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L'Area Vasta si configura, quindi come chiave di lettura di relazioni più vaste necessarie alla programmazione strategica del territorio. E’ evidente che non si può continuare a violentare non solo lo spirito della legge ma anche l’italiano imponendole una concezione totalmente tarantocentrica. Del resto mai come oggi c’è bisogno di ripensare e di innovare il rapporto tra la città capoluogo e la provincia evitando di rinchiudersi nel localismo. Taranto non ha intorno a sé un deserto ma comunità vive che anelano ad uno sviluppo che non è in competizione ma complementare con quello di Taranto. L’esigenza di utilizzare i finanziamenti per compensare la voragine dei conti aperte con le scellerate gestioni del centrodestra non può andare a detrimento dei Comuni della Provincia che al sacco di Taranto non hanno partecipato. Piuttosto, fermo restando la complessità delle indagini e le presunzioni di innocenza, bisogna cercare di recuperare da chi ha preso piuttosto che negare futuro a chi a quella sciagurata avventura non ha partecipato. Il dramma quotidiano di questa città deve essere lezione e monito per i facili avventurieri della politica, per quella politica che mentre metteva fiori sul ponte girevole e giochi d’acqua sotto la ringhiera spargeva veleno per tante e tante famiglie. Il centrosinistra si è caricato di un peso enorme correndo il rischio dell’impopolarità ma deve tenere saldo il timone della programmazione di un territorio e di una città abbandonata a se stessa. E’ proprio ora il momento di pensare alla buona politica e mettere da parte qualsiasi pre-occupazione, ivi inclusa quelle della cabina di regia e del comitato tecnico per l’Area Vasta che non sia quella per Taranto e la sua provincia. L’esempio di forte integrazione presente nelle due province guide di Puglia, deve essere seguito anche a Taranto”.
Nota del consigliere regionale Paolo Costantino
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