Di fronte alla endemica crisi del sistema di governo locale (Giunte e maggioranze sotto costante ricatto del consigliere “irrequieto”), il Parlamento nazionale introduceva l’investitura a suffragio universale del capo dell’amministrazione locale (meccanismo successivamente mutuato per le Regioni), con la contestuale attribuzione di un robusto premio di maggioranza a livello di rappresentanza consiliare.
Elezione diretta e premio di maggioranza, quindi, come puntelli per conferire stabilità e continuità all’azione di governo (in massima parte “prenotate” anche per il secondo mandato, salvo implosioni interne alla coalizione).
Intanto la legge n. 142 del 1990 aveva eliminato il controllo esterno (ad opera dei Co.Re.Co.) successivo alla adozione delle delibere di Giunta, introducendo il cosiddetto controllo “endo-procedimentale” (visto di legittimità), ad opera del segretario comunale, prima della adozione dell’atto.
Nel 1997 la stessa figura del segretario comunale (fino ad allora personificazione materiale del potere sovra-ordinato del Ministero dell’Interno, del quale era funzionalmente dipendente) veniva stravolta dalla legge ‘Bassanini’-bis (legge n. 127), con la creazione di un nesso fiduciario (e una soggezione di fatto) con il capo dell’amministrazione, sul quale dovrebbe esercitare il controllo.
Nel 2001 con la riforma del titolo V della Costituzione venivano soppressi i Co.Re.Co.
Attualmente, quindi, i controlli esterni sono (eventualmente) esercitabili (con tempi enormemente dilatati) solo da organi di natura giurisdizionale (Tar-Consiglio di Stato per la parte amministrativa, Corte dei conti per la parte contabile e magistratura ordinaria per l’azione civile e penale).
Gli unici momenti di (relativamente immediato) “controllo interno” dell’operato dell’amministrazione locale sono ora costituiti (oltre che dai fantomatici quanto rarissimi ‘controlli di gestione’) dal difensore civico e dai revisori dei conti. Al primo è affidata la verifica del regolare funzionamento dell’amministrazione e la conseguente tutela dei cittadini; la linearità della tenuta della “borsa” (i soldi di tutti i contribuenti) sono affidate al collegio dei revisori dei conti.
Ma chi nomina questi “controllori”? I controllati, ovviamente.
Al di là delle qualità e dell’impegno dei soggetti nominati, la “credibilità della funzione” suscita più di qualche perplessità.
Né, d’altronde, tale anomalia può dirsi peculiare solo della “politica”.
Nelle società private, infatti, i consigli di amministrazione, nominano i revisori dei conti, loro controllori (per non dire poi del vezzo consolidato di extra-incarichi e consulenze incrociate, che finiscono quantomeno con apparire come olio versato per fluidificare gli ingranaggi).
Un meccanismo da vera e propria “repubblica delle banane”!
C’è da stupirsi dell’esplodere “soltanto” dei casi “Cirio” e “Parmalat” a livello di imprese private, o del crac finanziario del Comune di Taranto.
E’ allora, può essere utopistico e velleitario porre la questione della separazione effettiva tra controllori e controllati?
Perché non demandare ad esempio negli enti locali la nomina dei “controllori” (difensore civico e collegio dei revisori dei conti) alle minoranze consiliari (che rappresentano comunque una quota considerevole di cittadini e soprattutto contribuenti)?
Non si intende attribuire surrettiziamente alle opposizioni “poteri di veto” o margini ‘consociativi’, volti a intralciare l’azione della maggioranza: si tratta semplicemente di attivare “sensori” istituzionali interni più rapidi, in grado di allertare circa eventuali “deragliamenti” dai canoni del corretto funzionamento, salvo l’intangibile potere della Giunta e della maggioranza di procedere comunque, se convinte, sulla strada intrapresa.
Gli stessi elettori della maggioranza si sentirebbero più tranquilli se il controllo circa l’uso delle risorse (tasse da essi pagate o, meglio ad essi “imposte”), fosse esercitato da soggetti nominati dai controllati o da altri, meno sodali ed indulgenti nel vigilare sul regolare funzionamento degli enti e sulla regolare tenuta dei conti?
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