A tutt’oggi il Partito Democratico, nelle sue diverse articolazioni, non è giunto, a parere degli scriventi , ad una posizione univoca e netta. Vi sono sfumature che sottendono idee diverse, le quali però non si condensano attorno a una sintesi e non si traducono in una presa di distanza dalle tesi addotte dalle sirene della fiammeggiante antipolitica. Questa infatti non perde occasione per gettare discredito sul mondo politico, generalizzando tutto e tutti ed attingendo a piene mani al mare del becero qualunquismo che tutti fa uguali.
Il difficile momento storico, economico e sociale, che attraversa l’Italia e l’Europa, generato dalla crisi finanziaria nazionale e internazionale, favorisce il senso di scoramento da parte del’opinione pubblica verso le istituzioni e mina in profondità il tessuto democratico della Nazione.
Rispetto a tutto ciò avvertiamo la necessità di procedere ad una improcrastinabile e decisa inversione di marcia, con un Partito Democratico che finalmente declini percorsi condivisi e partecipati di denuncia di tutte quelle procedure, forme e processi che non appartengono alla nostra identità ed hanno tradito in qualche caso il mandato degli elettori.
L’essere associati a cattivi modelli ci indigna e ci abbatte. Noi non ci sentiamo migliori degli altri, ma semplicemente diversi. La diversità che qui s’intende è caratterizzata da un impegno politico ed amministrativo quotidiano all’insegna della passione genuina, dello studio costante ed accurato e della massima dedizione al bene comune. Vorremmo continuare a portare avanti l’idea di una politica sincera e pulita, che ha come ragione d’essere il servire la comunità e null’altro. Siamo convinti che questi principi siano il miglior biglietto da visita di tanti uomini e donne che con caparbietà e intelligenza stanno scrivendo pagine nuove della storia del nostro partito, piene di partecipazione democratica (primarie) e svuotate di elementi ispirati all’autoreferenzialità e leaderismo.
Inoltre riteniamo che per riportare la politica al centro della Cittadinanza non occorra una straordinaria palingenesi, ma solamente restare fedeli al dettato costituzionale. L’orizzonte dove ha origine la buona politica è la nostra Carta costituzionale. L’articolo 49 della Costituzione italiana infatti stabilisce che “tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente in partiti, per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Da ciò scaturisce lo spirito di una politica intesa come corresponsabile costruzione della città dell’uomo, in cui ognuno deve portare il contributo in vista dell’attuazione di quel bene comune che rappresenta di essa il fine ultimo, dimensione valoriale da cui non si può prescindere nel parlare di etica della politica. Ethos è vocabolo greco che può significare costume e abitudine. È parola viva e concreta e non voce astratta. Essa rappresenta il corollario di riferimenti ideali sulla base dei quali possono essere generati progetti e concretizzate compiute realizzazioni. Il sapere fare s’intreccia indissolubilmente con il sapere essere guida in questa fase difficile della storia nazionale che stiamo attraversando, recuperando una funzione non secondaria nella politica che è quella pedagogia dei segni materiali e immateriali, fatta di opere tangibili e di linearità di condotta, di onestà e responsabilità.
Un corpo collettivo, ricco di tradizioni e di sensibilità diverse, tenuto insieme da così saldo collante valoriale è la migliore garanzia di rinnovamento, per continuare ad essere insieme forza di governo in grado di fornire risposte mature e responsabili alle questioni ancora aperte che attanagliano la società italiana. Il sostegno al Governo Monti ne è una riprova, perché sarebbe stato fin troppo facile dissentire anziché portare avanti responsabilmente e consapevolmente il fardello di scelte talora impopolari ma opportune, che ridessero quella dignità e autorevolezza, smarrite negli ultimi anni sotto il Governo Berlusconi, del Sistema-Italia al cospetto dell’Europa e del mondo.
Abbiamo inteso dare forma scritta a queste nostre considerazioni perché, essendo più a stretto contatto con il territorio, viviamo il disagio e a volte l’imbarazzo di fronte alle mille domande che ci vengono rivolte in modo pressante dalla gente che lavora e fa fatica a tenere in vita i bilanci familiari; che perde il lavoro a motivo della contingenza finanziaria ed economica; che vede andare in malora i raccolti dei campi per colpa di un mercato che non fa giustizia dei sacrifici prodotti; e poi dai giovani che si chiedono che senso ha oggi investire sullo studio se poi mancano gli sbocchi di lavoro e che assistono inermi al realizzarsi di forme clientelari e nepotistiche a discapito del merito. A queste categorie si aggiunge la nutrita schiera di soggetti socialmente più deboli che vedono a rischio i servizi per l’integrazione e per una qualità di vita migliore.
Dietro ogni interrogativo vi sono storie di ordinaria difficoltà e sofferenza cui la politica è obbligata a dare risposte fuori da qualsivoglia ambiguità. Tutto ciò sarà possibile realizzarlo attraverso il coinvolgimento di tutti i livelli del Partito, dai vertici alla base.
Il nostro auspicio è che i soggetti in indirizzo diano risposte adeguate, senza restare rinchiusi nel fortino. Dobbiamo imprimere uno scatto d’orgoglio affinché si affermi “LA BUONA POLITICA”.
I Consiglieri Provinciali Vito Cassano
Luigi Pinto,
Carmine Montemurro
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