martedì 12 agosto 2008

Esempi POSITIVI

In seguito all’approvazione dello statuto regionale toscano del Partito Democratico, sicuramente il più avanzato in tema di primarie - che sono previste sempre anche per deputati, senatori e parlamentari europei, oltre ai consiglieri comunali, provinciali e regionali - abbiamo chiesto un’intervista al segretario regionale del Partito Democratico in Toscana, Andrea Manciulli, che molto gentilmente ha risposto alle nostre domande.

Ringraziamo molto il segretario per la sua disponibilità, e ci sentiamo di condividere e sottolineare in modo particolare, tra le altre, una delle sue affermazioni: “dovrà passare un tempo in cui le primarie entrino a far parte di una cultura condivisa di democrazia“. E’ così, e anche per questo noi continueremo ad impegnarci.

Che cosa rende, in riferimento alle Primarie, il partito toscano di fatto il punto più avanzato, più moderno e innovativo - e insieme più in sintonia con lo spirito con cui è nato il Partito Democratico - dell’intera “macchina” nazionale? Qual è il “segreto” della Toscana?
L’esperienza delle primarie in Toscana nasce in tempi antecedenti alla scoperta di questo fondamentale strumento di partecipazione a livello nazionale. In Toscana anche prima della nascita del Partito Democratico, le primarie sono state utilizzate per la selezione delle candidature a Sindaco, Consigliere regionale e comunale. Per questo nel momento in cui ci siamo trovati a scrivere lo Statuto regionale del nuovo Partito è stato naturale dare alle primarie un significato più ampio e parte dei caratteri fondanti del PD. In questo senso pensiamo di aver interpretato il senso profondo e il carattere inedito che ha rappresentato la nascita del PD con il “modello 14 ottobre”. Fare delle primarie uno strumento, ma anche un valore, non significa per noi sollevare i gruppi dirigenti dalle loro responsabilità di sintesi politica, bensì consolidare il rapporto tra politica e cittadini, indispensabile per un reale processo di rinnovamento.

Com’è stata la discussione a livello di assemblea regionale, come si è arrivati a questa decisione? Ci sono state particolari resistenze (ed eventualmente come sono state superate)?
La discussione si è sviluppata principalmente durante i lavori della Commissione Statuto, ai quali hanno partecipato e portato il proprio contributo tutti i soggetti fondatori del PD. Trattandosi di un punto dirimente per le modalità organizzative e per la vita democratica all’interno del partito stesso, il dibattito è ovviamente uscito anche fuori dalle stanze e dai posizionamenti, interessando buona parte dei fondatori toscani del PD e membri del gruppo dirigente nazionale. Noi pensiamo che aver posto l’attenzione sul ruolo delle primarie, sia stato un contributo decisivo per non arretrare rispetto alla grande partecipazione con cui è nato il PD.

Potrebbe fornire alle altre Regioni, e a quei dirigenti nazionali che sono più restii su questo terreno, tre buone ragioni per convincersi, come è avvenuto in Toscana, che le Primarie sono un elemento fondante e imprescindibile per noi e che vanno assolutamente adottate veramente e sempre?
Primo: attraverso le primarie è possibile colmare, almeno in parte, quel vuoto e quella distanza tra i cittadini e la politica che in questi ultimi quindici anni ha caratterizzato il sistema politico italiano, facendogli perdere credibilità e capacità di incidere sulla realtà spostando altrove dalla rappresentanza democratica i poteri decisionali.
Secondo: le primarie hanno rappresentato l’innovazione più grande degli ultimi anni di storia politica italiana e sono state per noi un tratto distintivo, quello che più di tutti ci ha differenziato dagli altri partiti. Per questo non possiamo adesso che il partito si struttura dandosi delle regole, ritornare ad un passato di chiusura e lontananza, così facendo rinunceremmo ad un pezzo dell’identità del PD.
Terzo: le primarie possono rappresentare un momento di maturazione per il partito e i suoi gruppi dirigenti, insegnandoci un approccio per così dire più laico nell’utilizzo di questo strumento, che non può diventare sinonimo di scontro e conflitto tra parti.

Relativamente all’inserimento delle primarie per le cariche assembleari: cosa ha portato a compiere una scelta così “radicale” e quali sono, in ogni caso, le buone ragioni per selezionare con le primarie anche queste candidature?
Nel caso di selezione delle candidature per le cariche monocratiche le primarie sono riconosciute come uno strumento normale. Per le cariche assembleari proprio le caratteristiche già richiamate dell’esperienza toscana spiegano il perché della nostra decisione, ispirata alla volontà di accorciare le distanze tra rappresentati e rappresentanti.

Non vede il rischio che, pure nella condizione avanzata del partito toscano che si è dato queste regole, si facciano primarie sempre ma non “vere” (con una vera competizione e un equilibrio dei mezzi in campagna elettorale)?
Ad oggi vedo un partito che per la prima volta assume su di sé la responsabilità di innovare le regole del sistema politico italiano. Indubbiamente prima di arrivare ad utilizzare a pieno gli strumenti che abbiamo scelto, non solo le primarie ma anche i forum tematici e tutte le altre modalità di partecipazione, dovrà passare un tempo in cui le primarie entrano a far parte di una cultura condivisa di democrazia.

E cosa è necessario fare affinché le primarie siano sempre, anche fino in fondo, vere, e non siano ingessate?
Innanzi tutto è necessario che quella cultura che richiamavo prima diventi patrimonio del partito in tutte le sue rappresentanze anche a livello locale; che i cittadini siano chiamati ad esprimersi quando effettivamente c’è una scelta vera da compiere e che la condizione in cui esse si svolgono sia di coesione progettuale e programmatica, affinché non diventino né un momento sterile di conflitto, né un’occasione semplicemente confermativa di decisioni già assunte.

Intervista rilasciata a www.primeriesempre.org

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentilissimo signor Catapano, innanzitutto la ringrazio perchè ha inteso dar retta ai miei quesiti. Vorrei giusto aggiungere qualcosa riguardo gli argomenti che lei sintetizza in punti: che le primarie siano sempre e comunque una manna dal cielo -soprattutto quando si presentano condizioni simili a quelle che attualmente animano il PD jonico- è fuori da ogni dubbio. Bene è passare attraverso il dibattito interno, nella speranza che il dibattito interno sia chiaro, onesto e non viziato da secondi fini.
Non intendevo dire (come ho già sottolineato) che lei auspicherebbe una caduta in disgrazia per Florido, Pentassuglia e Mazzarano anzi, mi sono spinto oltre dicendo che non ho motivi per mettere in dubbio la sua buona fede tout-court. Ecco, è proprio questo il punto: leggendo distrattamente i nomi dei firmatari non mi sembra che il discorso possa essere esteso a tutti (mi permetto un esempio senza voler offendere nessuno: Carrozzo non è che sia proprio di prima mano. Buono o brutto che sia,non è questo in discussione, voglio solo dire che non è di prima mano). Se insieme a lei c'è gente che in passato non ha avuto remore quando si trattava di spaccare (per il gusto di farlo, per far vedere quanto si è forti) il partito, allora la paura che non si riescirà neanche in futuro a costruire 'un partito forte e autorevole che non sia ostaggio delle ambizioni o dei capricci personali di chicche sia', come dice lei, è forte.
Poi lei dice che il Patto 'pone questioni di merito ragionevoli e condivisibili al di là delle firme e delle storie di qualche aderente': è vero le questioni sono più che ragionevoli ma... al di là di qualche aderente. Lo sottolinea lei stesso. Io posso intenderne il motivo ma è proprio perchè c'è 'qualche aderente' che il progetto, altrimenti immacolatamente ammirevole, rischia di perdere forza. Deve sapere che io sono per il ricambio generazionale, soprattutto adesso che le numerose sconfitte ce lo impongono. Lei è il ricambio, lo rappresenta bene. Altri no.
Che lei, poi, non c'entri niente con AN è chiaro ma ieri credo che qualcuno, al di là degli insulti, volesse dire che sarebbe da scongiurare la partecipazione alle primarie da parte di gente che è stata portata a votare ma che col PD (o con il centrosinistra in generale) non ha nulla a che vedere. E, questo lo so per esperienza diretta e mi dispiace ammetterlo, il 14 ottobre a votare ci è andata gente quantomeno sospetta.
Concludo salutandola ancora, augurandomi che lei vorrà sacrificarsi nel ruolo di garante per tutti quelli che garanzie ne danno poche (ad esempio: rimarranno nel PD? Anzi: sono nel PD?)
A.D.

Franco Catapano ha detto...

A.D. non ho capito perchè hai lasciato il commento in diversi articoli.
Provo ad essere più esplicito: tutti possono sottoscrivere il patto jonico nella speranza di far riprendere il processo politico del Pd. Se poi i nomi di alcuni firmatari sono indigesti o generano incubi è un problema che deve essere affrontato una volta per tutte. La vicenda delle comunali di Taranto e la spaccatura dei partiti ha molte verità ne emerge una tra tutte la miopia politica di non aver fatto le primarie e di aver imposto la candidatura di Florido. Dopo di che vi è stato il "festival degli errori" con un solo caproespiatorio: Enzo Giannico.
Il ricambio generazionale è fondamentale se avviene all'interno di un partito organizzato, il giovane solo perchè è giovane di per sé non rappresenta niente. Tra l'altro io al "cambiamento" preferisco la parola trasformazione perchè il Pd dove diventare qualcosa altro di DS+Margherita. Da questo punto di vista mi sento lontano da Pentassuglia che, seppur giovane, non interpreta lo spirito del Pd (vedi intervista di ieri).

Anonimo ha detto...

Organizzate una gita in toscana e portate con voi florido,pentassuglia, mazzarano, emiliano ..... una bella gita di istruzione

Anonimo ha detto...

Come sempre gentile signor Catapano, mi scuso innanzitutto per aver lasciato più commenti ma il motivo è che, data la celerità con la quale vengono inseriti post in questo blog (cosa che rende questo blog molto interessante e, di conseguenza, frequentato) volevo esser certo che lei mi leggesse. Scusi ancora. Volevo solo dire che i nomi dei firmatari non genere incubi e non sono indigesti (almeno a me). No. Alcuni nomi, come le ho scritto in più circostanze, hanno un lungo passato -a volte anche burrascoso- e solo per questo possono rendere meno forte il progetto. Per passato burrascoso intendo quello che le ho scritto qualche post fa e cioè se un partito vuol diventare 'forte e autorevole che non sia ostaggio delle ambizioni o dei capricci personali di chicche sia' allora questi nomi non fanno dormire sonni tranquilli. Voglio ripeterlo per le ennesima volta: il suo sì. Altri parecchio meno. E avrà notato che non sto dando giudizi di merito, sia chiaro. Mi attengo a quelli che sono i fatti. Poi lei fa bene a puntualizzare la sottile differenza tra cambiamento e trasformazione. D'accordo anche su questo. Ma sicuro che Carrozzo (mi scuserà se uso sempre lui come esempio ma è per capirci) così come tanti altri firmatari garantiscano la trasformazione? A me no, non la garantiscono per niente. La saluto ancora una volta non prima di averla ringraziata.
A.D.

Anonimo ha detto...

Mi meraviglio perchè nessun intellettuale o giornale locale parli e approfondisca le primarie a taranto e provincia. Sono stufo del conformismo e dell'appiattimento che viviamo nella nostra provincia. Tutti sul carro del vincitore e nessun vuole adoperarsi per cambiare lo status quo ma tutti si lamentano.
Michele-Taranto