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Ma a che gioco sta giocando la Curvet? Se lo sono chiesto in molti, ieri mattina in Comune, durante l’incontro tra sindacati (c’erano Massafra Filctem-CGIL e Guerriero Uilcem-UIL), un nutrito gruppo di lavoratori e il Sindaco Gianfranco Lopane.
Interrogativi e dubbi corroborati dai diversi cambi di rotta effettuati negli ultimi mesi dal management dell’azienda. Lopane, in proposito, ricorda i numerosi cambi di interlocutore e soprattutto di scenario a seconda dell’incontro. Nel mese di marzo, in particolare, l’azienda si è barcamenata tra il fermo totale dell’attività e il difficile incontro tenuto al tavolo della task force regionale per lo sviluppo, dove è stato presentato un piano industriale bollato come “irricevibile” dai sindacati e tacciato di “sbilanciamento nordista” dal sindaco. Troppe le note dolenti: “Il piano –spiega il primo cittadino- è tutto orientato verso lo stabilimento di Pesaro, nonostante un costo del lavoro più alto, mentre quello di Laterza verrebbe ridotto al lumicino. In più si prevede un’inaccettabile riduzione della forza lavoro a 15-17 dipendenti su 42, con nessun investimento e nulla di concreto sul riavvio della macchina produttiva. Tra l’altro, con l’inserimento di un soggetto industriale, Curvet Program, che dovrebbe subentrare con il fitto di ramo d’azienda alla Curvet Manufacturing pagando 4 mila euro al mese”.
Nulla di buono, insomma, per i lavoratori in cassa integrazione (e senza stipendio da tre mesi, ricorda il sindaco) e in attesa di sapere che ne sarà del loro futuro. Abbiamo due obiettivi –riflette Lopane- nella vertenza Curvet: sensibilizzare la comunità laertina anche in vista di iniziative di sostegno alle famiglie dei lavoratori e, soprattutto, sapere che intenzioni ha l’azienda. Per Lopane, infatti, è importante capire se ci sono margini per andare avanti e come, oppure se si può lavorare, come stiamo già facendo, per eventuali investimenti di terzi. Ci hanno chiesto informazioni investitori anche di livello nazionale –sottolinea il primo cittadino- perché il settore del vetro curvo non è in crisi e la Curvet è una delle poche aziende in Italia a poter realizzare lavorazioni del genere.
Tutto sta a capire se il management Curvet, che smentendo sé stesso ha fatto già sapere di non poter più sostenere il piano presentato l’8 marzo, giocherà la prossima mano a carte scoperte: “Alla task force regionale –conclude Lopane- abbiamo dato disponibilità per rivederci il 12 aprile”. E stavolta non ci sono scuse che tengano
Massimo D'Onofrio (Corriere del Giorno)
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