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Il «mostro» della Murgia è un incensurato. Nella banca dati delle forze dell’ordine, infatti, non ci sarebbe alcuna corrispondenza con le impronte rilevate a bordo della lancia K rubata alla coppietta di Laterza lo scorso 21 maggio e utilizzata dallo stesso bandito per portare a segno la rapina agli allevatori di Gioia del Colle 24 ore più tardi.
La notizia, trapelata da ambienti della procura e non confermata da fonti ufficiali, restringerebbe immediatamente il campo delle indagini, riducendo la rosa dei sospettati ad un solo soggetto. Dalle indagini svolte fino a questo momento dai carabinieri delle compagnie di Mottola e Castellaneta, coordinati dal Reparto investigativo di Taranto, si era appreso che i militari nutrivano sospetti, in particolare, su tre persone. I tre sarebbero agricoltori e allevatori originari della zona tra Mottola e Castellaneta e corrispondono fisicamente alla descrizione fatta dalle vittime agli investigatori. Hanno un’alte zza di circa un metro e settantacinque, corporatura media, ma con un addome piuttosto pronunciato e un marcato accento barese. Due di loro hanno anche precedenti per violenza sessuale e istigazione alla prostituzione. Il fatto che le impronte rilevate sull’auto utilizzata dal «mostro» non siano presenti nella banca dati dei carabinieri, di fatto, escluderebbe i due pregiudicati dalla rosa dei sospettati.
Sono ore frenetiche di attesa queste per gli investigatori che stanno aspettando l’esito degli esami svolti sui campioni di Dna prelevati dal Ris. Per completare gli accertamenti tecnici occorrono ancora alcuni giorni. La mappa genetica ricostruita dal Dna rilevato sul mozzicone di sigaretta fumata dal «mostro» dopo la violenza sessuale ai danni della 16enne di Laterza, è stata messa a confronto con quella recuperata dalle bottigliette di liquore consumate dallo stesso bandito e abbandonate nella Lancia K e, ancora, con il Dna dei sospettati. I carabinieri hanno sottoposto ad accertamenti diverse persone e tutte si sono sottoposte volontariamente al prelievo di campioni biologici per il rilevamento del Dna.
Ieri i carabinieri hanno anche fornito un identikit del «mostro» tracciato in base alle testimonianze degli allevatori rapinati a Gioia del Colle. L’uo - mo ha un’età compresa tra i 30 e i 40 anni, ha un’altezza media e i capelli castani e la fronte spaziosa. Ha il volto tondo e la carnagione scura tipica di chi lavora spesso all’aria aperta.
La notizia, trapelata da ambienti della procura e non confermata da fonti ufficiali, restringerebbe immediatamente il campo delle indagini, riducendo la rosa dei sospettati ad un solo soggetto. Dalle indagini svolte fino a questo momento dai carabinieri delle compagnie di Mottola e Castellaneta, coordinati dal Reparto investigativo di Taranto, si era appreso che i militari nutrivano sospetti, in particolare, su tre persone. I tre sarebbero agricoltori e allevatori originari della zona tra Mottola e Castellaneta e corrispondono fisicamente alla descrizione fatta dalle vittime agli investigatori. Hanno un’alte zza di circa un metro e settantacinque, corporatura media, ma con un addome piuttosto pronunciato e un marcato accento barese. Due di loro hanno anche precedenti per violenza sessuale e istigazione alla prostituzione. Il fatto che le impronte rilevate sull’auto utilizzata dal «mostro» non siano presenti nella banca dati dei carabinieri, di fatto, escluderebbe i due pregiudicati dalla rosa dei sospettati.
Sono ore frenetiche di attesa queste per gli investigatori che stanno aspettando l’esito degli esami svolti sui campioni di Dna prelevati dal Ris. Per completare gli accertamenti tecnici occorrono ancora alcuni giorni. La mappa genetica ricostruita dal Dna rilevato sul mozzicone di sigaretta fumata dal «mostro» dopo la violenza sessuale ai danni della 16enne di Laterza, è stata messa a confronto con quella recuperata dalle bottigliette di liquore consumate dallo stesso bandito e abbandonate nella Lancia K e, ancora, con il Dna dei sospettati. I carabinieri hanno sottoposto ad accertamenti diverse persone e tutte si sono sottoposte volontariamente al prelievo di campioni biologici per il rilevamento del Dna.
Ieri i carabinieri hanno anche fornito un identikit del «mostro» tracciato in base alle testimonianze degli allevatori rapinati a Gioia del Colle. L’uo - mo ha un’età compresa tra i 30 e i 40 anni, ha un’altezza media e i capelli castani e la fronte spaziosa. Ha il volto tondo e la carnagione scura tipica di chi lavora spesso all’aria aperta.
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