Il primo pensiero, affettuoso e solidale, non può che andare ai figli. Perché lui, nonno Silvio, ha di nuovo giurato sulle loro teste. Amorevolmente intervistato da Augusto Minzolini sulla Stampa, Bellachioma ha negato di avere qualcosa a che fare con il nuovo partito bifamigliare Storace-Santanchè. E visto che non ci credeva nemmeno lui ha aggiunto: «Ho giurato sui miei figli che non ne sapevo niente».
L’ultima volta che aveva messo di mezzo la testa della prole era stato il 22 novembre 1994, quando ricevette il primo invito a comparire per le tangenti alla Guardia di Finanza e assicurò che
La lunga retromarcia verso le origini, anzi verso l’infanzia, prevede il replay dell’«appuntamento con
Il ritorno agli albori è sottolineato anche dal tasso decisamente notevole di gnocca alla conferenza stampa, da cui erano perciò esclusi Bondi e Cicchitto (Gustavo Selva s’è imbucato all’ultimo momento, a bordo della consueta ambulanza). Unici elementi di continuità col recente passato: la prescrizione fresca di giornata che l’ha salvato dall’ennesimo processo per falso in bilancio grazie ai suoi onorevoli avvocati; le balle spaziali sul fatto di non aver mai pensato alla «spallata» anti-Prodi; e le cifre sparate a casaccio, tipo quella dei «10 milioni di firme ai gazebo» (su You-tube c’è chi dimostra di aver votato una dozzina di volte, anche coi nomi di Riina, Gelli e Hitler).
Come
Silvio»: Storace, Santanchè, Brambilla, Giovanardi e Rotondi. Trascinatori di folle. Ma lui confida molto in Bordon e Dini, per dire com’è ridotto. È talmente all’angolo che non parla più di «brogli comunisti», anzi elogia gli «uomini di buona volontà» del Pd, coi quali vorrebbe tanto mettersi d’accordo perché lo trattano molto meglio degli ex alleati. Lo scambiano addirittura per un interlocutore in vista della riforma elettorale, lui che non ha mai capito una mazza di proporzionale e maggioritario (però «me l’ha spiegata Giuliano Ferrara»), oscillando fra l’uno e l’altro a seconda di dove lo portava il portafoglio. Insomma, lui ci conta molto: ogni volta che ha un piede nella fossa, arriva sempre il centrosinistra a salvarlo.
Basterà invitarlo a tavola per un bel governissimo senza le ali estreme, e tornerà come nuovo. Riusciranno i nostri eroi a resuscitarlo per la terza volta?
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