(Sottotitolo: Che ad alcuni piaccia il primo o il secondo nome sempre di aumento si tratta)
A seguito dei vari post letti in questi giorni sul social network ed anche a seguito di quello sentito in giro per le vie ecc. ed indirizzate verso l’ amministrazione di cui faccio parte pare opportuno fare un po’ di chiarezza, mandando qualche messaggio preciso agli esercenti ed alla cittadinanza.
La TARES a Laterza è stata applicata, in adempimento di norme di legge, con delibera del Consiglio comunale n. 32 del del 19/11/2013.
Il gettito complessivo dell’imposta deve coprire per legge il costo complessivo della raccolta rifiuti, che non può quindi essere finanziato neppure in parte con altre entrate dell’Ente.
Nel Comune di Laterza già con il gettito della vecchia TARSU la copertura dei costi era quasi integrale, e di conseguenza il gettito totale della Tares 2013 è di poco superiore a quello della vecchia imposta riscossa nel 2012.
Quello che cambia, ed in modo anche drastico, è la distribuzione del carico fiscale fra le varie categorie di utenza interessate, domestiche e non.
L’impianto normativo impone la ripartizione del costo complessivo in relazione al potenziale di produzione rifiuti, diversamente da quanto avveniva per la vecchia imposta: per le utenze domestiche bisogna tener conto non soltanto dei metri quadri dell’abitazione, come avveniva in precedenza, ma anche del numero di componenti del nucleo familiare ed in conseguenza di ciò, a parità di altre condizioni, ci saranno riduzioni di costo per le famiglie poco numerose ed aumenti per quelle con tre o più componenti.
Le maggiori criticità emergono però nell’ambito delle attività commerciali: il principio di base è che il costo del servizio venga suddiviso fra le diverse categorie economiche sulla base di indici stabiliti per legge.
Tali indici sono stati calcolati dal ministero, in ossequio al principio comunitario “chi inquina paga”, mediante analisi statistiche sulla produzione di rifiuti per ogni tipologia di operatore economico.
Effetto di tale normativa è che alcune categorie, e specificamente quelle dei pubblici esercizi (bar, ristoranti, alberghi, spiagge ed altri) si trovano a pagare cifre anche multiple di quelle che pagavano sulla base delle vecchie tariffe Tarsu, mentre altre pagheranno meno di prima.
Ciò è determinato dall’impianto tariffario stabilito per legge, e non dipende da volontà del Comune, ne’ di questa Amministrazione. Un altro elemento “fondamentale” da considerare è relativo al fatto che la nostra Amministrazione ha dovuto gestire il delicato passaggio del servizio di raccolta dei rifiuti dallo stradale al PaP progetto previsto nel “vecchio capitolato di gara” della precedente Amministrazione quindi mai messo all’atto pratico, di cui si sono perse le tracce e che di conseguenza ha portato ad avere degli elevati costi di gestione del servizio fino a tutta la metà del 2013 .
E’ noto a tutti, ed è stato argomento del Consiglio di Ottobre 2013, che vi sono forti criticità nel passaggio al nuovo servizio di raccolta e che l’Amministrazione sta agendo per risolvere tutte le criticità.
Il riconoscimento ricevuto in questi giorni non e’ cosa da poco per un Comune che ha avviato il servizio da
appena sei mesi. Vediamo cosa succede per L’Ecotassa 2014.
Comprendo che tale situazione contribuisca al clima di sfiducia, creata comunque dalla legge stessa, ma anche su questa situazione l’Amministrazione sta cercando di rimediare a problemi preesistenti al suo insediamento. Ripeto che la si chiami Tares o Tarsu sempre di aumento si parla e se in alcuni comuni non e’ aumentata la tassa dei rifiuti e’ aumentata l’addizionale IRPEF (come si sul dire o un quintale di fieno o un quintale di ferro sempre di un quintale si parla).
Tutta l’Amministrazione Comunale si unisce al grido di dolore delle famiglie e degli esercenti colpiti, ma non accetto provocazioni ne’ strumentalizzazioni.
Io mi chiedo dove fossero i rappresentanti delle categorie economiche, che ora fomentano la protesta, quando la normativa e’ saltata fuori e quando sono state rese pubbliche da parte del Governo centrale le nuove tariffe ed i nuovi modi di calcolo?.
Possibile che in tutti questi mesi nessuno di loro abbia mai provato ad effettuare qualche calcolo di simulazione, e che i conguagli in arrivo in questi giorni siano stati per loro un fulmine a ciel sereno?
Sulla Tares negli ultimi mesi sono stati scritti fiumi di parole e mai nessuno fino all’arrivo dei bollettini ha alzato un dito, ne’ ha provveduto ad informarli ne’ ha attivato tavoli di confronto con il Governo Centrale, ne’ con i propri vertici nazionali.
Solo nel corso di questi ultimi giorni sono state dette e scritte falsità e provocazioni inaccettabili.
Dalle spiegazioni di alcuni “filosofi” locali e’ stato detto che la Tares era revocabile,ai fini dell’approvazione del bilancio preventivo, altri invece hanno detto che il Comune avrebbe dovuto adottare comunque delibere contro la legge, perché la legge non è giusta.
Si considera tale affermazione non ricevibile.
Si conviene che gli effetti di tale norma siano devastanti, che tutta la vicenda normativa della Tares sia kafkiana, che l’intera politica fiscale italiana degli ultimi anni sia stata una pagliacciata, per cui l’Italia è dileggiata dagli osservatori internazionali.
Ma i Comuni sono, al pari dei cittadini e delle categorie economiche, vittime e non carnefici di una politica fiscale raffazzonata, confusa, depauperante e deprimente.
E, tuttavia, un’Amministrazione Comunale non può agire contro la legge.
Si ritiene gravissima poi la strumentalizzazione compiuta da qualche rappresentante di categoria ed esponente della minoranza, che attribuiscono a questa amministrazione la responsabilità politica di quanto avvenuto.
Addirittura si è scritto che questa amministrazione vorrebbe privilegiare alcune categorie (banche, supermercati, uffici) a danno di altre, mentre tutti sanno bene, ed e’ stato spiegato più volte, che la distribuzione del carico dell’imposta è collegato per legge al potenziale inquinante delle diverse categorie.
La responsabilità politica di queste tariffe e della confusa normativa che le ha attuate, e più in generale della situazione attuale dell’economia italiana che deprime gli operatori economici e le famiglie, è invece di quel partito, che ha governato in Italia fino a qualche mese fa ed oggi è all’opposizione quasi ovunque, che ha gestito la politica fiscale, così come tutta la cosa pubblica, soltanto in modo demagogico, in funzione degli interessi particolari del suo leader, o di pochissime ristrette cerchie di persone.
E’ forse normale una Nazione dove le sentenze si discutono in parlamento e non in tribunale? Una Nazione in cui, in nome di una battaglia che è solo uno specchietto per le allodole come l’eliminazione dell’IMU prima casa, si discute per un anno intero e, a pochi giorni dall’ultima scadenza, i cittadini non sanno ancora cosa e come pagare?
Un Paese in cui comunque per togliere l’IMU prima casa (e rispettare così la gigantesca marchetta elettorale fatta dal leader di governo) verranno messi altri tributi, che oltre a gravare comunque sul sistema paese vengono gestiti nell’assoluta incertezza, con adempimenti gravosi e con tempi ridottissimi?
Un Paese in cui sia i cittadini, privati, imprese e professionisti che gli uffici pubblici devono applicare in pochi giorni norme confuse, emanate a getto continuo e sempre modificate e sostituite in una vertigine senza fine?
Una Nazione in cui un piccolo Comune è costretto a fare un bilancio a novembre perché prima di allora non era in grado di conoscere l’entità dei trasferimenti statali in merito alla redistribuzione dell’IMU?
Un paese in cui sull’imposta rifiuti si affastellano l’una sull’altra normative diverse nel corso dello stesso anno, con relativi cambi di nome, che se non ci fosse da piangere sarebbe ridicolo… Tarsu, Tares, Trise, Tasi, Tari, Tuc, Tul, Iuc, e non è detto che sia finita qui?
Un paese in cui, al 28 ottobre 2013, arriva una sorpresa: la legge 124.
Titolo “Ragazzi, abbiamo scherzato: potete tenervi la Tarsu ancora per il 2013”. Ma, si badi bene, ciò vale "soltanto per i comuni che non abbiano aprovato la Tares ed il bilancio preventivo" e quindi tutto il lavoro fatto nei mesi precedenti va a farsi fottere.
Questo a me non pare un paese normale.
Ma non lo abbiamo voluto noi, così, e stiamo cercando, nel nostro piccolo, di cambiarlo.
Mi stringo intorno alle famiglie ed ai commercianti, faremo del nostro meglio per sollevare il problema anche a livello nazionale, ma non possiamo cambiare il passato, ne’ agire contro la legge, ne’ accettare polemiche sterili e accuse gratuite.
Questo sia chiaro a chiunque voglia sedersi al tavolo con questa amministrazione per affrontare insieme il problema.
Enzo Calella (Assessore all'Ambiente)
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