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da L’Unità del 13 settembre 2008
Anche questa volta, è bastato l’annuncio della ministra Carfagna (quella che fa i calendari per camionisti e poi prova “orrore per le donne che volontariamente vendono il proprio corpo”) sull’arresto di prostitute e clienti per innescare il consueto dibbbattito tra favorevoli e contrari. Sui giornali, ormai, è un format fisso mutuato dai tg.Tizio è pro, tizio è contro. Così la gente (esclusi gli esperti, e dunque la ministra Carfagna) ne sa esattamente quanto prima.Nessuno pone l’unica domanda che aiuta a capire: la nuova legge è utile o no?Prima di scomodare filosofi, sociologi, vip, sottovip ed ex o aspiranti frequentatori di bordelli, sarebbe il caso di domandarsi se le norme annunciate servano o meno allo scopo che si prefiggono: stroncare la prostituzione di strada.Per qualcuno, l’espressione “arresto delle prostitute e dei clienti” suona bene, per altri suona male.Ma il problema è: davvero prostitute e clienti finiranno in carcere e dunque saranno dissuasi dal praticare le rispettive attività?La risposta, naturalmente, è no.Il carcere, come spesso avviene con queste gride manzoniane, resterà sulla carta (e meno male, visto che Angelino Jolie ha appena lanciato l’allarme sulle carceri sovraffollate).In Italia, com’è noto, la condizionale sospende le condanne fino ai 2 anni. E, anche se viene negata, le pene fino a 3 anni si scontano di solito al servizio sociale. Cioè fuori.Ora, la pena prevista per squillo e clienti va da 5 a 15 giorni di arresto.Il che significa che, per totalizzare più di 3 anni, bisogna farsi prendere sul marciapiede più di 72 volte, semprechè il giudice applichi il massimo della pena e che l’imputata/o confessi.Altrimenti sarà difficilissimo dimostrare che la signora era lì per prostituirsi e non di passaggio per caso; e sarà impossibile provare che il tizio sorpreso a parlare con lei stava contrattando sesso a pagamento e non, invece, chiedendo un’innocente informazione stradale.Il nuovo reato è a prova impossibile.Risultato, in un paese con 70 mila squillo da strada e oltre un milione di clienti: i tribunali saranno intasati da migliaia di nuovi processi (se ne sentiva il bisogno), che si concluderanno perlopiù con pene virtuali o con un nulla di fatto.Salvo lo sputtanamento - è il caso di dirlo - del cliente, che avrà la reputazione e la famiglia rovinate, e magari si sparerà per la vergogna.Si dirà: ma per gli sfruttatori la pena sale a 4-8 anni.Già. Ma il problema è prenderli. Oggi si intercetta il telefono della prostituta e si può risalire al pappone.Ma ancora per poco. La nuova legge sulle intercettazioni licenziata a luglio in fretta e furia dal Consiglio dei ministri vieta di intercettare per reati puniti fino a 10 anni. Inclusi sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.Non è meraviglioso? Dietro l’annuncio, il nulla. Ma chi lo racconta?In Italia si può annunciare qualunque bufala nell’ assoluta certezza che nessuno la smonterà. Pensiamo al fantomatico reato di immigrazione clandestina: tutti si son convinti sia stato istituito col pacchetto sicurezza, ma in realtà non esiste.Quello contenuto nel pacchetto, anzi nel pacco, è il reato di ingresso illegale in Italia.Che non punisce chi si trova in Italia senza permesso (e meno male, altrimenti gli attuali 60 mila detenuti potrebbero pure triplicare), ma chi viene sorpreso a entrarci: siccome è raro che un clandestino, nell’istante in cui entra, incontri un poliziotto che lo coglie sul fatto, tutti i nuovi entrati potranno raccontare di esser arrivati prima che entrare diventasse reato, e verranno tutti assolti.Una superbufala che fa il paio col reato di “mancata esibizione del documento d’identità senza giustificato motivo” creato dalla legge Turco-Napolitano e rimasto nella Bossi-Fini: l’immigrato irregolare che non esibiva il documento agli agenti veniva trascinato in tribunale e lì, alla domanda se avesse un giustificato motivo per non esibirlo, rispondeva: “Sì: non ho il documento”.E, secondo una tesi giuridica tutt’altro che avventata, veniva assolto (poi la Cassazione ha messo ordine in quelle leggi scritte coi piedi).Altra norma-spot: multe salatissime per gli accattoni.Ma se uno chiede l’elemosina, vuol dire che è povero in canna.E allora, di grazia, chi la paga la sua multa?Multare gli accattoni è come accecare i non vedenti, tappare la bocca ai muti, evirare gli eunuchi, prendere le impronte ai monchi.Tutto accade quotidianamente sotto i nostri occhi.Ma non lo vediamo più.
2 commenti:
Sesso per alzare i voti: prof preso
Scandalo a Università della Basilicata
Alla Facoltà di Lettere e filosofia presso la sede materana dell'Università degli studi della Basilicata era un po' come il segreto di Pulcinella: la voce girava da tempo. Una studentessa aveva qualche difficoltà a superare un esame o non era contenta del voto conseguito? Bastava rivolgersi a lui, nel suo ufficio, di solito tra le 18 e le 20, e tutto si aggiustava, come risulta dalle indagini sinora condotte dagli inquirenti. Il "lui" è il professor Emanuele Giordano, 55 anni, docente di dialettologia, dialettologia italiana, storia della lingua italiana, conduttore del laboratorio di italiano scritto, coordinatore dell’indirizzo linguistico letterario della Ssis, la scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario, protagonista di primo piano del panorama letterario regionale, frequentatore di cenacoli letterari, relatore di conferenze, affabulatore della platea studentesca per la sua mostruosa preparazione e per la sua incommensurabile passione per la lingua e la letteratura italiana.
Chi lo conosce stenterebbe a credere alle accuse che gli vengono mosse, se non fosse per quelle intercettazioni ambientali e i video girati dalle telecamere della polizia nel suo studio ad incastrarlo. Ed ora il professore è agli arresti domiciliari, nell’ambito dell’operazione della Squadra Mobile della Questura di Matera denominata "Privè" con l’accusa di violenza sessuale, concussione sessuale, contraffazione e falsificazione di atti pubblici in concorso con altri.
Gli altri sono una professoressa di inglese, che ha dichiarato di aver cambiato un voto su un libretto perché glielo aveva chiesto Giordano, ed una studentessa, entrambi iscritti nel registro degli indagati, mentre è al vaglio degli inquirenti il coinvolgimento di due applicati di segreteria e di altri due docenti. Nell’ordinanza di arresto il gip Onorati afferma che Giordano era "caparbiamente incline a considerare il suo pubblico ufficio una sorta di privè da utilizzare per i suoi piaceri sessuali".
Tutto è iniziato dalla querela di una studentessa sporta lo scorso mese di ottobre, a causa di avance particolarmente insistenti da parte del professore, dopo che già nel mese di luglio del 2007 la stessa ragazza si era rivolta solo confidenzialmente alla Mobile di Matera. Il lato per così dire "nobile" del meccanismo sta nel fatto che se la ragazza rifiutava veniva semplicemente giudicata come tutte le altre, e non penalizzata in sede di esame.
Era questo un meccanismo conosciuto all’interno dell’ambiente universitario materano, che però ha anche avuto ripercussioni su alcune studentesse che hanno preferito cambiare corso di laurea o addirittura abbandonare gli studi. Ora tutta la vicenda è seguita personalmente dal Procuratore capo Chieco, dopo che a seguire la vicenda era stato il pm Paola Morelli, da poco trasferita. Intanto tra studenti e docenti dell’Università lucana scattano le prime reazioni di indignazione, soprattutto nella sede centrale di Potenza, mentre le alte cariche dell’Ateneo, complice anche l'assenza del Rettore Tamburro che è all’estero, tacciono.
Angelomauro Calza
troppe notizie e articoli ripresi da altri, se non avete nulla da scrivere è meglio non aggiornarlo il blog.
un blog è un diario non una agenzia giornalistica ......., state alimentando il caos e fate perdere di vista le cose che più ci interessano da vicino
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