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Gazzetta del Mezzogiorno - 29 dicembre 07
Il piccolo mondo politico laertino è in lieve subbuglio perché “sabato (oggi) arriva il sindaco di Bari”, Michele Emiliano, insieme con l’on. Ludovico Vico e con il suo vice di Terra ionica, Michele Mazzarano. Sono stati invitati dal Pd locale per parlare di “Buona politica”.
Come per ogni evento, la piazza dice la sua, ma a Laterza dice la sua il marciapiede, perché la piazza è stata data in concessione perenne ai passeggiatori in automobile, inquinatori e rumorosi, dal centrosinistra prima e dal centrodestra poi, ennesima riprova che in Italia la malapolitica è bipar-tisan.
Uno degli sparuti marcia-piedisti laertini domanda ai suoi interlocutori: “Che cosa diremo noi a Emiliano?”.
“Parole. Non hai letto il tema? La buona politica: in Italia la buona politica esiste solo a parole. E se le dicono loro fra loro…”. “No, i politici italiani non parlano di politica. Parlano di loro, fra loro. Non le senti in tv, le loro parole? Più banali di quelle di un bambino d’elementari”. “Non è colpa delle parole se sono banali. Le parole sono come il termometro: se il pensiero è scemo, sceme sono le parole”. “Questo è davvero un bel pensiero...”. “Anche se detto con parole sceme”.
“Spiritoso, lui”. “Però, Emiliano, qualcosa di utile da dirlo ai nostri anemici politici ce l’avrebbe. ..”. “A me piacque da giudice, quando mostrò le anime pie della Croce Rossa in Albania. ..”. “Ricordati che non si spara mai sulla Croce rossa...”. “E’ uno che ha conosciuto da vicino Falcone...”. “Non tirarla per lunghe: ti piaceva da giudice e non ti piace da politico. Dì”. “Non m’è piaciuto il doppio incarico…”. “Ma anche Veltroni è sindaco e capipartito…”. “Anche Veltroni fa mala-politica”. “Stai acido, stasera. Volevi un parruccone, come dice il Berlusca, che sai che io amo quanto Visco?”. “Possibile che nel Pd pu-gliese non ci sia uno, o una, che senza essere parruccone...”. “Il ragionamento è giusto: non si può assolvere a due compiti così impegnativi che richiedono 25 ore su 24”. “Sì, Bari sta alle pezze; e il Pd sta peggio...”. “Basta vedere i nostri dintorni: a Laterza, a Ginosa, a Castellaneta, sinistra inesistente. ..”. “E Taranto continua ad ammalarsi e a morire di polveri e fumi...”. “Ditemi il nome di un piddino che abbia detto qual-cosa dei fumi e delle polveri di Taranto...”. “O delle discariche e della differenziata”. “O delle energie pulite”. “O del disastro della sanità politicizzata”.
“O dei loro privilegi a spese nostre…”. “Del popolino…”. “Privilegi eccessivi, dunque immeritati”. “Tutti e tre siete un Bertinotti al cubo: cazzeggiate che è una bellezza”. “Bertinotti cazzeggia, noi critichiamo”. “Su Bertinotti ha ragione Pansa...” . “No. Pansa lo chiama “parolaio rosso”. Invece Bertinotti è parolaio e basta. Di rosso al massimo ha qualche pullover di caschemer...”.
“Lui, il capo dei proletari...”. “Dimmi con chi vai e ti dirò che sei: Bertinotti va per salotti, non per fabbriche, men che meno per cantieri o campi...”. “Mica è fesso, potrebbe morire, respirare sporcizie...”. “Mi avete seccato, siete peg-gio di mia suocera, anzi di Belpietro”.
“Vedi, che se noi siamo bugiardi anche fra di noi, poi finisce che votiamo Berlusconi. ..”. “Facciamo un voto mendace”. “Comunque questa visita può essere una cosa im-portante per Laterza”. “Non ci credo, ma spiegati”. “Vedere da vicino un sindaco pieno di energia, con un passato di coraggio al servizio della legalità...”. “Ma va’: che può fare un sindaco coraggioso in un paese di sindaci donabbon-deschi?”. “Allora è una venuta inu-tile”. “Ricordate Foscolo: A egre-gie cose il forte animo accendono...”. “Ricordate Manzoni: Il coraggio chi non ce l’ha non se lo può dare...”.
“Qui, i sindaci, se non sono capaci di chiudere il Corso alle macchine nemmeno nei giorni festivi, di cosa possono essere capaci?”. “Una serata se non di buona politica, ma con un buon politico, è sempre istruttiva”.
“A una condizione, però”. “Quale?”. “Che il buon politico, se è tale, ascolti, faccia parlare, si lasci mettere sotto accusa,
“Invece finirà come in tutte le altre assemblee: come siamo belli, come siamo bravi, vicendevoli applausi...”. “E serata perduta”. “Io andrò a vederlo Emiliano, per vedere se i laertini gli hanno preparato una serata utile, se gli faranno
“Chiudiamo con una mas-sima: la democrazia in cui i leader non sono criticati dai loro elettori, è una democrazia malata”.
“L’hai sentita da Sartori”. “Sicuramente non è originale, ma non l’ho sentita da nessuno”.
“E perchè non gliela vai a dire a Emiliano?”. “Una tentazione mi rode. ..”.
Michele Cristella
michele.cristella@corgiorno.it
Insomma, del vecchio rito diessino (addio Unità…) c’è rimasta la festa, mentre gli ex margheritiani ci mettono il gusto dello stare assieme in amicizia. “Eredità leggere” di un partito nuovo che – dice Bellini - «ha un progetto veramente riformatore per la politica italiana, con un’aspirazione al benessere e alla libertà», ma anche col desiderio non celato di «abbattere la vecchia casta politica per dar voce ai cittadini».
Buoni propositi, che viaggiano sulla bocca di giovani trentenni e di politici più navigati. Perché la politica, passata la festa, è quella che rimane. O almeno ci prova. «Il Pd - dice Giuseppe Stano – è un’opportunità per la politica italiana, ma qui a Laterza è una necessità». Il gruppo unico in Consiglio comunale è uno di questi passaggi “necessitati”, ma non indolore. Dei vecchi consiglieri targati Ds e Margherita, infatti, nel nuovo gruppo ne sono confluiti solo tre: Stano, che è il capogruppo, Giovanni Serafini e Franco Catapano. Lorenzo Caldaralo è approdato (da indipendente) sulle sponde della Sinistra democratica, mentre Arcangelo Cirielli si è dichiarato indipendente. Ognuno per la sua strada. «Ma adesso - spiega Catapano - siamo pronti per l’organizzazione delle primarie, che si svolgeranno in tutti i comuni tra gennaio e febbraio, per eleggere segretario e coordinamento cittadino oltre ai delegati per il congresso provinciale».
Una macchina in moto, il Pd, ma senza fretta: «Il panorama – sottolinea Catapano - con la prossima legge elettorale potrebbe cambiare». Ciò che non muta, per ora, sono i rapporti con la maggioranza di centrodestra. «Rapporti congelati», sentenzia Serafini. Che poi abbozza un’apertura veltroniana: «E’ finita la stagione degli odi, quella nuova dev’essere senza schemi pregiudiziali nei confronti di nessuno: è un invito che porgo all’Amministrazione comunale. Se ci danno la possibilità di confronto, noi del Pd daremo il massimo per far crescere Laterza». «Rapporti non buoni - aggiunge Stano - perchè dall’altra parte la contrapposizione non è politica, ma personale».
«E’ stato un anno nero», scandisce Catapano. E ne mette in fila i motivi: «Il momento di massima tensione è stata la bomba al Comune. Ricordo un Consiglio molto dibattuto, ma poi non se n’è saputo più nulla. Avevamo chiesto l’intervento della Commissione Antimafia non a caso, visto che poi episodi simili si sono verificati a catena in tutta la provincia: purtroppo Laterza ha fatto da apripista, ma è un degrado che ha a che fare con la politica in generale». «Ma il 2007 - s’inserisce l’ex sindaco Vito Cassano - è stato anche l’anno della stangata, con un forte aumento delle tasse comunali ». «E per fortuna – aggiunge Stano - che l’Ici la ridurrà il Governo con
il Comune ha calato la mannaia delle tasse e, nonostante ciò, il Patto di Stabilità per l’anno scorso non è stato rispettato. Il sindaco, comunque, continua a dire che il Comune non farà nessun aumento: in effetti non c’è più nulla da aumentare...». A crescere, e in maniera esponenziale, è l’interesse sull’energia eolica: «C’è stata una forte impennata - conferma Catapano - e sappiamo anche che c’è qualche imprenditore che sta facendo l’asso pigliatutto. In ballo ci sono almeno dieci convenzioni, ma col rischio di creare un maxicontenzioso perchè alcuni progetti sono indirizzati sugli stessi terreni agricoli». «E’ il metodo che è cambiato - aggiunge Cassano -. Quando è venuto fuori l’eolico, ma anche il solare, al governo c’eravamo noi e abbiamo pensato di realizzare un progetto, assieme ad altri comuni, su terreno demaniale. Ma l’idea è cambiate strada facendo e il rischio è quello di uno sfruttamento selvaggio del territorio delle Gravine». Per Catapano, poi, l’elenco dei “dolori” è ancora più lungo: Pis Habitat rupestre, piano commerciale, risparmio energetico, urbanistica e «miasmi» della Progeva (che produce compost da biomasse). «Sono le spie – conclude - di una mancata o errata pianificazione del territorio perché manca un’idea di sviluppo e, purtroppo, si tratta di nodi che ci ritroveremo in futuro».
Massimo D’Onofrio
» Fonte: Corriere del Giorno
» Autore: Francesca Piccolo
» Autore: Francesco Romano
• Sconto ICI sulla prima casa: detrazione fino a 303 euro l’anno
• Al via la riforma dei trattamenti di disoccupazione agricola
• Confermate le agevolazioni fiscali del settore agro-alimentare
• Niente canone RAI dopo i 75 anni
• Incentivo di circa 1.000 euro per i giovani che vanno a vivere in affitto
• Addio libri contabili, IVA e IRAP. Per le piccole imprese solo un forfait
• Cento miliardi di euro per rilanciare lo sviluppo del Sud (2007-2013)
• Venti milioni per l’impiantistica sportiva
• Detrazione IRPEF per gli inquilini con reddito fino a 30.000 euro
• Aliquota dell’imposta sulle società di capitale dal 33% al 27,5%
• IRAP dal 4,25% al 3,9 %. IRES tagliata sugli utili reinvestiti in azienda
• Sconto da 42 a 17,5 euro per il bollo sugli atti presentati on line
• Tre miliardi per il rilancio dell’edilizia sanitaria
• Cento miliardi per i livelli essenziali di assistenza ai cittadini
• Fondi alle Regioni per il vaccino contro il cancro all’utero delle giovanissime
• Duecento milioni al Fondo per i non autosufficienti .
• Riconoscimento ai precari del lavoro svolto nel SSN ai fini concorsuali
• Sostegno alle associazioni di volontariato per l’acquisizione gratuita dei farmaci
• Tremila euro alle imprese del Sud pronte ad assumere neo-laureati
• Sgravi del 55% sugli interventi di ristrutturazione energetica degli edifici
• Governo, soglia massima fissata in 60 componenti
• Ottanta milioni per la promozione del “Made in Italy”
• Stanziati 95 milioni per lo “sport di cittadinanza” (2008-2010)
• Quattrocento milioni in più per università e ricerca, premiate le più efficienti
• Tagli ai costi della politica per la sicurezza delle scuole
• Cento milioni di euro per il funzionamènto delle scuole
• Centocinquanta milioni alle famiglie per affrontare il “caro scuola”
• Arrivano 129 milioni per le infrastrutture portuali e marittime
• Due miliardi per l’attuazione del Protocollo sul welfare
• Pubblico impiego, stanziati i fondi per gli adeguamenti contrattuali
• Riduzione del precariato nelle pubbliche amministrazioni
• Ottocento milioni al Fondo per l’occupazione
• Cinquanta milioni per la sicurezza sul lavoro
• Settanta milioni per costruire nuove carceri, cento per la sicurezza
• Riforma della giustizia, 84 milioni di euro per gli arretrati civili e penali
• 5 milioni di euro per il risanamento da amianto negli edifici pubblici
• Bonus per la formazione professionale
• Consumatori, finalmente la class action
• 180 milioni di euro per i danneggiati da trasfusioni
• ANAS, 215 milioni di euro subito per progetti già approvati
1. Le assemblee degli elettori del 14 ottobre, ai fini del radicamento territoriale del Partito Democratico, si terranno nei mesi di Dicembre e di Gennaio.
2. Il livello di radicamento del PD sono i Circoli territoriali. La definizione di “circolo territoriale” è da ritenersi provvisoria in quanto il nome definitivo verrà indicato negli Statuti.
3. I Circoli che si costituiranno in questa prima campagna di insediamento territoriale avranno come base elettorale quella corrispondente ai confini stabiliti, con criteri oggettivi, dal comitato provinciale. Questo comporterà che ad ogni Circolo afferiranno uno o più seggi elettorali delle primarie del 14 ottobre.
4. Nell’arco temporale definito al punto 1 saranno chiamati a partecipare alle Assemblee dei Circoli territoriali tutti gli elettori del 14 ottobre ai quali verrà consegnato un attestato di partecipazione, preparato e distribuito dall’esecutivo nazionale del PD.
5. Tali assemblee eleggeranno i delegati per l’Assemblea provinciale. Nelle realtà in cui si costituirà a livello comunale un solo circolo territoriale, l’Assemblea eleggerà un proprio coordinamento. Laddove il coordinamento provinciale abbia stabilito, d’intesa con il Coordinamento regionale, l’esistenza di più circoli nella stessa città si potranno eleggere i delegati per il livello comunale
6. La platea dell’Assemblea provinciale è composta dalla somma dei delegati dei circoli e dal coordinamento provinciale esistente, mentre quella comunale o di zona è composta dai soli delegati. A queste platee compete l’elezione dei segretari dei livelli organizzativi corrispondenti.
7. Le modalità di voto delle assemblee di circolo saranno decise dai coordinamenti regionali.
8. I Segretari regionali d’intesa con i Coordinatori provinciali stabiliscono un criterio oggettivo per la definizione delle dimensioni delle platee provinciali.
9. Quanto stabilito in questa delibera per le organizzazioni provinciali vale anche per le organizzazioni territoriali istituite ed equiparate ai provinciali dalle Assemblee Costituenti regionali.
Le primarie, che dovrebbero avvenire senza liste e con candidature libere, si svolgeranno a marzo. «Predisporremo – ha aggiunto - banchetti che saranno allestiti in tutti i luoghi abituali dei giovani».
Per candidarsi bisognerà non avere superato i 30 anni e averne compiuti almeno 15. «Basterà semplicemente – ha spiegato - candidarsi e essere votati. E' un investimento sui giovani con i quali il Pd è nato». Una formazione che vuole rifarsi a quelle in cui anche lui e il suo vice sono cresciuti,
Presenti alla conferenza anche i protagonisti di questa avventura, dai leader dei giovani di Margherita e Ds a volti nuovi ed entusiasti. «Saremo come le formiche del cartone animato 'A bug's life' – ha affermato con una metafora Mattia Stella, giovane collaboratore dell'assessore alle Politiche giovanili del comune di Roma - : tanti animaletti da soli non possono fare nulla, ma uniti salvano il popolo delle formiche dall'assalto delle cicale».
«Vogliamo – ha voluto aggiungere amche Pina Picerno dei Giovani della Margherita - coinvolgere tutti, al di là dei partiti . Sarà un'avventura intrapresa con molta leggerezza. Sarà un impegno deciso e faticoso, sorridente e spensierato». «Dovrà essere – ha puntualizzato Fausto Raciti della Sinistra Giovanile - un percorso il più aperto, plurale e diversificato possibile».
Ed in attesa delle primarie, i giovani del Pd potranno farsi sentire attraverso il loro sito internet: www.fermentidemocratici.ilcannochiale.it.
Personalmente non è stato facile decifrare l’orientamento che si sta assumendo per cui sinteticamente riporto quello che ho compreso dalla lettura, dal confronto con gli altri delegati e partecipanti alla costruzione del Partito Democratico. Quello che segue perciò è una libera interpretazione che può essere inesatta ed è per questo che vi invito ad inviarmi le vostre impressioni e commenti al processo di radicamento del Pd.
ORGANIZZAZIONE COMUNALE
Il livello comunale sarà organizzati in circoli (definizione provvisoria) corrispondenti ad almeno un seggio elettorale delle primarie, circoli formati da tutti gli elettori del 14 ottobre. Nei comuni con un solo circolo, l’assemblea di circolo eleggerà un coordinamento comunale (più o meno l’organizzazione comunale della Margherita). Nei comuni con più di un circolo, ciascuna assemblea di circolo eleggerà i delegati che comporranno l’assemblea (detta anche “platea”) comunale. Non è chiaro quanti saranno i delegati per circolo – per cui sicuramente le norme successive chiariranno tali numeri-.
Le stesse assemblee di circolo dovranno eleggere i propri delegati all’assemblea provinciale. Il coordinamento di circolo o, nel caso di più circoli in un solo comune, i delegati eletti dalle assemblee di circolo, eleggeranno un segretario comunale (che sarà quindi un eletto di secondo grado). In questo caso non si capisce la data di elezione del segretario comunale.
ORGANIZZAZIONE PROVINCIALE
L’assemblea provinciale ( o coordinamento provinciale) sarà formata da:
Non è stato definito quanti delegati saranno designati dai circoli comunali?
La democrazia però assomiglia al successo, non è facile conquistarla ma è più difficile mantenerla. A Taranto il rischio di sbagliare è più alto che altrove. Non a caso negli ultimi giorni si sono succeduti articoli assennati da parte di Michele Pelillo, Luigi Paolo Morea e Gigi Conte.
Tuttavia Walter Veltroni ha chiaramente individuato nella discontinuità e pluralismo le coordinate di riferimento per la costruzione del Pd.
La discontinuità non può che essere nei metodi e nei volti, un cambiamento atteso e necessario sei si vuole essere innovativi. Pluralismo vuol dire andare oltre le liste e le correnti per sostenere idee e contenuti nuovi affinché tutti si sentano coinvolti nel processo di radicamento territoriale.
Personalmente penso che la trasparenza delle decisioni e la definizione del ruolo di coordinatore ed esecutivo provinciale sono le prime cose da discutere. La mia proposta è quella di sperimentare una struttura articolata su una doppia forma di responsabilità:
1) Un esecutivo snello di tipo politico-organizzativo (rappresentativo dei territori);
2) L’organizzazione di aree tematiche (incubatori di idee) aperti ai non eletti alle primarie. Alle stesse, coordinate da personalità di spicco nelle diverse aree, spetterebbe il compito di definire programmi e proposte vincolanti per gli organi dirigenti del partito. L’esecutivo politico-organizzativo si completerebbe dunque con i coordinatori delle diverse aree tematiche.
Sciogliendo preliminarmente questi nodi appare più semplice tracciare la figura di un coordinatore provinciale che deve essere assolutamente un giovane uomo o donna, capace di inserirsi nell’asfittico dibattito politico per attivare un dialogo costante con l’esterno e i cittadini. In sintesi una figura non implicata nelle vecchie e dolorose divisioni interne dei partiti jonici, capace di interpretare quello che c’è fuori e non solo quello che c’e dentro. Un chiaro segnale di rinnovamento anche per avvicinare le nuove generazioni alla nuova stagione politica.
Mi rendo conto che il compito è impegnativo e difficile, colmo di sfide e di ostacoli, ma il rispetto verso il popolo delle primarie ci impone di cambiare.
Franco Catapano
Delegato all’assemblea costituente regionale
Le assemblee convocate dal Segretario Regionale Michele Emiliano prevedono l'elezione del Coordinatore con voto segreto. Ai sensi dell'art. 5 del dispositivo finale dell'Assemblea Costituente nazionale risulterà eletto il candidato che avrà ottenuto la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, con eventuale ballottaggio tra i primi due.
Successivamente si procederà alla istituzione del Coordinamento provinciale costituito dagli eletti nelle Costituenti nazionale e regionale nonchè, qualora non ne facessero parte , il Sindaco e il Capogruppo consiliare del PD del Comune capoluogo, il Presidente della Provincia e il Capogruppo provinciale, i consiglieri regionali e i Parlamentari aderenti ai gruppi del PD.
Vi ricordiamo che i Coordinamenti provinciali possono allargarsi ad altre persone con il voto favorevole di due terzi dei componenti dello stesso. In seguito Il Coordinamento provvederà all'elezione del Presidente al suo interno.
DI SEGUITO I LUOGHI DOVE SI SVOLGERANNO LE ASSEMBLEE COSTITUENTI SABATO 24 NOVEMBRE
BARI : Sala Tridente - FIERA DEL LEVANTE- ore 09.00
BAT : Trani , Auditorium "San Luigi" - Piazza Mazzini - ore 09.00
TARANTO : Audutorium Masseria Vaccarella - via per Monteiasi - quartiere Paolo VI - ore 09.00
BRINDISI : Biblioteca Provinciale - ore 09.00
LECCE : Hotel PRESIDENT - Lecce -
FOGGIA : Biblioteca Provinciale - Viale Michelangelo - Foggia ore 17.00
Il primo pensiero, affettuoso e solidale, non può che andare ai figli. Perché lui, nonno Silvio, ha di nuovo giurato sulle loro teste. Amorevolmente intervistato da Augusto Minzolini sulla Stampa, Bellachioma ha negato di avere qualcosa a che fare con il nuovo partito bifamigliare Storace-Santanchè. E visto che non ci credeva nemmeno lui ha aggiunto: «Ho giurato sui miei figli che non ne sapevo niente».
L’ultima volta che aveva messo di mezzo la testa della prole era stato il 22 novembre 1994, quando ricevette il primo invito a comparire per le tangenti alla Guardia di Finanza e assicurò che
La lunga retromarcia verso le origini, anzi verso l’infanzia, prevede il replay dell’«appuntamento con
Il ritorno agli albori è sottolineato anche dal tasso decisamente notevole di gnocca alla conferenza stampa, da cui erano perciò esclusi Bondi e Cicchitto (Gustavo Selva s’è imbucato all’ultimo momento, a bordo della consueta ambulanza). Unici elementi di continuità col recente passato: la prescrizione fresca di giornata che l’ha salvato dall’ennesimo processo per falso in bilancio grazie ai suoi onorevoli avvocati; le balle spaziali sul fatto di non aver mai pensato alla «spallata» anti-Prodi; e le cifre sparate a casaccio, tipo quella dei «10 milioni di firme ai gazebo» (su You-tube c’è chi dimostra di aver votato una dozzina di volte, anche coi nomi di Riina, Gelli e Hitler).
Come
Silvio»: Storace, Santanchè, Brambilla, Giovanardi e Rotondi. Trascinatori di folle. Ma lui confida molto in Bordon e Dini, per dire com’è ridotto. È talmente all’angolo che non parla più di «brogli comunisti», anzi elogia gli «uomini di buona volontà» del Pd, coi quali vorrebbe tanto mettersi d’accordo perché lo trattano molto meglio degli ex alleati. Lo scambiano addirittura per un interlocutore in vista della riforma elettorale, lui che non ha mai capito una mazza di proporzionale e maggioritario (però «me l’ha spiegata Giuliano Ferrara»), oscillando fra l’uno e l’altro a seconda di dove lo portava il portafoglio. Insomma, lui ci conta molto: ogni volta che ha un piede nella fossa, arriva sempre il centrosinistra a salvarlo.
Basterà invitarlo a tavola per un bel governissimo senza le ali estreme, e tornerà come nuovo. Riusciranno i nostri eroi a resuscitarlo per la terza volta?
Certo, c’è chi avrà buon gioco a ridacchiare sulla eccentricità di un pelato che, sia pure sottoposto alla messa a dimora di folte chiome luccicanti, dichiara guerra ai parrucconi. Per non dire del brevilineo che muove battaglia ai nani. Ma nel lanciare la sua nuova sfida, indifferente a questi dettagli, il Cavaliere mostra una volta di più di avere una caratteristica forse unica nel panorama della politica italiana: il coraggio spericolato di giocarsela. Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e perfino Umberto Bossi, dopo l’ennesima spallata annunciata e poi fallita al Senato, sembravano avergli rubato finalmente la palla? Lui se l’è ripresa di forza, è uscito dall’area in cui pareva asserragliato e si è catapultato all’attacco con una di quelle «ripartenze» da lasciare a bocca aperta anche il «suo» Arrigo Sacchi. Se arriverà in porta è da vedere. Rispetto alla prima «discesa in campo», ha una zavorra finanziaria in meno, dato che i conti aziendali vanno bene e i manager non gli suggeriscono più come Franco Tatò di «portare i libri in tribunale » (parole di Marcello Dell’Utri), ma alcune zavorre politiche in più. Che almeno sulla carta potrebbe appesantire molto la sua corsa. Spiegava allora agli italiani di non «avere intenzione di mettere in piedi una forza politica di vecchio tipo», di volere «un partito liberale di massa» che coinvolgesse uomini «nuovi alla politica, campioni nelle proprie professioni, i migliori», di essere deciso a rimanere estraneo alla «vecchia politica degli agguati e dei trabocchetti, delle congiure e delle manovre di Palazzo». Offriva il ministero degli interni all’«eroe di Mani Pulite», Antonio Di Pietro.
Chiedeva agli aspiranti candidati forzisti di sottoscrivere le seguenti parole: «Dichiaro 1) di non avere carichi pendenti 2) di non aver ricevuto avvisi di garanzia 3) di non essere stato e di non essere sottoposto a misure di prevenzione e di non essere a conoscenza dell’esistenza a mio carico di procedimenti in corso...». Sono passati, da allora, quasi quattordici anni. Tre più di quelli passati da Nikita Krusciov alla guida del Pcus, due più di quelli trascorsi da Helmut Kohl alla testa della Germania, due più di quelli vissuti da Franklin Delano Roosevelt alla Casa Bianca. Per carità, nessun parallelo. Ma tre lustri sono un’era geologica, in politica. Lasciano il segno. E se Forza Italia è rimasto un partito legato al «centralismo carismatico », come spiegò un giorno Cesare Previti, è difficile sostenere che non sia rimasto infettato da quelli che un tempo il Cavaliere considerava virus della «vecchia politica». Quella che gli faceva dire: «Torno a Roma. Torno nella cloaca». Basti ricordare come, dopo l’iniziale richiesta di immacolatezza, siano stati via via imbarcati uomini come Gianstefano Frigerio, vecchia volpe dicì milanese che, condannato a vari anni di carcere in diversi processi di Tangentopoli, fu eletto tra gli azzurri in Puglia dopo un lifting anagrafico con cui si era dato il nome d’arte di Carlo Frigerio. O Alfredo Vito, il famigerato «Mister Centomila Preferenze» cui Paolo Cirino Pomicino ricorda 22 condanne per corruzione. O ancora Gaspare Giudice, del quale i magistrati di Palermo chiesero invano l’arresto considerandolo «a disposizione» del presunto boss di Caccamo, Giuseppe Panzeca. Certo, lui si considera ancora, come disse un giorno, «Biancaneve in un mondo che non è una fiaba». E non ha perso occasione, in questi anni, di sfogarsi contro i riti della rappresentanza che, «tra convegni, congressi e funerali » lo facevano stare male perché gli pareva di «pestare l’acqua nel mortaio».
Contro i «faniguttun », gli sfaccendati (avversari, ma anche compagni di strada) che «non hanno mai lavorato in vita loro» e che «non possono permettersi le barche e le case che esibiscono, dunque non c’è che una spiegazione: rubano». Contro i «politicanti » che arrivò ad attaccare 14 volte in un solo comizio nell’anniversario della «vittoria mutilata» del 1994. Ma come cavalcare, oggi, l’ondata di indignazione popolare contro i costi della politica se c’era la «sua» maggioranza al Senato quando i costi sono cresciuti del 39% oltre l’inflazione e c’era lui a Palazzo Chigi quando il governo spendeva 65 milioni di euro in un anno in voli di Stato, pari a 2.241 biglietti andata e ritorno al giorno Milano-Londra con RyanAir? Come chiamare la gente a imbarcarsi su una nuova «nave di sognatori» (così chiamò un giorno Forza Italia) per dare «nuovo futuro della politica italiana» se a 71 anni suonati è già stato alla guida del governo poco meno di De Gasperi o Andreotti ma già oltre un anno più di Amintore Fanfani, due più di Bettino Craxi, tre più di Mariano Rumor? Insomma: come rinnovare la sua nuova immagine di uomo «nuovo»? Questa è la grande scommessa. Qui deve venir fuori il «mago delle emozioni». Che va a giocarsela da solo, direttamente col «suo» popolo. Certo di conoscerlo come non lo conosce nessuno. E di poterlo convincere: se il cielo non sempre è stato blu, è stata solo colpa degli altri.
Gian Antonio Stella
«Da mesi - evidenzia il leader del Pd - ho sostenuto la necessità di creare un clima diverso, di aprire una nuova stagione politica fondata sulle convergenze per alcune grandi riforme in Parlamento».Il leader del Pd ricorda come fino ad oggi al suo appello «Ci sono state – spiega - risposte diverse, in generale negative, dal capo dell'opposizione aspramente negative, mentre altre forze hanno rinviato la disponibilità al dialogo».
Ora «si apre una nuova stagione per risolvere i nodi di fondo della vita politica italiana». Tre le priorità alla base del futuro lavoro dell’esecutivo: innovazione, lotta alla precarietà e sicurezza dei cittadini. «Il Governo, che rimane in piedi e continua ad agire, può raccogliere la sfida – continua, infatti, Veltroni - arrivata da chi nel dibattito parlamentare, specie sulla Finanziaria, chiede una nuova stagione politica, puntando su tre priorità: innovazione, lotta alla precarietà e sicurezza».
«Occorre – spiega - innovazione in tutti i settori, dalla pubblica amministrazione alle imprese, alla formazione. E poi la lotta alla precarietà - aggiunge Veltroni -, per una buona occupazione, per la crescita economica e con il sostegno alle imprese». Infine «la sicurezza, che- continua - va insieme all'integrazione, è giusto che lo sforzo si concentri sulla moltiplicazione delle capacità di accoglienza, ma bisogna anche essere chiari su chi viene con altre intenzioni ed è responsabile di reati. Su questo tipo di immigrazione – sottolinea - il flusso deve ridursi». Ma tra le priorità del governo, non può certamente mancare una rapida ed efficace soluzione sulla legge elettorale. «Non ci sarà – scandisce il segretario - nessun 'prendere o lasciare', ma cercheremo di trovare un comune denominatore».
«Vogliamo – spiega - un bipolarismo virtuoso. Ci rendiamo conto – chiede retoricamente - di come stanno gli italiani da due anni a questa parte? Abbiamo passato mesi e mesi a ricontare le schede, poi altri mesi a parlare della spallata...».
«Un paese civile – continua - è un paese nel quale si vota e poi si governa per cinque anni». «Anche questa mattina - aggiunge parlando dell'incontro avuto con una delegazione del partito di Antonio Di Pietro - l'Italia dei Valori ha condiviso i tre principi della necessità di dare stabilità al Governo, ridurre la frammentazione e ridare voce agli elettori». «Questi sono i principi poi il vestito che si darà ad essi – conclude - lo decideremo insieme». «Più che gridare 'al voto, al voto', non è meglio per tutti prima sistemare le cose in modo che chiunque vinca poi potrà governare il paese? – gli fa eco anche il suo vice Dario Franceschini - Mi pare sia interesse di tutti».
«La durata della legislatura non mi pare possa essere oggetto di trattativa tra gli schieramenti, se il governo tiene – conclude - resta fino a fine legislatura».
1. Ai sensi dell’art. 2 comma 3 del Regolamento Quadro per l’elezione delle assemblee costituenti del Partito democratico, Michele Mazzarano assume la carica di Vice Segretario del Partito regionale;
2. sempre ai sensi dell’art. 2 comma 3 Rosa Stanisci assume l’incarico di Tesoriere del Partito;
3. ai sensi del precitato regolamento Fabiano Amati, assume l’incarico di coordinatore del processo costituente.
PRESO ATTO del dispositivo approvato dall’Assemblea costituente nazionale il 27 ottobre 2007 ed in esecuzione di esso, alla luce anche delle decisioni della Conferenza dei Segretari regionali del 31 ottobre 2007, l’Assemblea approva anche il seguente dispositivo regolamentare:
1. In adempimento dei compiti affidati dall’art. 2 comma 1, l’Assemblea istituisce tre Commissioni con il compito di predisporre le proposte di Statuto, del Manifesto delle Idee e del Codice Etico da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea Costituente da tenersi successivamente alla approvazione dello Statuto nazionale. L’iscrizione da parte dei delegati regionali alle Commissioni è libera sino alla concorrenza di un terzo del numero complessivo dei componenti l’Assemblea ( 117 per ciascuna commissione). Il Presidente dell’Assemblea regionale, unitamente ai coordinatori delle Commissioni, definisce le modalità per garantire la composizione e il funzionamento delle stesse. A tal fine sono nominati Alberto Tedesco, coordinatore della Commissione Statuto, Tonio Tondo, coordinatore della Commissione Manifesto delle Idee e Giovanna Vessia, coordinatore della Commissione Codice Etico.
3. Il Tesoriere coordina un comitato tecnico amministrativo, nominato dal Segretario regionale, al quale l’Assemblea affida il mandato di adottare tutti gli atti giuridici necessari per la costituzione del partito nella fase transitoria sino all’approvazione dello Statuto da parte dell’Assemblea costituente.
4. Le assemblee provinciali previste per il 24 novembre saranno convocate dal Segretario regionale e l’organizzazione sarà a carico degli Uffici tecnici amministrativi provinciali (UTAP).
5. La copertura delle relative spese sarà garantita dall’UTAR che, d’intesa con il Tesoriere regionale, provvederà ad erogare alle realtà provinciali le somme ad esse spettanti secondo quanto previsto dal verbale della riunione dei responsabili UTAP del 5 novembre scorso.