martedì 3 gennaio 2012

Gli ex-Miroglio in fabbrica per protesta

GINOSA – L’anno nuovo comincia nell’incertezza per i 225 “miroglini”. Dopo l’accordo siglato al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma il 22 dicembre, che rimandava al 17 gennaio di quest’anno per la formalizzazione dell’eventuale ritiro della procedura di mobilità, richiesta ad inizio del mese di dicembre da Miroglio, e la proroga dei probabili ammortizzatori, i 225 non sanno ancora quale è il loro status lavorativo: operai, cassintegrati o in mobilità?Sono le riflessioni e i dubbi che hanno animato gli scambi di “buon anno” tra i 225, i quali, per la paura di offrire a Miroglio una “scusa” – l’assenza ingiustificata – per essere licenziati hanno deciso di organizzare da oggi, dopo 1031 giorni di cassa integrazione, il ritorno a lavoro in uno stabilimento attualmente spogliato di qualsiasi apparecchiatura o macchinario che possa permettere loro di svolgere qualsivoglia mansione.
Oggettivamente, non avrebbero neanche il cartellino da poter timbrare all’entrata e all’uscita da un posto di lavoro che lavoro più non dà.Per i 225, il verbale del 22 dicembre scorso non presenta sufficienti garanzie né informazioni su quella che è la loro condizione lavorativa in questi diciassette giorni che intercorrono tra la fine d’anno, e di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria, e il 17 gennaio. Non avendo informazioni certe, sostengono che ritornano in carico a Miroglio. Riflessione corretta, se non fosse che il verbale del 22 dicembre specifica che il 17 gennaio si discuterà anche della probabile proroga della Cigs già in deroga per cessazione di attività. «Mancano le garanzie, le informazioni, e non solo circa quello che succede in questi 17 giorni, ma anche in merito ai progetti. La nostra reale garanzia è proprio lo stato di avanzamento dei progetti industriali e, soprattutto, finanziari di Barbero e Marcolana» riflessione a voce alta di uno dei miroglini.In uno stato che vivono come di anomia, si sono riuniti e organizzati. Questa mattina puntuali alle 8 saranno davanti ai cancelli dei capannoni ginosini di Filatura e Tessitura di Puglia. Dal Nord, da Alba, Miroglio fa sapere che la loro presenza negli stabilimenti non sarà gradita, ma i 225 si presenteranno puntualmente “a lavoro”. Magari accompagnati dalle forze dell’ordine, ma ci saranno.
Due gli scenari possibili, in realtà, in merito alla loro condizione: la prima, Miroglio rispettando i termini dell’accordo del 22 dicembre, si presenta al Ministero il 17 gennaio ritirando la mobilità e facendo richiesta di ulteriori ammortizzatori sociali adeguati alle necessità dei progetti industriali. La seconda, Miroglio si presenta ai tavoli del 17 gennaio non ritirando le procedure di mobilità, magari utilizzando l’alibi dell’assenza ingiustificata come motivo per consolidare questa scelta. Quale peso potrebbe avere l’azione odierna dei 225 circa la realizzazione del primo piuttosto che del secondo scenario?
Marilena Surdo

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