lunedì 7 gennaio 2008

Area Vasta: “Troppe indecisioni ed esclusioni. Così si rischia di perdere un ingente finanziamento per miopia politica”

“Con l’anno nuovo si continuano a tenere propositi vecchi, tra i quali quello di voler monopolizzare la cabina di regia e il comitato tecnico dell’Area Vasta. E’ opportuno chiarire subito un punto a scanso di equivoci: il ruolo e l’importanza di Taranto non sono in discussione. Taranto è e resta Comune capofila e non potrebbe essere altrimenti ma deve coordinarsi con la Provincia e con i Comuni afferenti all’Area Vasta. Lo ribadiva l’altro ieri il vicepresidente Fabbiano, lo ricordavano appena sette mesi fa i Sindaci del versante occidentale. Giova qui ricordare di cosa stiamo parlando facendo ricorso ad una citazione enciclopedica. La ragione principale di una lettura ed interpretazione del territorio per "aree vaste" sta nel concetto di "rete di relazioni", viste come il superamento della dimensione locale, da un lato, e la ricerca di una dimensione della programmazione che supera gli ambiti amministrativi provinciali senza arrivare al livello regionale.
L'Area Vasta si configura, quindi come chiave di lettura di relazioni più vaste necessarie alla programmazione strategica del territorio. E’ evidente che non si può continuare a violentare non solo lo spirito della legge ma anche l’italiano imponendole una concezione totalmente tarantocentrica. Del resto mai come oggi c’è bisogno di ripensare e di innovare il rapporto tra la città capoluogo e la provincia evitando di rinchiudersi nel localismo. Taranto non ha intorno a sé un deserto ma comunità vive che anelano ad uno sviluppo che non è in competizione ma complementare con quello di Taranto. L’esigenza di utilizzare i finanziamenti per compensare la voragine dei conti aperte con le scellerate gestioni del centrodestra non può andare a detrimento dei Comuni della Provincia che al sacco di Taranto non hanno partecipato. Piuttosto, fermo restando la complessità delle indagini e le presunzioni di innocenza, bisogna cercare di recuperare da chi ha preso piuttosto che negare futuro a chi a quella sciagurata avventura non ha partecipato. Il dramma quotidiano di questa città deve essere lezione e monito per i facili avventurieri della politica, per quella politica che mentre metteva fiori sul ponte girevole e giochi d’acqua sotto la ringhiera spargeva veleno per tante e tante famiglie. Il centrosinistra si è caricato di un peso enorme correndo il rischio dell’impopolarità ma deve tenere saldo il timone della programmazione di un territorio e di una città abbandonata a se stessa. E’ proprio ora il momento di pensare alla buona politica e mettere da parte qualsiasi pre-occupazione, ivi inclusa quelle della cabina di regia e del comitato tecnico per l’Area Vasta che non sia quella per Taranto e la sua provincia. L’esempio di forte integrazione presente nelle due province guide di Puglia, deve essere seguito anche a Taranto”.
Nota del consigliere regionale Paolo Costantino

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