lunedì 3 settembre 2007

I COSTI DELLA POLITICA

Un elemento che ha contribuito alla ormai endemica disaffezione degli italiani rispetto alla politica è senz’altro l’esosità dei costi della stessa. In un momento in cui la nostra classe politica ci chiede di compiere dei sacrifici per il raggiungimento degli obiettivi di stabilità dei conti pubblici, i costi della pubblica amministrazione e più in generale della politica appaiono stridenti rispetto a tali sforzi. E’ stato stimato che annualmente “la politica” ci costi all’incirca 4 miliardi di euro e, dato che questa cifra non incide in modo drammatico sul nostro PIL, in passato si è ritenuto di poter rimandare quei correttivi necessari per un ridimensionamento di tali costi. All’istanza di maggiore sobrietà della politica proveniente dai cittadini, il governo Prodi ha risposto attraverso il disegno di legge “ Santagata-Lanzilotta” varato lo scorso 13 Luglio. Il decreto prevede un risparmio di circa 1,3 miliardi di euro l’anno, quindi una flessione della spesa di oltre il 25%, che riguarderà gli enti pubblici centrali per un importo non inferiore agli 800 milioni di euro e gli enti territoriali per non meno di 500 milioni di euro. Nello specifico il ddl prevede:

-una razionalizzazione degli enti pubblici e delle società partecipate attraverso procedure di riordino, trasformazione e liquidazione;

-predisposizione di un meccanismo di soppressione automatica degli organismi pubblici aventi funzioni accessorie di studio,consulenza e valutazione, trascorsi tre anni dalla loro istituzione;

-riduzione ad un massimo di 5 o 7 dei componenti degli organi societari delle società in mano pubblica;

-razionalizzazione delle spese per la dotazione di autovetture (auto blu) e di patrimonio immobiliare;

-razionalizzazione delle spese telefoniche mediante migrazione verso i servizi VOIP;

-utilizzo delle posta elettronica certificata per le comunicazioni tra le amministrazioni pubbliche (con ingenti risparmi connessi ai costi di archiviazione);

eliminazione dei consigli circoscrizionali nei comuni al di sotto dei 250.000 abitanti (in luogo dei 100.000 attuali);

-innalzamento a 600 metri di altitudine del requisito altimetrico minimo per l’insediamento della Comunità Montana;

-aumento delle incompatibilità per coloro i quali ricoprono un incarico pubblico, anche a diverso livello territoriale;

-riduzione del 20% dei consiglieri comunali e provinciali;

-riduzione da 16 a 12 del numero massimo degli assessori comunali e provinciali;

-limitazione delle aspettative per mandato elettorale dei sindaci, presidenti delle province, presidenti dei consigli comunali e provinciali e membri delle giunte comunali e provinciali;

-divieto per gli amministratori locali di ricoprire cariche di governo se operano contestualmente nel settore privato (limitatamente alle materie connesse alla specifica carica di governo locale ricoperta);

-obbligo di pubblicizzare sul sito istituzionale delle amministrazioni pubbliche:

  • Bilanci
  • Elenco di bandi di gara e di concorso
  • Criteri di selezione per gli incarichi
  • Indicazione del trattamento economico corrisposto ai consulenti e ai membri di commissioni e collegi.

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