martedì 8 gennaio 2008

Laterza, il Pd spiega le cose buone della politica

Parlare delle “cose buone della Politica”: esercizio impossibile? “No, noi ci crediamo” ha detto senza indugiare Wanda Pucci, con Davide Bellini giovane portavoce del Partito democratico, in apertura dell’incontro con cui, porte spalancate sul 2008, il “partito nuovo” si è presentato, nei giorni scorsi, alla città. Con la Finanziaria messa al centro del dibattito, quell’esercizio si caricava di ulteriori difficoltà nell’affollata (cosa buona, a prescindere) Cittadella della Cultura. Assente Michele Emiliano, il sindaco-primavera chiamato, non a caso, ad essere guida della prima stagione del Pd pugliese, la “sfida” in nome della buona politica è passata tutta sulle spalle di Ludovico Vico, parlamentare jonico a cui la pratica del cimento non fa certo difetto, e di Michele Mazzarano segretario del partito veltroniano nella frastagliata provincia tarantina. Il 14 ottobre (ottocento partecipanti alle primarie laertine), il filo rosso della serata. “Far sapere cosa sta accadendo”: è la “conoscenza da divulgare” l’input richiamato da Vico, per dare visibilità e forza alle scelte “non esaustive, ma buone” adottate in Finanziaria dal governo. Per il sociale, a sostegno del “lavoro e dell’impresa , o viceversa, se volete”, e di uno “stile di vita diffuso ed equo”. Perché - argomenta Vico - se è facile sostenerne uno “solo di una parte della società: pochi ricchi, pochi medi, molti poveri”, molto più difficile è il contrario, è assicurare a tutti, “nel modo più equo possibile”, le stesse opportunità. La partita di Prodi, e del governo, è di “legislatura” indica Vico. E cioè: puntellare la difesa (debito pubblico), per preparare l’attacco (sviluppo). Segnali confortanti dalla strategia di gioco: il tesoretto (2miliardi di euro, dall’evasione fiscale da estirpare: chi paga le tasse va rispettato due volte) utilizzato per eliminare l’abusato “scalone” e far crescere “senza clamori” le pensioni sociali. E ancora, la stabilizzazione del lavoro da una parte, la riduzione delle tasse (Irap, Iref) e la riproposizione del credito d’imposta per le imprese dall’altra: asse per la crescita, dice Vico. E per la politica vera. Assist per Michele Mazzarano. L’avvento del partito nuovo è passaggio-chiave per la politica intenta a riformare se stessa, sostiene, nella sostanza, il segretario provinciale del Pd: semplificare, creare strumenti di governabilità eliminando frammentazione e rendite di posizione, creare un bipolarismo che “non subordini i programmi alle alleanze”, sono le cose da fare. Tutti insieme, però: perché “le regole - scandisce Mazzarano - si cambiano con il contributo di tutti, a partire dal proprio”. In mezzo, le domande dell’uditorio, lanciate sull’accidentato, ma stimolante, percorso. I costi della politica e della vita, il conflitto di interessi e quello generazionale, i Dico tradotti in Cus per “dire non dire”, e tant’altro ancora. Le risposte arrivano, fanno dibattito. Cita “La macchina del tempo” di Wells, per fare sintesi, Ludovico Vico. Parla dei Morlocchi, degli Eloi e della sottesa disuguaglianza sociale che, dividendo, disumanizza e abbrutisce. Futuro da scongiurare. Con la buona politica.

Francesco Romano
La Gazzetta del Mezzogiorno
5 gennaio 2008

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