Progredire è ammodernarsi. La Progeva ha chiesto di ampliarsi per rispondere a due domande: la crescente richiesta del suo prodotto e la tutela possibile dell’ambiente, cioè dell’olfatto dei laertini. E martedi ha presentato il suo progetto a una delegazione comunale e civica composta da: Arcangelo Cirielli, presidente del consiglio comunale, Mimma Stano, assessore alle attività produttive, Enzo Calella, assessore all’igiene, Mariella Bruno, delegata all’associazionismo, al comandante dei vigili urbani Paolo Larizza e ai cittadini Rocco D’Anzi, avvocato, e Davide Bonora, geologo. Come tutte le aziende che chiedevano di insediarsi al Sud, la Progeva ebbe subito una calorosa accoglienza in quel di Laterza. La sua storia comincia nel 2004 con l’OK all’insediamento e nel 2006 con la sua apertura. Coprì quasi 3 ettari di terreno e diede lavoro a circa 20 persone, produceva compost, cioè concime organico tratto dai rifiuti organici casalinghi e da scarti di legno e di verde pubblico ed ha un fatturato di 3 milioni e mezzo di euro. Qualche anno fa, per l’esplodere della rabbia popolare, per il protrarsi di odori nauseabondi, incappò in un’ordinanza di chiusura siglata dal vicesindaco Leonardo Pugliese per conto del sindaco Giuseppe Cristella, analisi e soluzione del problema e riapertura. Da allora soltanto sporadici mugugni. Oggi –dicono al Corriere Lella Miccolis direttore commerciale e Giorgio Rustichelli progettista dell’ampliamento – dobbiamo far fronte ad una quasi raddoppiata richiesta di fertilizzante per l’agricoltura biologica proveniente da tutto il Sud, bisogno fino ad ora soddisfatto con acquisti al nord, quindi a costi superiori al nostro, dovuti al trasporto, perciò abbiamo chiesto di passare da 45 mila a 70 mila tonnellate di prodotto per tre motivi: far fronte all’accresciuta domanda di concimi senza chimica, in pratica siamo l’unica azienda di riferimento in tutto il sud; aggiornamento tecnologico, oggi rispettiamo le regole dell’autorizzazione, ma per aumentare la produzione occorrono nuove spese per la lavorazione in ambiente chiuso e trattamento dell’aria tramite aspirazione; e ottenere il finanziamento dalle banche con un apposito piano di lavoro, business plan, che appunto spieghi la maggior produzione in rapporto all’accresciuta domanda e all’aggiornamento tecnologico.
Noi, continuano Miccolis e Rustichelli, ai quali si sono aggiunti Marino Mongelli amministratore e Massimiliano Ilgrande, responsabile dell’impatto ambientale, siamo in grado di recuperare i rifiuti organici pubblici e privati, con i conseguenti risparmi rispetto al conferimento in discarica, con i quali produciamo due tipi di compost: quello misto da umido e verde, più nutritivo per i campi per la sua alta salinità, e quello di solo verde per giardini e vasi da fiori, entrambi privi di fanghi; in tal senso il nostro slogan è: terra fertile, naturalmente.
L’aggiornamento è l’altra faccia del progresso: simul stabunt vel simul cadent, se non c’è uno non c’è l’altro. E in loro assenza resterebbero solo cattivi odori e cattivi pensieri.
Michele Cristella (Corriere del Giorno)
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