domenica 30 dicembre 2007

Il sindaco vincente risponde al Pd

Cambia il nome del partito, ma loro restano, e, finché restano, Giuseppe Cristella e il centrodestra saranno sempre vincenti”: la reazione del sindaco Giuseppe Cristella alla conferenza stampa con cui il Pd di Laterza ha presentato il “cartellone” delle iniziative che praticamente lo hanno annunciato nel panorama politico locale, non si è fatta attendere. “Il solito elenco, mai un contributo propositivo” dice alla Gazzetta. E poi spiega: “Sollevano problemi, ma poi si sottraggono al confronto nelle sedi opportune, come le commissioni”. I problemi sollevati dal neo-gruppo consiliare del Pd (ne fanno parte il portavoce Giuseppe Stano e il consiglieri Francesco Catapano e Giovanni Serafini), proprio in questa difficoltà di “comunicazione”, non solo politica, sembrano trovare motivazione e slancio: su argomenti come l’eolico, i cattivi odori dell’impianto Progeva, le questioni edilizie, più volte dibattuti in Consiglio - sostengono nella sostanza i consiglieri del pd -, non sono stati dati gli “aggiornamenti” assicurati, e quindi attesi.
Il sindaco Cristella prova a dipanare la matassa. “Sull’eolico si fa polverone: il Comune ha fatto quel che doveva, adesso tocca alla Regione valutare i progetti e deliberare di conseguenza, punto. Contenziosi? Non ce ne sono, ci sono lettere che vanno e lettere che vengono, ma ripeto, in materia di impatto ambientale e su quant’altro è la Regione che valuta e decide”. Il Pd dice che è una questione di metodo: perché non si è pensato a un piano comunale, su aree demaniali? Cristella: “Quali aree? L’unica è quella di Montecamplo, sottoposta a vincoli, e lì stiamo pensando al fotovoltaico. Territorio invaso? Ci saranno meno pale di quanto si creda”. Il mercato, però, nel frattempo “tira” più del vento. Cristella: “Di mercato delle vacche da evitare ha già parlato il sottoscritto in consiglio comunale, e comunque: la Regione proceda, poi ne riparliamo”.


Il paradosso-Prg: ci sono più concessioni e case, ma i costi aumentano. Cristella va per gradi: “Innanzitutto, i prezzi sono bloccati. Secondo: il Prg è arrivato nel 2004, i primi progetti nel 2005, le prime concessioni nel 2006: il nostro compito è quello di far costruire, lo stiamo facendo, ma per gli effetti-calmiere diamo tempo al tempo, e intanto confrontiamoci pure”. Il dialogo: il sindaco Cristella lo chiede, i consiglieri Pd affermano che gli viene negato. Si chiamerebbe, appunto, incomunicabilità.


“Il caso-Progeva? La commissione ambiente sta lavorando in attesa dei risultati dell’Arpa - spiega Cristella -, l’azienda sta provvedendo ai correttivi del caso, come Comune siamo per la tolleranza zero, anche perché, e su questo c’è piena sintonia con le opposizioni, abbiamo prodotti tipici e risorse ambientali da tutelare”. Sull’anno che va, il fragore della bomba in municipio: passata in second’ordine come sostiene il Pd? “Tutt’altro, ma ne riparleremo” ribatte Cristella, prima del contrattacco finale: “Basta confusione e polemiche, si facciano proposte concrete. Rapporti umani da ritrovare? Sì, ma si eviti di entrare a gamba tesa”. Chiede parole all’amato pallone l’ex esterno sinistro Giuseppe Cristella.


Francesco Romano
Gazzetta del Mezzogiorno - 29 dicembre 07

sabato 29 dicembre 2007

Se i leader non sono criticati la democrazia è malata

E ce ngm a disc nuu, o barés?

Il piccolo mondo politico laertino è in lieve subbuglio perché “sabato (oggi) arriva il sindaco di Bari”, Michele Emiliano, insieme con l’on. Ludovico Vico e con il suo vice di Terra ionica, Michele Mazzarano. Sono stati invitati dal Pd locale per parlare di “Buona politica”.
Come per ogni evento, la piazza dice la sua, ma a Laterza dice la sua il marciapiede, perché la piazza è stata data in concessione perenne ai passeggiatori in automobile, inquinatori e rumorosi, dal centrosinistra prima e dal centrodestra poi, ennesima riprova che in Italia la malapolitica è bipar-tisan.
Uno degli sparuti marcia-piedisti laertini domanda ai suoi interlocutori: “Che cosa diremo noi a Emiliano?”.
“Parole. Non hai letto il tema? La buona politica: in Italia la buona politica esiste solo a parole. E se le dicono loro fra loro…”. “No, i politici italiani non parlano di politica. Parlano di loro, fra loro. Non le senti in tv, le loro parole? Più banali di quelle di un bambino d’elementari”. “Non è colpa delle parole se sono banali. Le parole sono come il termometro: se il pensiero è scemo, sceme sono le parole”. “Questo è davvero un bel pensiero...”. “Anche se detto con parole sceme”.

“Spiritoso, lui”. “Però, Emiliano, qualcosa di utile da dirlo ai nostri anemici politici ce l’avrebbe. ..”. “A me piacque da giudice, quando mostrò le anime pie della Croce Rossa in Albania. ..”. “Ricordati che non si spara mai sulla Croce rossa...”. “E’ uno che ha conosciuto da vicino Falcone...”. “Non tirarla per lunghe: ti piaceva da giudice e non ti piace da politico. Dì”. “Non m’è piaciuto il doppio incarico…”. “Ma anche Veltroni è sindaco e capipartito…”. “Anche Veltroni fa mala-politica”. “Stai acido, stasera. Volevi un parruccone, come dice il Berlusca, che sai che io amo quanto Visco?”. “Possibile che nel Pd pu-gliese non ci sia uno, o una, che senza essere parruccone...”. “Il ragionamento è giusto: non si può assolvere a due compiti così impegnativi che richiedono 25 ore su 24”. “Sì, Bari sta alle pezze; e il Pd sta peggio...”. “Basta vedere i nostri dintorni: a Laterza, a Ginosa, a Castellaneta, sinistra inesistente. ..”. “E Taranto continua ad ammalarsi e a morire di polveri e fumi...”. “Ditemi il nome di un piddino che abbia detto qual-cosa dei fumi e delle polveri di Taranto...”. “O delle discariche e della differenziata”. “O delle energie pulite”. “O del disastro della sanità politicizzata”.
“O dei loro privilegi a spese nostre…”. “Del popolino…”. “Privilegi eccessivi, dunque immeritati”. “Tutti e tre siete un Bertinotti al cubo: cazzeggiate che è una bellezza”. “Bertinotti cazzeggia, noi critichiamo”. “Su Bertinotti ha ragione Pansa...” . “No. Pansa lo chiama “parolaio rosso”. Invece Bertinotti è parolaio e basta. Di rosso al massimo ha qualche pullover di caschemer...”.
“Lui, il capo dei proletari...”. “Dimmi con chi vai e ti dirò che sei: Bertinotti va per salotti, non per fabbriche, men che meno per cantieri o campi...”. “Mica è fesso, potrebbe morire, respirare sporcizie...”. “Mi avete seccato, siete peg-gio di mia suocera, anzi di Belpietro”.
“Vedi, che se noi siamo bugiardi anche fra di noi, poi finisce che votiamo Berlusconi. ..”. “Facciamo un voto mendace”. “Comunque questa visita può essere una cosa im-portante per Laterza”. “Non ci credo, ma spiegati”. “Vedere da vicino un sindaco pieno di energia, con un passato di coraggio al servizio della legalità...”. “Ma va’: che può fare un sindaco coraggioso in un paese di sindaci donabbon-deschi?”. “Allora è una venuta inu-tile”. “Ricordate Foscolo: A egre-gie cose il forte animo accendono...”. “Ricordate Manzoni: Il coraggio chi non ce l’ha non se lo può dare...”.
“Qui, i sindaci, se non sono capaci di chiudere il Corso alle macchine nemmeno nei giorni festivi, di cosa possono essere capaci?”. “Una serata se non di buona politica, ma con un buon politico, è sempre istruttiva”.
“A una condizione, però”. “Quale?”. “Che il buon politico, se è tale, ascolti, faccia parlare, si lasci mettere sotto accusa, mostri di voler conoscere la realtà dalla viva voce di chi la vive”.
“Invece finirà come in tutte le altre assemblee: come siamo belli, come siamo bravi, vicendevoli applausi...”. “E serata perduta”. “Io andrò a vederlo Emiliano, per vedere se i laertini gli hanno preparato una serata utile, se gli faranno trovare un’assemblea calda...”. “”Sei un nostalgico della tua vecchia Dc...”. “Ieri si criticava chi Moro chi Fanfani, oggi siamo tutti seguaci, chi di un uomo finto come Berlusconi, chi di un pappamolla come Veltroni. ..”.
“Chiudiamo con una mas-sima: la democrazia in cui i leader non sono criticati dai loro elettori, è una democrazia malata”.
“L’hai sentita da Sartori”. “Sicuramente non è originale, ma non l’ho sentita da nessuno”.
“E perchè non gliela vai a dire a Emiliano?”. “Una tentazione mi rode. ..”.

Michele Cristella
michele.cristella@corgiorno.it

venerdì 28 dicembre 2007

Nasce il Gruppo Consiliare

C'è il gruppo consiliare, ci sono le iniziative, c'è la politica per il 2008: il Partito democratico di Laterza ha scelto la «coda» dell’anno che va, per «aprirsi» al nuovo con una conferenza stampa nella sede di via Porta Pia.«Abbiamo dato tempo e modo per far sedimentare i concetti e far maturare scelte convinte, siamo pronti per partire» spiega Francesco Catapano, consigliere comunale. La sedimentazione, le scelte, a partire dall’aula consiliare: persi per strada Lorenzo Caldaralo (ex Ds), e Arcangelo Cirielli (ex Margherita), in Consiglio il Pd farà gruppo con Giuseppe Stano, Francesco Catapano e Giovanni Serafini. Stano parla da capogruppo: «Il Pd: per l’Italia è un’opportunità, per Laterza una necessità, ci sono i presupposti per l’alternativa al centrodestra e alla sua politica» dice, affiancato da Serafini. A fare gli onori di casa Davide Bellini e Wanda Pucci giovani “portavoce” del partito. Scelta non casuale: parte dai giovani, lo ha ribadito Francesco Vasto del coordinamento sezionale, il partito nuovo.La politica da «consolidare nelle idee», il senso di «cittadinanza da riscoprire», scandisce Bellini. Wanda Pucci illustra il «cartellone» natalizio: sabato 29 dicembre sfilano «Le cose buone della politica» in un’iniziativa pubblica con Michele Emiliano, segretario regionale Pd, Michele Mazzarano responsabile provinciale, il parlamentare Ludovico Vico e il consigliere regionale Paolo Costantino (Cittadella della Cultura, ore 18); domenica 30 spazio «Concerto aperitivo» in piazza centrale (ore 11). Il sipario del 2008 si alza giovedì 3 gennaio con lo spettacolo teatrale «Pil e contrapil» (ex Purgatorio, ore 20), in attesa degli auguri del 5 gennaio (Sala Raphael, ore 21). Il capitolo amministrativo lo ripropone Catapano, in una manciata di punti-chiave. «Se ne va un 2007 che invita a riflettere - attacca il consigliere pd -: per la bomba al Comune passata in second’ordine con tutti gli interrogativi del caso, per l’aliquota Irpef portata al tetto massimo, la Tarsu incrementata del 20% e il patto di stabilità 2006 non rispettato». E a seguire: «C'è la vicenda incredibile dell’eolico, con dieci convenzioni approvate, accavallamenti di più progetti sulle stesse aree, molti dei quali pare siano stati acquisiti da un imprenditore campano». Qualcosa come 185 pale previste fra Laterza e Castellaneta. Ma «eolico per chi?» si chiede Catapano. Vito Cassano ex sindaco di Laterza e ultimo segretario Ds espone la «differenza metodologica» tra l’impostazione attuale e quella ipotizzata dalla sua giunta di centrosinistra: «Unico piano per Laterza, Ginosa e Castellaneta, tassativamente su aree comunali» ricorda. Un passaggio sul Prg che fa salire il costo delle case. Catapano: «Ci sono più case e i prezzi aumentano: paradossale. Perché accade?» Infine, l’impianto per la produzione di fertilizzanti organici della Progeva, l’estate scorsa nell’occhio del ciclone per gli «afrori» portati in paese dal vento di tramontana nonostante le assicurazioni (zero cattivi odori, anzi) di tecnici e progettisti. Ancora Catapano: «Abbiamo sollevato il caso in consiglio, aspettiamo di conoscere gli sviluppi degli approfondimenti della commissione ambiente: ma come si è mai potuto pensare all’insediamento di un impianto del genere in un territorio che fa dei prodotti tipici e del turismo i suoi punti di forza?».
Francesco Romano

27/12/2007 - Gazzetta del Mezzogiorno

lunedì 24 dicembre 2007

29 dicembre 2007: le cose buone della politica

Michele Emiliano, Ludovico Vico, Michele Mazzarano e Paolo Costantino parteciperanno all'iniziativa pubblica del 29 dicembre 2007 - ore 18 - a Laterza per affrontare i temi caldi dell'agenda politica e soprattutto per parlare delle cose buone della politica.

Dalla Finanziaria 2008, alla nuova programmazione 2007-2013, alla legge regionale sui distretti produttivi, la riduzione dei costi della politica, la partecipazione dei cittadini e il partito democratico sono alcuni dei temi che saranno affrontati durante il dibattito pubblico.

Siete invitati a partecipare attivamente


Pd: si fa festa per dimenticare un anno nero

LATERZA – La politica, quando può, fa festa. Sarà per l’aria del Natale o forse per la fresca data di nascita, ma il Pd laertino nel suo piccolo fa le cose in grande. E allora, come hanno spiegato ieri mattina i due giovani portavoce Davide Bellini e Wanda Pucci, si può parlare delle “cose buone della politica” con Michele Emiliano e Michele Mazzarano (il 29 dicembre alla Cittadella della Cultura ore 18), semplicemente spiegando che cosa c’è nella Finanziaria 2008, oppure rilassarsi con un “concerto aperitivo” che sa di meeting di piazza (il 30 in piazza Vittorio Emanuele alle ore 11); magari andare a teatro per assistere alla pièce dialettale “Pil e Contrapil” (il 3 gennaio alle 20 nell’auditorium Giannico), infine scambiarsi gli auguri tutti insieme alla Sala Raphael (il 5 gennaio alle ore 21).

Insomma, del vecchio rito diessino (addio Unità…) c’è rimasta la festa, mentre gli ex margheritiani ci mettono il gusto dello stare assieme in amicizia. “Eredità leggere” di un partito nuovo che – dice Bellini - «ha un progetto veramente riformatore per la politica italiana, con un’aspirazione al benessere e alla libertà», ma anche col desiderio non celato di «abbattere la vecchia casta politica per dar voce ai cittadini».

Buoni propositi, che viaggiano sulla bocca di giovani trentenni e di politici più navigati. Perché la politica, passata la festa, è quella che rimane. O almeno ci prova. «Il Pd - dice Giuseppe Stano – è un’opportunità per la politica italiana, ma qui a Laterza è una necessità». Il gruppo unico in Consiglio comunale è uno di questi passaggi “necessitati”, ma non indolore. Dei vecchi consiglieri targati Ds e Margherita, infatti, nel nuovo gruppo ne sono confluiti solo tre: Stano, che è il capogruppo, Giovanni Serafini e Franco Catapano. Lorenzo Caldaralo è approdato (da indipendente) sulle sponde della Sinistra democratica, mentre Arcangelo Cirielli si è dichiarato indipendente. Ognuno per la sua strada. «Ma adesso - spiega Catapano - siamo pronti per l’organizzazione delle primarie, che si svolgeranno in tutti i comuni tra gennaio e febbraio, per eleggere segretario e coordinamento cittadino oltre ai delegati per il congresso provinciale».

Una macchina in moto, il Pd, ma senza fretta: «Il panorama – sottolinea Catapano - con la prossima legge elettorale potrebbe cambiare». Ciò che non muta, per ora, sono i rapporti con la maggioranza di centrodestra. «Rapporti congelati», sentenzia Serafini. Che poi abbozza un’apertura veltroniana: «E’ finita la stagione degli odi, quella nuova dev’essere senza schemi pregiudiziali nei confronti di nessuno: è un invito che porgo all’Amministrazione comunale. Se ci danno la possibilità di confronto, noi del Pd daremo il massimo per far crescere Laterza». «Rapporti non buoni - aggiunge Stano - perchè dall’altra parte la contrapposizione non è politica, ma personale».

«E’ stato un anno nero», scandisce Catapano. E ne mette in fila i motivi: «Il momento di massima tensione è stata la bomba al Comune. Ricordo un Consiglio molto dibattuto, ma poi non se n’è saputo più nulla. Avevamo chiesto l’intervento della Commissione Antimafia non a caso, visto che poi episodi simili si sono verificati a catena in tutta la provincia: purtroppo Laterza ha fatto da apripista, ma è un degrado che ha a che fare con la politica in generale». «Ma il 2007 - s’inserisce l’ex sindaco Vito Cassano - è stato anche l’anno della stangata, con un forte aumento delle tasse comunali ». «E per fortuna – aggiunge Stano - che l’Ici la ridurrà il Governo con la Finanziaria, perché tra addizionale Irpef e Tarsu

il Comune ha calato la mannaia delle tasse e, nonostante ciò, il Patto di Stabilità per l’anno scorso non è stato rispettato. Il sindaco, comunque, continua a dire che il Comune non farà nessun aumento: in effetti non c’è più nulla da aumentare...». A crescere, e in maniera esponenziale, è l’interesse sull’energia eolica: «C’è stata una forte impennata - conferma Catapano - e sappiamo anche che c’è qualche imprenditore che sta facendo l’asso pigliatutto. In ballo ci sono almeno dieci convenzioni, ma col rischio di creare un maxicontenzioso perchè alcuni progetti sono indirizzati sugli stessi terreni agricoli». «E’ il metodo che è cambiato - aggiunge Cassano -. Quando è venuto fuori l’eolico, ma anche il solare, al governo c’eravamo noi e abbiamo pensato di realizzare un progetto, assieme ad altri comuni, su terreno demaniale. Ma l’idea è cambiate strada facendo e il rischio è quello di uno sfruttamento selvaggio del territorio delle Gravine». Per Catapano, poi, l’elenco dei “dolori” è ancora più lungo: Pis Habitat rupestre, piano commerciale, risparmio energetico, urbanistica e «miasmi» della Progeva (che produce compost da biomasse). «Sono le spie – conclude - di una mancata o errata pianificazione del territorio perché manca un’idea di sviluppo e, purtroppo, si tratta di nodi che ci ritroveremo in futuro».
Massimo D’Onofrio - Corriere del Giorno – 23 dicembre 2007

sabato 22 dicembre 2007

Si costituisce il gruppo consigliare del PD di Laterza

L'avvocato Giuseppe Stano è il capogruppo del Partito Democratico nel Consiglio Comunale di Laterza. La scelta è avvenuto nell'ultima assemblea del Pd di Laterza il 18 dicembre u.s. Il gruppo costituito da: Giuseppe Stano (capogruppo), Giovanni Serafini (vicecapogruppo) e Franco Catapano sarà ufficializzato nel corso del prossimo consiglio comunale.
Il neo Capogruppo ha ringraziato per la fiducia accordata e si impegnerà a guidare il gruppo consiliare dei democratici, in questa fase di transizione, con il massimo di equilibrio ed in coerenza con le linee politiche e le scelte amministrative che saranno elaborate dal Partito. Inoltre ha evidenziato la necessità di realizzare una azione politica del Partito Democratico, nella comunità laertina, orientata a dare un contributo concreto per migliorare l’attività amministrativa e suggerire le soluzioni più utili per sollevare Laterza dallo stato di crisi e torpore gestionale accumulato negli ultimi tempi.
L'intero gruppo consiliare del Partito Democratico si impegnerà all'unisono per amplificare la domanda di cambiamento che proviene dalle persone oneste, dai giovani, dal volontariato e da quanti hanno a cuore il futuro di Laterza.

domenica 16 dicembre 2007

Due anni di Parco delle Gravine: la storia di un mancato decollo

A due anni dall’istituzione del Parco Terra delle Gravine, cosa si è fatto e cosa si deve ancora fare. Questo il tema dell’incontro-dibattito a più voci, per fare il punto della situazione, organizzato dal Coordinamento provinciale per il Parco delle Gravine e moderato dal giornalista Tito Manlio Altomare, che si è tenuto venerdì sera, presso l’Appia Palace Hotel, alla presenza di rappresentanti di associazioni di agricoltori, allevatori e di associazioni ambientaliste.
Al tavolo dei relatori, Pietro Giacovelli, assessore provinciale alle Aree Protette, Giovanni Cappiello, direttore dell’associazione provinciale allevatori, Francesco Catapano, vicepresidente regionale della Cia Puglia, Marinella Marescotti, del Coordinamento provinciale per il Parco “Terra delle Gravine”. Il moderatore ha subito focalizzato il problema, quello della “lunga gestazione del Parco e del mancato decollo, una volta che il Parco è nato”.
La Marescotti, dopo aver sottolineato l’importanza di “improntare tutte le iniziative alla salvaguardia e alla valorizzazione delle identità locali, in modo da diventare portatori di interessi per una forma di sviluppo duratura, basata sulla connotazione del territorio”, si è soffermata su un articolo della legge regionale che “riconosce alle imprese agricole e zootecniche, il ruolo di guardiane del Parco, in un periodo di crisi congiunturale”. Di qui, la necessità di “un lavoro di concertazione per definire un piano di maturazione del territorio e le modalità attraverso cui le aziende possono organizzarsi”. Concertazione che, secondo la relatrice, è mancata nei due anni dalla istituzione dell’area protetta e che è fondamentale per “far capire che il Parco è un’opportunità, non è solo vincolistica”. Dunque, per ripartire a abbandonare la fase di stallo, secondo quanto affermato dalla Marescotti, occorre “che si cominci di nuovo a parlare di Parco con progetti di lavoro”, ricorrendo a personale competente e ad una metodologia di lavoro, con il coinvolgimento delle popolazioni locali e con una politica di partecipazione attiva delle comunità alla sua gestione.
Cappiello, dopo aver delineato la situazione di “crisi di identità” attraversata dal mondo agricolo e zootecnico e di “isolamento e difficoltà delle aziende”, ha indicato come strada da percorrere quella della “formazione” che permetta a chi opera nel settore di “creare occasioni nuove, trasformando e vendendo, ad esempio, i prodotti invece di limitarsi alla fase della produzione”.
Nel corso dell’incontro, più volte, è stata sottolineato il mancato funzionamento del Parco, la diffusa diffidenza, il fatto che non venga visto come una risorsa. A dimostrazione di ciò, le numerose domande di esclusione dall’area protetta.
Anche Catapano ha parlato di “mancanza di pianificazione e concertazione”. “Non c’è stata nessuna riunione, a livello provinciale e regionale, per discutere sulla costituzione e sullo sviluppo del Parco. Non c’è un solo cartello che indichi l’entrata nell’area protetta, non c’è un progetto di identificazione della gente con il Parco”.
Il vicepresidente regionale della Cia ha evidenziato lo stretto collegamento tra Parco, agricoltura e turismo, la necessità di sviluppare l’agriturismo, di promuovere la spesa nell’area protetta e di affidare agli agricoltori le attività di sportello.
La parola è passata allora all’assessore Giacovelli che ha subito tenuto a precisare: “Non si è partiti male. I risultati acquisiti sul Parco delle Gravine sono estremamente positivi. In questi due anni, come ente di gestione provvisorio, non potevamo fare miracoli. Non sono sufficienti due anni per passare da un territorio, in cui era diffusa la diffidenza e la paura nei confronti di una novità, ad un territorio in grado di darsi in poco tempo strategie diverse e innovative”.
“Occorreva impegnarsi – ha continuato – in un’operazione che permetteva al territorio di misurarsi con questa nuova realtà, un’opera di sensibilizzazione per far maturare un’identità del Parco. I risultati raggiunti in questo senso sono straordinari”.
Giacovelli ha fornito esempio di privati che avevano avanzato la domanda di esclusione dall’area protetta e che si stanno ricredendo e ha sottolineato che anche i cacciatori, nonostante continuino a lamentare alcuni problemi quali la tabellazione, stiano cambiando atteggiamento, in quanto “si stanno rendendo conto che il Parco può rappresentare un luogo in cui c’è la riproduzione della cacciagione”.
“Quando si va ad istituire un Parco – ha poi spiegato l’assessore provinciale – un obiettivo importante è quello di disporre di un organico che permetta di organizzare tutto ciò che è necessario. Dobbiamo misurarci con le risorse minime di cui disponiamo e con gli obiettivi massimi che ci poniamo. Occorre progettualità. Ci sono le risorse e bisogna capire come utilizzarle. Nel mese di gennaio, andrà istituita la Consulta del Parco, con compiti propositivi e consultivi. Ci servirà un tavolo di concertazione per avviare una programmazione persino economica”.
Si è poi aperto il dibattito. Tante le questioni discusse, tra le quali: il coinvolgimento dei Comuni e la necessità che si mettano in rete, l’opportunità di incamerare i finanziamenti europei 2007-2013, l’avvio di una campagna di comunicazione nelle scuole, e i casi di “multe”.


» Fonte: Corriere del Giorno
» Autore: Francesca Piccolo

sabato 15 dicembre 2007

SEMAFORO SANGUISUGA

«Il semaforo sanguisuga»: non è titolo di un film, è un’altra puntata del controverso impianto semaforico installato in prossimità del centro urbano, dove via Roma, proseguendo per Castellaneta, torna ad essere statale 7. Bene, dopo segnalazioni e interventi di consiglieri regionali (Paolo Costantino, Pd: interessata la Guardia di finanza), “passaggi” consiliari, e altre forme di protesta più o meno visibili (anche filmati su YouTube), è la locale sezione del Partito socialista a ritornare sulla questione e a chiedere «l'immediata rimozione dell’iniquo e dannoso semaforo».
Con un’annunciata petizione popolare: «In un momento storico particolarmente recessivo - si legge in un comunicato stampa -, nel quale la pressione fiscale, i prezzi dei beni alimentari, dell’energia, dei mutui, sono al limite della sopportazione sociale, amministrazioni pubbliche come quella di Laterza, pur di rimpinguare le casse comunali, in barba alle difficoltà dei cittadini, s'inventano sempre nuovi e subdoli stratagemmi per spillare loro altro denaro». Un esempio, «la (finta) pianificazione del traffico urbano ed extraurbano: autovelox, videosorveglianza e semafori; ovvero, ulteriore e grave ma celata tassazione, per mezzo del Grande fratello». Insomma, per il Ps di Laterza «sembra ormai di moda, piantare semafori nelle città, con annesse fotocamere dalla dubbia funzione, che, paradossalmente, invece di contribuire alla sicurezza stradale, spesso sono essi stessi il vero pericolo». Una cosa però è certa, sostengono i socialisti laertini: «Il loro compito, quello effettivo di esattori, risulta davvero impeccabile». E «infallibile e spietato» viene definito il semaforo di via Roma, «a causa del quale ci pervengono centinaia di istanze, da parte di automobilisti e pedoni che ne lamentano sia l’ambiguo funzionamento, che l’oggettiva pericolosità; oltre, naturalmente, alla pesante punizione economica». Che la nota Ps snocciola fra parentesi: «Centocinquanta euro e la sottrazione di 6 punti dalla patente, cui si possono aggiungere altri 250 euro circa, per l’eventuale mancata comunicazione, al comando PM, del conducente il veicolo sanzionato». In sintesi, una sorta di «trappola fiscale occulta» in cui sarebbero fin qui caduti «più di 500 automobilisti», di cui il Ps di Laterza intende «rappresentare la protesta ed assumere la difesa». Attraverso, appunto, una petizione popolare finalizzata alla rimozione del “semaforo sanguisuga” e approfondimenti «mirati al miglioramento reale della situazione stradale e del traffico urbano in Laterza».
» Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

» Autore: Francesco Romano

lunedì 10 dicembre 2007

Finanziaria 2008

Di seguito riportiamo alcuni dei provvedimenti più interessanti contenuti nella Finanziaria 2008 approvata lo scorso mese di novembre.

• Sconto ICI sulla prima casa: detrazione fino a 303 euro l’anno
• Al via la riforma dei trattamenti di disoccupazione agricola
• Confermate le agevolazioni fiscali del settore agro-alimentare
• Niente canone RAI dopo i 75 anni
• Incentivo di circa 1.000 euro per i giovani che vanno a vivere in affitto
• Addio libri contabili, IVA e IRAP. Per le piccole imprese solo un forfait
• Cento miliardi di euro per rilanciare lo sviluppo del Sud (2007-2013)
• Venti milioni per l’impiantistica sportiva
• Detrazione IRPEF per gli inquilini con reddito fino a 30.000 euro
• Aliquota dell’imposta sulle società di capitale dal 33% al 27,5%
• IRAP dal 4,25% al 3,9 %. IRES tagliata sugli utili reinvestiti in azienda
• Sconto da 42 a 17,5 euro per il bollo sugli atti presentati on line
• Tre miliardi per il rilancio dell’edilizia sanitaria
• Cento miliardi per i livelli essenziali di assistenza ai cittadini
• Fondi alle Regioni per il vaccino contro il cancro all’utero delle giovanissime
• Duecento milioni al Fondo per i non autosufficienti .
• Riconoscimento ai precari del lavoro svolto nel SSN ai fini concorsuali
• Sostegno alle associazioni di volontariato per l’acquisizione gratuita dei farmaci
• Tremila euro alle imprese del Sud pronte ad assumere neo-laureati
• Sgravi del 55% sugli interventi di ristrutturazione energetica degli edifici
• Governo, soglia massima fissata in 60 componenti
• Ottanta milioni per la promozione del “Made in Italy”
• Stanziati 95 milioni per lo “sport di cittadinanza” (2008-2010)
• Quattrocento milioni in più per università e ricerca, premiate le più efficienti
• Tagli ai costi della politica per la sicurezza delle scuole
• Cento milioni di euro per il funzionamènto delle scuole
• Centocinquanta milioni alle famiglie per affrontare il “caro scuola”
• Arrivano 129 milioni per le infrastrutture portuali e marittime
• Due miliardi per l’attuazione del Protocollo sul welfare
• Pubblico impiego, stanziati i fondi per gli adeguamenti contrattuali
• Riduzione del precariato nelle pubbliche amministrazioni
• Ottocento milioni al Fondo per l’occupazione
• Cinquanta milioni per la sicurezza sul lavoro
• Settanta milioni per costruire nuove carceri, cento per la sicurezza
• Riforma della giustizia, 84 milioni di euro per gli arretrati civili e penali
• 5 milioni di euro per il risanamento da amianto negli edifici pubblici
• Bonus per la formazione professionale
• Consumatori, finalmente la class action
• 180 milioni di euro per i danneggiati da trasfusioni
• ANAS, 215 milioni di euro subito per progetti già approvati

giovedì 29 novembre 2007

il nuovo nome, forse ....

Il merito e il salario di Pietro Ichino

Il presidente di Confindustria, Montezemolo, ha rilanciato con forza, in questi giorni, la parola d’ordine della meritocrazia; e il segretario della Cisl, Bonanni, gli ha risposto positivamente: «Il nostro obiettivo è lavorare meglio e di più, per produrre e guadagnare di più». Su questo tema, invece, la Cgil resta abbottonata. Questa sua riluttanza non risponde a ragioni tattiche contingenti: ha radici profonde nella cultura della sinistra. E niente affatto disprezzabili.
A sinistra l’idea dominante è che la produttività non sia un attributo del lavoratore, bensì dell’organizzazione aziendale in cui egli è inserito. «Prendi un ingegnere bravissimo e mettilo a spaccare le pietre: otterrai probabilmente un lavoratore molto meno produttivo di uno spaccapietre analfabeta». Se, poi, nessuno domanda pietre, entrambi stanno fermi e la produttività di entrambi è zero. Nel dibattito di tutto lo scorso anno sui nullafacenti del settore pubblico, questo è stato immancabilmente il concetto che veniva contrapposto all’idea di commisurare le retribuzioni anche ai meriti individuali: «Il risultato penosamente basso di molti uffici — si è detto da sinistra — ma anche il difetto di impegno di molti impiegati dipendono dal pessimo livello di organizzazione e strumentazione ».
C’è del vero in questo argomento; ma a sinistra si cade spesso nell’errore di fermarsi qui. È l’errore che il grande Jacovitti rappresentò con l’indimenticabile vignetta dove una mucca dall’aria torpida e pigra diceva: «Sono una mucca per colpa della società». La realtà è che la produttività del lavoro dipende da entrambe le variabili: sia dall’organizzazione, e talvolta da circostanze esterne incontrollabili, sia dalla competenza e dall’impegno del singolo addetto. E conta anche il suo impegno nel cercare l’azienda dove il proprio lavoro può essere meglio valorizzato.
Commisurare interamente la retribuzione al risultato significa, certo, scaricare sul lavoratore tutto il rischio di un esito negativo che può non dipendere da suo demerito. Ma garantire una retribuzione del tutto stabile e indifferente al risultato significa cadere nell’eccesso opposto: così viene meno l’incentivo alla fatica del far bene il proprio lavoro e del muoversi alla ricerca del lavoro più utile, per gli altri e per se stessi. Questa stabilità e indifferenza della retribuzione è la regola oggi di fatto imperante in tutto il settore pubblico, ma troppo largamente applicata anche in quello privato, per effetto di contratti collettivi che lasciano uno spazio del tutto insufficiente al premio legato al risultato.
E questo è uno dei motivi —insieme, certo, a tanti altri difetti strutturali e imprenditoriali — della bassa produttività media del lavoro nel nostro Paese. Per uno stipendio magari basso, che però matura qualsiasi cosa accada, ci sono sempre i lavoratori che si impegnano a fondo, se non altro per rispetto verso se stessi, e si ribellano alle situazioni di improduttività; ma ce ne sono sempre anche altri che se la prendono comoda, fino al limite del non far nulla. Un’iniezione di meritocrazia nei contratti collettivi e individuali fa certamente bene anche a questi ultimi.

Pietro Ichino
(Corriere della Sera - 26/11/2007)

mercoledì 28 novembre 2007

CONFERENZA DEI SEGRETARI REGIONALI

La riunione della Conferenza dei Segretari regionali tenutasi a Roma martedì 20 novembre, ai sensi dell’art. 6 del Dispositivo finale dell’Assemblea Costituente nazionale, ha deliberato quanto segue:

1. Le assemblee degli elettori del 14 ottobre, ai fini del radicamento territoriale del Partito Democratico, si terranno nei mesi di Dicembre e di Gennaio.

2. Il livello di radicamento del PD sono i Circoli territoriali. La definizione di “circolo territoriale” è da ritenersi provvisoria in quanto il nome definitivo verrà indicato negli Statuti.

3. I Circoli che si costituiranno in questa prima campagna di insediamento territoriale avranno come base elettorale quella corrispondente ai confini stabiliti, con criteri oggettivi, dal comitato provinciale. Questo comporterà che ad ogni Circolo afferiranno uno o più seggi elettorali delle primarie del 14 ottobre.

4. Nell’arco temporale definito al punto 1 saranno chiamati a partecipare alle Assemblee dei Circoli territoriali tutti gli elettori del 14 ottobre ai quali verrà consegnato un attestato di partecipazione, preparato e distribuito dall’esecutivo nazionale del PD.

5. Tali assemblee eleggeranno i delegati per l’Assemblea provinciale. Nelle realtà in cui si costituirà a livello comunale un solo circolo territoriale, l’Assemblea eleggerà un proprio coordinamento. Laddove il coordinamento provinciale abbia stabilito, d’intesa con il Coordinamento regionale, l’esistenza di più circoli nella stessa città si potranno eleggere i delegati per il livello comunale

6. La platea dell’Assemblea provinciale è composta dalla somma dei delegati dei circoli e dal coordinamento provinciale esistente, mentre quella comunale o di zona è composta dai soli delegati. A queste platee compete l’elezione dei segretari dei livelli organizzativi corrispondenti.

7. Le modalità di voto delle assemblee di circolo saranno decise dai coordinamenti regionali.

8. I Segretari regionali d’intesa con i Coordinatori provinciali stabiliscono un criterio oggettivo per la definizione delle dimensioni delle platee provinciali.

9. Quanto stabilito in questa delibera per le organizzazioni provinciali vale anche per le organizzazioni territoriali istituite ed equiparate ai provinciali dalle Assemblee Costituenti regionali.

martedì 27 novembre 2007

PRIMARIE A MARZO PER I GIOVANI DEL PD

I giovani chiedono di partecipare attivamente alla vita del Partito Democratico dando vita ad un movimento giovanile nuovo. E’ questo il contenuto della lettera inviata al segretario del Pd Walter Veltroni che questa mattina ha accolto e rilanciato l’idea. «Penso che il movimento giovanile del Pd – ha affermato in una conferenza stampa affiancato dal suo vice Dario Franceschini - possa nascere con le primarie davanti alle scuole, alle università, alle discoteche».


Le primarie, che dovrebbero avvenire senza liste e con candidature libere, si svolgeranno a marzo. «Predisporremo – ha aggiunto - banchetti che saranno allestiti in tutti i luoghi abituali dei giovani».

Per candidarsi bisognerà non avere superato i 30 anni e averne compiuti almeno 15. «Basterà semplicemente – ha spiegato - candidarsi e essere votati. E' un investimento sui giovani con i quali il Pd è nato». Una formazione che vuole rifarsi a quelle in cui anche lui e il suo vice sono cresciuti, la Fgci e il movimento dei giovani della Dc. Il vicesegretario del Pd Dario Franceschini ricorda con orgoglio il patrimonio di quei movimenti: «Io e Walter – ha, infatti, aggiunto Franceschini - iniziammo da lì e fu una palestra di formazione straordinaria. In più il movimento dei giovani del Pd sarà sin da subito una mescolanza di esperienze diverse ma coinvolgerà anche chi vuole cominciare ad affacciarsi alla politica».

Presenti alla conferenza anche i protagonisti di questa avventura, dai leader dei giovani di Margherita e Ds a volti nuovi ed entusiasti. «Saremo come le formiche del cartone animato 'A bug's life' – ha affermato con una metafora Mattia Stella, giovane collaboratore dell'assessore alle Politiche giovanili del comune di Roma - : tanti animaletti da soli non possono fare nulla, ma uniti salvano il popolo delle formiche dall'assalto delle cicale».

«Vogliamo – ha voluto aggiungere amche Pina Picerno dei Giovani della Margherita - coinvolgere tutti, al di là dei partiti . Sarà un'avventura intrapresa con molta leggerezza. Sarà un impegno deciso e faticoso, sorridente e spensierato». «Dovrà essere – ha puntualizzato Fausto Raciti della Sinistra Giovanile - un percorso il più aperto, plurale e diversificato possibile».

Ed in attesa delle primarie, i giovani del Pd potranno farsi sentire attraverso il loro sito internet: www.fermentidemocratici.ilcannochiale.it.

venerdì 23 novembre 2007

DOPO IL 24 NOVEMBRE, RADICAMENTO TERRITORIALE DEL PD

In questi ultimi giorni ed ore affiorano alcune domande cogenti sul processo di radicamento territoriale del Partito Democratico. Un processo complesso e indefinito che al momento è oggetto di discussione nella commissione statuto nazionale e nella conferenza dei segretari regionali coordinata da Veltroni.

Personalmente non è stato facile decifrare l’orientamento che si sta assumendo per cui sinteticamente riporto quello che ho compreso dalla lettura, dal confronto con gli altri delegati e partecipanti alla costruzione del Partito Democratico. Quello che segue perciò è una libera interpretazione che può essere inesatta ed è per questo che vi invito ad inviarmi le vostre impressioni e commenti al processo di radicamento del Pd.

ORGANIZZAZIONE COMUNALE

Il livello comunale sarà organizzati in circoli (definizione provvisoria) corrispondenti ad almeno un seggio elettorale delle primarie, circoli formati da tutti gli elettori del 14 ottobre. Nei comuni con un solo circolo, l’assemblea di circolo eleggerà un coordinamento comunale (più o meno l’organizzazione comunale della Margherita). Nei comuni con più di un circolo, ciascuna assemblea di circolo eleggerà i delegati che comporranno l’assemblea (detta anche “platea”) comunale. Non è chiaro quanti saranno i delegati per circolo – per cui sicuramente le norme successive chiariranno tali numeri-.

Le stesse assemblee di circolo dovranno eleggere i propri delegati all’assemblea provinciale. Il coordinamento di circolo o, nel caso di più circoli in un solo comune, i delegati eletti dalle assemblee di circolo, eleggeranno un segretario comunale (che sarà quindi un eletto di secondo grado). In questo caso non si capisce la data di elezione del segretario comunale.

ORGANIZZAZIONE PROVINCIALE

L’assemblea provinciale ( o coordinamento provinciale) sarà formata da:

  1. i delegati per l’assemblea provinciale eletti dai circoli comunali;
  2. i delegati nazionali e regionali eletti il 14 ottobre nella provincia;
  3. (se aderenti al PD) il sindaco e capogruppo consiliare del comune capoluogo di provincia, il presidente e capogruppo consiliare della provincia; i consiglieri regionali, e i parlamentari.

Non è stato definito quanti delegati saranno designati dai circoli comunali?

L’assemblea provinciale così formata eleggerà il coordinatore provinciale. La data di elezione non sembra individuata anche se è indicata per fine gennaio e inizi di febbraio.

Franco Catapano
info@francocatapano.it

Rai, la solitudine del Cavaliere

COSA AVREBBE SCRITTO ENZO BIAGI SULLE INTERCETTAZIONI DELLA RAI?
LO STRANO DESTINO RIVELA SOLO DOPO LA SUA MORTE CHE VI ERA UN CHIARO DISEGNO PER AFFOSSARE LA RAI.
Di seguito riportiamo un bel articolo apparso oggi su Europa.


L’unica certezza, per ora, è che le riforme della Rai e del sistema tv si possono fare con tutti, ma non con Berlusconi. Il primo effetto concreto dello scandalo che ha travolto l’azienda pubblica è di avere eliminato dal menù del dialogo la portata che al fondatore di Forza Italia sta più a cuore. Nessuno scambio, nessuna trattativa. Se le condizioni per un’accelerazione della legge di riforma della Rai ci sono, al tavolo sembrano essere invitati tutti tranne Forza Italia che, per la verità, sembra interessata solo a frenare. In commissione lavori pubblici al senato, il partitoazienda ha presentato 1300 dei circa 1500 emendamenti complessivi al disegno di legge Gentiloni di riforma della governance di viale Mazzini.
Il partito del Cavaliere sembra avere tutto l’interesse a mantenere lo status quo in un’azienda già provata dal caso Petroni e che anche ieri il direttore generale Cappon ha definito giunta «a un punto di non ritorno». O si cambia o si muore. O diventa un’azienda normale oppure è destinata a fare la fine di Alitalia. Il leader del Partito democratico Walter Veltroni è tornato a proporre una ricetta forte (i pieni poteri a un amministratore delegato), ancora più radicale dell’ipotesi messa a punto dal ministro Gentiloni. «L’importante è garantire l’efficienza gestionale e l’autonomia dell’azienda dalla politica e dai partiti» fanno sapere dal ministero di largo Brazzà. La speranza del ministro è di compattare la maggioranza sulla sua proposta «ma non c’è una pregiudiziale a un contributo dell’opposizione».
Dopo lo strappo del Cavaliere si guarda alle mosse di Udc e Alleanza nazionale. Nessuno si illude. Anche perché la riforma della Rai potrebbe finire per incrociare quella del sistema tv che, superato il passaggio in commissione alla camera, dovrebbe essere calendarizzata per metà gennaio. L’ipotesi che An possa sfruttarla per “ricattare” l’ex alleato è remota ma non infondata. Ieri mentre Berlusconi parlava di «sciacalli in azione» sulle intercettazioni Rai, Gianfranco Fini riconosceva che la riforma delle tv è urgente così come quella del conflitto d’interessi, pur confermando una sostanziale bocciatura del disegno di legge del governo. Sulla Rai «siamo aperti al confronto, ma fin qui non è stato possibile in quanto manca una proposta della sinistra, perché il ministro Gentiloni ha una posizione e Veltroni ne ha un’altra» faceva sapere Maurizio Gasparri, padre della legge in vigore. Che però aggiungeva: «Naturalmente tutte le leggi possono essere cambiate, quindi anche quella che porta il mio nome. A titolo personale, ritengo che vada attuata quella parte della normativa che prevede la privatizzazione della Rai». Anche l’Udc ha sempre detto di essere disposta a votare solo una legge che preveda la privatizzazione di un canale Rai, ipotesi però inaccettabile per la sinistra radicale. L’unica certezza, per ora, è che se il Cavaliere resta l’interlocutore principale del Partito democratico sul terreno della riforma elettorale, sulle tv il dialogo sembra essere impossibile. Lo «scambio» è stato escluso espressamente ieri proprio da Gentiloni. L’auspicio di un’apertura di dialogo sulle «regole del gioco» avanzata da Gianni Letta nel suo articolo di qualche giorno fa, non ha raccolto sponde nel centrosinistra. E dopo lo scandalo Rai-Mediaset una Grosse Koalition sulle tv è pura fantasia.


GIOVANNI COCCONI

Europa, 23-11-2007

giovedì 22 novembre 2007

Un partito nuovo e di tutti anche a Taranto

Accadono “cose nuove” anche in politica. Le volte che accadono i cittadini le apprezzano premiando sia la novità che l’innovazione. La nascita del Partito Democratico conferma e rafforza questa tesi. Nella provincia di Taranto circa 29.000 cittadini hanno riposto la loro fiducia nella nascita del “partito nuovo”. Un grande evento democratico che responsabilizza i 76 delegati regionali e nazionali che il 24 novembre si riuniranno per iniziare il processo di costruzione del Pd in terra jonica.

La democrazia però assomiglia al successo, non è facile conquistarla ma è più difficile mantenerla. A Taranto il rischio di sbagliare è più alto che altrove. Non a caso negli ultimi giorni si sono succeduti articoli assennati da parte di Michele Pelillo, Luigi Paolo Morea e Gigi Conte.

Tuttavia Walter Veltroni ha chiaramente individuato nella discontinuità e pluralismo le coordinate di riferimento per la costruzione del Pd.

La discontinuità non può che essere nei metodi e nei volti, un cambiamento atteso e necessario sei si vuole essere innovativi. Pluralismo vuol dire andare oltre le liste e le correnti per sostenere idee e contenuti nuovi affinché tutti si sentano coinvolti nel processo di radicamento territoriale.

Personalmente penso che la trasparenza delle decisioni e la definizione del ruolo di coordinatore ed esecutivo provinciale sono le prime cose da discutere. La mia proposta è quella di sperimentare una struttura articolata su una doppia forma di responsabilità:

1) Un esecutivo snello di tipo politico-organizzativo (rappresentativo dei territori);

2) L’organizzazione di aree tematiche (incubatori di idee) aperti ai non eletti alle primarie. Alle stesse, coordinate da personalità di spicco nelle diverse aree, spetterebbe il compito di definire programmi e proposte vincolanti per gli organi dirigenti del partito. L’esecutivo politico-organizzativo si completerebbe dunque con i coordinatori delle diverse aree tematiche.

Sciogliendo preliminarmente questi nodi appare più semplice tracciare la figura di un coordinatore provinciale che deve essere assolutamente un giovane uomo o donna, capace di inserirsi nell’asfittico dibattito politico per attivare un dialogo costante con l’esterno e i cittadini. In sintesi una figura non implicata nelle vecchie e dolorose divisioni interne dei partiti jonici, capace di interpretare quello che c’è fuori e non solo quello che c’e dentro. Un chiaro segnale di rinnovamento anche per avvicinare le nuove generazioni alla nuova stagione politica.

Mi rendo conto che il compito è impegnativo e difficile, colmo di sfide e di ostacoli, ma il rispetto verso il popolo delle primarie ci impone di cambiare.

Franco Catapano

Delegato all’assemblea costituente regionale

FISSATE PER IL 24 NOVEMBRE LE ASSEMBLEE PROVINCIALI DEL PARTITO DEMOCRATICO

Si avvicina la data delle Assemblee provinciali del Partito Democratico.

Le assemblee convocate dal Segretario Regionale Michele Emiliano prevedono l'elezione del Coordinatore con voto segreto. Ai sensi dell'art. 5 del dispositivo finale dell'Assemblea Costituente nazionale risulterà eletto il candidato che avrà ottenuto la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, con eventuale ballottaggio tra i primi due.

Successivamente si procederà alla istituzione del Coordinamento provinciale costituito dagli eletti nelle Costituenti nazionale e regionale nonchè, qualora non ne facessero parte , il Sindaco e il Capogruppo consiliare del PD del Comune capoluogo, il Presidente della Provincia e il Capogruppo provinciale, i consiglieri regionali e i Parlamentari aderenti ai gruppi del PD.

Vi ricordiamo che i Coordinamenti provinciali possono allargarsi ad altre persone con il voto favorevole di due terzi dei componenti dello stesso. In seguito Il Coordinamento provvederà all'elezione del Presidente al suo interno.

DI SEGUITO I LUOGHI DOVE SI SVOLGERANNO LE ASSEMBLEE COSTITUENTI SABATO 24 NOVEMBRE

BARI : Sala Tridente - FIERA DEL LEVANTE- ore 09.00

BAT : Trani , Auditorium "San Luigi" - Piazza Mazzini - ore 09.00

TARANTO : Audutorium Masseria Vaccarella - via per Monteiasi - quartiere Paolo VI - ore 09.00

BRINDISI : Biblioteca Provinciale - ore 09.00

LECCE : Hotel PRESIDENT - Lecce -

FOGGIA : Biblioteca Provinciale - Viale Michelangelo - Foggia ore 17.00

mercoledì 21 novembre 2007

il nuovo simbolo

Cchiu’ pilu ppi tutti: Parrucconi e parrucchini

Il primo pensiero, affettuoso e solidale, non può che andare ai figli. Perché lui, nonno Silvio, ha di nuovo giurato sulle loro teste. Amorevolmente intervistato da Augusto Minzolini sulla Stampa, Bellachioma ha negato di avere qualcosa a che fare con il nuovo partito bifamigliare Storace-Santanchè. E visto che non ci credeva nemmeno lui ha aggiunto: «Ho giurato sui miei figli che non ne sapevo niente».
L’ultima volta che aveva messo di mezzo la testa della prole era stato il 22 novembre 1994, quando ricevette il primo invito a comparire per le tangenti alla Guardia di Finanza e assicurò che la Fininvest non fa certe cose. Naturalmente era una balla: manager corruttori e finanzieri corrotti furono puntualmente condannati. Ma i Berluschini non ne subirono alcuna conseguenza. Stavolta vedremo. Per il resto l’ometto che ieri ha fondato il nuovo Partito del popolo della libertà, o Partito della libertà, o Partito del popolo, o Popolo del partito, o Libertà del popolo, o Libertà del popolo partito, pare lo stesso del 1994. A parte i 13 anni e i 13 capelli in più. Ora come allora, dice che «il partito nasce dal basso»: infatti lo fonda lui, che è 1 metro e 60.

La lunga retromarcia verso le origini, anzi verso l’infanzia, prevede il replay dell’«appuntamento con la Storia» e del «pericolo di un futuro illiberale e incerto» (frasi copiate dal discorso della «discesa in campo», solo che stavolta gli illiberali non sono i comunisti, ma gli alleati); la diretta adorante di Emilio Fede; l’accenno alla «forza morale» del nuovo partito (infatti Dell’Utri s’è detto d’accordo e Previti anche); il ritorno in regìa di Giuliano Ferrara (che ultimamente, a corto di padroni da servire, stava per iscriversi al Partito democratico); il disprezzo per la «vecchia politica dei parrucconi» (parrucchini e trapianti per tutti); l’alzo zero sulla «classe politica degli anni 80 che ci lasciò la pesante eredità del debito pubblico», per la gioia di Stefania Craxi, De Michelis, Pomicino, Biondi, Pisanu, Cicchitto e altri riciclati o figli d’arte (a proposito: chissà che ne dice il Platinette Barbuto testè ripescato).

Il ritorno agli albori è sottolineato anche dal tasso decisamente notevole di gnocca alla conferenza stampa, da cui erano perciò esclusi Bondi e Cicchitto (Gustavo Selva s’è imbucato all’ultimo momento, a bordo della consueta ambulanza). Unici elementi di continuità col recente passato: la prescrizione fresca di giornata che l’ha salvato dall’ennesimo processo per falso in bilancio grazie ai suoi onorevoli avvocati; le balle spaziali sul fatto di non aver mai pensato alla «spallata» anti-Prodi; e le cifre sparate a casaccio, tipo quella dei «10 milioni di firme ai gazebo» (su You-tube c’è chi dimostra di aver votato una dozzina di volte, anche coi nomi di Riina, Gelli e Hitler).

Come la Nazionale di Donadoni, Bellachioma dà il meglio di sé quando è disperato. Nel ’94 temeva di finire in galera e di fallire per debiti: scongiurò brillantemente entrambe le evenienze. Stavolta aveva puntato tutto sulla caduta di Prodi: non gli è riuscito di comprare nemmeno mezzo senatore, Casini lo snobba, Fini

minaccia financo di accorgersi del conflitto d’interessi e parla addirittura di «legalità», Bossi gli fa gli scherzi.Se nel ’94 tutti saltavano sul carro del vincitore, oggi fanno a gara nel percorso inverso. Ieri il Giornale della ditta, pensando di far cosa gradita, pubblicava le gigantografie di «Tutti gli amici di

Silvio»: Storace, Santanchè, Brambilla, Giovanardi e Rotondi. Trascinatori di folle. Ma lui confida molto in Bordon e Dini, per dire com’è ridotto. È talmente all’angolo che non parla più di «brogli comunisti», anzi elogia gli «uomini di buona volontà» del Pd, coi quali vorrebbe tanto mettersi d’accordo perché lo trattano molto meglio degli ex alleati. Lo scambiano addirittura per un interlocutore in vista della riforma elettorale, lui che non ha mai capito una mazza di proporzionale e maggioritario (però «me l’ha spiegata Giuliano Ferrara»), oscillando fra l’uno e l’altro a seconda di dove lo portava il portafoglio. Insomma, lui ci conta molto: ogni volta che ha un piede nella fossa, arriva sempre il centrosinistra a salvarlo.
Basterà invitarlo a tavola per un bel governissimo senza le ali estreme, e tornerà come nuovo. Riusciranno i nostri eroi a resuscitarlo per la terza volta?

Marco Travaglio - da l'Unità

PD: CIRCOLI E FORUM PER COINVOLGERE I CITTADINI

La nomina transitoria dei coordinatori provinciali e l'avvio dei forum tematici ma soprattutto la costruzione di circa 8000 circoli del Partito Democratico in tutta Italia. E' questa la tabella di marcia dei lavori delineata oggi nella nuova sede del Partito Democratico. A compilarla al fianco del segretario Walter Veltroni e del coordinatore Goffredo Bettini i segretari regionali del Pd. «Tra dicembre e gennaio – ha spiegato il segretario al termine dell’incontro - lavoreremo per costruire 8 mila circoli del Partito democratico in tutta Italia per portare il partito nei luoghi dove c'è la gente». «Ma al tempo stesso – ha però tenuto a precisare illustrando le modalità in cui il nuovo partito si radicherà sul territorio - , il coinvolgimento sarà fatto con modi nuovi». I circoli del Pd avranno, infatti, caratteristiche e collocazioni diverse rispetto alle sedi tradizionali dei partiti e saranno utilizzati anche mezzi nuovi di coinvolgimento come internet e le nuove tecnologie.
«Dobbiamo lavorare – ha concluso Veltroni - per costruire il Partito democratico attraverso il coinvolgimento del popolo delle primarie e non solo».
«E' andata molto bene e abbiamo preso decisioni all'unanimità. Ora – ha aggiunto Bettini - dobbiamo mettere il Pd con i piedi per terra, dobbiamo implementare l'esperienza democratica delle primarie e raccogliere entusiasmo, attese e speranze. Ci siamo dati un calendario di lavori – ha continuato - che si può riassumere in tre punti: l'elezione in forma transitoria delle strutture provinciali «che gestiranno la fase costituente fino alle decisioni della commissione statuto», la costruzione dei circoli di base e l'avvio dei forum».
«Il 24 novembre – ha poi spiegato più dettagliatamente affrontando il primo punto - ci sarà la nomina dei coordinatori provinciali e c'è stata una risposta alla sollecitazione mia e di Veltroni perchè ci fosse una grande rappresentanza femminile. In Calabria ad esempio c'è la scommessa di nominare 5 donne coordinatrici provinciali. Sarebbe un fatto simbolico e concreto importante».
Altra tappa decisa la costituzione dei circoli di base, il modo «per tornare a stare dove la gente vive, lavora, studia e la parola d'ordine è costruirne ottomila tra dicembre e gennaio».
«Si è preso atto – ha, infatti, evidenziato Bettini - di una fase di grande dinamismo politico del Pd che in un mese ha creato uno scenario politico italiano totalmente nuovo ed ha preso iniziative dalla legge elettorale alla sicurezza, che hanno stabilizzato il governo. Ora si tratta – ha continuato - di implementare la straordinaria esperienza delle primarie e raccogliere l'entusiasmo di tante persone».
«Daremo – ha poi aggiunto - un attestato a tutti coloro che parteciperanno alla fondazione dei circoli con una frase di Walter sul rinnovamento della politica e il nuovo simbolo». Un documento che testimonierà «che si è voluto fare un passo in più rispetto ad andare a votare alle primarie».
Ultimo punto affrontato nel corso della riunione: i forum tematici. «Io personalmente – ha affermato Bettini - li immagino molto aperti con il coinvolgimento di competenze e risorse della società italiana».
Forum che «dovranno - ha chiarito ancora Bettini - essere molto aperti perchè abbiamo bisogno come il pane di ripensare l'Italia e i suoi problemi in modo approfondito valorizzandone talenti e risorse. In questo senso i partiti tradizionali si erano troppo rinsecchiti».
Forum che avranno il compito di istruire temi su cui chiamare gli elettori a decidere. «Penso ad esempio – ha spiegato - al tema del testamento biologico, ma anche della cultura. Coinvolgere la società - ha concluso - è un obiettivo del Pd».

martedì 20 novembre 2007

La seconda discesa in campo contro i politici «parrucconi»

Silvio «Pa-Peròn» Berlusconi, come lo battezzò Cossiga, ha estratto dal cilindro una nuova sorpresa: il Partito del Popolo Italiano delle Libertà. Diranno gli scettici che, dati ufficiali alla mano, è il 157˚. In coda a creature lillipuziane quali il «Patto Cristiano Esteso» o il «Movimento Ultima Speranza». Ma lui ne è sicuro: diventerà il punto di riferimento di decine di milioni di italiani. Così grande che Forza Italia vi si «scioglierà dentro». Così ecumenico che spera «aderiscano tutti, nessuno escluso ». Così adatto ai tempi, spiega nella prefazione a un libro di «Magna Carta», da stare «nel solco dei valori del cristianesimo, del liberalismo, del socialismo democratico, della laicità». Un partito-tutto. Contro i partiti e i partitini. Ma soprattutto contro «i parrucconi della politica ».

Certo, c’è chi avrà buon gioco a ridacchiare sulla eccentricità di un pelato che, sia pure sottoposto alla messa a dimora di folte chiome luccicanti, dichiara guerra ai parrucconi. Per non dire del brevilineo che muove battaglia ai nani. Ma nel lanciare la sua nuova sfida, indifferente a questi dettagli, il Cavaliere mostra una volta di più di avere una caratteristica forse unica nel panorama della politica italiana: il coraggio spericolato di giocarsela. Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e perfino Umberto Bossi, dopo l’ennesima spallata annunciata e poi fallita al Senato, sembravano avergli rubato finalmente la palla? Lui se l’è ripresa di forza, è uscito dall’area in cui pareva asserragliato e si è catapultato all’attacco con una di quelle «ripartenze» da lasciare a bocca aperta anche il «suo» Arrigo Sacchi. Se arriverà in porta è da vedere. Rispetto alla prima «discesa in campo», ha una zavorra finanziaria in meno, dato che i conti aziendali vanno bene e i manager non gli suggeriscono più come Franco Tatò di «portare i libri in tribunale » (parole di Marcello Dell’Utri), ma alcune zavorre politiche in più. Che almeno sulla carta potrebbe appesantire molto la sua corsa. Spiegava allora agli italiani di non «avere intenzione di mettere in piedi una forza politica di vecchio tipo», di volere «un partito liberale di massa» che coinvolgesse uomini «nuovi alla politica, campioni nelle proprie professioni, i migliori», di essere deciso a rimanere estraneo alla «vecchia politica degli agguati e dei trabocchetti, delle congiure e delle manovre di Palazzo». Offriva il ministero degli interni all’«eroe di Mani Pulite», Antonio Di Pietro.

Chiedeva agli aspiranti candidati forzisti di sottoscrivere le seguenti parole: «Dichiaro 1) di non avere carichi pendenti 2) di non aver ricevuto avvisi di garanzia 3) di non essere stato e di non essere sottoposto a misure di prevenzione e di non essere a conoscenza dell’esistenza a mio carico di procedimenti in corso...». Sono passati, da allora, quasi quattordici anni. Tre più di quelli passati da Nikita Krusciov alla guida del Pcus, due più di quelli trascorsi da Helmut Kohl alla testa della Germania, due più di quelli vissuti da Franklin Delano Roosevelt alla Casa Bianca. Per carità, nessun parallelo. Ma tre lustri sono un’era geologica, in politica. Lasciano il segno. E se Forza Italia è rimasto un partito legato al «centralismo carismatico », come spiegò un giorno Cesare Previti, è difficile sostenere che non sia rimasto infettato da quelli che un tempo il Cavaliere considerava virus della «vecchia politica». Quella che gli faceva dire: «Torno a Roma. Torno nella cloaca». Basti ricordare come, dopo l’iniziale richiesta di immacolatezza, siano stati via via imbarcati uomini come Gianstefano Frigerio, vecchia volpe dicì milanese che, condannato a vari anni di carcere in diversi processi di Tangentopoli, fu eletto tra gli azzurri in Puglia dopo un lifting anagrafico con cui si era dato il nome d’arte di Carlo Frigerio. O Alfredo Vito, il famigerato «Mister Centomila Preferenze» cui Paolo Cirino Pomicino ricorda 22 condanne per corruzione. O ancora Gaspare Giudice, del quale i magistrati di Palermo chiesero invano l’arresto considerandolo «a disposizione» del presunto boss di Caccamo, Giuseppe Panzeca. Certo, lui si considera ancora, come disse un giorno, «Biancaneve in un mondo che non è una fiaba». E non ha perso occasione, in questi anni, di sfogarsi contro i riti della rappresentanza che, «tra convegni, congressi e funerali » lo facevano stare male perché gli pareva di «pestare l’acqua nel mortaio».

Contro i «faniguttun », gli sfaccendati (avversari, ma anche compagni di strada) che «non hanno mai lavorato in vita loro» e che «non possono permettersi le barche e le case che esibiscono, dunque non c’è che una spiegazione: rubano». Contro i «politicanti » che arrivò ad attaccare 14 volte in un solo comizio nell’anniversario della «vittoria mutilata» del 1994. Ma come cavalcare, oggi, l’ondata di indignazione popolare contro i costi della politica se c’era la «sua» maggioranza al Senato quando i costi sono cresciuti del 39% oltre l’inflazione e c’era lui a Palazzo Chigi quando il governo spendeva 65 milioni di euro in un anno in voli di Stato, pari a 2.241 biglietti andata e ritorno al giorno Milano-Londra con RyanAir? Come chiamare la gente a imbarcarsi su una nuova «nave di sognatori» (così chiamò un giorno Forza Italia) per dare «nuovo futuro della politica italiana» se a 71 anni suonati è già stato alla guida del governo poco meno di De Gasperi o Andreotti ma già oltre un anno più di Amintore Fanfani, due più di Bettino Craxi, tre più di Mariano Rumor? Insomma: come rinnovare la sua nuova immagine di uomo «nuovo»? Questa è la grande scommessa. Qui deve venir fuori il «mago delle emozioni». Che va a giocarsela da solo, direttamente col «suo» popolo. Certo di conoscerlo come non lo conosce nessuno. E di poterlo convincere: se il cielo non sempre è stato blu, è stata solo colpa degli altri.

Gian Antonio Stella

lunedì 19 novembre 2007

GOVERNO: SI APRE UNA NUOVA STAGIONE

Dopo l'approvazione della finanziaria, si apre «una nuova stagione fondata su due punti: il governo c'è e continuerà a lavorare accentuando la fisionomia di innovazione e aprendo un cantiere delle riforme istituzionali». Dalla storica sede de L’Ulivo in P.zza Ss. Apostoli, il segretario del Pd. Walter Veltroni, affiancato dal suo vice Dario Franceschini, delinea l’orizzonte del futuro lavoro del governo.

«Da mesi - evidenzia il leader del Pd - ho sostenuto la necessità di creare un clima diverso, di aprire una nuova stagione politica fondata sulle convergenze per alcune grandi riforme in Parlamento».Il leader del Pd ricorda come fino ad oggi al suo appello «Ci sono state – spiega - risposte diverse, in generale negative, dal capo dell'opposizione aspramente negative, mentre altre forze hanno rinviato la disponibilità al dialogo».

Ora «si apre una nuova stagione per risolvere i nodi di fondo della vita politica italiana». Tre le priorità alla base del futuro lavoro dell’esecutivo: innovazione, lotta alla precarietà e sicurezza dei cittadini. «Il Governo, che rimane in piedi e continua ad agire, può raccogliere la sfida – continua, infatti, Veltroni - arrivata da chi nel dibattito parlamentare, specie sulla Finanziaria, chiede una nuova stagione politica, puntando su tre priorità: innovazione, lotta alla precarietà e sicurezza».
«Occorre – spiega - innovazione in tutti i settori, dalla pubblica amministrazione alle imprese, alla formazione. E poi la lotta alla precarietà - aggiunge Veltroni -, per una buona occupazione, per la crescita economica e con il sostegno alle imprese». Infine «la sicurezza, che- continua - va insieme all'integrazione, è giusto che lo sforzo si concentri sulla moltiplicazione delle capacità di accoglienza, ma bisogna anche essere chiari su chi viene con altre intenzioni ed è responsabile di reati. Su questo tipo di immigrazione – sottolinea - il flusso deve ridursi». Ma tra le priorità del governo, non può certamente mancare una rapida ed efficace soluzione sulla legge elettorale. «Non ci sarà – scandisce il segretario - nessun 'prendere o lasciare', ma cercheremo di trovare un comune denominatore».
«Vogliamo – spiega - un bipolarismo virtuoso. Ci rendiamo conto – chiede retoricamente - di come stanno gli italiani da due anni a questa parte? Abbiamo passato mesi e mesi a ricontare le schede, poi altri mesi a parlare della spallata...».

«Un paese civile – continua - è un paese nel quale si vota e poi si governa per cinque anni». «Anche questa mattina - aggiunge parlando dell'incontro avuto con una delegazione del partito di Antonio Di Pietro - l'Italia dei Valori ha condiviso i tre principi della necessità di dare stabilità al Governo, ridurre la frammentazione e ridare voce agli elettori». «Questi sono i principi poi il vestito che si darà ad essi – conclude - lo decideremo insieme». «Più che gridare 'al voto, al voto', non è meglio per tutti prima sistemare le cose in modo che chiunque vinca poi potrà governare il paese? – gli fa eco anche il suo vice Dario Franceschini - Mi pare sia interesse di tutti».

«La durata della legislatura non mi pare possa essere oggetto di trattativa tra gli schieramenti, se il governo tiene – conclude - resta fino a fine legislatura».

mercoledì 14 novembre 2007

Dispositivo approvato dall’Assemblea regionale costituente del Partito democratico svoltasi a Bari


L’assemblea ha approvato all’unanimità le seguenti decisioni votate per parti separate:

1. Ai sensi dell’art. 2 comma 3 del Regolamento Quadro per l’elezione delle assemblee costituenti del Partito democratico, Michele Mazzarano assume la carica di Vice Segretario del Partito regionale;
2. sempre ai sensi dell’art. 2 comma 3 Rosa Stanisci assume l’incarico di Tesoriere del Partito;
3. ai sensi del precitato regolamento Fabiano Amati, assume l’incarico di coordinatore del processo costituente.

PRESO ATTO del dispositivo approvato dall’Assemblea costituente nazionale il 27 ottobre 2007 ed in esecuzione di esso, alla luce anche delle decisioni della Conferenza dei Segretari regionali del 31 ottobre 2007, l’Assemblea approva anche il seguente dispositivo regolamentare:
1. In adempimento dei compiti affidati dall’art. 2 comma 1, l’Assemblea istituisce tre Commissioni con il compito di predisporre le proposte di Statuto, del Manifesto delle Idee e del Codice Etico da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea Costituente da tenersi successivamente alla approvazione dello Statuto nazionale. L’iscrizione da parte dei delegati regionali alle Commissioni è libera sino alla concorrenza di un terzo del numero complessivo dei componenti l’Assemblea ( 117 per ciascuna commissione). Il Presidente dell’Assemblea regionale, unitamente ai coordinatori delle Commissioni, definisce le modalità per garantire la composizione e il funzionamento delle stesse. A tal fine sono nominati Alberto Tedesco, coordinatore della Commissione Statuto, Tonio Tondo, coordinatore della Commissione Manifesto delle Idee e Giovanna Vessia, coordinatore della Commissione Codice Etico.
2. Le funzioni di organo di garanzia del partito nella fase transitoria sono svolte dal Comitato dei Garanti regionali delle Primarie.
3. Il Tesoriere coordina un comitato tecnico amministrativo, nominato dal Segretario regionale, al quale l’Assemblea affida il mandato di adottare tutti gli atti giuridici necessari per la costituzione del partito nella fase transitoria sino all’approvazione dello Statuto da parte dell’Assemblea costituente.
4. Le assemblee provinciali previste per il 24 novembre saranno convocate dal Segretario regionale e l’organizzazione sarà a carico degli Uffici tecnici amministrativi provinciali (UTAP).
5. La copertura delle relative spese sarà garantita dall’UTAR che, d’intesa con il Tesoriere regionale, provvederà ad erogare alle realtà provinciali le somme ad esse spettanti secondo quanto previsto dal verbale della riunione dei responsabili UTAP del 5 novembre scorso.