Quando il 93% degli italiani era analfabeta, l’Italia si riempiva di scuole; oggi che l’Italia è piena di scuole è anche piena di “analfabeti di ritorno”, quelli che non capiscono quel leggono. Perché? Infiniti i motivi; ma due sono i principali: la scuola non è più strumento di elevazione personale e sociale e l’Italia intera è stata fiaccata dalla più “cattiva maestra” (Popper) mai apparsa nella storia: la tv che ha fatto della telegenia il solo strumento di emancipazione.
Tuttavia da qualche parte, per esempio a Laterza, non si sa se nunzio di buone nuove in arrivo o come rondine che non fa primavera, è stato inaugurato un asilo restaurato secondo i dettami della modernità tecnica e della funzionalità didattica, l’asilo San Francesco, diretto da Franco Lopane.
I migliori testimonial del ritrovato piacere d’imparare i bimbi che, sotto lo sguardo commosso delle madri, hanno cantato e mimato canzoni di qualche impegno canoro.
Alla riapertura dell’asilo è stata anche data l’importanza che meritava una scuola che rende piacevole il frequentarla. Dopo la benedizione dell’arciprete don Franco Conte, con il dirigente Lopane, hanno voluto onorare l’evento il presidente della Regione Nichi Vendola, prossimo scrittore di fiabe per bambini, e l’assessore alla Pubblica istruzione Alba Sasso, in sala anche la consigliera regionale Anna Rita Lemma, prof in aspettativa e, dice, con l’amaro della mancanza dei suoi alunni. Al tavolo dei presentatori i politici locali: il sindaco Gianfranco Lopane e gli assessori Mariella Bruno e Giovanni Caldararo. In sala il presidente del Consiglio comunale Arcangelo Cirielli, l’assessore Franco Frigiola, Mimma Stano, Sebastiano Stano, Rocco D’Anzi e Federico Galante consiglieri di maggioranza e i consiglieri d’opposizione, Vito Minei, Agostino Perrone e Antonio Perrone, gli altri due presidi laertini, Pasqua Sannelli e Franco Cristella.
Il sindaco ha detto che con questa scuola domotica, cioè di tecnologia d’’avanguardia, e le altre scuole in riparazione, a Laterza si comincia a riscrivere il futuro. Alba Sasso, per non prendere troppo tempo, ha lasciato una massimo: oggi dirigenti e insegnanti sono gli eroi del nostro tempo e la scuola è presidio di democrazia. Caldaralo ha parlato di bellissimo momento nel riconsegnare alla città una scuola efficiente e Mariella Bruno ha parlato di scuola a misura di bambino.
Il dirigente Lopane, nel raccontare i 46 anni di questa scuola, è partito da un proverbio africano: per crescere un bambino ci vuole un villaggio. Ed oggi, ha concluso è indispensabile la collaborazione fra scuola, famiglie e istituzioni. L’ingegnere progettista Vincenzo Alfonso ha elencato i i risparmi da efficientamento energetico, le misure di sicurezza e la didattica dei colori.
La conclusione a Vendola il quale ha visto i bambini come spina nel fianco di una società insensibile e infingarda. I bambini infatti, ha spiegato il presidente regionale, sono vittime di paure, fame, solitudine, vengono arruolati e perfino mutilati per commuovere nell’accattonaggio. Ed invece vanno ascoltati perché sono antenne dei loro e nostri diritti. Ad essi bisogna garantire il gioco, la sanità, l’istruzione, la sicurezza e lo sguardo per scoprirne l’anima. Sono essi, i bambini, ha concluso Vendola detentori di potenza pedagogica, nostri educatori e perciò bisogna dar loro molto del nostro tempo.
Agli ospiti, Vendola e Sasso sono stati regalati manufatti in maiolica, il futuro del paese, ha sottolineato il sindaco.
Non resta che sperare in più scuola e meno tv e suoi surrogati.
Michele Cristella