L'analisi del voto è da sempre uno dei momenti più attesi per chi milita attivamente in un partito, per chi ci crede quindi. Spesso si perdono ore, magari rammaricandosi di quello che si poteva fare e non si è fatto, di quel che poteva essere e non è stato.
Ma, a mio avviso, queste elezioni vanno ri-viste tenendo in grande conto il ruolo del MoVimento 5 Stelle. A livello italiano, un centrosinistra rinunciatario ha vinto di un soffio in entrambe le camere del Parlamento ma non ha, almeno al Senato, i numeri per poter governare in autonomia.
Sono ore difficili per l'Italia che attende spasmodicamente un governo vero che, sembra evidente, trovi sponde anche in altri (mi auguro nel M5S!) e che faccia poche cose necessarie per tornare a vivere in una Paese normale, cose che riavvicinino la gente alla politica (legge elettorale, tagli alla politica, legge anti-corruzione e sul conflitto d'interessi). Lo vogliamo tutti e adesso ci sono due compagini che non possono non parlarsi e lavorare, sia pure per poco tempo, insieme.
Spostandoci ai livelli "inferiori", quello pugliese e tarantino, l'analisi si fa più complessa e amara. Il centrosinistra ha perso e ha perso male: in Puglia come a Taranto, circa 6 punti percentuali sia al Senato che alla Camera ci separano dalla coalizione di centrodestra, con l'aggravante che in provincia, alla Camera, siamo scavalcati dai "grillini".
Qualcosa è andato storto, è evidente. Ma ancor più evidente può essere un probabile lassismo che ha favorito la ripresa del PdL pugliese, fino a pochi mesi del tutto assente. Riflessioni in corso, per un voto che è sì nazionale ma che non può essere trascurato, anche in vista di appuntamenti locali non meno importanti.
Il voto laertino, invece, ci consegna un quadro nettamente migliore rispetto a quello a tinte fosche appena descritto.
La nostra coalizione, a Laterza, vince al Senato alla Camera, in entrambi i casi di pochissime lunghezze. M5S si conferma, peraltro, un fattore rilevante anche nella nostra città.
Guardo a queste elezioni con cauta soddisfazione: i dati complessivi sono migliori rispetto al circondario e in linea con quelli nazionali. Di questo, devo ringraziare i tanti laertini che hanno creduto alla proposta dei progressisti e di Bersani, votando Pd e gli alleati SEL e Centro Democratico.
E' evidente che prendere in considerazione il dato partitico (che ci vede al terzo posto dopo PdL e M5S a livello locale) risulta deludente ma, considerando che il voto a sinistra ha tanti interpreti che "spezzettano" il consenso, va valutato con estrema attenzione e senza, però, fustigarsi e piangersi addosso: la nostra coalizione ha partiti veri che portano il loro contributo in maniera decisiva. C'è pluralità, insomma. E non è affatto una cattiva notizia.
Ascoltando la gente, non sbaglieremo più. Aprendoci ai giovani e alle donne, ritroveremo la strada.
Basta steccati, basta ideologie: essere di sinistra significa andare "oltre", capire il bisogno dei più deboli, lavorare per una crescita economica che non lasci nessuno indietro.
Nella speranza che il Paese trovi una sua stabilità, il partito s'interroghi subito.
Non c'è un'Italia migliore se non c'è un Partito Democratico migliore!
Leonardo Matera