martedì 29 gennaio 2008

VELTRONI AL QUIRINALE: ELEZIONI OGGI SIGNIFICANO INSTABILITA' DOMANI

«Trovare una soluzione positiva per dare stabilità al Paese. Le elezioni anticipate sono un’alternativa che non corrisponde ai bisogni del Paese». Sono queste le prime, significative, parole pronunciate dal segretario del Pd Walter Veltroni al termine dell’incontro avuto al Quirinale tra il capo dello Stato Giorgio Napolitano e la delegazione del Partito democratico, rappresentata dallo stesso Veltroni, dai capigruppo di Senato e Camera Anna Finocchiaro ed Antonello Soro e dal vicesegretario Dario Franceschini.
«Abbiamo presentato – ha riferito Veltroni – due ipotesi: fissare la data delle elezioni per la primavera dell'anno prossimo e poi svolgere ciò che gli italiani si attendono, ossia portare a termine il pacchetto di riforme istituzionali e di revisione dei regolamenti parlamentari, oltre che il varo di una legge elettorale che di stabilità al Paese», oppure «fissare la data delle elezioni entro qualche mese, nel primo semestre di quest'anno, e affrontare alcune questioni come la legge elettorale, legge che si può cambiare in breve tempo. Queste – ha spiegato – sono le nostre proposte: due governi con scadenza e poi le elezioni».

Il leader del Pd ha quindi confermato tutta la contrarietà del partito nei confronti di un immediato ritorno alle urne. «Elezioni oggi – ha sottolineato Veltroni – significano instabilità domani. Si andrebbe a votare con una legge elettorale per l'abrogazione della quale alcune forze politiche, che ora chiedono il voto, hanno promosso un referendum. Tra un anno ci troveremmo di nuovo di fronte a questo referendum».

La riflessione del sindaco di Roma investe tutti gli aspetti che rendono estremamente critico l’assetto politico-istituzionale del Paese, sul quale occorre mettere mano in brevissimo tempo se non si vuole rischiare ulteriori derive antidemocratiche. «Il momento - ha detto Veltroni - richiede uno scatto di responsabilità nazionale da parte di tutti. Occorrono assicurazioni di stabilità per garantire innovazione».

Collaborare per riformare le regole, la legge elettorale, le regole istituzionali, non significa annullare le differenze politiche, perché la dialettica resterebbe intatta sulle scelte e sui programmi. «Perciò abbiamo avanzato al Presidente della Repubblica la proposta di fissare la data delle elezioni per la primavera dell'anno prossimo e nel frattempo lavorare in Parlamento per realizzare le riforme istituzionali già incardinate, che prevedono la riduzione del numero dei parlamentari, una sola camera con potere legislativo, regolamenti più adeguati, e naturalmente una riforma elettorale che dia stabilità. Questo significa usare questi mesi per essere sicuri che dopo il voto nascerà un governo».

L’alternativa minima, come detto, riguarda un governo che, in pochi mesi, si limiti alle necessità più impellenti per il Paese e che provveda alla riforma della sola legge elettorale. Su questo punto, inoltre, lo stesso Walter Veltroni ha ricordato come tra le forze politiche dei due schieramenti si fosse giunti ormai «ad un passo dall’accordo. Io credo – ha aggiunto – che possiamo partire dalla prima bozza Bianco e da lì cercare una possibile convergenza per dare al paese stabilità e ai governi governabilità».

Questo governo di pochi mesi, d'altronde, che potrebbe consentire elezioni entro l'estate, non dovrebbe affrontare solo la legge elettorale ma anche «altre questioni urgenti», quella dei salari e dei redditi delle famiglie, una questione per la quale «oggi ci sono risorse grazie all'azione di risanamento del governo Prodi»; misure di sostegno alle imprese; una riduzione dei costi della politica. «Avanzare queste proposte non è – ha concluso Veltroni - un modo per dilazionare le scelte. E' un modo per evitare che le elezioni servano a far proseguire il vecchio».

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