio rilancerebbe le imprese edili ma anche le industrie del settore e aumenterebbe enormemente la richiesta di manodopera esistente. Ma tutto questo, avrebbe senso solo se parallelamente ci facessimo carico dell'impossibilità oggettiva, di queste settimane e dei prossimi mesi, dell'acquisto della prima casa di tutte le giovani coppie e in generale di tutti gli italiani. Le banche respingono ormai buona parte dei mutui proposti per la fragilitá delle garanzie.

Questo piano, sarebbe sostenibile solo se, attraverso un fondo speciale, fosse in grado di garantire i mutui per l'acquisto della prima casa. Questa è la sfida che lancio al Ministro Fitto e al Governo. Costituite un fondo per una garanzia effettiva dello Stato per l'acquisto della prima casa e apriamo un confronto su tutto il piano casa. C'era una volta il piano casa di Amintore Fanfani che mise sul piatto tutta la liquidità dello Stato (o quasi) e innescò un processo di sviluppo e benessere che ancora oggi viene studiato con attenzione in tutte le Università del mondo. Ma oggi la cassa è vuota. E allora occorre che i privati tirino fuori i soldi dai conti correnti.

Ma il piano casa di Berlusconi delude per com'è stato presentato all'opinione pubblica; attendiamo il provvedimento che uscirá dal Consiglio dei Ministri venerdì prossimo. Il premier l'ha definito rivoluzionario, io per paradosso lo giudicherei poco coraggioso. Non c'è una norma specifica sul risanamento dell'esistente. Se poi, oltre alla rottamazione dei vecchi edifici, vogliamo occuparci anche delle altre abitazioni, invece di far chiudere le verande, come molti italiani stanno sognando di fare, sia consentito l'ampliamento, vincolando sempre l'incentivo volumetrico a un restauro o una ristrutturazione particolarmente costosa di edifici abbandonati.

Oppure ancora incentivi fiscali anche molto consistenti per chi (penso ai condomini) abbelliscono i propri stabili con giardini, strumentazioni d'avanguardia per produrre energia pulita (penso ad esempio ai giardini pensili sui terrazzi che in Germania spopolano) Se non guardiamo avanti e, soprattutto, se non voliamo alto, il piano berlusconiano, se dovesse rimanere così, aggiungerebbe caos a caos, confusione a confusione. Immaginiamo cosa accadrebbe nei nostri quartieri che oggi non sono particolarmente belli? E allora il governo premi chi rischia davvero e non gli speculatori a buon mercato. Premi il riuso e la riqualificazione e non il partito del condono mascherato. Ben venga la scossa all'edilizia, ma maneggiamo con cura uno strumento che, se da una parte potrebbe consentire un rilancio dell'economia (e indubbiamente lo farà), dall'altro rischierebbe di farci pagare un prezzo troppo alto sul fronte della vivibilità di centri urbani devastati.

Credo sia arrivato il tempo nel quale la parola riformismo non sia un vestito comodo da indossare nei cocktail ma sia un'azione di governo ispirata a tutelare i più deboli con le leggi e non con le chiacchiere da salotto.

Anonimo ha detto...

A Castellaneta c'e' lo schifo.
A Laterza siete riusciti a trovare un equilibirio.
La nuova generazione loretiana e' mestierante,vuota faccendiera.

Anonimo ha detto...

Hai ragione : Vuota e Faccendiera!

Anonimo ha detto...

Buonasera, mio papà è mancato da qualche mese, io sono invalido e mia mamma ha tutti i requisiti per avere la social card ed il bonus.
Il fatto è che, fatta eccezione della prima ricarica di 120 euro, non ha avuto né il bonus né la ricarica di febbraio della social card, e non solo lei, ma in tanti sono quelli che si lamentano per non aver avuto i sostegni promessi loro dall'attuale governo, nonostante ne avessero i diritti.
Ho scritto a numerosi siti della sinistra, nonché a Santoro, Grillo e molt esponenti politici(sempre della sinistra) ma nessuno si è impegnato a fare sapere in televisione che il governo Berlusconi ha barato tantissimo con la social card e con i bonus, e tuttora continua a fregiarsi, riportando in televisione statistiche fasulle, di decori che non merita.
E' vero che c'erano soluzioni molto migliori della social card, però mi chiedo: come mai nessuno si occupa di fare sapere, una volta per tutte, che moltissime social card non sono state ricaricate e moltissime persone non hanno ricevuto il buono che gli spettava?

Cordiali saluti

Anonimo ha detto...

ciao, sono uno studente fuori sede ho saputo da mio cugino mario che domani ci sono le primarie per votare il futuro candidato del pd.io sono a favore del leader maximo vito cassano.speriamo che i laertini capiscano

Antonio ha detto...

Ommiodddio... se pensi che il vetusto e ormai passato Vito Cassano possa essere il canditato ottimale del PD di Laterza, vuol dire che, come al solito, i laertini non hanno capito niente!
Non si era detto che i "vecchi" dovevano solo aiutare la nuova classe politica e non mettersi in prima linea, come è accaduto per queste primarie? Peccato che per la distanza domani non possa votare, sennò avrei scelto, SENZA OMBRA DI DUBBIO, Giuseppe Russi!

Anonimo ha detto...

Percheè non avete candidato Francesco Vasto?

Anonimo ha detto...

francesco vasto, davide bellini e tanti altri.

Voi invece avete scelto cassano e russi.

Senza dubbio cassano è stato un politico onesto e russi una brava persona, su questo non ci piove.

Ma...i cittadini non gradiranno, ve lo assicuro.
Però io mi aspettavo di peggio, questo lo devo dire...

Anonimo ha detto...

Cassano non è un vecchio.E' vecchio chi non sa leggere i problemi di ogni giorno.Berlusconi, Napolitano,Ratziger,Zavoli,Scalfari,Montalcini,sono uomini che hanno le palle.... Cassano è ancora molto giovane.Ci sono giovani che parlano già da vecchi... potrei fare un listone.

Anonimo ha detto...

Mettere Rita Levi Montalcini e berlusconi in una stessa lista è un'eresia...

Anonimo ha detto...

Soprattutto Montalcini NON è un uomo................