![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjC4OVx_F_nR3XfMzYskye2XjTFsnTKbyku7svK0COxlidTV8n58EmcUkA_qbgCdkVfPEZbVyqDyrAM-I4_frPA8W_uItHApWf8sKlTQGlz81QHMzi7T926ms8uHotUSTOXqCfvEy8qQU/s320/LAVAVETRICOP.jpg)
I problemi dei lavavetri sono più ampi della riduttiva presenza ai semafori. Si collocano in un’ampia discussione sui disagi di tante fasce deboli, specie extracomunitari. Essi non possono essere affrontati e risolti con delle ordinanze, per quanto queste in rarissimi casi possono essere anche efficaci. E molti del PD hanno responsabilità politiche cruciali per risolvere i problemi del mondo extracomunitario, del disagio, dell’emarginazione e della disoccupazione con efficaci
e nuove politiche di welfare.
Sappiamo che la nostra popolazione è fantastica nell’accogliere gli extracomunitari in situazione di emergenza, ma sa poco gestire i tempi lunghi dell’integrazione degli stranieri, a parte le eccezioni del volontariato e di pochi soggetti ad essi collegati. Non conoscendo specificamente i problemi del villaggio globale, l’accoglienza continua produce stanchezza e si inizia a pensare l’altro come possibile pericolo o addirittura ladro (di lavoro, di beni, di cultura, di pace e di identità locali).
L’irreversibilità del fenomeno però impone una seria attenzione a come rendere l’accoglienza durevole nel tempo e a come evitare forme di grettezze, che se, da una parte, non hanno mai prodotto forme violente di intolleranza (come in alcune parti del nord), dall’altra rischiano di alimentare il rifiuto dello straniero sulla base di pregiudizi, che spesso si organizzano in vera e propria mentalità razzista. Basta considerare le tante reazioni ai lavavetri. Certo l’immigrazione va disciplinata, le leggi e i controlli devono essere efficaci, la mafia internazionale va combattuta,
l’integrazione degli extracomunitari va potenziata, ma questo lo si può benissimo fare con gli strumenti ordinari di polizia, con politiche sagge di collaborazione internazionale, con la promozione del lavoro e del welfare. Le ordinanze contro i lavavetri servono a ben poco e aggravano il problema invece di risolverlo.
Sono questi temi all’attenzione del nascente PD? Per quel che sembra molto raramente. Il nuovo partito sembrerebbe nascere dalla somma di due partiti, cioè uno + uno. Ma le somme sono spesso di apparati e facilmente si trasformano in lotte per il potere, con poche garanzie democratiche. Non sorprende, allora, che il problema dei lavavetri e delle emergenze sociali sia spesso fuori dalle loro agende. Ci vorrebbe qualcosa più simile all’uno x uno, che dà uno e che solo così può essere qualcosa di autenticamente nuovo. Ad iniziare dalla riduzione dell’esposizione mediatica. Veltroni aveva promesso che sino ad ottobre sarebbe intervenuto poco e avrebbe continuato a fare prima di tutto il sindaco. Purtroppo non è stato così e il suo cattivo esempio è stato seguito da tutti gli altri in corsa. Per carità, nessuno nega la libertà di candidarsi e di impegnarsi per un partito.
Ma un dubbio viene: se sono così impegnati in questa corsa, non rischiano di trascurare i loro impegni istituzionali? Dobbiamo ricordare loro che sono stati eletti per fare i sindaci, i ministri, i sottosegretari, i consiglieri e assessori regionali e non per altro? Del resto il modo più corretto per prendere voti, anche per un partito, è quello di fare il proprio dovere di cittadini e di membri delle istituzioni, sempre e comunque. Questo vale per i candidati come per ogni
aderente a qualsiasi partito. Non a caso i migliori politici italiani sono stati quelli che hanno dimostrato fedeltà e impegno nelle istituzioni, prima e sopra ogni logica e attività di partito.
Rocco D’Ambrosio
docente di etica politica della Facoltà Teologica
Pugliese e Pontificia Università Gregoriana di Roma
1 commento:
La questione dei "lavavetri" posta da don Rocco, seppur condivisibile negli aspetti programmatici del nuovo partito democratico, non mi trova d'accordo sulle critiche al provvedimento. Ho letto e ascoltato i problemi che causano i lavavetri ai semafori, soprattutto nei confronti delle donne. La solidarietà non può divenire atteggiamento "omertoso" nei confronti di tutti i comportamenti incivili e prepotenti indipendentemente dai soggetti interessati. Sul ruolo istituzionale dei candidati regionali e nazionali al Pd il problema esiste ma nel contempo sono fiducioso che il buon senso dei protagonisti prevarrà in questi 40 giorni di campagna elettorale.
Posta un commento