
Ci risiamo: l’Asl non paga e il centro Osmairm di Laterza, a sedici mesi (ottobre 2006) dal “rientro” dell’ultima vertenza sul tema, riattiva le procedure di mobilità del personale finalizzate al licenziamento di 49 unità lavorative impiegate nel servizio di trasporto dei disabili. E torna, annunciato per i prossimi giorni, lo stato di agitazione.Improduttivo è risultato, infatti, un incontro in merito tra le segreterie provinciali Cgil, Cisl, Uil, Ugl e il Centro di via Cappuccini: allo stato attuale - scrivono le organizzazioni sindacali in un comunicato stampa - l’Osmairm «rivendica il pagamento delle prestazioni per il trasporto nei confronti dell’Asl Ta1, che da parte sua ha opposto assoluto rifiuto al riconoscimento dei crediti vantati». Non solo: la direzione Asl, con nota del 27 dicembre scorso avrebbe addirittura “dene gato” qualsiasi responsabilità sul servizio in questione «eludendo così - sottolineano i sindacati - ogni tipo di accordo raggiunto presso la prefettura di Taranto», e rilanciando di fatto la patata bollente nelle mani degli amministratori locali e della Regione. Eppure, proprio in osservanza dell’intesa raggiunta in prefettura nell’ottobre 2006, la stessa Asl (cui spetta per legge l’onere del servizio) aveva affidato al Centro laertino la gestione del trasporto disabili, in attesa di risolvere in via definitiva il problema organizzativo del servizio stesso. La “denegazione” di cui sopra, e le procedure di mobilitazione attivate dall’Osmairm hanno così fatto riesplodere l’annosa vertenza.«Sul problema - fanno notare Cgil, Cisl, Uil e Ugl - non si ha conoscenza di nessuna presa di responsabilità da parte di chicchessia, se non un’attività epistolare tra la Direzione generale e i sindaci, che soddisfa solo la burocrazia e non i diritti dei disabili». Servono atti concreti, insomma. E, a giudizio delle organizzazioni sindacali, «è solo in capo all’Azienda sanitaria il funzionamento del servizio» e non è quindi possibile “ch e gli enti locali «effettuino in proprio il servizio stesso: sarebbe anti economico, anti produttivo e inefficace». Non solo: la capillare organizzazione che ha fin qui accompagnato il trasporto dei disabili da parte dell’Osmairm rende «non sostituibile», per i sindacati, un servizio che peraltro, a conti fatti, risulta assolutamente competitivo anche dal punto di vista economico. Da un «accurato rendiconto» predisposto dal Centro laertino su richiesta delle organizzazioni sindacali, si evincerebbe infatti che «le sole spese vive di esercizio (personale, carburante, mezzi e manutenzione, costi assicurativi), sono meno di un terzo del costo di una ditta di autotrasporti». Insomma: le note spese dell’Osmairm risultano indubbiamente le più vantaggiose ed economiche e, di conseguenza, non esiste motivo che possa impedire il «prosieguo e il mantenimento del servizio trasporto e dei posti di lavoro». Da qui la decisione dei sindacati di annunciare lo stato di agitazione di tutto il personale, di programmare un’assemblea generale con sit-in davanti alla sede dell’assessorato regionale alla salute e di «stabilire le forme più idonee di tutela degli interessi dei lavoratori che, se destinatari dei provvedimenti di mobilità, sarebbero definitivamente fuori dal mercato, senza neppure il conforto dei benefici del trattamento di cassa integrazione». Chiedono quindi all’Osmairm il ritiro delle procedure di licenziamento e al direttore generale Asl il rispetto degli accordi sottoscritti in prefettura, «diffidandolo dall’indire gare di appalto in materia»: di provvedere cioè direttamente «all’acquisizione del personale occorrente e dei mezzi necessari». All’assessore regionale alle Politiche della salute viene infine chiesto un incontro congiunto Osmairm-Asl-Sindacati, al fine di trovare le soluzioni «più idonee» allo spinoso problema.
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno»
Autore: Francesco Romano
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