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TARANTO -
Ha cessato di esistere l’8 gennaio 2009, ma sta per tornare. La soppressione della Comunità Montana della Murgia Tarantina sta per rivelarsi un grande bluff. In seguito alle polemiche innescate dal libro “La Casta” di Stella e Rizzo, che denuncia gli sprechi della politica italiana, si è disposta la soppressione di quelle comunità che di montano non avevano nulla. E’ il caso della CMMT che raccoglieva i Comuni di Crispiano, Massafra, Laterza, Mottola, Montemesola, Palagiano, Palagianello, Castellaneta e Ginosa. Territori che mediamente hanno un’altezza di 213 metri sul livello del mare. Il caso eclatante è rappresentato da Palagiano, espressamente citato nel libro, con i suoi 39 metri di altitudine. Il decreto legislativo 267/00 dispone, invece, che la Comunità Montana è l’ente costituito fra Comuni montani e parzialmente montani con un’altezza cioè che si approssima ai 500 metri. Per la CMMT, invece, il dato è ben lontano.
Tant’è che quattro dei Comuni appartenenti sono stati indicati come “parzialmente montani”, gli altri cinque “non montani”. Ecco che quindi, a seguito della Finanziaria 2008, è stata emanata la legge regionale di soppressione delle Comunità nell’ottica di un risparmio sui costi della politica (finora la CMMT è costata alla Regione mediamente due milioni di euro annui). La legge è entrata in vigore a dicembre 2008. Ne è scaturito, quindi, lo scioglimento della CMMT ai primi del 2009. Ai Comuni è data la possibilità di organizzarsi in Unioni che, però, non devono prevedere costi aggiuntivi per la comunità. Ed è qui che sta l’intoppo.
Perché nello statuto della nuova Unione dei Comuni “Terre delle Gravine e delle Pinete Ioniche”, di cui entrano a far parte Castellaneta, Ginosa, Laterza, Mottola, Palagianello e Palagiano si sarebbero già previsti 70 centesimi di euro annui per ogni abitante.Insomma, muore la casta uno e nasce la casta due.Un bluff su cui non si può tacere, specie in un momento di crisi economica generale dove, i Comuni sono già costretti ad aumentare la pressione fiscale. Un bluff che stravolge il senso della legge per la quale, invece, dovrebbero essere le stesse amministrazioni comunali a garantire l’osservanza.Maria De Bartolomeo da www.tarantosera.comStampaSegnalazioni:Abruzzo, vigilare sulla ricostruzione di Pancho Pardi
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2 commenti:
Noi cittadini paghiamo per garantire il lusso di qualche privilegiato....
Vergogna!
Silenzio. I tg di mezza sera del 6 aprile, a 24 ore dal terremoto: “Il Consiglio dei ministri riunito in via d’urgenza non ha stanziato fondi, ma ha osservato un minuto di silenzio”.
Visioni. Silvio Berlusconi fa la cosa giusta e non parte più per Mosca. Quando scende dall’elicottero sui luoghi terremotati si capisce che ha davvero preso la decisione all’ultimo momento: è ancora vestito come Putin.
Simboli. A L’Aquila sono crollati tutti e tre i luoghi simbolo di uno Stato decente (e antisismico): la Prefettura, sede del governo, l’ospedale, che vuol dire sanità pubblica, e la Casa dello Studente, l’istruzione.
Priorità. L’abruzzese Marco Pannella è talmente colpito dal terremoto che si occupa solamente della sua candidatura alle prossime europee. Stavolta si è messo in testa che debbano eleggerlo i democratici. Non c’è una ragione plausibile. Salvo, a suo dire, che Goffredo Bettini, quello che di solito si vedeva di fianco a Veltroni, glielo aveva promesso. Adepti e psico-vittime del lagnoso Pannella sono mobilitati giorno e notte: raccolgono generi alimentari e fondi per spedirlo a Bruxelles.
Audience. Ieri il Tg 1 si è vantato di avere incassato un gran numero di ascoltatori, grazie al terremoto. Dispiace che proprio nei luoghi più devastati dal sisma funzionino così pochi televisori.
Ministri. Silvio Berlusconi via telefono con Bruno Vespa: “Profitto del collegamento dottor Vespa per avvertire i miei ministri che qui servono altri vigili del fuoco e volontari… Sono da lei Matteoli e Maroni? Glielo chiedo poiché non ho il televisore”.
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