mercoledì 7 maggio 2008

INDIGNAMOCI!!!!


L'improbabile conflitto tra Alitalia e ricerca biomedica


Ci sono buone notizie dal campo delle terapie geniche.

Due studi pubblicati di recente mostrano risultati incoraggianti, che estendono le potenziali applicazioni di queste terapie. Entrambi gli studi portano firme italiane.

Il principio su cui si basano le terapie geniche è quello di sostituire un gene "difettoso" con una copia normale, funzionante del gene, una sorta di trapianto su scala molecolare. Per ottenere questo risultato si sfruttano le capacità dei virus di alterare il DNA delle cellule infettate. Il virus reingegnerizzato agisce come un mezzo di trasporto per la copia del gene che si vuole trasferire nella cellula.

Le difficoltà delle terapie geniche sono soprattutto quelle di riuscire a ingegnerizzare questi virus-vettori facendo in modo che ottengano il risultato voluto (l'inserzione del gene in una precisa posizione del DNA della cellula) senza causare effetti collaterali dannosi (come generalmente avviene con i virus allo stato naturale). Un'altra difficoltà riguarda le dimensioni dei geni che il virus è in grado di trasportare. Tanto più piccola è la capacità di trasporto, tanto più limitate sono le applicazioni pratiche della terapia. A queste difficoltà tecniche si aggiunge poi una difficoltà di tipo sociologico: ai tempi della bolla speculativa sulle biotecnologie, durata più o meno fino al 2000-2001, la ricerca sulle terapie geniche era stata accompagnata da molte promesse che si sarebbero poi rivelate gonfiate, e ogni annuncio di progresso in questo settore deve oggi riuscire a vincere un certo scetticismo, anche da parte di persone informate. I singoli casi di successo non bastano da soli a giustificare ricerche che appaiono costose e di applicazione limitata, e gli stessi ricercatori sono attenti a non generare illusioni premature sulla portata dei loro progressi.Come dicevo, recentemente ci sono stati due progressi in questo campo. Il primo riguarda l'aumento della capacità di trasporto di un particolare tipo di virus, una scoperta italiana frutto di una ricerca effettuata dal Tigem di Napoli (l'Istituto Telethon di Genetica e Medicina). Il secondo riguarda l'applicazione pratica della terapia genica per la cura di una forma di cecità ereditaria, un lavoro internazionale che per parte italiana ha visto impegnato ancora l'Istituto Telethon, assieme all'Università Federico II di Napoli. Questo secondo lavoro occupa una posizione di rilievo nell'ultimo numero del New England Journal of Medicine, tra le più importanti (se non la più importante) rivista medica del mondo, che gli dedica un editoriale.


Potrei chiudere qui con i miei complimenti ai ricercatori italiani, che se li meritano, e a Telethon che li ha finanziati. Ma l'annuncio ha avuto una coda polemica di cui proprio non si sentiva il bisogno, e che ha guastato l'atmosfera.Premetto di non avere alcuna idea su come salvare Alitalia, e che il prestito-ponte di 300 milioni di Euro stanziato dal governo uscente mi è sembrato niente più che un tirare a campare, dopo che la politica era riuscita a portare sull'orlo del collasso una situazione già critica. Può anche essere che il prestito sia una violazione delle norme europee, e che insomma si riveli l'ennesimo pasticcio. Ma la notizia è che quei 300 milioni sono stati sottratti alla ricerca. L'ha detto Susanna Agnelli, presidente di Telethon.Sono seguite parole più grosse. Donatella Poretti, senatrice radicale eletta nelle liste del PD, ha dichiarato che "Per prolungare l' agonia di un'azienda morta e stramorta, si tolgono denari -gia' scarsissimi- a quelle risorse del Paese che la vita, quella dei malati, la possono salvare sul serio." Su Progetto Galileo, un blog collettivo tenuto da vari ricercatori, si parla di soldi "rubati da un fondo per la ricerca scientifica". Svariati altri commenti di questo tenore hanno iniziato a circolare sulla rete.Ho criticato e continuerò a criticare il disinteresse pressoché totale della politica nei confronti della ricerca, ma non mi associo a chi vuole tirare in ballo la questione in questa sorta di guerra tra poveri. Dichiarare "morta e stramorta" una azienda alla ricerca di compratori mi pare un inutile schiaffo alle già precarie aspettative dei lavoratori. Stesso discorso per l'idea che i soldi sarebbero stati "rubati": trattandosi di un prestito, se Alitalia troverà un compratore questi dovrà farsi carico della sua restituzione, con gli interessi. Io non so se il prestito sia legittimo dal punto di vista delle norme europee, non mi pronuncio.


Ma l'idea che lo Stato non possa mettere 300 milioni di Euro per tenere in piedi una azienda industriale in crisi è un'idea miope, almeno quanto quella per cui è inutile spendere soldi per ricerche dagli esiti incerti e in là nel futuro.



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Dobbiamo comiciare a interessarci della politica come azione di tutela della nostra comunita', come strumento di difesa dei nostri ideali.
Dobbiamo sottrarre il potere politico ai mestieranti della politica.
LA SOCIETA' CIVILE RISCOPRA LA SUA IDENTITA'.

Filippo

Anonimo ha detto...

VIVI COME SE DOVESSI MORIRE DOMANI.
IMPARA COME SE DOVESSI VIVERE PER SEMPRE.

GANDHI