mercoledì 13 giugno 2012

Il Sindaco Lopane: «Inserire nel decreto Sviluppo i 40 milioni per l'Accordo di programma»

Decine di auto in marcia verso Bari per salvare il mobile imbottito. Natuzzi innanzitutto, ma non solo lui, perché nell’area murgiana esistono altre realtà produttive, medie, piccole e minuscole che alimentano il vasto e variegato “arcipelago del salotto”. Sino a qualche anno fa c’erano 500 aziende tra Matera, Bari e Taranto con 14mila addetti e oltre 2 miliardi di fatturato, oggi ne sono rimaste un 150 con più o meno 6mila addetti (spesso sostenuti da ammortizzatori sociali strutturali) e un giro d’affari intorno ai 700 milioni, di cui il 70% realizzato da Natuzzi (486,4 milioni il fatturato 2011).
Numeri che ieri mattina si sono materializzati sui volti e nelle storie dei lavoratori che da Ginosa e Laterza – oltre mille dipendenti nei due stabilimenti del Gruppo di Santeramo, un terzo del totale – si sono accodati all’autocolonna organizzata dai sindacati di categoria (Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil) per manifestare il disagio di un intero territorio e richiedere segnali concreti dal Governo, segnatamente dal ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera. Nei cassetti del suo dicastero, infatti, è rimasto chiuso da oltre un anno l’Accordo di programma che doveva rappresentare la base per rilanciare un settore in forte difficoltà, asfissiato dalla crisi del mercato e spiazzato dalla concorrenza dei laboratori cinesi. Un aspetto, questo, non nuovo in generale ma assolutamente sconosciuto a queste latitudini, visto che nasce e prolifica non in Cina ma direttamente in Italia, in particolare nel Materano. Il “nemico” in casa, insomma, con cui fare i conti e senza poter competere.
Stavolta, però, la protesta della carovana del salotto non è contro qualcuno ma per “qualcosa”. Non contro Natuzzi, cioè, ma anche “per” Natuzzi. Obiettivo: smuovere le acque di un’economia stagnante, peraltro utilizzando strumenti già a disposizione.
Un viaggio dalla Murgia a Bari, accolti nella sede della Prefettura, dove lavoratori, sindacati e sindaci del territorio (Ginosa, Laterza, Santeramo, Cassano delle Murge, Altamura, Gravina e Gioia del Colle), i parlamentari del Pd Vico e Ginefra nonché il sindaco di Bari Emiliano hanno consegnato il loro cahier de doléances, scritto a quattro mani con Confindustria, per chiedere al Ministero dello Sviluppo Economico di fare la sua parte, apponendo la tanto agognata firma in calce all’Accordo di programma a sostegno del distretto murgiano del mobile imbottito rimasto “congelato” per troppo tempo.
«Stiamo parlando di finanziamenti per oltre 80 milioni – ha ricordato il sindaco di Laterza, Gianfranco Lopane – di cui 40 del Governo e la restante parte già messa disposizione dalle regioni Puglia e Basilicata. Questa manifestazione ha tre parole d’ordine: lavoro, con la vicinanza alle migliaia di lavoratori in difficoltà; sviluppo, perché il settore va avviato sulla strada della ricerca e dell’eccellenza; e infine territorio, perché con tre province, due regioni e diversi comuni coinvolti non si può non ragionare in un’ottica di coesione territoriale». E la presenza dei sindaci, parte in causa, testimonia la volontà di far confluire questi temi in un unico filone: la ripresa dell’economia.
Con un modello di lotta inedito: «Oggi non scioperiamo – ha spiegato Luigi Lamusta, segretario Fillea-Cgil di Taranto – ma in corteo ci sono sindacalisti, amministratori e lavoratori cassintegrati per chiedere che il Governo rispetti gli impegni presi per aiutare questo sistema industriale». E a Bari, ricevuti dal viceprefetto, hanno trovato anche gli uomini di Natuzzi, una volta tanto alleati per una buona causa, la salvezza di un sistema economico: «La convocazione del tavolo presso il Ministero dello Sviluppo economico – ha sottolineato Lopane – deve portare alla firma dell’accordo. La nostra speranza è riposta nel decreto Sviluppo di prossima approvazione dove ci aspettiamo di trovare i fondi promessi dal Governo per la reindustrializzazione del settore oppure per il suo rilancio. Si tratta di cifre considerevoli che porterebbero una boccata d’ossigeno a tutta l’area murgiana che da anni vive la crisi del settore. Quando parliamo di mobile imbottito si pensa alla Brianza e alla Murgia e si tratta di un settore che rappresenta un punto e mezzo del Pil italiano. Per il nostro territorio è fondamentale e per questo dobbiamo pensare alle sue ricadute future, anche in termini di indotto che è costituito da un tessuto di piccoli artigiani e contoterzisti». Detto in un solo concetto: senza Natuzzi e il mobile imbottito, qui si va a fondo.
Massimo D'Onofrio(Corriere del giorno)

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