Natuzzi, “Nuova stagione”“Occorre unità di intenti fra tutte le parti del distretto per salvare aziende e lavoro”.
Intervista collettiva all'on. Vico e a tre Rsu degli stabilimenti laertino e ginosino sulle ipotesi per far fronte alla crisi dell'azienda
Il nemico è alle porte. Prepararsi.Il 18 giugno scade la Cassa integrazione per 1200 operai della Natuzzi. E il 18 giugno, per i tempi della politica italiana, estenuati da procedure macchinose e lente, è domani. L'azienda ha presentato un suo Piano industriale, che è stato bocciato dai sindacati, ma intanto che si pensa ad un altro piano industriale, bisogna sventare il pericolo di uscire dalla Cassa integrazione.
Che fare?
Dicono la loro al “Corriere” tre Rsu, Erasmo Mazzone e Luigi Fiore dello stabilimento di Ginosa e Antonio Zicari dello stabilimento di Laterza, con essi l'on. Ludovico Vico, nella doppia veste di parlamentare e di ex sindacalista.
Nello stabilimento di Laterza, dicono gli Rsu, si lavorano le pelli e altri elementi per l'arredo, che poi vengono portate a Ginosa, qui assemblate e portate come divani nei magazzini di Matera, per essere poi smistati nei punti vendita.In che cosa consiste la crisi dei divani?
L'azienda, rispondono ad una voce i tre Rsu, mentre Vico li ascolta vigile, la imputa al cambio eurodollaro, il 93 per cento della produzione era venduto in dollari, ma molto del suo costo era in euro...Le prime avvisaglie?Nel 2003, con la prima Cig per 300 di noi a 0 ore...
Cioè?Che non lavoravano affatto.Poi?Nel 2008 i cassintegrati diventano 680 a 0 ore. Con una particolarità, però...Che sarebbe?Che in Cassa integrazione vanno a rotazione sempre gli stessi, una forma di discriminazione e di pressione...La vostra reazione?
Tutti i 15 Rsu abbiamo interessato il ministero del Lavoro il quale ha mandato gli ispettori, i quali sono venuti e hanno fatto la loro relazione, che dovremmo conoscere fra poco.Torniamo ai problemi aziendali.
Quanti siete?
Negli stabilimenti murgiani, Santeramo, Laterza, Ginosa e Matera, più gi uffici baresi, siamo 3100 dipendenti. A Ginosa 482 e a Laterza 680.L'azienda ha individuato 1540 esuberi fra i 3100...No, fra i 3100 meno 400, che sono quelli che hanno un contratto di commercio...I colletti bianchi.
Che cosa significa operai in esubero?Che non devono più far parte dell'azienda. Che l'azienda dimezza la sua produzione...E allora?
L'azienda un suo piano di lavoro, voi avete le vostre risposte e proposte?Innanzi tutto abbiamo detto di no alle esternalizzazioni di altri lavori, perché sono già molti i lavori esternalizzati, come la falegnameria. Poi dobbiamo anche chiarire la questione degli investimenti nelle aree del dollaro e delle delocalizzazione in generale.
Ma...Ma?Ci sono le urgenze del 18 giugno...Che sono?La scadenza della Cassa integrazione per i 1200, ai quali bisogna aggiungere i 340 previsti dal piano degli esuberi.La fine della Cassa significa fine di salario?
No, spiega Vico, la Cassa integrazione cessando, dà vita, in inerzia, alla deroga, della durata di un anno, rinnovabile, poi subentra la messa in mobilità, eufemismo di licenziamento, con indennizzi dell'Inps, tratti, al momento dai Fas del Sud ai quali il Governo attinge i fondi per tutti i disoccupati italiani, compresi quelli del Nord...
Quanto dura la mobilità eufemismo di licenziamento?
Per gli under 40 un anno, per gli over 40 due anni e lo stipendio è l'80% dell'ultimo preso in azienda, che da noi sarebbe quello del 2003.Con la crisi in corso e le lentezze della ripresa, la prospettiva è delle più nere. E allora?Innanzi tutto chiederemo la proroga della cassa integrazione, ma per tutti, non soltanto per un determinato gruppo di operai. Poi chiediamo che il dibattito si svolga non al Ministero del Lavoro...
Qual'è la differenza?
Con il ministero del Lavoro si parla di assistenzialismo, con quello dello Sviluppo economico, invece, si parla di escogitare e programmare soluzioni economiche...Il mantenimento del potenziale produttivo, anziché il lasciar perdere occasioni di lavoro produttivo. Che cosa proponete?Innanzi tutto i sindacati regionali di Puglia e Basilicata si riuniranno lunedì prossima e il 4 maggio per decidere le forme di mobilitazioni...
Poi?
Poi, illustreremo al ministro che in Italia due sono le più alte professionalità del settore: quelle della lombarda Brianza e quelle del distretto murgiano, Bari, Taranto e Matera. Poi il ministro deve sapere che nella crisi il distretto murgiano ha già perso 7000 lavoratori e 560 piccole aziende di collaborazione con le principali imprese del salotto..
.Un altro quadro negativo, e allora?
Questo quadro suggerisce che si imposti una nuova stagione, che il dibattito venga allargato, che si ragioni per distretti, non per gruppi...Per territorio, non per singole imprese...Il nostro territorio infatti aveva molte aziende specializzate nella lavorazione dei salotti, dobbiamo comprenderle tutte nel nostro ragionamento, per queste imprese abbiamo creare un'unità di intenti sia fra le imprese sia fra le due Regioni, Basilicata e Puglia, sia fra le due Confindustrie. Solo l'unità di intenti fra i protagonisti di questo distretto industriale può salvare aziende e lavoro.Altre proposte?Una notizia per così dire riservata: la Natuzzi aveva chiesto l'azzeramento per tre anni degli oneri sociali, che però è vietato dall'Ue...
E voi?
Possiamo aprire una discussione sulla fiscalità di vantaggio, un credito d'imposta per i due distretti...L'intervista si sminuzza in particolarismi, è finita. Si esce con la sensazione che sui deboli la crisi si accanisca quasi con crudeltà. Queste terre infatti hanno perduto la Miroglio, i 230 superstiti dei quasi mille iniziali, hanno difeso con i denti il loro diritto al lavoro e la loro professionalità, poi la truffa dell'uva, un'asportazione di milioni di euro da u territorio già esangue, ora la Natuzzi, dopo le difficoltà delle altre imprese del settore.In questo marasma economico, però, per la seconda volta, dopo il caso Miroglio, sono gli operai in prima fila a difendere, non più un qual diritto all'obolo, ma il loro posto di lavoro, la loro capacità di produrre ricchezza, il loro voler essere attivi e non assistiti, cittadini titolari di diritti e doveri, non sudditi da panem et circenses.Una notizia, questa degli operai che respingono il parassitismo, a cui politica e impresa dovrebbero riconoscere il suo alto valore etico e il suo fertile potenziale produttivo.
Corriere del Giorno Autore: Michele Cristella
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