mercoledì 29 aprile 2009

Natuzzi fa un passo avanti

Ieri a Bari l'incontro in cui si è riaperto il dialogo tra azienda e sindacati. Il piano da 1540 esuberi si può rivedere.

Costantino (Pd): «La palla passa al tavolo romano, ma non si dimentichino Laterza e Ginosa»

«La mobilitazione è servita, l'azienda ora riveda il piano». A caldo, il vertice di ieri a Bari sul caso Natuzzi, apre timidi spiragli di sereno in un cielo plumbeo per centinaia di dipendenti del gruppo di Santeramo, che ha stabilimenti anche a Ginosa e Laterza, anch'essi investiti in pieno dalla crisi del salotto. Ad alimentare la speranza è Paolo Costantino, consigliere regionale del Pd, che parla di «una mattinata proficua in Prefettura». «L'azienda Natuzzi - commenta - che perde 1, 2 milioni di euro a settimana secondo sue stime, è pronta a rivedere il suo piano di esuberi».La Regione presente con il vicepresidente Sandro Frisullo e l'assessore regionale Marco Barbieri ha ribadito che «sono disponibili i finanziamenti all'interno dell'accordo di programma regionale cui Natuzzi ha partecipato se si abbandona l'idea di licenziare i lavoratori». L'avvocato Davide Pellegrino ha fatto notare che «manca ancora all'appello il Piano di sviluppo del Distretto del Legno e Arredo varato un anno fa, senza quello la Regione poco o nulla potrà fare». «Anche perchè - sottolinea Costantino -, come sostiene Frisullo, la Regione è l'unico Ente che finanzi al momento le imprese: gli strumenti nazionali come la Legge 181 sono definanziati». L'assessore Barbieri ha fatto cenno a soluzioni come «il Fondo di adeguamento alla Globalizzazione o i contratti di solidarietà che si sono dimostrati un ottimo rimedio anti-licenziamento». L'on. Vico ha quindi fatto riferimento «alla reiterazione della Legge 181 nel Mezzogiorno ed alla esigenza di presentarsi come Distretto perchè i collegati alla Finanziaria sono stati impostati per Distretti».Alla fine il prefetto ha accolto la volontà di dialogo di azienda e sindacati e ha rimandato tutti a Roma dove - spiega Costantino - «si giocherà su due tavoli il destino dei lavoratori della Natuzzi. Ancora non si sa se la trattativa verrà impiantata presso il Ministero del Lavoro o presso quello dello Sviluppo Economico per una riconversione e rilancio dell'azienda in crisi». «Nella riunione - sottolinea il consigliere del Pd - sono emersi tutte le contraddizioni e le difficoltà in cui si dibatte la Natuzzi, dal calo di fatturato alla non chiarezza sui licenziamenti. Come è possibile che si partecipi ad un accordo di programma regionale per grandi imprese che presuppone un mantenimento dei livelli occupazionali e poi si presenta un piano da 1540 esuberi?».A breve azienda e sindacati si rivedranno per ridimensionare il Piano di esuberi. «E' essenziale però -insiste Costantino - che si comprenda che la vicenda Natuzzi interessa per un terzo il territorio di Ginosa e Laterza. La provincia jonica è interessata anche da questo ulteriore negatività occupazionale che non riguarda solo la Murgia. Non si comprende allora perché si sono concessi ingenti finanziamenti pubblici se la strategia perseguita fin dal 2000 era di affrontare un riposizionamento produttivo, logistico e commerciale. Nel 2001 furono avviati gli stabilimenti di Ginosa e Laterza che hanno ricevuto anche consistenti sconti dai suddetti Comuni. E' ora che il concetto di responsabilità sociale d'impresa non sia solo una parola vaga. All'azienda diamo atto di aver fatto un primo timido passo».
Corriere del Giorno

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