martedì 23 dicembre 2008

I DONI DI FEFE’

Sabato 20 dicembre sono fermo sul marciapiede di fronte alla scuola d’infanzia di via per Santeramo, dall’altra parte vestito a festa, tutto lavato, shampato e sbarbato, bidet appena fatto, pannolino pulito, sta Gisella KRISTALLIN con la sua banda, quando arriva, fermandosi davanti all’ingresso della scuola, una grossa macchina blù.

L’autista, rapidamente, corre a spalancare la portella posteriore di destra.

Non ne scende nessuno.

E’ FEFE’, il ministro Sfascia Sud, allenato dopo aver chiuso gli ospedali in Puglia.

Lieti di non rivederlo, dopo tanto tempo che non lo avevamo mai visto.

Fefè, bisogna ricordalo, protesi, ma non sappiamo quale organo, di Pupazzo Incipriato, unico sudista di un governo antimeridionale, ha capito che il solo caso in cui al governo lo prendono in parola è quando ripete, con la sua cortesia nota, questa frase: “Fate come se io non ci fossi”.

Infatti il porcellone, lo zombi e tutti i “ce l’hanno alle sei-e-mezzo”, giustamente non lo tengono in considerazione.

Il sud non esiste nell’agenda di questo governo.

Il ministro allo sfascia-sud Fefè ha detto che lui è molto legato a Lo voglio bene al mio paese, lo porta nel cuore e, al prossimo consiglio dei ministri, segnalerà tutte le raccomandazioni dei suoi amici.

Per onestà intellettuale (sic!), aggiunge che nessuno al governo si preoccupa di chiedere il suo parere e lui si ribella soltanto quando sente dire che viviamo in tempi difficili.

Difficili? Ma se è diventato ministro!

“Ma che tempi difficili.”- ha esclamato Gisella KRISTALLIN, “chi l’avrebbe mai pensto che io sarei diventato sindaco!” e, spinti da un sentimento comune di grande amore, i due ronzini forza italioti si sono abbracciati.

Ricordato di essersi venuto a Lo voglio bene al mio paese, ma non sapendo perché, Fefè ha donato a Gisella KRISTALLIN 10 alberi appena innestati, 20 piante tipicamente del salento, un albero di Natale, caduco, per non dire spennacchiato, ma illuminato, l’unico nel paese di un anno molto austero, perché SCACCO MATTO, assessore alla povertà, nuova figura istituzionale di un paese tradizionalmente ricco e fiorente, molto generosamente, ha voluto donare, a differenza degli altri anni, i soldi che si sprecano per le feste, ai poveri.

Finita la festa, gabbato lo santo.


lucifero


lunedì 22 dicembre 2008

Straordinario......

A Laterza si è inaugurato un nuovo Asilo. Finalmente diranno molti. Straordinario! Provate a pensarci. E' l'aggettivo più straripante di questi anni. Una volta lo usavano solo i presentatori televisivi per il loro ospite o il loro pubblico. Ora tutto è straordinario. Più nessuno è "solo" bravo, intelligente od operoso. Più niente è "solo" funzionale, pulito, comodo. C'è ovunque un'ansia di straordinarietà. Nelle parole, nei sogni, nelle promesse. 
Da tempo imperversa l'ideologia delle grandi opere come misura ultima delle qualità di un politico. Come dire che il più virtuoso capofamiglia è colui che porta moglie e figli a Cortina mentre piove dal soffitto o i lavandini puzzano di fogna. Si inaugurano tante piazzette con tante giostrine. Intanto ci sono buche nelle strade, manca la manutenzione delle scuole e le periferie sono sempre più abbandonate a loro stesse. 
Dietro i problemi della quotidianità c'è questa sciagurata cultura della straordinarietà che porta a considerare sprechi tutti i soldi investiti nella manutenzione, nell'edilizia minore, nelle semplici dotazioni della vita quotidiana, più semplicemente in tutto ciò che "non si vede", che non produce nastri da tagliare o folle in delirio. Non importa che queste cose non straordinarie possano rendere più sicura e piacevole la vita di chi studia, di chi lavora o deve curarsi.
Straordinario e ordinario, si intende, non sono sempre alternativi. Il guaio è che a Laterza lo sono diventati. Siamo il regno della magia e del sogno. Questo e' il mondo di Laterza, che coltiva i sogni di favolose carriere politiche e dimentica i cittadini.

venerdì 19 dicembre 2008

I giovani sono ad alto rischio povertà

Nuclei monoreddito, con un alto numero di componenti a carico, in cui nemmeno la laurea e il lavoro dipendente danno sufficienti garanzie per una vita dignitosa e in cui gli autonomi sono più a rischio dei pensionati. È la fotografia che emerge dall’indagine sui redditi e le condizioni di vita delle famiglie meridionali pubblicata sull'ultimo numero della pubblicazione trimestrale della Svimez. Lo studio, condotto su dati Eurostat e Istat relativi al 2005 e al 2006, evidenzia come più di un meridionale su tre è stato esposto al rischio povertà contro l’11% del centro-nord. Sicilia e Puglia sono risultate le regioni con il più alto rischio di povertà (40% e 37%). Nel 2005, al sud, una famiglia su tre ha guadagnato tra 500 e 1500 euro al mese, contro il 18,4% del centro-nord. Tra i fattori che incidono sulla diseguaglianza dei redditi c'è l’incidenza di famiglie monoreddito, più alta al sud (47% contro il 41% del centro-nord. Il rischio di povertà è inoltre determinato dalla condizione lavorativa: il 51% dei disoccupati meridionali è infatti a rischio, percentuale che si dimezza al centro-nord (26%). Ma non si salva nemmeno chi lavora: quasi il 35% degli autonomi nel sud e quasi il 20% dei dipendenti è a rischio. Nel resto dell’Italia le percentuali sono riducono dalle 3 alle 5 volte.

Quanto all’età, nelle due aree la situazione è diametralmente opposta: se al centro-nord sono in pericolo gli anziani over 65, al sud sono i giovani con meno di 24 anni a essere penalizzati. In generale, inoltre, studiare di meno mette più a rischio, ma si trova in condizioni svantaggiate anche il 9% dei laureati meridionali. I meno abbienti hanno una percentuale di esclusione sociale molto più alta degli altri: nel 2005 al sud più di un povero su tre non è mai andato a teatro, al cinema, a visitare una mostra o ad assistere a un evento sportivo.

Lo studio mette anche in evidenza come il 15% e il 21% delle famiglie meridionali ha avuto difficoltà a pagare bollette e affitti, quasi il doppio rispetto al centro-nord. Quasi il 78% delle famiglie meridionali, infine, non è riuscito a mettere da parte risparmi e il 41% ha dichiarato di non poter sostenere una spesa imprevista di 600 euro.

MENO TRAFFICO PER TUTTI, BUS E BICI A TIRANA

TIRANA – 14 anni fa a Monaco un turista camminava su un marciapiedi. Da dietro gli inveirono contro: stava camminando sulla pista ciclabile indicata con un colore appena diverso. Si scostò immediatamente, poi vide all’incrocio un semaforo apposito per le bici. Il silenzio del traffico di quella città da più di un milione di abitanti era la cosa che più colpiva. Quei risultati ottenuti applicando l’organizzazione della mobilità (mobility management) magari in forma sostenibile si stanno via via applicando anche alle nostre città. Il 20 Dicembre un convegno a Tirana presso l’Hotel International in Piazza Skanderberg sarà il momento conclusivo di uno progetto complesso chiamato MOST, Mobilità Sostenibile a Tirana. Una sfida impossibile se si pensa al traffico caotico e alla imperante cultura dell’automobile. Eppure il Progetto MOST ha tutte le carte per realizzare praticamente quei concetti. Innanzitutto ha messo insieme i Comuni di Bari e Tirana, il Politecnico di Tirana, l’Assessorato ai Trasporti della Regione Puglia che finanzia con i POR il progetto ed Eco-logica, una società di ingegneria e consulenza ambientale di Bari con una consolidata esperienza nel settore. Senza dimenticare l’AMTAB, la municipalizzata dei trasporti pubblici baresi. Primo passo del progetto finanziato anche con Fondi Europei la formazione dei decisori pubblici sui temi del mobility management (la direzione della mobilità) e della mobilità sostenibile.

Secondo la creazione di una rete che metta in comune le decisioni che hanno ispirato i Sindaci di molte città del Belgio, dell’Olanda, della Svizzera, casi rivelatisi di successo.

Terzo progettare insieme modalità di trasporto alternative all’uso dell’auto privata e passare al coinvolgimento attivo di aziende private ed altri enti pubblici. Il tutto con un obiettivo generale: dire basta a inquinamento, stress, rumore e consumo di carburante.

Si è spesso ironizzato sui frequenti rapporti di Bari con Tirana, anche attraverso l’Assessorato del Mediterraneo ma il corretto sviluppo di quelle terre è la nostra prima sfida. Se questi esempi di cooperazione applicata alla gestione intermodale del traffico daranno risultati sarà la Puglia la prima ad averne vantaggio, anche in termini commerciali. Del resto è l’Europa a volerlo per prima. Prima di aggredire lontani mercati possiamo pensare a trovare nuovi consumatori sotto casa. Patrizia Milano, architetto, referente del Progetto MOST sui temi della mobilità sostenibile prova a sostenere queste ragioni. In fondo un Paese che non ha petrolio dovrebbe considerare prioritario il modo in cui ci si muove. Anche per i suoi polmoni.


giovedì 18 dicembre 2008

Per favore dateci una dittatura dell'onestà

Più violenta dell’ultima ondata di maltempo, una bufera giudiziaria si sta abbattendo su Abruzzo, Basilicata, Campania e Calabria. È una grandinata che sembra non aver fine, con uno scandalo al giorno e ogni giorno più squallido. I fatti sono diversi, ma la sostanza resta la stessa: le ruberie, con tutte le tecniche e le strategie immaginabili. Sembra che la tangentopoli milanese degli anni ‘90 non si sia mai conclusa e che il terremoto che provocò non abbia insegnato niente. Anzi, a voler essere perfidi bisognerebbe dire che oggi una novità c’è: anche chi si riteneva in qualche modo vaccinato contro la corruzione e il malcostume, oggi si scopre con scarse difese immunitarie.
Nel clima rovente di questi giorni è fin troppo facile perdere lucidità. E’ troppo facile prendersela con i magistrati e con una loro certa voglia di protagonismo. Sì, c’è anche questo aspetto, ma è marginale, non è il problema. Così come il problema non è la riforma della giustizia, che prima o poi bisognerà pur varare. Ciò con cui bisogna fare i conti è proprio la cosiddetta questione morale, due parole che si sono trasformate in uno slogan logoro, forse ancora buono per qualche convegno.
Il dilagare del malcostume e della mala amministrazione portano purtroppo ad alcune amare considerazioni.
La prima. La corruzione è praticata a ogni livello ed è un morbo contagioso che colpisce da Nord a Sud: ovunque ci sia del denaro pubblico lì c’è un possibile focolaio d’infezione tangentizia.
La seconda. Per contrastare questa situazione non è più pensabile - per la verità non lo era neppure prima - che possa bastare la logica del penalmente rilevante. Perché quando le situazioni arrivano al «penalmente rilevante» vuol dire che le mazzette sono già in tasca a qualcuno.
Terza considerazione. È facile a parole chiedere una rifondazione morale della società, scomodare i mostri sacri dell’etica pubblica, ma questi sono processi di lungo periodo, complessi e che è impossibile gestire quasi fossero i lavori di un convegno.

La prima reazione può essere di rabbia o di scoraggiamento. Non bisogna cedere. Fino a quando in ogni città ci sarà una persona onesta si avranno ragioni per sperare. Il passaggio più difficile da compiere è convincere e convincersi che la pratica dell’onestà è più redditizia, soprattutto sul piano economico. Senza tutte le ruberie, costruire opere pubbliche richiederebbe la metà del tempo e un terzo dei denari che oggi mediamente si impiegano. Siamo tra i contribuenti più tartassati: riflettiamo sul fatto che buona parte delle nostre tasse si perdono nei mille rivoli delle tangenti, delle consulenze, dei favori, dei sì da dire per costruire il consenso e poter avere così la possibilità di accedere a un livello più alto della piramide corruttiva.
Siamo in tempo di crisi economica, anzi di recessione. In molti rischiamo di dover abbassare il tenore di vita. Ce la faremo con qualche sacrificio e qualche rinuncia, anche se ci costeranno perché non siamo più abituati. Però anche il giro delle tangenti deve avere il suo venerdì nero. Soprattutto deve scomparire quella zona grigia in cui è difficile distinguere la linea che separa l’onestà da tutto il resto. Se vogliamo arrivare a un qualche risultato occorre tornare a ragionare con la logica del bianco e nero: non abbiamo più la tensione etica per consentirci sfumature nei comportamenti e nei giudizi. Questo significa - per esempio - premere sui partiti perché escano dalla vita pubblica non solo i condannati, ma anche e principalmente i «chiacchierati». Il senso della Stato invocato più volte dal presidente della Repubblica deve tradursi in una dittatura dell’onestà. Non si può continuare ad assistere alla farsa delle «autorizzazioni a procedere» che non vengono concesse neppure nei casi di più evidente compromissione dei parlamentari indagati. Per coerenza semantica bisognerebbe parlare di «negazioni a procedere». Un sacrosanto principio di difesa delle idee e delle prerogative dei rappresentanti del popolo si va trasformando ormai in una sorta di diritto feudale per cui tutti i cittadini possono essere perseguiti tranne che i parlamentari. Da questo equivoco bisogna uscirne, senza leggi né riforme né interventi speciali: è sufficiente che alla logica dell’interesse privato si sostituisca quella dell’interesse pubblico.
Ci aspetta una stagione lunga e difficile, forse più dell’inverno preannunciato dai meteorologi. Ma dopo ogni inverno, per fortuna, c’è sempre una primavera.
di Michele Partipilo - Gazzetta del Mezzogiorno

Laterza al Buio

«Laterza sembra essere piombato negli anni trenta o giù di lì: un paese al buio». A pensarla così è l’avvocato Marcello Lasalvia dell’Unione Nazionale Consumatori che, in una lettera inviata all’Enel e al sindaco di Laterza, denuncia i notevoli disagi subiti dai consumatori per via dei continui problemi all’illuminazione privata e pubblica.
«Interruzioni frequentissime di energia elettrica (anche dieci al giorno) – scrive Lasalvia nella lettera - mettono a repentaglio l'incolumità dei cittadini, spesso intrappolati negli ascensori, e compromettono l'integrità degli strumenti alimentati da energia elettrica paralizzando di fatto le attività produttive, commerciali e domestiche. Ancora oggi, nel 2008, la cittadinanza è costretta a subire, per colpa di chi non è dato sapere (Enel?), interruzioni e sbalzi di tensione alle linee elettriche».
«Fenomeno ancora più grave ed allarmante – sottolinea l’avvocato - se si considera che la maggior parte delle utenze sono fornite di elettrodomestici (lavatrici, frigoriferi, lavastoviglie etc.) utensili ed apparecchi alimentati elettricamente (si pensi alle tapparelle, ai portoni dei garage). Una problematica da paesi del terzo mondo non nuova, peraltro, per Laterza, che si presenta puntualmente non solo quando le condizioni meteorologiche sono particolarmente avverse (come in questi giorni) bensì anche nei giorni di pioggia (anche lieve) e di umidità».
La lettera di protesta è quindi il frutto di numerose lamentele dei cittadini, giunte all’Unione Consumatori, che denunciano disagi e guasti, dai computer ad apparecchi vari.
«Non abbiamo mancato – scrive ancora Lasalvia - di segnalare all'Enel questa ed altre problematiche (nelle scorse settimane l'interruzione elettrica nel centro urbano si è protratta per oltre otto ore) senza riceverne risposte esaurienti e convincenti. Se poi aggiungiamo che anche la pubblica illuminazione a Laterza funziona - per usare un eufemismo - a macchia di leopardo, con zone dell'abitato che di sera restano completamente al buio, il quadro della situazione risulta più chiaro nella sua gravità».
Insomma, il rappresentante dell’Unione Consumatori, chiama in causa direttamente l’Enel: «Se ci sei batti un colpo». Ma anche l'Amministrazione comunale: «Che cosa sta facendo in merito?» si chiede. E l’avvocato conclude così la sua lettera: «Attendiamo risposte e, soprattutto, che si faccia, finalmente, “luce” sul perché di questo continuo disagio».
Corriere del Giorno- redazione provincia

mercoledì 17 dicembre 2008

Approvata la legge regionale contro le diossine

La Regione impone all´Ilva l´abbattimento delle emissioni di diossina. Ieri il consiglio regionale ha approvato la legge che salva Taranto dai suoi veleni. Lo stabilimento siderurgico più grande e inquinante d´Europa sarà obbligato a ridurre drasticamente l´emissione di sostanze nocive per la salute e l´ambiente. Altrimenti la Regione avrà il potere di spegnere le sue ciminiere pericolose. "Con questa legge cambiamo la storia dell´Italia - ha commentato, commosso il presidente Nichi Vendola - è uno dei giorni più belli della mia vita", ha detto ieri al termine di una lunghissima maratona in consiglio regionale.
La "sua" legge è stata approvata da una maggioranza "allargata" perché la salute dei cittadini di Taranto e provincia ha spaccato l´opposizione. Infatti, oltre ai partiti del centrosinistra, hanno votato contro la diossina, anche i rappresentanti tarantini del centrodestra: Antonio Scalera (Udc) e Donato Salinari e Nicola Tagliente (Forza Italia). Si sono astenuti, invece, i rappresentanti del Pdl e delle civiche di destra che non sono stati eletti nei collegi in riva allo Jonio. Non hanno votato la legge, pur condividendone i principi. Il centrodestra pugliese, ha chiesto nei suoi emendamenti di anticipare di un anno la data limite per l´abbattimento della diossina. L´assessore all´Ecologia, Michele Losappio, non volendosi discostare dal cronoprogramma fissato su parametri scientifici dall´Arpa, ha detto no a questa proposta che non avrebbe consentito all´Ilva di avere i tempi tecnici necessari per adeguare i propri impianti alla nuova normativa. Un artificio politico, mascherato sotto forma di emendamento ambientalista, con il quale l´opposizione ha celato il proprio imbarazzo. La legge che salva Taranto dai veleni non è stata votata dal resto del centrodestra perché non gradita al ministro per l´Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che nei mesi scorsi ha difeso a spada tratta le prerogative dell´Ilva.
"Norma a tutela della salute, dell´ambiente e del territorio: limiti alle emissioni in atmosfera di policlorodibenzodiossina e policlorodibenzofurani". Questo il titolo del provvedimento approvata ieri dalla Regione. Ma a dispetto di questa lunga intestazione, la legge regionale, redatta dall´assessore all´Ambiente Michele Losappio, con il supporto tecnico dell´Arpa, è molto snella. Appena quattro articoli, ma - secondo il governo regionale - così forti da salvare Taranto dalla diossina e costringere l´Ilva, se inadempiente, a fermare il suo stabilimento. La legge obbliga il siderurgico di Taranto ad abbattere nel giro dei prossimi due anni le emissioni di diossina. In particolare il provvedimento impone al gruppo Riva due passaggi fondamentali: entro aprile del 2009, la concentrazione di veleni dovrà scendere sotto la soglia di 2,4 nanogrammi, una quota che l´Ilva, con i dovuti accorgimenti, sarebbe già in grado di rispettare già oggi. La seconda e ultima data chiave è quella del 31 dicembre 2010: nel giro dei prossimi due anni lo stabilimento siderurgico dovrà essere in grado di abbattere l´emissione della diossina e dei furani pericolosi per la salute umana al di sotto dei 0,4 nanogrammi, il limite imposto dal protocollo di Aarhus, la direttiva comunitaria mai recepita dall´Italia. Se lo stabilimento industriale del gruppo Riva non sarà in grado di rispettare queste soglie, e non dovesse riuscirci neanche entro due mesi dalla segnalazione di infrazione da parte dell´Arpa - la nuove legge darà la possibilità alla Regione di sospendere l´attività produttiva dell´Ilva.
"Adesso che abbiamo messo al sicuro il futuro di Taranto- ha detto Vendola, rivolto ai consiglieri del centrodestra - lavoriamo insieme perché il governo Berlusconi non ci neghi le risorse per bonificare dai fumi cancerogeni del passato la città". Approvata la legge che disinnesca l´Ilva, il governatore ha già indicato il prossimo obiettivo: "Salvare Brindisi dai veleni di Cerano".

Paolo Russo
RepubblicaBari.it
(17 dicembre 2008)

martedì 16 dicembre 2008

Il popolo delle primarie ha scelto è Florido il candidato presidente

Florido doveva essere e Florido è stato. Il popolo delle primarie ha scelto e ha scelto il presidente della Provincia servendogli sul piatto l'80 per cento dei consensi rispetto allo sfidante.
Franco Gentile, giovane segretario provinciale di Rifondazione comunista esce di scena con l'onore delle armi. Il suo tentativo di “rivoluzione Gentile”, come recitano i suoi manifesti elettorali, è stato bloccato sul nascere forse anche prima che nascesse.
Troppo il divario tra i due contendenti. Ma che si è trattato di primarie vere, al contrario di quanti andavano asserendo nei giorni scorsi, i fedelissimi del Pd l'hanno capito subito dalle cifre.
I 13mila che si sono recati nei 44 seggi allestiti a Taranto e provincia hanno rilasciato un certificato di autenticità all'evento che Donato Pentassuglia, segretario provinciale del Pd, si tiene stretto stretto. Tanto più che, dice dall'altro capo del telefono, «queste cifre sono state raggiunte nonostante le avverse condizioni climatiche. La gente - aggiunge – ha votato nonostante i tempi stretti che ci sono stati per l'organizzazione delle primarie e la poca pubblicità. Insomma, quella di oggi (ieri per chi legge, ndr) è stata una bella lezione per tutti noi». Ora, però, c'è da proseguire sulla strada della ricomposizione del centrosinistra. «Domani mattina (oggi per chi legge, ndr) incontrerò a Bari Nichi Vendola e Michele Emiliano i quali devono dire una parola chiara su tutta la faccenda», chiude la conversazione Pentassuglia. Alla fine della serata il contagiri dei votanti si è fermato a 13mila presenze con Florido che ha incassato l'80% dei consensi e Gentile il 20%.
Tredicimila votanti, «il secondo miglior dato dopo le primarie che incoronarono Veltroni. Allora furono il 29mila a votare mentre per Prodi si mossero in 14mila e per Vendola- Boccia in 6mila», commenta Florido fino a qualche ora primasugli spalti del Pala Mazzola ha tifare per il Cras (vittoria trionfante su Schio), poi, con l'orecchio incollato alla radiolina per ascoltare la partita della sua Juve (altro trionfo, sul Milan).
La terza soddisfazione personale la infila intorno alle dieci e mezza di sera quando i risultati gli danno il via libera alla ricandidatura alla presidenza della Provincia. A Mottola, invece, roccaforte di Franco Gentile (qui c'è stato il picco di affluenze come a Massafra mentre qualche problema si è registrato a Pulsano per antiche frizioni tra gli esponenti Pd e Borraccino) il segretario di Rifondazione non fa drammi. Anzi. «Il 20% dei consensi alla mia persona attestano che ci siamo anche noi, che la sinistra, visto il rapporto di forze in campo, è presente e che da questo dato dobbiamo ripartire», commenta Gentile. Adesso è tempo di pensare alla campagna elettorale. «Le primarie - sottolinea Gentile - non chiudono la porta in faccia al ricompattamento del centrosinistra. Fino a giugno ci sono i tempi e le modalità per centrare l'obiettivo».


PIERPAOLO D'AURIA
15/12/2008
Corriere del Giorno


lunedì 15 dicembre 2008

Contributi ai comuni per i PUG

Con deliberazione della Giunta regionale n.2096/2008 sono concessi contributi in conto capitale ai comuni pugliesi per la redazione degli strumenti urbanistici nell'ambito dell'esercizio finanziario 2008.
In particolare, come previsto dalle norme vigenti in materia, il contributo è concesso nella misura del 100% per la redazione del PUG - Piano Urbanistico Generale e dei Piani regolatori intercomunali, nonché dei Piani di risanamento ed insediamento dell’edilizia economica e popolare nei centri storici, ed il 70% per la redazione degli altri strumenti urbanistici.

Con lo stesso provvedimento, contenente l'elenco delle amministrazioni beneficiarie, si fissa il termine di un anno dalla data di comunicazione della concessione del contributo per la presentazione all’Assessorato all’Assetto del Territorio degli strumenti urbanistici, pena la decadenza del contributo concesso e fatta salva la possibilità della proroga da concedere, per giustificati motivi, in base ai dettati della legge regionale n. 31/74.

Il provvedimento è pubblicato nel Bollettino ufficiale regionale n. 193 del 12 dicembre 2008.

sabato 13 dicembre 2008

Pronto il cantiere della strada del salotto, la Provincia mantiene le promesse

LATERZA - «Per fare le opere ci vogliono soldi e progetti: noi li stiamo mettendo, gli altri hanno amministrato a vuoto per trent’anni, lasciando solo macerie»: si è parlato di viabilità ma non solo, giovedì mattina, nella saletta di uno dei tanti bar che si affacciano sulla centralissima via Roma, in occasione delle tappa laertina del tour pre-elettorale del presidente della Provincia Gianni Florido. Conferenza stampa costretta al “coperto” dalle raffiche di pioggia e vento di questi giorni: era stata prevista a cielo aperto, in prossimità dello stabilimento Natuzzi, là dove la provinciale 19 che porta a Santeramo in Colle prova a diventare “strada del salotto”, quasi ad esorcizzare la crisi in atto. Bene, «pronto il cantiere per asfaltarla, dopo decenni di abbandono: lo diciamo a iter burocratico concluso e poco male se qualcuno ci ha preceduto con un manifesto per prendersi meriti che non gli appartengono» dice l’assessore Costanzo Carrieri. Chiaro il riferimento al sindaco Giuseppe Cristella. Asfalto per quattro chilometri, «ma altri tratti sono già stati ripristinati e altri ancora lo saranno», e comunque «bisogna fare i conti con il disastro lasciatoci in eredità» rafforza Carrieri. Che poi sintetizza in cifre la «grande attenzione riservata alle strade dell’area occidentale jonica»: 1,2 milioni di euro per Laterza (Sp 19), Ginosa e Mottola, 3,5 per Castellaneta (provinciali 12 e 13). Ma a Laterza molto poco è stato dato: lo ripete il sindaco Cristella sin dal «meglio in provincia di Matera» di qualche anno fa. Il cronista riporta, Carrieri ribatte: «Il sindaco Cristella deve sapere che a guidarci sono la logica del comprensorio e il criterio delle priorità, nella consapevolezza che non si può fare tutto dopo decenni in cui niente si è fatto». Poi aggiunge: «Per l’edilizia scolastica, a parte i 275mila euro spesi per le facciate e i lastrici solari del liceo Vico di Laterza, struttura relativamente nuova, invecchiata precocemente per la pluriennale assenza di manutenzione, sono stati investiti 15milioni di euro solo per la costruzione ex novo dei licei di Mottola e di Massafra e dello Sforza di Palagiano». E in quanto alle nuove aule del Vico, attese da anni, «saranno inserite nel programma triennale» aggiorna Carrieri, “integrato” ad effetto dalla consigliera Carmela Rubino, presente all’incontro con il consigliere regionale Paolo Costantino e Peppe Russi, del Pd di Laterza: «Le costruiremo nel prossimo mandato». L’intervento di Florido è un “mix” di senso istituzionale e punture di spillo. Passaggio al veleno sulla risma di carta polemicamente consegnata da Cristella al centro per l’impiego di Ginosa: «Se la faccia restituire dal sindaco Montanaro, visto che tocca ai comuni, e non alla Provincia, provvedere in merito»; sulla Laterza-Santeramo: «Il cantiere si apre grazie all’impegno nostro e non per le pressioni di Cristella». E in ogni caso: «Basta gare umilianti fra istituzioni, serve collaborazione, smettiamola di giocare a chi deve vergognarsi di più: non lo merita la gente». Chiusura lampo, passando per le primarie di domenica e le urne vere: «Belle partite, sono ottimista», sorride Gianni Florido.

Francesco Romano
La Gazzetta del Mezzogiorno
13 dicembre 2008

Domenica alle 11 confronto in radio

Da qualche settimana è ripresa la trasmissione radiofonica "il verso giusto" condotta da Fabio.
Un approfondimento politico sull'attualità laertina per informare i cittadini con la possibilità di fare domande in diretta telefonando al numero 099 8296768 - oppure inviando sms al 348 5115154.
Domenica, 14 dicembre, alle ore 11 in studio si confronteranno il capogruppo del Pd Laterza - avvocato Giuseppe Stano - e l'assessore al bilancio - dott. Vito Minei -.
Nei prossimi giorni inseriremo le registrazioni delle puntate che potranno essere scaricate direttamente dal nostro blog.

venerdì 12 dicembre 2008

«Strade e scuole non chiacchiere»

LATERZA - Un caffè e uno scappellotto. «Tra istituzioni la logica della guerra perenne non funziona». Gianni Florido è meno felpato e istituzionale del solito, forse perchè fermandosi in un bar di via Roma, a Laterza, gli tornano in mente i manifesti autocelebrativi del sindaco Cristella sulla Sp 19 e le sue “trovate”, compresa la famigerata risma di carta consegnata brevi manu al centro per l'impiego di Ginosa. «Una trovata geniale - dice il presidente - ma infondata, visto che tocca al Comune rifornire di materiali l'ufficio che la Provincia ha dotato di personale. Cristella dovrebbe farsi restituire la carta da Montanaro». Un sassolino levato dalla scarpa. Ed un altro ancora, sulla “strada dei salotti”: «Per fare la provinciale che fiancheggia lo stabilimento Natuzzi e porta a Santeramo non c'era bisogno delle pressioni del sindaco e delle sue chiacchiere, ma di soldi e progetti: noi li abbiamo messi entrambi».
A Costanzo Carrieri, seduto accanto, il compito di mettere carne a cuocere: «Per la Sp 19 avevamo assunto un impegno e l'abbiamo mantenuto, 4 km asfaltati e altri ne faremo. Ma l'attenzione è alta su tutto il versante occidentale. Basti pensare ai 3,5 milioni, sui 6 totali, investiti sulle Sp 12 e 13, quelle di Castellaneta o alla stessa Sp22 per Altamura su cui interverremo a breve». Il Liceo Vico, altro “campo di battaglia”: «Abbiamo speso 275mila euro per rifare i lastrici: quella scuola è tornata dignitosa dopo anni. Se poi il sindaco ogni volta che facciamo qualcosa va a caccia della goccia, che dovremmo fare andare a vedere se scuole medie ed elementari, di competenza comunale, sono in regola?». E la stoccata non manca: «Noi ci presentiamo a cose fatte, se poi c'è chi ci anticipa con i manifesti, siamo costretti a chiarire. La verità è che noi facciamo le opere e loro minimizzano».
Al tavolino anche Paolo Costantino, Carmela Rubino, Peppe Russi ed altri supporters del Pd. E il discorso si allarga. Ancora strade, e Costantino ricorda quella dell'uva (la Sp22 Ginosa-Castellaneta Marina), mentre Florido si toglie l'ennesimo sassolino: «Tamburrano ci rimprovera persino per la Tangenziale Sud, strada per la quale non s'è fatto niente per 20 anni e la Provincia ha dormito quando lui era vicepresidente, mentre noi oggi portiamo a compimento un'opera progettata nel 1983. Ci sarebbe da vergognarsi». E poi il vasto capitolo delle scuole: «La Gelmini - scandisce Florido - per la sicurezza ha in Finanziaria 23 milioni, la Provincia di Taranto ne ha spesi 30. Con 15 milioni investiti in strutture completamente nuove: il Liceo di Mottola, quello di Massafra e lo Sforza di Palagiano. Con i sindaci non polemizzo, non è il mio stile, ma è ora di finirla con le sceneggiate e cominciare a collaborare». Costantino ha un'altra idea: «Cristella vuole candidarsi alle regionali: non è un mistero, ma con le sue esternazioni sfiora il ridicolo». Alla fine ci si ricorda delle primarie di domenica: «Florido - nota Carrieri - si è messo in gioco: è un rischio, ma vincerà». Il presidente sorride: «Gli avversari interni pensavo di superarli facendo le primarie, ma forse non è bastato; quelli del centrodestra, chiunque sia il candidato, li batterò alle elezioni vere». Bella lotta, in ogni caso
Massimo D'Onofrio - corriere del giorno

L'erede di Maldini

Il Milan cerca un terzino sinistro per sostituire Paolo Maldini. Il simbolo rossonero è alla sua ultima stagione e al suo posto la società vuole un pilastro sul quale costruire altre annate vittoriose.

Inizialmente in casa rossonera si era pensato a Sergio Ramos del Real Madrid, in un secondo momento erano stati segnalati Thiago Silva, amico di Ronaldinho e Pato, Breno, raccomandato da Kakà.
Lucifero ha intercettato le confidenze del presidente del Milan Berlusnano che, sdraiato sul divano di casa di una sua m…..ra e addormentato, nonostante l’utilizzo di scatole di Viagra e borse di acqua calda, sognava libidinosi prestazioni sessuali e, nell’euforia, rivelava il nome del forte sinistro terzino che da gennaio calcherà l’erba di San Siro con la maglia rossonera.
Si tratta di Gisella KRISTALLIN, giocatore delle Acciaierie Riva, allenatore, capitano e presidente della squadra comunale di Lo voglio bene al mio paese, in comproprietà di Pierino alla diossina che prende appalti all’interno dell’ILVA, di Fefè che da governatore chiudeva gli ospedali e da ministro cancella il Sud, di Peppino, tesoretto dell’Asl.
Gisella KRISTALLIN ha sbaragliato gli altri concorrenti, perché il Cainano si rispecchia in lui.
Entrambi si sono fatti dal nulla, hanno fatto tutto con la loro intelligenza, hanno cominciato proprio da zero.
Il psiconano presidente del Milan ha incaricato l’amministratore delegato Testadicastrato a blindare con un contratto contenente una clausola rescissoria astronomica per impedire che Gisella KRISTALLINA, dal dribbling ondivago, possa passare all’ altra squadra.
Il personal-manager di Gisella KRISTALLIN, SCACCO MATTO, ha già programmato una missione a Milano, in occasione della partita in casa dell’Inter per adempire a tutte le pratiche burocratiche e, cogliendo l’occasione, per scambiare prodotti nostri tipici locali, con un lotto di water utili per il paese.
Lucifero - satira laertina

mercoledì 10 dicembre 2008

Pretesto, equivoco, o…

Semplice notizia o preoccupata segnalazione di genitore? In un momento di forte emozione per gli eventi recenti di Rivoli (TO) e nel ricordo di San Giuliano di Puglia (CB), qualsiasi comunicazione va ponderata. Ed è proprio lo stato delle cose e l’inerzia con cui sembra muoversi in alcuni settori l’Amministrazione Comunale che mi ha spinto a fornire delle indicazioni sullo stato in cui è la scuola elementare Diaz. Non allarmismo o ansietà, ma solo necessità di avere delle risposte su questioni che riguardano i bambini e le famiglie molto da vicino.

Sono dati di fatto sia le infiltrazioni dalla copertura che i distacchi di materiale dalla pensilina dell’ingresso di via Roma. Per quanto riguarda le prime, risanate di tanto in tanto, sono gli atti che pone in essere lo stesso Sindaco Cristella a confermare l’esistenza del problema: l’ordinanza sindacale n. 53 del 13 novembre 2008 segnala “interventi necessari ed urgenti a causa dei danni provocati dalla pioggia”. Peraltro, il ripetersi costante dell’emergenza ogni qualvolta c’e una pioggia abbondante è lampante, dal momento che l’oggetto si riferisce alle piogge del 6 e 7 febbraio 2008!

Anche il distacco di materiale da pensiline e cornicioni è un dato di fatto certo e accertabile.

Orbene, se la logica che contraddistingue il primo cittadino è quella di rendere consequenziali le cose è un problema tutto suo e non vale la pena di soffermarsi più di tanto.

Ciò che merita maggiore attenzione è il concetto espresso di “assoluta mancanza di certificato di idoneità statica”, che ha fatto gridare “dagli all’untore” il Sindaco avendo reso “dichiarazioni allarmistiche, di cui sarò chiamato a rendere conto in altra sede”.

A onor del vero un documento definito “certificato di agibilità statica” esiste ed è datato 28 agosto 1989! Un documento di vent’anni fa che oggi, fra l’altro, il Testo Unico per l’Edilizia DPR 6 giugno 2001, n. 380 ha sintetizzato in un più generico certificato di agibilità che attesta la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi installati, valutate secondo quanto dispone la normativa vigente. Normativa vigente, appunto. Forse è il caso di ricordare che qualcosa è cambiato nel panorama legislativo e normativo.

Innanzitutto l’Ordinanza 3274 del 20 marzo 2003 e le successive modifiche che, dopo l’emozione violenta di San Giuliano ha sbloccato dall’impasse la nuova mappatura sismica italiana, comprendendo Laterza nella zona 3, a fronte del precedente “NC - Non Classificata”. La delibera di Giunta Regionale del 2 marzo 2004, n. 153 della Regione Puglia, oltre ad individuare, confermando, le zone sismiche proposte nell’Ordinanza 3274, ha confermato l’obbligo, da parte dei proprietari, di procedere alla verifica degli edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali che assumono rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile (come ospedali e centri operativi misti), nonché degli edifici e delle opere infrastrutturali rilevanti (come scuole, edifici con grandi affollamenti e ponti soggetti a grande traffico) per le conseguenze di eventuale collasso degli stessi. Il programma di verifica di queste opere, di durata quinquennale, è stato recentemente prorogato al 2010, coordinato dal DPC.

Considerando, quindi, la tipologia di edificio e la destinazione d’uso dello stesso, ai fini delle summenzionate verifiche, la costruzione risulterebbe equivalente ad essere considerata in zona II ai fini della precedente normativa sismica!

Il richiamato “certificato di agibilità statica” indicava necessari ed urgenti interventi di consolidamento strutturale sulle capriate della copertura e assolutamente necessario eseguire una soletta leggermente armata sul solaio del primo piano, al di sotto della copertura. Se questi interventi sono stati eseguiti, sicuramente esiste una certificazione di idoneità statica che sostituisce o integra la precedente. Se poi i lavori non sono stati eseguiti, allora la vicenda assume aspetti ancora più preoccupanti, se possibile.

In ogni caso, la eventuale mancanza di una adeguata verifica ai sensi della vigente normativa, e l’assenza di qualsivoglia intervento di adeguamento sismico o di riduzione della vulnerabilità in quanto opera rilevante, pongono a me, genitore di un bimbo di dieci anni che frequenta quella scuola, alcuni seri interrogativi che giro a chi ha competenza per ottenere una risposta. Intanto l’Amministrazione Comunale non sta mostrando la tempestività e sollecitudine che il caso richiede. Anche perché o ha ridotto i fondi per la manutenzione o è impegnata a fare ben altro.

E non c’entra l’allarmismo. C’è solo voglia di sicurezza. Per i propri figli, certo, ma anche per tutti quelli che operano nell’edificio.


Giuseppe Russi, un genitore.


venerdì 5 dicembre 2008

E’ bello pagare le multe? AL TAPPONE dice di no!

Il cavaliere di arcore da non confondere con quello di “Lo voglio bene al mio paese”, sia chiaro per tutti, non ha nessun conflitto d’interesse e per non incorrere nelle sanzioni imposte dall’Unione Europea ha dovuto aumentare l’IVA per le PayTv , causalmente, ad essere danneggiato è stato un suo concorrente, SKY.

L’Unione Europea prevede che è possibile applicare un’aliquota ridotta sull’IVA per le tv satellitari, purché la stessa aliquota sia applicata per tutte le tv che danno lo stesso servizio.

Il nano, da grande statista, scusate il bisticcio, il grande è tanto per dire, è come quando muore qualcuno e tutti ne parlano bene, anche se in vita era cattivo, in un grave periodo di crisi, ha tolto privilegi e ha allineato l’aliquota IVA in rialzo per recuperare soldi.

Questo allineamento ha dovuto farlo per evitare una multa europea agli italiani e nell’interesse della nazione, il psiconano ha annunciato che domani, al consiglio dei ministri, approverà la chiusura di RETE 4 per non far continuare a pagare ai soliti noti una sanzione europea di 320.000 euro al giorno.

Tale multa è sanzionata perché le norme europee prevedono che non possano essere messe in chiaro più di due televisioni nazionali di proprietà dello stesso editore, in netto contrasto con quanto stabilito dalla Legge dell’On. “Chenonconoscelaleggecheglihafirmato”.

La multa però è pagata non dall’editore di Mediasette ma da tutti gli italiani, ovvero ancora una volta l’osso al popolo e la polpa al “brutto pelato e vecchio nano”, per dire una “carineria”.

Dopodomani il Signor Piduista rilascerà la seguente intervista: Il modo in cui la sinistra e i giornali mi attaccano rappresenta bene il comportamento di questi signori nei confronti miei e del governo.

E’ vero che ho scritta io la legge firmata dall’ On. Chenonconoscelaleggecheglihafirmato” e che contrasta con il regolamento Ue però, che diamine, dovevano attaccare lui, non me.

Il fatto è che sono contro di me, a prescindere.

Anche il conflitto di interessi, che c’entro io? È la sinistra che ha un conflitto di interessi.

Se RETE 4 continua a trasmettere è perché Emilio Fido è comunista e amico dei comunisti.

Io ho dato disposizioni di chiudere RETE 4 e d’accordo con il ministro Marroni Glacè devo anche chiudere quel giornale, quel foglio che si dice libero, ma, sono pagati dai comunisti, mi hanno fatto una campagna diffamatoria, lo giuro sui miei figli, su una mia moglie, sulla villetta di Arcore, sulla casetta sarda.”

http://lucifero.bloog.it/

L’Onda: Generalizziamo lo sciopero del 12 dicembre!

Alle lavoratrici e ai lavoratori, agli studenti medi, ai precari, ai migranti, ai movimenti di lotta per l'abitare e in difesa dei beni comuni, ai sindacati che promuovono lo sciopero.

L'appello che vi rivolgiamo parla di una sfida che non riguarda solo noi, ma riguarda tutte e tutti.


Il 12 dicembre ci attende una giornata di grande importanza il cui esito potrà segnare gli equilibri politici e sociali di questo paese: lo sciopero generale in primo luogo indetto dalla Fiom e dalla Cgil funzione pubblica, poi dalla Cgil tutta, infine dai sindacati di base (Cobas, Sdl, Cub), sarà una grande occasione di conflitto per chi non vuole subire l'arroganza di questo governo e per chi non vuole pagare sulla propria pelle la crisi di sistema che investe l'economia globale. L'indizione di questo sciopero generale è anche il frutto, vale la pena ricordarlo, della grande potenza dell'Onda, del movimento che da inizio settembre ha visto milioni di persone, tra studenti, insegnanti, ricercatori, docenti, bambini, mobilitarsi contro la definitiva dismissione della scuola e dell'università pubbliche. È stata proprio l'Onda, infatti, ad imporre una discontinuità politica e sociale nel paese: laddove tutto sembrava sconfitto con la tornata elettorale di aprile, una nuova generazione ha imposto dal basso una battuta d'arresto nella macchina di consenso del Governo. Attraverso lo slogan “Noi la crisi non la paghiamo” gli studenti hanno lanciato un segnale a tutti i soggetti sociali che nel mondo del lavoro e nelle esistenze concrete stanno subendo le ricadute di una dinamica recessiva di portata epocale. Il “Noi” dello slogan non è corporativo e non parla solo degli studenti: “Noi” sono tutti coloro che la crisi non l'hanno prodotta e che dunque non intendono pagarla. Che la paghino le imprese e le banche, questo il sottotesto dello slogan! Non siamo disposti a pagare questa crisi né possiamo accettare le scarne proposte del Governo, contenute nel pacchetto anti-crisi.La potenza dell'Onda è stata capace, dunque, di parlare alla società tutta e di trasformare tanto lo sciopero generale dei sindacati di base del 17 ottobre, quanto lo sciopero generale della scuola del 30 ottobre, in qualcosa di straordinario e di diverso dalle cose di sempre. Proprio l'autonomia del movimento studentesco ha reso possibile un'estensione senza pari delle mobilitazioni e una grande radicalità nei contenuti e nelle pratiche di lotta. Il 14 novembre, poi, rimarrà senz'altro nella memoria di tutti, come una delle più grandi manifestazioni di piazza auto-organizzata dagli studenti universitari e medi: più di 300.000 persone, infatti, hanno assediato Montecitorio e Palazzo Chigi, mettendo in scena materialmente l'isolamento sociale oltre che politico del Governo e della maggioranza.A partire da queste considerazioni vorremmo dire alcune cose importanti in merito alla giornata del 12, giornata in cui pensiamo che lo sciopero generale debba quanto più possibile essere generalizzato dall'Onda e non solo. La premessa è che sarebbe stato auspicabile un corteo unitario di tutte le forze sindacali, ma conosciamo bene le differenze anche radicali delle piattaforme e non riteniamo che queste differenze possano essere ridotte a questioni di poco conto.Per stringere davvero ed in maniera efficace una forte alleanza sociale non possiamo accontentarci semplicemente di scendere in piazza nella stessa giornata. Dobbiamo trovare una convergenza su alcuni contenuti che oggi appaiono decisivi e sui quali vogliamo assolutamente vincere, mantenendo sempre le proprie specificità, differenze e le proprie piattaforme di lotta, ma estraendo da queste delle rivendicazioni comuni a partire da quattro temi fondamentali: Scuola, Università, Precarietà e difesa dei territori e dei beni comuni. Per quanto riguarda noi, ci teniamo a mettere in chiaro gli elementi rivendicativi che più ci hanno caratterizzato e che in particolare ci caratterizzano in vista del 12. In primo luogo il rifiuto netto della legge 133, della legge 169 e del Dl 180 in via di approvazione, Dl che non cambia di nulla l'esigenza e la necessità di lottare contro il Governo e in particolare contro la Ministra Gelmini e di ribadire il nostro sforzo nel senso dell'autoriforma dell'università. In secondo luogo è per noi fondamentale ribadire la nostra ostilità nei confronti delle leggi bipartisan che hanno consentito in questi anni il processo di precarizzazione del lavoro, dal pacchetto Treu, alla legge 30. A maggior ragione vale la pena ribadirlo laddove, a partire dal mese di gennaio, 400.000 precari non saranno riassunti. Precari e lavoratori per cui deve essere assolutamente garantito e tutelato il diritto di sciopero. In terzo luogo riteniamo decisivo estendere ed allargare la battaglia per un nuovo welfare che parli di reddito diretto e indiretto (casa, servizi, cultura, diritto alla studio) per studenti, disoccupati e precari, nonché di salario minimo intercategoriale per tutti i lavoratori e lavoratrici. Infine il rifiuto delle privatizzazioni della sapere e della ricerca, e della devastazione ambientale e dei territori, al fine di difendere la totalità dei beni comuni. Vogliamo più finanziamenti all'università e scuola, che allo stato attuale sono indirizzati alla costruzione delle grandi opere pubbliche e alle spese militari. Su questi punti vorremmo, in questi giorni che ci separano dal 12, avviare una discussione proficua e non pregiudiziale.Per quanto riguarda il 12, invece, pensiamo che sia naturale per l'Onda mantenere lo stesso stile assunto durante i precedenti scioperi generali: un corteo autonomo che sappia però interloquire con tutti i lavoratori e attraversare, materialmente e non solo simbolicamente, le manifestazioni sindacali. Questo non toglie che è nostro interesse parlare con quei tanti lavoratori che pur essendo iscritti alla Cgil vedono nell'Onda e nella sue rivendicazioni un'opportunità di cambiamento radicale valido per tutti. Oltre a parlare con i lavoratori è nostro interesse, però, attraversare la città e paralizzarne il traffico, così come abbiamo fatto in questi mesi, generalizzando tanto lo sciopero del 17, quanto quello del 30 ottobre. Invitiamo inoltre, tutti i movimenti cittadini e regionali, dai movimenti per l'abitare a quelli a difesa dei beni comuni, le reti migranti, i lavoratori precari, le esperienze dell'autogestione, tutti coloro che guardano con favore alla novità dell'Onda e che non sempre sono rappresentati dalle compagini sindacali, a convergere in piazzale Aldo Moro e muoversi in corteo con noi.Con la convinzione che l'Onda diventerà ancora una mareggiata.Generalizziamo lo sciopero del 12 dicembre!



Segnalazioni:


Questo libro spiega perché i governi italiani non riusciranno mai a ridurre le tasse. Spiega come mai la spesa pubblica si disperde in mille rivoli e in parte va sprecata. In questo autunno del 2008 sembra scomparso il tradizionale suq del Parlamento, in cui deputati e senatori mercanteggiavano per infilare nella legge finanziaria emendamenti a loro graditi. Ma con le lobby si è patteggiato lo stesso, altrove. Ancora una volta, chi governa preferisce distribuire favori e sussidi frammentati a questa o quell’altra categoria, per catturarne il consenso, mentre i benefici per la generalità dei cittadini sono scarsi. E’ il meccanismo della politica clientelare, più radicato in Italia che in altri paesi: per difendersene, occorre capire come funziona, e perché la spinta ad aumentare le spese risulta quasi sempre irresistibile. La storia degli ultimi trent’anni dimostra che è più facile vincere le elezioni facendo promesse irrealizzabili piuttosto che mettere a posto i conti dello Stato.

giovedì 4 dicembre 2008

Sfogarsi aiuta a vivere .....

Di seguito riportiamo un commento anonimo ma non troppo ...

Io sono uno di quelli che pensa alcune cose possano migliorare il nostro paese.
Io sono uno di quelli che ha comprato una casa, dichiarando fino all’ultimo centesimo e pagando le relative tasse.
Io sono uno di quelli che ha ragionato e acceso un mutuo a tasso fisso (5,14%) perché, anche se costava un po’ di più, volevo la certezza di poter pagare sempre la stessa cifra. E non si dicano sciocchezze: come sono i mutui a tasso variabile lo spiegano bene le banche!
Io sono uno di quelli che ha sempre sostenuto che le detrazioni per le ristrutturazioni edilizie contribuissero a diminuire l’evasione nel settore edilizio. E che pensa dovrebbero essere detraibili anche i costi pagati a liberi professionisti etc.
Io sono uno di quelli che, grazie alla detrazione del 55%, si è fatto convincere a cambiare i serramenti per migliorare l’isolamento termico della casa, malgaro i vecchi potessero ancora andare, e facendo fatturare tutto.
Io sono un coglione!
Dovevo dichiarare il minimo possibile sulla casa e evadere quante tasse potevo.
Dovevo sottoscrivere un mutuo a tasso variabile, rinegoziarlo e pagare, il prossimo anno, un tasso massimo del 4%. Il resto lo pagherà lo Stato. Quindi in parte pagherò il mutuo di altri, oltre al mio al tasso del 5,14%!
Dovevo lasciare i serramenti vecchi o, volendoli comunque rifare, fatturare il minimo indispensabile e ottenere la “detrazione” subito. Adesso mi trovo a dover restituire dei soldi (fortunatamente non alla banca, perché non saprei come), cosa che contavo di fare con il rimborso IRPEF del 55%. Ma il governo oggi mi dice che quello che valeva prima non vale più. Rimborseranno solo 82,7 milioni di euro e dovrò partecipare a una gara (?) via mail (?) per sapere se avrò ancora diritto a quanto era stabilito in precedenza nella finanziaria. E non mi daranno nemmeno una risposta. Dopo 30 giorni ci sarà il silenzio rifiuto!

Io sono anche il marito di una fannullona Tutti gli anni mia moglie viene assunta per essere licenziata all’inizio dell’estate. Questo avviene tutti gli anni, da 19 anni! Dopo 15 anni ha dovuto frequentare dei corsi abilitanti che la rendessero idonea all’insegnamento! Un bel periodo di prova! Quest’anno, prima in graduatoria, e con posto assegnato dal Ministero, ha pensato il Provveditorato a distribuire la sua cattedra su altri insegnanti di ruolo. Naturalmente lei è stata regolarmente assunta, per tutto l’anno… come precaria.
Ma probabilmente l’anno prossimo non avrà più un lavoro. Così sarà davvero precaria!

Il voto è segreto… ma ci sentiamo dei coglioni…

mercoledì 3 dicembre 2008

Puglia: bandi anti-crisi

BARI - ''I primi tre bandi sulla manovra anticrisi sono disponibili sul portale dell’assessorato allo Sviluppo economico della Regione Puglia (sistema.puglia.it), con le relative determine dirigenziali e la modulistica”. Lo rende noto un comunicato della Regione, in cui si precisa che gli stessi bandi saranno pubblicati tra qualche giorno sul Bollettino ufficiale della Regione Puglia. “I bandi - è spiegato – sono i contratti di Programma regionali (che sviluppano investimenti per 550 milioni di euro mettendo in campo 130 milioni di fondi pubblici); gli Aiuti alle medie imprese e ai consorzi di Piccole e medie imprese (Pmi) per i Pia (i programmi integrati di agevolazione che determinano investimenti per 270 milioni di euro, grazie a 88 milioni di risorse pubbliche); e gli Aiuti agli investimenti in ricerca per le Pmi (70 milioni gli investimenti sviluppati rispetto a 28 milioni di fondi pubblici)”. “Per i Pia e i Contratti di programma - è precisato – è prevista la procedura a sportello che si chiude con l’esaurimento delle risorse, mentre nel caso della ricerca per le Pmi la data di scadenza è il 20 marzo”. “Per partecipare a questo avviso – si legge ancora – si dovrà usare la modalità online: non più lettera raccomandata e documenti, ma posta elettronica e autocertificazione, purchè la posta elettronica sia certificata (e-mail con ricevuta per avere la garanzia del ricevimento del messaggio dal destinatario) e purchè il legale rappresentante abbia la firma digitale”.“Nel caso del bando Aiuti alla ricerca – è specificato – gli interessati dovranno collegarsi al portale dell’assessorato allo Sviluppo economico (sistema.puglia.it) e inserire i propri dati: il legale rappresentante dovrà compilare la domanda, firmarla e poi inviarla insieme con gli allegati (acquisiti con lo scanner) salvati in formato Pdf“. “Per queste operazioni – si legge infine – servono la casella di posta elettronica certificata e la firma digitale: entrambe si ottengono collegandosi alla Rupar, la rete della pubblica amministrazione se il richiedente è un ente pubblico, oppure, in tutti gli altri casi, connettendosi al sito cnipa.gov.it che ha l’elenco pubblico dei certificatori”.

martedì 2 dicembre 2008

Devozione, onestà e competenza

Di qua e di là dall'Oceano rimbalzano parole magiche: recessione, ambiente, New Deal. Il New Deal è stato il patto, la promessa di un nuovo corso, che Franklin Delano Roosevelt, divenuto presidente degli Stati Uniti nel marzo 1933, promise ai cittadini americani per uscire dalla crisi che era, come l'attuale, crisi di soldi, ma soprattutto di fiducia, di scoramento, di corruzione e violenza criminale, e poi di erosione del suolo e di eccedenze agricole invendute.
Roosevelt capì che la salvezza dell'America dipendeva anche dalla regolazione del corso dei fiumi e dalla lotta all'erosione, alle frane e alle alluvioni, alla sete, dalla ricostruzione della fertilità dei suoli agricoli e dei pascoli, dalla salvaguardia delle foreste.
La nuova amministrazione affrontò subito il problema della razionale utilizzazione delle risorse idriche e della difesa del suolo, cominciando dai grandi bacini idrografici. Uno dei più grandi fiumi e bacini idrografici del Nord America è il Tennessee che scorre dalle montagne innevate ai campi fertili, fino a immettersi nel fiume Ohio poco prima che questo si getti nel Mississippi. Subito dopo il suo insediamento alla Casa Bianca Roosevelt creò una speciale agenzia, la Tennessee Valley Authority, il più noto esempio di pianificazione territoriale e industriale del New Deal, col compito di costruire una serie di dighe e di centrali idroelettriche, realizzando la prima industria elettrica di proprietà del governo federale (le precedenti erano tutte private). La costruzione delle dighe attirò nella zona lavoratori disoccupati da tutta l'America; fu rettificato il corso del fiume, furono fatte opere per fermare l'erosione del suolo e per il rimboschimento delle valli. Il film "Fango sulle stelle" di Elia Kazan, racconta l'epopea della costruzione di una diga sul Tennessee e il conflitto con la popolazione locale che deve abbandonare le proprie case.
Roosevelt aveva sottolineato, fin dalla campagna elettorale, l'importanza delle foreste. "Gli alberi --- disse --- trattengono la terra fertile sui declivi e l'umidità del suolo, regolano il fluire delle acque nei ruscelli, moderano i grandi freddi e i grandi caldi, purificano l'aria, sono i `polmoni' dell'America". Il 14 marzo 1933, dieci giorni dopo la sua nomina a presidente degli Stati Uniti, Roosevelt predispose un grande progetto per impiegare un esercito di giovani disoccupati al lavoro nelle foreste. Nell'estate del 1933 300.000 americani, celibi, dai 18 ai 25 anni, figli di famiglie assistite, erano nei boschi, impegnati nei lavori di difesa del suolo che da molti anni erano stati trascurati. Negli anni successivi, in varie campagne, due milioni di giovani lavoratori, complessivamente, piantarono 200 milioni di alberi, ripulirono il greto dei torrenti, prepararono laghetti artificiali per la pesca, costruirono dighe, scavarono canali per l'irrigazione, costruirono ponti e torri antincendio, combatterono le malattie dei pini e degli olmi, ripulirono spiagge e terreni per campeggi. Nell'aprile 1935 fu creato il Soil Conservation Service col compito di difendere contro l'erosione il suolo, anche se era di proprietà privata, a spese dello stato.
Nel 1933 il governo decise di far pagare un affitto a coloro che usavano risorse naturali --- pascoli o miniere --- demaniali e di fermare la svendita dei terreni statali. Nell'America della grande crisi c'era sovrabbondanza di raccolti ma prezzi così bassi che gli agricoltori soffrivano la fame. L'erosione del suolo dovuta alle acque e al vento aveva spinto milioni di piccoli proprietari o affittuari ad abbandonare le proprie terre per andare a lavorare come miserabili salariati nelle terre ancora fertili. Le grandi compagnie finanziarie compravano a prezzi stracciati i terreni dei piccoli coltivatori soffocati dai debiti. La drammatica situazione è descritta, fra l'altro, nel libro "Furore" di Steinbeck, del 1939, da cui l'anno dopo fu tratto un celebre film diretto da John Ford.
Furono create strutture governative per assistere i lavoratori costretti a migrare nelle nuove terre e furono stanziati incentivi finanziari per trattenere nei campi i piccoli coltivatori e per sostenere i prezzi dei prodotti agricoli; fu organizzata la distribuzione alle classi meno abbienti delle eccedenze agricole e furono avviate iniziative per l'utilizzazione industriale dei prodotti non alimentari. La chimica avrebbe avuto un ruolo fondamentale e il biochimico William Hale coniò il termine "chemiurgia" per indicare le tecniche capaci di trasformare le materie di origine agricola, zootecnica e forestale in merci: dall'alcol etilico, da usare come carburante e come materia prima per la gomma sintetica, alla cellulosa e alle proteine per ottenere fibre artificiali, dall'amido alle materie plastiche, dalle cere ricavate dalla jojoba, alla gomma guayule, dalle fibre tessili cellulosiche naturali ottenute da ginestra, canapa, yucca, a nuove materie cellulosiche industriali, eccetera

Sotto tanti aspetti i problemi dell'età di Roosevelt si trovano in Italia oggi: frane e alluvioni, mancanza di acqua, eccedenze agricole, rifiuti, alto costo dell'energia, ma nelle varie proposte del "nuovo New Deal" non vedo indicati progetti per affrontarli seriamente e in modo unitario; eppure la soluzione va cercata, a mio parere, proprio nel recupero e trasformazione di eccedenze, scarti e sottoprodotti a fini produttivi e energetici, nel rimboschimento, nella lotta all'erosione e alle conseguenti frane e alluvioni, nell'aumento delle risorse idriche e idroelettriche, nelle fonti di energia e nelle materie prime rinnovabili.

Il successo "ambientale" del New Deal fu dovuto al fatto che Roosevelt concentrò tutte le competenze nel campo delle risorse naturali --- acqua, foreste, difesa del suolo, opere idrauliche, urbanistica, parchi, miniere, rifiuti, eccetera --- in due ministeri, quello dell'agricoltura e quello dell'interno, affidati a due persone, Henry Wallace e Harold Ickes, eccezionali per la devozione al loro mandato, onestà e competenze.
Che siano queste tre le parole chiave per uscire dalla crisi del 2008 ?
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
La Gazzetta del Mezzogiorno,
martedì 25 novembre 2008

lunedì 1 dicembre 2008

Sono miopi e incapaci di governare

ROMA - Il decreto anticrisi approvato dal governo renderà più difficile (e in certi casi impossibile) ottenere sgravi fiscali per chi intende risparmiare energia (come previsto dalla legge 296/2006), in pratica rendendo poco o per nulla economico installare impianti a energia solare o caldaie a basso consumo.
DECRETO - Il decreto, pubblicato domenica mattina sulla Gazzetta ufficiale e quindi in operativo dal 30 novembre, rende molto più complesso il percorso per ottenere le detrazioni fiscali del 55% delle spese sostenute per installare un pannello solare, sostituire un impianto di climatizzazione o cambiare gli infissi alle finestre. Il decreto prevede infatti che per le spese sostenute dopo il 31 dicembre 2007, i contribuenti debbano inviare all'Agenzia delle entrate, solo per via telematica, «un'apposita istanza per consentire il monitoraggio della spesa e la verifica del rispetto dei limiti di spesa complessivi». L'Agenzia delle entrate esamina le domande secondo l'ordine cronologico di invio e comunica entro 30 giorni l'esito della verifica agli interessati. Decorsi i 30 giorni senza esplicita comunicazione di accoglimento «l'assenso si intende non fornito» e il cittadino non potrà usufruire della detrazione. Per le spese sostenute nel 2008, in caso di mancato invio della domanda o di diniego da parte dell'Agenzia delle entrate, l'interessato potrà comunque usufruire di una detrazione dall'imposta lorda pari al 36% delle spese sostenute fino a un massimo di 48 mila euro da ripartire in dieci rate annuali.
LEGAMBIENTE - Negativo il commento sul provvedimento da parte di Legambiente. «Altro che rilancio dello sviluppo: il governo va contro le famiglie e le aziende. Incentivi semplici, trasparenti e sicuri diventano ora complicati, discrezionali e limitati», ha dichiarato Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente. Perché si è cambiato un provvedimento che ha avuto un grande successo e che permetteva alle famiglie di risparmiare sulle bollette grazie alla possibilità di installare impianti solari termici, caldaie a condensazione, interventi di efficienza energetica?». Secondo Legambiente verranno prese in considerazione solo le prime proposte presentate tra il 15 gennaio e il 27 febbraio e solo fino al raggiungimento di un tetto di spesa prevista dal governo.
BERSANI: «GOVERNO IMBROGLIONE» - Dura presa di posizione di Pier Luigi Bersani, ministro dell'Economia del governo ombra del Pd: «Leggendo il decreto anticrisi emergono decisioni che un governo imbroglione si è dimenticato di dire in conferenza stampa. Sono decisioni senza senso, spiegabili solo con la volontà ideologica di cancellare ogni traccia delle novità introdotte dal governo Prodi. Spicca il colpo mortale con effetti retroattivi dato alle ristrutturazioni edilizie a fini ambientali. Lo sconto fiscale del 55% era a sostegno all'economia e all'ambiente secondo priorità universalmente riconosciute da Kyoto in poi. Chi ha realizzato l'intervento sulla sua casa nel 2008 potrà rimetterci fino a 15 mila euro». Aggiunge Ermete Realacci, ministro dell'Ambiente del governo ombra del Pd: «Lo sgravio fiscale del 55% è stato utilizzato da 230 mila famiglie e ha messo in moto un volano di affari superiore ai 3 miliardi di euro».

La Deflazione si combatte difendendo i posti di lavoro non le banche.

Il provvedimento definito "Salva Banche" altro non è che il "passepartout" di Tremonti per entrare negli assetti del sistema bancario italiano.
Anche il piano dei cosiddetti 80 Miliardi di Euro (che in realtà non ci sono) che il Governo ha annunciato nelle scorse ore per fronteggiare la crisi è ha licenziato in Consiglio dei Ministri è sbagliato per due motivi: contiene misure una tantum ed è ciò che non si deve fare quando occorre dare una scossa economica duratura; e poi perché ai soggetti deboli regala un pò di contanti, invece che sgravi fiscali in grado di generare reddito strutturale e quindi consumi.
Ringrazio il premier Berlusconi e il Ministro Tremonti per la richiesta di collaborazione collettiva in una situazione di tale gravità, ma non si offenderanno se ricordo loro che le manovra con le "una tantum" erano la specialità dei Governi della prima Repubblcia e non possono essere il mezzo di contrasto di una crisi che non ha eguali nella storia moderna, giacchè per la prima volta dagli anni trenta, la debolezza della domanda di beni e servizi ci sta portando direttamente nel tunnel della deflazione. Tunnel che non conosciamo e che nessuno ha mai affrontato.
Mi sarei aspettato dal Governo poche cose e molto semplici: la tutela dei posti di lavoro con un rafforzamento degli ammortizzatori sociali anche per i disoccupati, sul modello inglese "dell'Income support"; la spinta delle banche ad ancorare i mutui per le abitazioni non più al tasso euribor ma a quello Bce e una sorta di quoziente familiare, più intensivo ovviamente per i redditi bassi, ma generalizzato in modo da creare dal prossimo mese consistenti sgravi fiscali per le famiglie con figli le quali sono le uniche in grado di far ripartire i consumi.
Tra le principali cause di deflazione vi è la scarsità di moneta. E l'effetto non è la riduzione del prezzo del pane o della pasta come qualcuno dice in giro. No, la deflazione ci porta alla riduzione di tutti i prezzi, compreso quello del lavoro; e a tutto questo il nostro sistema politico e quello delle relazioni industriali non è affatto preparato.
Per questi motivi, il Ministro Tremonti anzichè chiedere disponibilità al buio, mostri attenzione alla difesa dei posti di lavoro e al rafforzamento degli ammortizzatori sociali e otterrà disponibilità da tutti coloro che hanno a cuore il Paese.

on. Francesco Boccia

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