mercoledì 27 gennaio 2010

IO NON DIMENTICO


Il 27 Gennaio è il giorno dedicato alla commemorazione delle vittime (ebree e non) del nazi-fascismo e di tutte le persone che, pur di difendere i perseguitati, hanno rischiato (e talvolta perso) la loro vita.

Spesso però questa giornata fondamentale per la coscienza civile (specialmente dei più giovani) si carica di una retorica che, con l'andar del tempo, potrebbe portare erroneamente a sorvolare o minimizzare quanto accaduto nei campi di concentramento.

Perciò risulta fondamentale la Memoria di tutti gli olocausti, i genocidi e i massacri avvenuti nel corso dei secoli. Ma qui per Memoria non s'ha da intendere uno stucchevole gioco mentale bensì un'esercizio critico che si poggi sempre su di un sostrato storico ben saldo.

La Storia, infatti, è maestra di vita. Ma una maestra senza alunni non ha nulla da dire!

Perciò il nostro compito come uomini capaci di costruire il futuro è quello di saper ascoltare il passato e la Storia e, da suoi attenti "alunni", saper cogliere il messaggio di Pace che questa trasmette solo a chi, andando oltre le apparenti differenze, coglie l'intrinseca uguaglianza di tutti gli esseri umani.

Ricordiamo oggi chi ha sofferto anche per evitare il ripresentarsi di questi tristi eventi. Perché le "storie" della Storia si possono ripetere in futuro solo se l'ignoranza e l'indifferenza trionfano sulla criticità e la memoria.

Perché Ricordare è Vita.
Leonardo Matera

martedì 26 gennaio 2010

Ma io, cosa posso fare?

Nel numero scorso ci siamo lasciati con un “impegno”, quello di concederci un minuto per rispondere a una semplice ma impegnativa domanda: “Ma io, cosa posso fare?”

       Nessuno vi chiede di cambiare il mondo, ma di “lavorare” su se stessi affinché ognuno, del mondo, ne cambi la propria visione.

       Quando ci abbandoniamo a “comode” esternazioni del tipo, “Sono tempi duri”; “Va tutto male”; “C’è la crisi”, non facciamo altro che giustificare le nostre mancanze usando a pretesto, appunto, cause esterne invece di concentrarci sulle nostre reali cause interne.

       Sarà pur vero che fuori c’è la crisi, ma se già abbiamo dei problemi al nostro interno, è ovvio che avremo molte più difficoltà ad affrontarla. Insomma, per dirla con un mio amico scrittore, “ …resta più facile camminarsi contro, che circolarsi dentro”. Allora, proviamo a invertire questa inutile quanto dannosa tendenza, concentrando lo sguardo e le energie all’interno di noi stessi; di modo che ci venga poi naturale riflettere su alcuni quesiti fondamentali: “Come sarà la mia azienda tra cinque anni? Come sarà il mio futuro?... Ma io, cosa posso fare?”. Concedersi quel minuto per decidere!

       Non è difficile. Basta volerlo! E se lo vogliamo davvero, i suggerimenti di seguito riportati potranno tornare molto utili, non solo agli imprenditori ma a chiunque abbia in animo di concedersi quel minuto.

       Ora guardatevi dentro con sincerità e chiedetevi quali sono le cose della vostra azienda che non state affrontando. 

1.     Benessere e stato emotivo dell’imprenditore

       Questo porta a vivere eticamente emozioni positive e gestire pressioni. La domanda da porsi può essere: “Quello che faccio, lo farei anche gratis?”; “Le persone, i collaboratori che ho in azienda, stanno crescendo, sia come individui sia professionalmente?”.  Se la risposta è no, non sei un leader e non hai una visione o un progetto tali da accendere i cuori dei tuoi uomini, tanto da farti seguire. Leadership vuol dire: Condurre verso… 

2.      Passione

       La nostra passione si traduce in soddisfazione del Cliente e quando ciò accade, lo si può chiamare successo. Dunque, il nostro successo non è altro che il risultato di un buon servizio reso al cliente il quale ci riconosce un ruolo di leadership sul mercato.

Quando hai iniziato la tua attività, parlavi del tuo progetto con tutta la passione che avevi in corpo, nei tuoi occhi brillava una grande emozione e ti era facile trascinare con te i tuoi collaboratori. Oggi, che hai smesso di guardarti dentro, il costo che potresti pagare e che, forse, non ti puoi permettere, è quello delle persone che si sono “sedute”. 

3.     Qual è la tua proposta di valore unico?

       Quando guardi alla tua azienda attraverso gli occhi del tuo cliente, che cosa ti rende migliore? O meglio, credi di rappresentare l’unica scelta possibile per lui? O meglio ancora, in che cosa ti differenzi dalla concorrenza? 

4.     I dati finanziari dell’impresa:

       Saper valutare i flussi finanziari nel presente; quindi, sapere in tempo reale, quanto guadagni e quanto perdi, basandoti su l’utile mensile. Sappi che, non otterrai mai ciò che non misuri. 

5.     Marketing:

       Significa capire in quali condizioni il Cliente è disposto a pagare i prodotti/servizi della tua azienda. Quando un cliente viene in contatto con la tua azienda, ti preoccupi che viva la migliore esperienza possibile? Hai una storia da raccontare al mercato? In un mercato dell’abbondanza non sarà il prodotto a fare la differenza, ma quello che riesci a mettere intorno a quel prodotto. 

6.     Conoscenza

       Le aziende, con fatturati in attivo, sembrano concordare su un’esperienza concreta secondo cui il primo passo da compiere, in qualsiasi progetto d’azienda funzionale, è quello del Titolare che pianifichi un programma strutturato per migliorare se stesso.

Studia, leggi libri, partecipa a seminari, costruisciti un processo di crescita personalizzato. Oggi non è importante essere veloci, ma andare nella direzione giusta. Il mondo è cambiato; ora, dobbiamo cambiare noi!

 7.     Il segreto

       Citando ancora una volta il nostro amico Tom Peters, al quale - in un seminario di studi sulle risorse umane - chiesero di svelare il segreto degli imprenditori di successo. La risposta fu: “Fai una lista di cose da fare, e FALLE!”.                                                          

 

 Giovanni Matera

www.materarredamenti.it


lunedì 25 gennaio 2010

Alleati dei cittadini, alternativi alla destra

La campagna elettorale del Partito democratico per le elezioni regionali si concentrerà su "una battaglia legata all'agenda degli italiani", contro le "favole" raccontate dal governo. Così Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, riassume alcuni dei temi trattati nella sua relazione alla Direzione nazionale dei democratici conclusasi poche ore prima. "Abbiamo avuto una discussione aperta e positiva: non mi pare si debba parlare di rinvii e di scontri ma di una discussione per proiettare il partito agli appuntamenti politici che abbiamo di fronte, a cominciare dalle regionali. In questa battaglia vogliamo sollevare con forza i temi della condizione reale dei cittadini italiani e combattere le favole che dicono che stiamo meglio degli altri e che la crisi è alle spalle. Vogliamo combattere questo meccanismo quotidiano di distrazioni di massa, di balle libere che vengono lanciate ad esempio sul fisco". Secondo il segretario, i temi da porre sono quelli "del lavoro per i giovani, dei redditi che vengono colpiti, dei consumi che calano, dei prezzi che crescono, dei rischi che il paese rimpicciolisca. Non vogliamo fare le nostre proposte con toni catastrofisti ma con l'idea di fare da sponda a chi pensa che l'anno prossimo può essere meglio di questo". Per rilanciare questi temi, precisa Bersani, "stiamo organizzando le nostre iniziative a partire da quelle dirette a sollecitare adesioni al Pd e a un potenziamento delle mille piazze sui temi del lavoro, dei redditi, della scuola e dell'ambiente".

Le alleanze. Il leader ripete ai giornalisti quanto già esposto alla direzione nazionale in tema di alleanze: ''Il tema delle alleanze viene da noi discusso non in chiave politicista, ma nel senso di una alleanza con i cittadini. Il PD tenterà di convergere con “tutte le forze che per esempio si oppongono al processo breve, che chiedono nuove politiche per la famiglia, che sull'immigrazione parlano con toni diversi da quelli del governo. Alle regionali vogliamo presentarci con un profilo politico chiaro per gli elettori. I lavori sono ancora in corso, e tuttavia l'idea di accorciare le distanze fra i partiti che si oppongono al governo e' un'intenzione che ha mostrato di non essere un'illusione''. Lo dimostra il fatto che in dieci regioni, ''il quadro delle candidature e delle alleanze e' stato definito'', e nella maggior parte dei casi il candidato governatore e' espresso dal Pd, mentre in tre ''si e' ricorso a personalità come Bonino, Vendola e Bortolussi. Stiamo lavorando per completare il quadro”.

Puglia. L’attenzione del segretario si sposta poi sulla notizia del giorno, la vittoria di Nichi Vendola alle primarie pugliesi. “Confermo pieno sostegno a Vendola. – afferma Bersani - Le primarie le abbiamo inventate noi e sappiamo che al termine, chi perde aiuta l'altro. Anche perché nella candidatura di Boccia c'era un'idea di schieramento che non escludeva Vendola. Ora si tratta di lavorare anche in quella regione perche' siano in campo tutte le forze e si smentisca la speranza di rivincita della destra”. Una riflessione anche nell’Udc che oggi ha comunicato la sua scelta di presentarsi da solo in Puglia: “Abbiamo preso atto della scelta dell'Udc che si e' ritagliato una posizione autonoma. Noi continuiamo a lavorare per avere candidature e alleanze competitive".

Dal PD decisioni alla luce del sole. Sul metodo con cui i democratici sono pervenuti e perverranno ai nomi dei candidati, ribadisce: “Non c'e' una alternativa assoluta 'primarie si, primarie no'. La decisione viene presa dalle assemblee regionali del Pd, che sono il luogo della decisione politica. Noi siamo un partito federale e non abbiamo per statuto un meccanismo per decidere centralmente le candidature. Noi non abbiamo una via Bellerio o un Arcore dove si decide tutto. Noi lavoriamo 'en plein air', e la stampa può seguirci e fare le sue valutazioni; ma sfidiamo la stampa a fare altrettanto con la destra. Quello che sembra oggi una debolezza si rivelerà una forza e si vedrà che il Pd non e' nella riserva indiana. Siamo competitivi e ce la giocheremo".

Risultati primarie


sabato 23 gennaio 2010

Primarie a Laterza

Domenica 24 gennaio, dalle ore 08.00 alle ore 21.00, si svolgeranno le primarie per l'individuazione del candidato alla presidenza della Regione Puglia per il centrosinistra.
Le operazioni di voto si terranno in via Roma 55 (nei pressi della tabaccheria).
Potranno votare tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto 18 anni, in possesso di un documento di identità in corso di validità. La scheda è unica e si vota barrando il nome di uno dei due candidati: Francesco Boccia o Nichi Vendola. È richiesto un contributo di 1 Euro. Il Partito Democratico di Laterza, in sintonia col le indicazioni dell’assemblea regionale del PD e del suo segretario nazionale Pierluigi Bersani, invita elettori, iscritti e simpatizzanti a sostenere la candidatura di Francesco Boccia.

Mafia e stato - Incontro con Gioacchino Genchi

Ore 17:00 - Cittadella della Cultura
Via C.Battisti, 53 - Laterza (Ta)

Società e Progresso organizza l’incontro con

Gioacchino Genchi

esperto di informatica e telefonia, è stato collaboratore di diverse Procure della Repubblica. Ha lavorato, tra gli altri, con Falcone e De Magistris per i quali ha svolto lavoro di consulenza nell’analisi e incrocio dei tabulati telefonici, importanti strumenti di indagine.

Interverranno: Bruno Bongermino e Francesco Di Candia (Società e Progresso) e Nino Grilli (Il Resto)

giovedì 21 gennaio 2010

Assemblea sulle Primarie


Domani sera, venerdì 22 gennaio
alle ore 19
si terrà una assemblea di iscritti e simpatizzanti
sulle Primarie di domenica prossima.
Partecipano:
Paolo Costantino
e
Ludovico Vico

«Il Pd con Boccia pensa al Paese, Vendola pensa solo alla Puglia»


Professor Beppe Vacca, circa tre mesi fa in un’intervista alla Gazzetta lei disse che il candidato naturale del centrosinistra per la presidenza della Regione Puglia non poteva che essere Nichi Vendola. Ha per caso cambiato idea? Per chi voterà alle primarie?

«Guardi, la situazione è radicalmente mutata. Non si tratta più di scegliere il candidato all’interno della vecchia coalizione, dove Vendola, avendo governato bene, non poteva che essere il candidato di tutti e quindi innanzitutto del Pd. Ora c’è una situazione del tutto nuova. In Puglia e laddove è possibile, si sta tessendo una rete di alleanze con l’Udc».

Una scelta strategica.

«Esatto. Ed è proprio su questa scelta che si vota domenica. Non tanto sulle qualità di Vendola e di Boccia. In un caso, si sceglie la coalizione meridionalista con l’Udc, nell’altro invece non si andrebbe oltre la Puglia, come se non facesse parte dell’Italia, come se si votasse solo qui».

Ma è stato Vendola a non seguire il Pd in questo suo avvicinamento all’Udc? O chi governa il Pd non è stato capace di convincerlo?

«Questo è un ragionamento puramente retrospettivo, molto poco interessante. Penso che sia più utile ragionare su qual è la posta in gioco di queste primarie».

Ce lo dica. Qual è la posta in gioco?

«In gioco c’è la possibilità di essere in campo sia come Pd, sia come coalizione di centrosinistra. Penso alle dinamiche che si stanno sviluppando con una crescente accelerazione fra le forze politiche soprattutto all’interno del centrodestra e in rapporto all’Udc. Con il partito di Casini, che esce da quattro anni di navigazione solitaria, si sta delineando una convergenza. Grazie al nuovo indirizzo strategico del Pd di Bersani, c’è la possibilità di cominciare a costruire quell’alternativa all’egemonia berlusconiana e al governo Berlusconi che è la ragion d’essere del Pd come tale».

Per l’Udc, però, resta tutt’altro che superata la politica dei due forni. O no?

«Guardi, la politica dei due forni non è una cosa di corto respiro come si usa dire. Soprattutto se la si collega a tutti gli elementi che fanno il quadro complessivo. Occorre legarla all’obiettivo primario dell’Udc, che è di arrivare a cambiare la legge elettorale e ad articolare il bipolarismo italiano secondo un modello che sinteticamente è quello della legge elettorale tedesca. Il che è anche l’obiettivo prioritario del programma di Bersani».

Ma crede davvero che questo progetto di disarticolazione possa realizzarsi con Berlusconi vivo?
«Io voglio augurare a Berlusconi lunga vita. Però non posso non vedere che da circa due anni la scena politica italiana, malgrado la tenuta forte del consenso a Berlusconi e al suo governo, è caratterizzata da un’incrinatura e da una crescente crisi della funzione coalizionale centrata sul suo carisma».

A che cosa allude?

«Basta vedere come ha cominciato a muoversi Fini, da subito, alludendo alla necessità di costruire la cultura politica di una destra costituzionale quale il Pdl a oggi non è. Basta vedere come Tremonti sta governando l’economia in questa legislatura in maniera molto diversa, direi quasi opposta, dal punto di vista dei concetti fondamentali, rispetto a come aveva governato tra il 2001 e il 2006».

Dov’è la differenza?

«Ad esempio, nell’assunzione del nesso europeo della finanza italiana come priorità assoluta. Tremonti sta addirittura contribuendo addirittura a definire un secondo ciclo dell’integrazione europea dopo la battuta d’arresto del primo che è quello cominciato con il trattato di Maas tricht».

E poi?

«Basta vedere come cambiano i suoi concetti, il suo lessico. Nella sua relazione al convegno dei giovani industriali a Capri, c’è tutt’altro che retorica. C’è il concetto fondamentale della questione meridionale come questione nazionale. E cioè che non si può continuare a governare l’Italia mettendo Nord contro Sud. Bisogna assumere la questione meridionale come paradigma per poter governare l’Italia in funzione della sua tenuta unitaria e della sua capacità di competere. Altrimenti, non c’è trippa per gatti. Perché da dieci anni il Paese è fermo dal punto di vista dello sviluppo economico. Questa non è retorica. Dietro c’è un assillo evidente. Anche Tremonti è estremamente preoccupato di come ridisegnare una destra in cui, venendo progressivamente in crisi la saldatura fra ceti moderati e populismo, di cui l’alfiere è Berlusconi, si riesca a tener dentro, ma neutralizzando possibilmente, la Lega. Perché evidentemente c’è una crescente preoccupazione: sia per la tenuta dell’Italia dal punto di vista del finanziamento del debito sui mercati internazionali, sia sulla tenuta unitaria del Paese. Questo è il contesto nel quale il Pd cerca di far politica. È un contesto nel quale questa articolazione delle forze non sarebbe concepibile se non ci fosse già in campo il Pd come interlocutore di Fini, a certe condizioni interlocutore di Tremonti, alleato in via di costruzione con l’Udc. E tutto questo ha nelle elezioni regionali il passaggio decisivo perché lì poi si ridefiniranno i rapporti di forza».

Ma in questo contesto, c’è ancora spazio per qualcosa di sinistra?

«Certo che c’è. Questo è l’unico modo di dare una proiezione nazionale anche alla sinistra di Vendola. Se Vendola, che ha in Puglia la sua principale risorsa politica e di consenso da spendere, non riesce a collegare questo ad una proiezione nazionale, a parte il fatto che si accrescono enormemente i rischi di perdere le elezioni, la Puglia viene fortemente emarginata come capacità di assolvere un ruolo meridionalistico rilevante nella politica nazionale. E soprattutto la storia politica di Vendola non ha futuro».

E quindi Vendola che cosa dovrebbe fare?

«È lui che deve vedere come dare proiezione nazionale alla costruzione di un’alternativa all’egemonia di Berlusconi. Bisogna ragionare serenamente su un processo storico: prepararsi, giocando attivamente le carte che ognuno, secondo il modo in cui interpreta la sua missione nazionale, ritiene di dover fare. Questa è la partita e questo è il passaggio».

Ma lei è così convinto che Vendola perda le primarie? E se poi si ripete ciò che accadde cinque anni fa, lei e tutto il resto del Pd che cosa fate?

«Semplice. Non potremo che appoggiare Vendola alle elezioni, consegnando però la nostra strategia nazionale al respiro del tutto regionale ed improbabile entro il quale Vendola si colloca attualmente. E seguirlo nella probabile sconfitta».

di STEFANO BOCCARDI

ritengo che questa intervista a Beppe Vacca, dia la dimensione e l'importanza che le primarie di domenica 24 gennaio, hanno per il futuro politico regionale e nazionale, a noi la scelta!!!
tony gallitelli

Con Boccia si vince


Solidità, responsabilità, capacità riformista. Sono gli obiettivi che animano il progetto politico che sostiene la candidatura di Francesco Boccia – approvata all’unanimità da tutto il Partito Democratico – alle primarie del 24 gennaio 2010 per la designazione del candidato del centrosinistra alle elezioni regionali di marzo.

Solidità nella costruzione di un sistema di alleanze forte e trasparente in grado di consentire al centrosinistra di tornare a vincere in Puglia in un quadro politico profondamente cambiato rispetto al 2005. In caso di vittoria alle primarie, intendiamo proporre agli elettori, per le regionali, una nuova coalizione, Alleanza per la Puglia e per il Sud, costruita sull’unità delle forze politiche dell’opposizione parlamentare PD, IDV e UDC con il sostegno dei partiti tradizionalmente vicini al Pd, come PdCI, Verdi, Socialisti, Radicali, Repubblicani, Alleanza per l’Italia, la Primavera Pugliese e Sinistra Ecologia e Libertà. Questa coalizione ci sembra quella più in grado di conquistare contemporaneamente la fiducia dell’elettorato moderato e di quello progressista e di isolare il populismo arrogante della destra. La Puglia non può permettersi di tornare indietro e di finire anch’essa ostaggio di una maggioranza di governo schiacciata sui personalismi del proprio leader e sugli eccessi antimeridonalisti della Lega Nord.

Responsabilità nell’esercizio delle funzione pubbliche, sobrietà nei comportamenti, rigore nell’elaborazione delle politiche. Siamo convinti che la qualità della democrazia e la capacità amministrativa si misurino prima di tutto attraverso l’etica, l’esempio, lo spirito di servizio pubblico.
Vogliamo assumerci la responsabilità di guidare la nostra terra. Senza scorciatoie, compromessi, commistioni di interessi. Mettiamo a disposizione di questo progetto un metodo di lavoro fatto di approfondimento dei fenomeni, ascolto degli interlocutori, partecipazione nell’elaborazione delle decisioni.

Capacità riformista per cambiare la Puglia, per correggere tutto quello ancora non funziona, per valorizzare i nostri infiniti tesori.
Occorrono competenze, coraggio, creatività. Occorre la forza di lasciarsi alle spalle nuovi timori e vecchi retaggi ideologici per imboccare la strada della costruzione paziente del futuro. Scendendo nel merito delle questioni anche più spinose e vincendo la tentazione di “conservare l’esistente” perché il nuovo ci fa paura oppure perché crediamo che la nostra gente non possa capire. Se offriamo loro un progetto ambizioso e solido, e lo facciamo solo e soltanto in nome dell’interesse generale, i cittadini ci capiranno e ci sosteranno. E il nostro riformismo sarà quello di una comunità intera che accetta di mettersi in gioco per rendere la società in cui vive semplicemente migliore. Per sé e per le generazioni future.

Sappiamo che le sfide che ci attendono sono tantissime e di enorme portata.
E siamo pronti, per le elezioni regionali, a contribuire alla definizione di un programma di governo condiviso da tutto il centrosinistra da presentare agli elettori a marzo, chiunque vinca le primarie del 24 gennaio.
Alla base del nostro progetto ci sono, come per una casa, sei pilastri:

1. la promozione dei diritti, a cominciare dalla prima assistenza a tutti gli esseri umani, senza discriminazioni, e passando attraverso un nuovo welfare regionale più vicino ai bisogni reali della persona;
2. più lavoro, con un’azione mirata contro la precarietà e per la creazione di nuova e buona occupazione;
3. la tutela della famiglia, con un piano straordinario ad essa dedicato;
4. una sanità più equa, più efficiente e realmente autonoma dai condizionamenti politici;
5. una nuova dimensione dell’intervento pubblico, universale nell’erogazione dei servizi essenziali (come l’acqua) e fondata sul primato imprescindibile dell’etica, da recuperare anche attraverso una riforma strutturale del sistema degli appalti;
6. la rivoluzione verde, con il sostegno alle energie rinnovabili e il no convinto all’insediamento di impianti nucleari o di stoccaggio di scorie.

Ciascuno può contribuire a questo progetto ed essere parte attiva di un’esperienza senza precedenti in Italia. Abbiamo l’occasione unica di far brillare i nostri talenti e la nostra passione, mettendo a frutto, tutti insieme, le competenze, le energie, il coraggio di cui oggi la nostra Regione ha davvero bisogno.

Con Francesco Boccia la Puglia torna a vincere!

martedì 19 gennaio 2010

FINALMENTE PRIMARIE (Le righe piene di speranza di un giovinetto laertino)


Caro Diario,

Domenica 24 Gennaio si terranno le consultazioni Primarie per scegliere chi, tra Nichi Vendola e Francesco Boccia, dovrà guidare il centro-sinistra nelle Elezioni Regionali pugliesi.

Pochi giorni ci separano da questo evento che, comunque la si pensi, vedrà la gente scegliere finalmente il SUO candidato presidente. Ed è proprio su questo punto che vorrei soffermarmi: la scelta popolare.

Ormai, infatti, per alcune consultazioni, la gente ha perso il diritto (ma anche il gusto democratico) di scegliere il suo rappresentante. Ahi noi, questa è una "porcata" tutta italiana!

Ma Domenica (almeno nel centro-sinistra) tocca al popolo! E questa, qui in Italia, è un'occasione da non perdere!

Il mio augurio, caro Diario, è che, chiunque vinca, dal giorno seguente si cominci a parlare di progetti seri e concreti e anche di ciò che, in questi cinque anni che volgono al termine, il centro-sinistra è stato capace di fare per il bene della nostra amata "terra natìa".

So che sarà una settimana piena di confronti seri e, a volte, duri! Ma sarà la settimana della gente. Perché il vero vincitore sarà solo uno: il Popolo Democratico.
Leonardo Matera


venerdì 8 gennaio 2010

Si dimette l’assessore Laterza gli subentra D’Anversa

Seduta di fine anno con surroga in consiglio comunale: al dimissionario Antonio Laterza (Pdl), assessore all'Agricoltura, all'Igiene e ai Servizi cimiteriali, è subentrato Armando D'Anversa (Pdl). Motivi di lavoro alla base delle dimissioni dell'assessore uscente, che lascia al nuovo entrato carica e deleghe. Nella stessa riunione è stata approvata all'unanimità la concessione in diritto di superficie all'Asl di Taranto di aree adiacenti al poliambulatorio di Via Matera. L'azienda sanitaria vi realizzerà, con fondi regionali e comunitari (Fesr), per un importo di 750mila euro, nuove stanze e nuovi arredi. In attesa di nuovi servizi, magari previsti e inseriti nel prossimo piano sanitario. E' stata inoltre riproposta l'alienazione dell'area comunale di località Cappuccini (ex mattatoio co munale), di cui è stato ridotto il prezzo a base d'asta. Approvati infine gli atti relativi all'individuazione di un'area cimiteriale per la costruzione di cappelle private e ad alcune modifiche ai regolamenti di contabilità e di polizia municipale.
Francesco Romano - la gazzetta del mezzogiorno

mercoledì 6 gennaio 2010

Fai anche tu la tua parte per costruire l’alternativa

Il Partito Democratico è il partito del nuovo secolo. Il nostro compito è parlare dell’Italia, delle idee che abbiamo per il nostro Paese e di come farle vivere in un rapporto reale con i territori e con i cittadini.

C’è un duro lavoro da fare per dare un radicamento popolare al nostro partito. Un lavoro paziente per convincere l’Italia a guardarsi con gli occhi delle nuove generazioni e realizzare così, nel senso comune, un’idea di futuro.
In nome di questo, dobbiamo mettere in campo la nostra capacità di essere utili a un’Italia migliore; e per riuscirci, dobbiamo costruire e rendere percepibile la nostra identità ed avere un partito che funzioni, che operi attraverso una partecipazione vera e produca il rinnovamento traendolo dalle tante esperienze cresciute nel territorio.
Un partito che si candida ed è credibile per l’alternativa di governo.

Pier Luigi Bersani
segretario del Partito Democratico

IL FUTURO COMINICIA OGGI



Oggi 6 Gennaio, come di consueto cade la festività dell'Epifania. E in questo giorno vogliamo si apra anche la nuova stagione laertina del Partito Democratico con l'inizio della campagna di Tesseramento 2010.


La data scelta non è casuale. Il termine "epifania", infatti, deriva dal greco "epiphaneia" che significa "apparizione". Con questa breve analisi etimologica è chiaro allora il senso della nostra Epifania: ritornare e riapparire tra la gente ma, questa volta, per restarci.


In passato ci è capitato di dimenticare che la politica non ha senso se non dà voce ai problemi e alle proposte della gente. E dimenticandolo siamo diventati un partito senza popolo.


Siamo oggi tra le persone per ascoltarle con orecchio attento e discutere assieme e ciò è un atto importante per ridare fiducia ai molti delusi e stizziti dall'autoreferenzialità della politica e dei suoi "operatori".


Ma questo, si badi bene, e solo l'inizio! L'inizio di una stagione che vogliamo porti compenetrazione e cittadinanza. Una collaborazione per il bene comune che, da molto tempo ormai, non è più oggetto centrale dell'attività politica.


Amici e amiche, non è stato facile rielaborare gli errori commessi per provare a rialzarci dalle "polveri" del passato. Ma non ci siamo dati per vinti e abbiamo capito che senza di voi siamo come un'corpo senz'anima, come un'albero senza radici. Il Partito Democratico oggi torna per restare tra di voi, per essere la vostra voce. E' una scelta di campo, una scelta forte che vi faccia capire che stiamo dalla vostra parte.


Tutto ciò può sembrare retorico e, se si vuole, scontato. Invece non lo è! Non lo è perché oggigiorno occorre il senso opportuno a tutte le cose. E il nostro compito è e sarà quello di ridare alla politica il suo senso: contatto con il popolo e amministrare per realizzare il bene comune.


E' un compito impegnativo e di enorme responsabilità, questo lo sappiamo. Ma è sarà il nostro impegno verso di voi.


Per "dare futuro" al futuro della nostra comunità.




Leonardo Matera

lunedì 4 gennaio 2010

«Con la nuova legge Finanziaria il Governo taglia risorse ai Comuni»

Laterza incontro-dibattito con l’on. Vico sulla manovra economica varata alla fine del 2009. E il Pd laertino vara un coordinamento a 7 sino al prossimo congresso.

Finanziaria e tesseramento, tra inventario e almanacco nuovo, in attesa di auspicate fumate bianche baresi. E' stato il parlamentare Ludovico Vico, l'altra sera, nella sede cittadina del Pd, sui titoli di coda di un turbolento 2009, a spiegare la "manovra" per il 2010. Finanziaria "light", è stata definita, ancorché "blindata", per forza di cose "svilita". Una esposizione a lettura immediata, quella di Vico. Un intervento che, da angolazione centrosinistra, si è dipanato subito dopo le iniziative del circolo laertino presentate in apertura da Tony Gallitelli (il tesseramento 2010 e i seminari sulla "Comunicazione politica" di oggi, domenica 3, e domani, inizio alle ore 17), e sulla scia delle diapositive tematiche illustrate da Francesco Vasto. "Slide" informative e critiche insieme, a sintetizzare una Finanziaria che "non spinge l'Italia fuori dalla crisi economica", che arreca danni attraverso provvedimenti come "le aste per gli immobili sequestrati alla mafia, la riduzione degli incentivi fiscali per risparmi energetici e l'illusione della social card per i poveri". In altri termini: le famiglie e le imprese non riceveranno alcun beneficio, mentre "gli enti locali, in primis i Comuni, sono stati abbandonati al loro destino senza risorse (vedi Ici sulla prima casa) o norme (superamento del patto di stabilità) capaci di dare qualche risposta alle comunità amministrate".
Del Sud "scomparso" (dalla manovra) ha parlato Vico, per il quale, appunto, non c'è traccia del "piano straordinario per il Mezzogiorno", anzi "le depredate risorse Fas si sono definitivamente spostate verso Nord". Insomma, una Finanziaria cresciuta negli impegni, a dismisura e senza criterio, solo per "tacitare i mal di pancia della maggioranza", una Finanziaria che, con "entrate una tantum e senza copertura immediata", prevalentemente sostenute da conti dormienti, trattamento di fine rapporto (Tfr), fondi Fas e casse "locali", si ripercuoterà negativamente sul 2010.
Rimanendo in casa Pd, va detto poi che sarà un coordinamento "a 7" a gestire, fino al prossimo congresso, il Partito democratico di Laterza. Lo ha deciso, nei giorni scorsi, l'assemblea degli iscritti e dei simpatizzanti del Circolo Pd. L'organismo collegiale è composto da Rossella Calabrese, Francesco Cantore, Armando D'Aprile, Tony Gallitelli, Gianfranco Lopane, Antonio Losito e Francesco Vasto. Tesoriere è stato nominato Arcangelo Mastrodomenico. Individuati anche quattro gruppi di lavoro a "tema": saranno coordinati dai consiglieri comunali Irene Bruno, Francesco Catapano, Giovanni Serafini e Giuseppe Stano.

(Francesco ROMANO - 3 GENNAIO 2009 - Gazzetta del Mezzogiorno)

venerdì 1 gennaio 2010

Il PD Laterza e la comunicazione politica

I Seminari del Pd
La comunicazione Politica
A cura di Pino Mellone e Massimiliano Cavallo

MODULO 1 - Relatore: Pino Mellone
Domenica 3 gennaio 2010 ore 17.00

a. La comunicazione politica
In questo modulo si passano in rassegna i principali modelli teorici sulla comunicazione politica. Punto di partenza è il passaggio dal modello pubblicistico-dialogico al modello mediatico, teorizzato da Giampietro Mazzoleni. Si analizzeranno anche i linguaggi della politica, i simboli e i rituali.

b. Breve storia della comunicazione politica
Si passano in rassegna le principali fasi della comunicazione politica ed elettorale. In particolare si illustrerà il passaggio dalla fase caratterizzata dai grandi partiti di massa e dalle ideologie alla progressiva mediatizzazione. Particolare attenzione verrà dedicata alle campagne elettorali in Italia dal 1994 in poi, ossia dall’avvento del maggioritario e dalla scesa in campo di Berlusconi. Si analizzeranno in dettaglio le diverse campagne elettorali viste da entrambi gli schieramenti politici. Sarà importante l’interazione degli studenti per capire il loro punto di vista sulle diverse campagne elettorali.

MODULO 2 - Relatore: Massimiliano Cavallo
Lunedì 4 gennaio 2010 ore 17.00

Come si fa una campagna elettorale.
Si analizzeranno le diverse fasi di una campagna elettorale. In particolare si analizzerà il percorso analisi-strategia-azione, imparando a conoscere i diversi strumenti utilizzati nelle tre fasi. Verrà vista poi una case history che permetterà di vivere in concreto come si realizza una campagna elettorale