sabato 11 febbraio 2012

Primarie Taranto, tutto pronto ma Pelillo frena

La sala è piena. La macchina è avviata. L’entusiasmo di promotori è tangibile… ma Pelillo frena e chiede tempo. Deciderà entro domenica 18. Anche i suoi fedelissimi sembrano sorpresi mentre l’assessore, reduce da incontri baresi, si rivolge alla platea senza tanti giri di parole: “Vorrei che la scadenza per le candidature fosse posticipata al 18 (era stata fissata 16 febbraio) per avere a disposizione l’intera settimana. Nei prossimi giorni vorrei fosse chiaro se si tratterà di primarie di coalizione, anche se non esaustiva come approvato dal Pd cittadino, oppure di primarie senza partiti. In tal caso sarebbe una splendida festa di popolo, ma sarebbe un’altra cosa. E quando le cose cambiano bisogna riflettere un attimo…”. Silenzio. Le primarie tornano una speranza organizzata. L’assessore regionale che appena due giorni prima aveva traghettato l’assemblea cittadina (unanimità dei presenti) al 4 marzo, adesso chiede tempo. Una frenata da leggere scorrendo le ultime ore vissute sull’asse Taranto-Bari, con lo sguardo rivolto a Roma. E’ lo stesso Pelillo a lasciarlo intendere. “Vendola è un leader nazionale e con Bersani e di Pietro ha un dialogo costante. Il livello della discussione si è spostato sul nazionale e credo che nei prossimi giorni capiremo. Io ero e resto per le primarie che uniscano e non che dividano. Certo, coalizione con chi ci sta, come detto, ma devo capire”. Ecco il punto: Pelillo vuole capire se i simboli tradizionali, o almeno una parte di essi, saranno della partita. Delle primarie popolari e antipartitiche non intende far parte. Dovrebbe spaccare il Pd tarantino come una mela. Un impegno gravoso a cui segue, solitamente, una responsabilità direttamente proporzionale. Se c’è uno spiraglio, l’assessore intende guardare sino in fondo al tunnel. Altrimenti, niente primarie. Blasi sarà a Taranto lunedì per chiudere il cerchio, portando in dote il parere di Bersani… “che con Vendola e Di Pietro parla e come accade nella vita – ammette Pelillo – quando si dialoga si chiede e si dà”. Insomma, le primarie possono attendere se sull’altare si rischia di sacrificare troppo, a cominciare dallo stesso partito. E poi c’è il ruolo in Giunta, che il Pd avverso a Pelillo vorrebbe barcollante. Ad ogni modo, Pelillo è schietto e non nasconde la delusione per il dietro front di Vendola (“il primo agosto al Corriere del Giorno aveva dichiarato: primarie da fare se qualcuno le chiede) e accusa Emiliano di “scorrettezza” quando da “presidente regionale del Pd sconfessa le decisioni territoriali del suo partito”. Lunedì mattina parlerà con Vendola. “Finalmente, anche se ha già detto come la pensa. Ma mi vuole parlare”. Primarie il 4 marzo, comunque. Si voterà in sei seggi circoscrizionali, dalle 9 alle 21 (contributo di 1 euro). I candidati entro il 18. Queste sono le regole della speranza organizzata.
Angelo Di Leo (C.d.G.)

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