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Mentre tutti gli altri ministri con la valigia in mano s’affannavano a riempire di sederi amici le poltrone del sottopotere, ieri Tommaso Padoa-Schioppa ha chiuso ottanta sedi periferiche del Tesoro e messo in mobilità centinaia di impiegati e dirigenti. Non so se abbia fatto la cosa giusta. Di sicuro ha fatto quella contraria. Un tagliatore che continua a tagliare persino nel giorno dell’addio, incurante della scia di impopolarità che si lascia alle spalle: sembra quasi surreale, in un Paese come il nostro. Immaginiamo lo stupore di Pecoraro Scanio e di Mastella, che ha appena cantato le lodi della lottizzazione dei primari ospedalieri come quintessenza della politica.
Del resto Padoa-Schioppa non è un politico. È un banchiere che in un attacco di narcisismo masochista ha accettato di fare il ministro dell’Economia: il mestiere più detestato dagli italiani dopo l’arbitro di calcio, specie adesso che l’economia ha perso la maiuscola e va a rotoli un po’ ovunque, da noi con particolare vigore. La storia ci dirà che tipo di ministro è stato. Ma la cronaca è già in grado di raccontarci che tipo di uomo è. Coerente e cocciuto. Aggettivi oggi fuori moda, ma non fra quelli della sua generazione, venuta al mondo all’inizio della guerra o subito prima. Poi è successo quel che è successo e nel 1947 è nato Mastella.
di Massimo Gramellini
3 commenti:
Non dimentichiamoci però che Padoa Schioppa è quello dei "bamboccioni".....
Sarà anche vero però crocifiggere un ministro per una affermazione inopportuna, o se si vuole sbagliata mi è sembrato un po' eccessivo. Eppure dovevamo esserci abituati dopo 5 anni di Berlusconi a sentire c.....e ben + gravi di quella.
Infatti queste cose vorrei sentirle solo da chi ritengo la mia parte avversa...
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