“Giù le mani dal Tribunale di Ginosa”: lo hanno ripetuto in una conferenza stampa gli avvocati del comitato intercomunale “Giustizia e territorio”, contro “l’illogica e dannosa chiusura indiscriminata delle 220 sezioni distaccate dei Tribunali” prevista dal decreto legislativo 155 del 2012. Tale chiusura –ha ricordato la portavoce Antonietta Rizzi- vedrebbe la sede di Ginosa riunita a quella di Taranto, distante 50 chilometri, in evidente contrasto con le esigenze del territorio. Esigenze che, per Rocco D’Anzi –presente all’incontro con gli avvocati Gianvito Bruno, Leonardo Pugliese, Mario Fumarola e Maria Teresa Cristella- attesterebbero invece la funzionalità e l’indispensabilità della sezione di Ginosa. Ai presunti risparmi economici, D’Anzi,Bruno e Pugliese contrappongono, ad esempio, il pendolarismo giudiziario degli utenti (“gli avvocati già lo fanno”, punge D’Anzi), costretti a spostarsi fino a Taranto per un certificato, un beneficio di inventario, una notifica, una prova testimoniale, per un’udienza magari poi rinviata d’ufficio, con ingiustificato aumento dei costi. La chiusura di Ginosa (riferimento anche dei comuni di Laterza, Palagianello e Castellaneta) comporterebbe un rilevante aggravio di tempi. Il Tribunale di Taranto, “già saturo per spazi e carichi di lavoro” –spiega Rizzi- si troverebbe a contenere anche tutte le risorse umane e logistiche delle sezioni di Ginosa, Martina Franca, Manduria e Grottaglie. Da qui considerazioni (razionalizzare, ma con giudizio) e richieste. Ai parlamentari: battersi per la proroga del decreto (13 settembre la chiusura) per consentire una riforma ponderata della geografia giudiziaria, partendo dai cittadini; ai sindaci interessati: convocare un consiglio comunale congiunto; al territorio: mobilitarsi per scongiurare l’ennesimo scempio “a danno di una comunità vessata per la carenza di servizi essenziali”.
Francesco Romano (Gazzetta del Mezzogiorno)
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