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Gazzetta del Mezzogiorno - 29 dicembre 07
Il piccolo mondo politico laertino è in lieve subbuglio perché “sabato (oggi) arriva il sindaco di Bari”, Michele Emiliano, insieme con l’on. Ludovico Vico e con il suo vice di Terra ionica, Michele Mazzarano. Sono stati invitati dal Pd locale per parlare di “Buona politica”.
Come per ogni evento, la piazza dice la sua, ma a Laterza dice la sua il marciapiede, perché la piazza è stata data in concessione perenne ai passeggiatori in automobile, inquinatori e rumorosi, dal centrosinistra prima e dal centrodestra poi, ennesima riprova che in Italia la malapolitica è bipar-tisan.
Uno degli sparuti marcia-piedisti laertini domanda ai suoi interlocutori: “Che cosa diremo noi a Emiliano?”.
“Parole. Non hai letto il tema? La buona politica: in Italia la buona politica esiste solo a parole. E se le dicono loro fra loro…”. “No, i politici italiani non parlano di politica. Parlano di loro, fra loro. Non le senti in tv, le loro parole? Più banali di quelle di un bambino d’elementari”. “Non è colpa delle parole se sono banali. Le parole sono come il termometro: se il pensiero è scemo, sceme sono le parole”. “Questo è davvero un bel pensiero...”. “Anche se detto con parole sceme”.
“Spiritoso, lui”. “Però, Emiliano, qualcosa di utile da dirlo ai nostri anemici politici ce l’avrebbe. ..”. “A me piacque da giudice, quando mostrò le anime pie della Croce Rossa in Albania. ..”. “Ricordati che non si spara mai sulla Croce rossa...”. “E’ uno che ha conosciuto da vicino Falcone...”. “Non tirarla per lunghe: ti piaceva da giudice e non ti piace da politico. Dì”. “Non m’è piaciuto il doppio incarico…”. “Ma anche Veltroni è sindaco e capipartito…”. “Anche Veltroni fa mala-politica”. “Stai acido, stasera. Volevi un parruccone, come dice il Berlusca, che sai che io amo quanto Visco?”. “Possibile che nel Pd pu-gliese non ci sia uno, o una, che senza essere parruccone...”. “Il ragionamento è giusto: non si può assolvere a due compiti così impegnativi che richiedono 25 ore su 24”. “Sì, Bari sta alle pezze; e il Pd sta peggio...”. “Basta vedere i nostri dintorni: a Laterza, a Ginosa, a Castellaneta, sinistra inesistente. ..”. “E Taranto continua ad ammalarsi e a morire di polveri e fumi...”. “Ditemi il nome di un piddino che abbia detto qual-cosa dei fumi e delle polveri di Taranto...”. “O delle discariche e della differenziata”. “O delle energie pulite”. “O del disastro della sanità politicizzata”.
“O dei loro privilegi a spese nostre…”. “Del popolino…”. “Privilegi eccessivi, dunque immeritati”. “Tutti e tre siete un Bertinotti al cubo: cazzeggiate che è una bellezza”. “Bertinotti cazzeggia, noi critichiamo”. “Su Bertinotti ha ragione Pansa...” . “No. Pansa lo chiama “parolaio rosso”. Invece Bertinotti è parolaio e basta. Di rosso al massimo ha qualche pullover di caschemer...”.
“Lui, il capo dei proletari...”. “Dimmi con chi vai e ti dirò che sei: Bertinotti va per salotti, non per fabbriche, men che meno per cantieri o campi...”. “Mica è fesso, potrebbe morire, respirare sporcizie...”. “Mi avete seccato, siete peg-gio di mia suocera, anzi di Belpietro”.
“Vedi, che se noi siamo bugiardi anche fra di noi, poi finisce che votiamo Berlusconi. ..”. “Facciamo un voto mendace”. “Comunque questa visita può essere una cosa im-portante per Laterza”. “Non ci credo, ma spiegati”. “Vedere da vicino un sindaco pieno di energia, con un passato di coraggio al servizio della legalità...”. “Ma va’: che può fare un sindaco coraggioso in un paese di sindaci donabbon-deschi?”. “Allora è una venuta inu-tile”. “Ricordate Foscolo: A egre-gie cose il forte animo accendono...”. “Ricordate Manzoni: Il coraggio chi non ce l’ha non se lo può dare...”.
“Qui, i sindaci, se non sono capaci di chiudere il Corso alle macchine nemmeno nei giorni festivi, di cosa possono essere capaci?”. “Una serata se non di buona politica, ma con un buon politico, è sempre istruttiva”.
“A una condizione, però”. “Quale?”. “Che il buon politico, se è tale, ascolti, faccia parlare, si lasci mettere sotto accusa,
“Invece finirà come in tutte le altre assemblee: come siamo belli, come siamo bravi, vicendevoli applausi...”. “E serata perduta”. “Io andrò a vederlo Emiliano, per vedere se i laertini gli hanno preparato una serata utile, se gli faranno
“Chiudiamo con una mas-sima: la democrazia in cui i leader non sono criticati dai loro elettori, è una democrazia malata”.
“L’hai sentita da Sartori”. “Sicuramente non è originale, ma non l’ho sentita da nessuno”.
“E perchè non gliela vai a dire a Emiliano?”. “Una tentazione mi rode. ..”.
Michele Cristella
michele.cristella@corgiorno.it
Insomma, del vecchio rito diessino (addio Unità…) c’è rimasta la festa, mentre gli ex margheritiani ci mettono il gusto dello stare assieme in amicizia. “Eredità leggere” di un partito nuovo che – dice Bellini - «ha un progetto veramente riformatore per la politica italiana, con un’aspirazione al benessere e alla libertà», ma anche col desiderio non celato di «abbattere la vecchia casta politica per dar voce ai cittadini».
Buoni propositi, che viaggiano sulla bocca di giovani trentenni e di politici più navigati. Perché la politica, passata la festa, è quella che rimane. O almeno ci prova. «Il Pd - dice Giuseppe Stano – è un’opportunità per la politica italiana, ma qui a Laterza è una necessità». Il gruppo unico in Consiglio comunale è uno di questi passaggi “necessitati”, ma non indolore. Dei vecchi consiglieri targati Ds e Margherita, infatti, nel nuovo gruppo ne sono confluiti solo tre: Stano, che è il capogruppo, Giovanni Serafini e Franco Catapano. Lorenzo Caldaralo è approdato (da indipendente) sulle sponde della Sinistra democratica, mentre Arcangelo Cirielli si è dichiarato indipendente. Ognuno per la sua strada. «Ma adesso - spiega Catapano - siamo pronti per l’organizzazione delle primarie, che si svolgeranno in tutti i comuni tra gennaio e febbraio, per eleggere segretario e coordinamento cittadino oltre ai delegati per il congresso provinciale».
Una macchina in moto, il Pd, ma senza fretta: «Il panorama – sottolinea Catapano - con la prossima legge elettorale potrebbe cambiare». Ciò che non muta, per ora, sono i rapporti con la maggioranza di centrodestra. «Rapporti congelati», sentenzia Serafini. Che poi abbozza un’apertura veltroniana: «E’ finita la stagione degli odi, quella nuova dev’essere senza schemi pregiudiziali nei confronti di nessuno: è un invito che porgo all’Amministrazione comunale. Se ci danno la possibilità di confronto, noi del Pd daremo il massimo per far crescere Laterza». «Rapporti non buoni - aggiunge Stano - perchè dall’altra parte la contrapposizione non è politica, ma personale».
«E’ stato un anno nero», scandisce Catapano. E ne mette in fila i motivi: «Il momento di massima tensione è stata la bomba al Comune. Ricordo un Consiglio molto dibattuto, ma poi non se n’è saputo più nulla. Avevamo chiesto l’intervento della Commissione Antimafia non a caso, visto che poi episodi simili si sono verificati a catena in tutta la provincia: purtroppo Laterza ha fatto da apripista, ma è un degrado che ha a che fare con la politica in generale». «Ma il 2007 - s’inserisce l’ex sindaco Vito Cassano - è stato anche l’anno della stangata, con un forte aumento delle tasse comunali ». «E per fortuna – aggiunge Stano - che l’Ici la ridurrà il Governo con
il Comune ha calato la mannaia delle tasse e, nonostante ciò, il Patto di Stabilità per l’anno scorso non è stato rispettato. Il sindaco, comunque, continua a dire che il Comune non farà nessun aumento: in effetti non c’è più nulla da aumentare...». A crescere, e in maniera esponenziale, è l’interesse sull’energia eolica: «C’è stata una forte impennata - conferma Catapano - e sappiamo anche che c’è qualche imprenditore che sta facendo l’asso pigliatutto. In ballo ci sono almeno dieci convenzioni, ma col rischio di creare un maxicontenzioso perchè alcuni progetti sono indirizzati sugli stessi terreni agricoli». «E’ il metodo che è cambiato - aggiunge Cassano -. Quando è venuto fuori l’eolico, ma anche il solare, al governo c’eravamo noi e abbiamo pensato di realizzare un progetto, assieme ad altri comuni, su terreno demaniale. Ma l’idea è cambiate strada facendo e il rischio è quello di uno sfruttamento selvaggio del territorio delle Gravine». Per Catapano, poi, l’elenco dei “dolori” è ancora più lungo: Pis Habitat rupestre, piano commerciale, risparmio energetico, urbanistica e «miasmi» della Progeva (che produce compost da biomasse). «Sono le spie – conclude - di una mancata o errata pianificazione del territorio perché manca un’idea di sviluppo e, purtroppo, si tratta di nodi che ci ritroveremo in futuro».
Massimo D’Onofrio
» Fonte: Corriere del Giorno
» Autore: Francesca Piccolo
» Autore: Francesco Romano
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• Arrivano 129 milioni per le infrastrutture portuali e marittime
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• Riduzione del precariato nelle pubbliche amministrazioni
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• Bonus per la formazione professionale
• Consumatori, finalmente la class action
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• ANAS, 215 milioni di euro subito per progetti già approvati