Bari 19 settembre 2008
Comunicato stampa
La FLC CGIL ha elaborato una simulazione delle ricadute che le varie norme approntate dal Governo avranno sia sul personale di ruolo che sui precari provincia per provincia e per i vari ordini di scuola.
Ecco le conseguenze dei provvedimenti del Governo e del Ministro Gelmini sulla scuola pugliese.
La FLC CGIL ha elaborato una simulazione delle ricadute che le varie norme approntate dal Governo avranno sia sul personale di ruolo che sui precari provincia per provincia e per i vari ordini di scuola.
La simulazione dei tagli è stata effettuata applicando ai vari ordini di scuola e al personale ATA le ipotesi contenute nelle prime anticipazioni del piano programmatico del MIUR in applicazione dei tagli previsti dall'Art. 64 del DL 112/08. Il calcolo dei soprannumerari deriva dalla differenza tra i posti che saranno disponibili nel 2009/10 (dopo i tagli) e il personale a tempo indeterminato (comprese le assunzioni di quest'anno e ipotizzando un trend di pensionamenti pari a quello di quest'anno (27.000). In sostanza, come previsto, nessun precario attuale avrà più la possibilità di lavorare.
Per la scuola dell'infanzia in quanto il piano non prevede espliciti tagli, ma l'azzeramento dell'attuale esperienza a tempo normale (8 ore) per trasformarlo in antimeridiano in modo da recuperare risorse per eventuali nuove istituzioni (sempre a tempo parziale): questa operazione, pur non producendo tagli a livello nazionale, perché in diverse regioni del Nord vi sono molte liste di attesa, avrà ripercussioni in Puglia sia sul personale che una forte ricaduta in termini di qualità del servizio e di risposta alle aspettative delle famiglie.
Contro queste misure del Governo la FLC CGIL invita con i lavoratori della scuola, gli studenti e le famiglie a partecipare alle manifestazioni indette dalla CGIL e previste per sabato 27 settembre in tutte le province pugliesi.
Paolo Peluso
Segr. Gen. FLC CGIL Puglia
martedì 30 settembre 2008
lunedì 29 settembre 2008
Il comizio di Kristallin e ScaccoMatto
E’ stato un grande discorso chiarificatore.
Difficilmente in avvenire succederà di imbatterci in un tale sermone in cui sono presenti tutte le sue parti tradizionali:
l’articolo, il nome, l’aggettivo, il pronome, il verbo, l’avverbio, la preposizione, la congiunzione, l’interiezione.
Mancava solo una cosa l’ ”idea”.
Al nostro Gisella KRISTALLIN non accadrà mai di essere annoverato tra i nostri beni culturali, sebbene “Lo voglio bene al mio Paese” sia diventato meta di turisti sadicamente ansiosi di accertare cosa succederebbe se si sbagliassero.
Gisella Kristallin, permettetemi di chiamarlo confidenzialmente Gis, perché “io lo voglio bene al mio sindaco”, era accompagnato dal suo fido assistente: “SCACCO MATTO”.
“Scacco Matto” è un “repubblichino”, di mentalità, non di età, senza rimedio, vale a dire nato, è un po’ come si dice “nato con la camicia”.
Irruente come un torrente, aggressivo come la bronchite, ha ribaltato tutte le fantasiose accuse, le menzognere affermazioni nei confronti della democratica amministrazione comunale, costituita da galantuomini, avanzate dall’opposizione e ha auspicato, per una corretta gestione del paese, le dimissioni da “uomo” della stessa opposizione.
Cosa ci resta da dire.
“SCACCO MATTO”, se non ci fosse bisognerebbe inventarlo.
Personalmente sono sinceramente affezionato a “SCACCO MATTO”, perché modestamente so quanto sia facile e, tutto sommato, rapido essere meglio di lui: basta nascere, ed io “lo nacqui”, direbbe TOTO’
Difficilmente in avvenire succederà di imbatterci in un tale sermone in cui sono presenti tutte le sue parti tradizionali:
l’articolo, il nome, l’aggettivo, il pronome, il verbo, l’avverbio, la preposizione, la congiunzione, l’interiezione.
Mancava solo una cosa l’ ”idea”.
Al nostro Gisella KRISTALLIN non accadrà mai di essere annoverato tra i nostri beni culturali, sebbene “Lo voglio bene al mio Paese” sia diventato meta di turisti sadicamente ansiosi di accertare cosa succederebbe se si sbagliassero.
Gisella Kristallin, permettetemi di chiamarlo confidenzialmente Gis, perché “io lo voglio bene al mio sindaco”, era accompagnato dal suo fido assistente: “SCACCO MATTO”.
“Scacco Matto” è un “repubblichino”, di mentalità, non di età, senza rimedio, vale a dire nato, è un po’ come si dice “nato con la camicia”.
Irruente come un torrente, aggressivo come la bronchite, ha ribaltato tutte le fantasiose accuse, le menzognere affermazioni nei confronti della democratica amministrazione comunale, costituita da galantuomini, avanzate dall’opposizione e ha auspicato, per una corretta gestione del paese, le dimissioni da “uomo” della stessa opposizione.
Cosa ci resta da dire.
“SCACCO MATTO”, se non ci fosse bisognerebbe inventarlo.
Personalmente sono sinceramente affezionato a “SCACCO MATTO”, perché modestamente so quanto sia facile e, tutto sommato, rapido essere meglio di lui: basta nascere, ed io “lo nacqui”, direbbe TOTO’
http://lucifero.bloog.it/Blog di satira laertina
Rifiuti a Napoli: Silvio, Cosentino e Gomorra
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtq8vC9nO3Uf6ZmFV-GMzP00OtIUULI7smb5U51GAZMxxNJfEMN04Bbrv74W0RtUow4SdV8JDUFKUQ8Qwz03JRfFsZmClobzT6xzec-SGHVuEwIDEvOgq0kN3ueo6jVghGevXmLi7g7Mc/s320/liberal.jpg)
Gianni Barbacetto
sabato 27 settembre 2008
Il no-profit va in reteSito web curato da Orizzonti nuovi
L’associazione Orizzonti Nuovi “Evandro Lupidi” Onlus, in partenariato con la Caritas Diocesana di Castellaneta e grazie ad un finanziamento della Regione Puglia - POR 2000/2006, Misura 5.3, Azioni formative e piccoli sussidi, azione C -, sta promuovendo una ricerca sulle organizzazioni no-profit della Diocesi di Castellaneta, al fine di creare un sito web di coordinamento tra tutte le realtà noprofit presenti sul territorio.Tale sito costituirà un forum permanente per tutte le associazioni desiderose di creare una collaborazione sinergica e nel contempo di sviluppare le proprie attività.Tra i molteplici scopi che si prefigge, sottolineiamo la possibilità di inserire news ed appuntamenti coordinati ed “ufficiali”, i servizi informativi sulla legislazione e sulle possibili linee di finanziamento, nonché la pubblicizzazione delle finalità e delle attività di ciascuna associazione aderente, che potrà autogestire gratuitamente un proprio spazio web, comprendente anche una Galleria Fotografica.Il progetto comprende, oltre alla realizzazione del sito, l’acquisto di apparecchiature tecnologiche ed un corso di formazione sulla normativa e sulla gestione degli enti noprofit, che sta interessando sei operatori della nostra associazione e della Caritas Diocesana, partner di progetto.Dopo l’incontro introduttivo di presentazione del Progetto, tenutosi venerdì 5 settembre - alla presenza di numerose associazioni e documentato da una apposita newsletter associativa - è stata programmata per oggi, alle ore 17:30, presso il centro pastorale Lumen Gentium di Castellaneta, la Conferenza di presentazione del nuovo sito www.7roseassociazioni.org, a cui parteciperanno - oltre ai dirigenti di Orizzonti Nuovi Onlus e della Caritas Diocesana -, il vescovo di Castellaneta, mons. Pietro Maria Fragnelli, il dott. Giacomo Smarrazzo in rappresentanza dell’Organismo Intermediario che gestisce il finanziamento per conto della Regione Puglia ed un responsabile del CSV di Taranto.
» 7 Rose Associazioni
» Fonte: Corriere del Giorno
» 7 Rose Associazioni
» Fonte: Corriere del Giorno
venerdì 26 settembre 2008
Non mi dimetto, sono solo speculazioni
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhv3WcuZp4N5Au546Nl05TEAG9F8fNYDTqiQnU-mQipHzYqS-tgqR5GwT_DnPo0Ca_qYufq5wLaZid_yh9tYdHp8BLHArMwR7T_CaNnJ5N7fU5-C0O3k9Kd_vyZg_QQ7LFhrFhCDMtwq0s/s320/mail.jpg)
Noi non contestiamo le energie alternative, crediamo, invece, fermamente che siano l'alternativa necessaria per programmare il futuro, vincere la crisi energetica e combattare l'inquinamento.
Noi disprezziamo il modo con cui queste politiche vengono portate avanti.
Al lettore lasciamo il giudizio sul comizio del sindaco sulla base dei fatti e della storia, non delle polemiche....
«Non mi dimetto, sono solo speculazioni» ha tuonato il sindaco Giuseppe Cristella. «Lo facciano quelli del Pd, ma da uomini» ha rilanciato l’assessore Nicola Saccomanni. E’ arrivata dal palco, domenica sera, la risposta alla conferenza stampa, con volantino al seguito, del Partito democratico. Partito che aveva chiesto, sulla scia dei cattivi odori della Progeva, le dimissioni del primo cittadino. «Carta straccia, rifiuto per discarica», ha giocato con le parole Saccomanni. «Nel 2002, dopo il parere positivo della conferenza di servizi abbiamo approvato la realizzazione dell’opificio, del capannone, al resto ci ha pensato la Provincia» ha spiegato l’assessore alle Politiche sociali, precisando poi la «quasi unanimità» registrata in occasione del voto consiliare. Precisazione poi ribadita da Cristella: «Ci fu anche il consenso di Cassano, Giannico, Clemente e Giuseppe Stano”. Non solo: per Cristella, già assessore all’agricoltura nella giunta di centrosinistra guidata da Vito Cassano, sarebbero stati, nel 2001, il sindaco diessino uscente, che «credeva di aver già vinto le elezioni», e l’ex assessore all’urbanistica Domenico Giannico a indicare alla Progeva l’area dove l’azienda si sarebbe poi insediata. In ogni caso, ha integrato Cristella, si andò allora in variante urbanistica «così come abbiamo fatto per tanti altri insediamenti». Ce n’è anche per la Progeva: «Deve tornare al progetto originario, o si rischia lo scontro» ha incalzato Saccomanni. Il progetto originario rimanda alla “procedura semplificata” (30mila tonnellate annue, lista “corta” dei rifiuti trattabili) iniziale, praticamente attuata dall’azienda di compostaggio solo per pochi mesi, prima del passaggio alla procedura “ordinaria” (45mila tonnellate, ventaglio di codici più ampio), datata maggio 2007. Saccomanni: «La puzza è partita allora, non prendiamoci in giro”. E comunque: «E’ una battaglia che porteremo avanti e vinceremo da soli, senza l’opposizione, altro che dimissioni» hanno detto in coro il sindaco e l’assessore, a suggello dell’annunciata “operazione-verità”. Immediata la replica dall’altro fronte: «Vere bugie, false verità» titola una nota del Pd: «La dialettica politica - vi si legge - può essere aspra, tesa. Tuttavia non dovrebbe mai valicare i limiti del rispetto che si deve alle persone e alle loro competenze professionali». L’altra sera, invece «l’assessore Saccomanni ha sentenziato che gli esponenti dell’opposizione, dovrebbero dimettersi dall’essere uomini, concetto poi ripreso dal sindaco»: per il Pd si tratta di «un preoccupante imbarbarimento del linguaggio che non può e non deve essere sottovalutato», espressione di un atteggiamento «volto ad intimidire l’avversario politico, ormai sempre più considerato come un nemico», se è vero che l’affermazione di cui si parla segue ad anni di attacchi personali che «a vario titolo hanno raggiunto tutti coloro i quali hanno osato mettere in discussione le scelte politiche di questa amministrazione». «Privare i propri avversari del riconoscimento della dignità che si deve ad ogni essere umano - chiude il Pd -, è scorretto non solo politicamente, ma anche eticamente». Tira proprio una brutta aria.
Francesco Romano
La Gazzetta del Mezzogiorno
giovedì 25 settembre 2008
La politica non può ridursi a barbarie
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Il comizio della maggioranza di centrodestra “Operazione Verità” ha uno strascico polemico. Secondo il circolo del Pd, il comizio «ha plasticamente rappresentato il modo in cui una parte del centrodestra laertino intende il confronto politico. La dialettica politica può essere aspra, tesa. Tuttavia essa non dovrebbe mai valicare i limiti del rispetto che si deve alle persone e alle loro competenze professionali».«L’altra sera - continua il Pd -si è assistito all’ennesima sceneggiata di una coppia di amministratori che sembravano più accecati dall’odio e dal rancore personale che dal legittimo desiderio di fare chiarezza sulle responsabilità politiche del prodotto Progeva. L’incipit, in questo senso, è stato molto eloquente: l’assessore Saccomanni ha sentenziato che gli esponenti della opposizione, dovrebbero “dimettersi dall’essere uomini”. Concetto poi ripreso dal sindaco. Ci auguriamo che questa opinione sia isolata all’interno della compagine amministrativa. La frase, converrete con noi, è sintomatica di un preoccupante imbarbarimento del linguaggio. Un imbarbarimento che non può e non deve essere sottovalutato. Sarebbe sbagliato pensare che si tratti soltanto di parole: quelle espressioni sottendono un atteggiamento violento, volto ad intimidire l’avversario politico, ormai sempre più, considerato come un nemico».«Privare i propri avversari del riconoscimento della dignità che si deve ad ogni essere umano - puntualizzano dal Pd - è scorretto non solo politicamente, ma anche eticamente e ciò non fa onore a chi queste frasi le pronuncia a prescindere che ciò avvenga per odio o per ignoranza. Ci piacerebbe pensare che si sia trattato di un caso isolato, ma sappiamo bene che questa, ancorché più grave, affermazione segue ad anni di attacchi personali violenti e di eccessi che, a vario titolo, hanno raggiunto tutti coloro i quali hanno osato mettere in discussione le scelte politiche di questa amministrazione».«Speriamo vivamente - conclude la nota del Pd - che dal centrodestra si alzi almeno una voce per condannare e prendere le distanze da quelle frasi. Diversamente quella che doveva essere una operazione verità, verrà ricordata come una bieca “Operazione Vergognosa”».
Corriere del Giorno
Area vasta, d’assenze.
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Amintore Fanfani, un politico che ad un’acuta intelligenza univa il dono dell’ironia, ironia, la cui mancanza ne fa capire l’indispensabilità, avrebbe definito l’Area vasta come definì il bilancio di previsione del suo tempo, libro dei sogni.E tuttavia se non si sogna non si va da nessuna parte, poiché i sogni son anche desideri, per soddisfare i quali l’uomo è arrivato sulla luna e sulla soglia dell’origine della vita.L’ufficio tarantino dell’Area Vasta presieduto dal presidente dell’Ordine degli architetti ionici, Vincenzo La Gioia, era lunedì sera a Castellaneta per presentare i suoi lavori e raccogliere altre idee tutte riguardanti la parte occidentale della provincia, cioè i sette paesi che vanno da Ginosa a Massafra, più di 100 mila abitanti, un territorio molto omogeneo e di molte potenzialità di sviluppo. Erano presenti l’assessore provinciale al turismo Tommaso Colaninno e i sindaci di Castellaneta, Italo D’Alessandro e di Palagianello, Michele Labalestra; si erano “affacciati” il sindaco di Mottola, Giovanni Quero e il vicesindaco di Laterza Leonardo Pugliese, poi andati a Laterza alla presentazione di un libro di storia locale. Avrebbero dovuto essere presenti anche sindaco e vicesindaco di Taranto, assenti anch’essi. Il pubblico era costituito da uno sparuto gruppo di architetti, ingegneri e geometri, che alla fine degli interventi hanno dato vita a un dibattito educato e di piccole proposte.Per dirla in una battuta, o meglio in un’immagine: l’area era vasta, ma d’assenze.In sé l’idea di Area vasta è lo sviluppo di un’idea che vagava alcuni decenni fa fra le amministrazioni comunali. Si parlava allora di formare consorzi fra Comuni limitrofi per darsi i servizi che ciascun comune da solo non aveva né la forza per costruirli, né la domanda perché fossero efficienti, insomma per evitare sprechi o fallimenti. Oggi l’Area Vasta è il pensatoio che immagina il futuro di una comunità e va raccogliendo idee: a giudicare da quelle raccolte a castellaneta, con scarsa fortuna.D’Alessandro nel prendere per primo la parola come “padrone di casa” ha parlato di un utile scopo dell’ufficio, perché evita lo sviluppo a macchia di leopardo, i campanilismi e la dispersione di risorse. Ha parlato di un costruendo Foro boario, di una piattaforma con Ginosa sulla 106 per il sostegno al turismo e all’agricoltura, della necessità della Bradanico-Salentina e di una pista ciclabile lungo il vecchio tracciato della ferrovia Bari-Taranto.Della stessa pista ciclabile ha parlato Labalestra il quale ha messo in risalto la necessità di valorizzare la specificità di Palagianello, le “case grotte”, cioè le abitazioni, in uso ancora nel primo dopoguerra, incastonate nel ciglio della gravina, e con esse del Parco naturale attrezzato. Labalestra ha esortato a far presto per non perdere i fondi europei.Colaninno ha lamentato che la discussione è lenta e lunga che un miliardo e 700 milioni regionali sono in attesa di essere spesi e che Agriland, a San Basilio, nel diroccato rudere da restaurare s’insedierà Agriland, un ufficio per dare ai turisti in arrivo tutte le informazioni sulla provincia ionica. Lo scopo, ha aggiunto Colaninno è di avere un turismo per tutti i giorni dell’anno. La Gioia ha spiegato che Area Vasta è una pianificazione strategica per una visione della città condivisa da tutte le sue anime, basata sul metodo che la basa dà suggerimenti a un vertice che poi si incaricherà di portarlo a sintesi. Le aree vaste pugliesi sono dieci, quella ionica abbraccia tutta la provincia di Taranto, ad eccezione di Martina Franca che appartiene a quella della Valle d’Itria. Il comune capofila è il capoluogo la qual cosa spiega il ritardo di questa Area vasta perché Taranto ha patito i tempi lenti del dissesto e del commissariamento. L’ufficio, ha continuato Lagioia ha tenuto forum e incontri tematici ed ha elaborato alcune idee di massima: Taranto porta del mediterraneo, cerniera fra Salento, Materano, Casertano e Calabria, forte del porto e della retroportualità e della nuova pista all’aeroporto di Grottaglie per i supercargo. Taranto ha consegnato la sua economia all’Ilva, ma si può pensare a un suo sviluppo alternativo con la Città della conoscenza, il Polo tecnologico-scientifico, il polo museale, a cui recuperare anche i capannoni della stazione torpediniera e aggiungere la Vittorio Veneto la cui trasformazione in museo è già stata finanziata. Della provincia La Gioia ha va valorizzato l’ambiente, con il Parco delle Dune ad est e trasformando la litoranea in grande lungomare; e con il Parco delle Gravine ad Ovest, recuperando il dimesso tracciato della BaTa.Un intento per tutti i entri abitati è di risparmiare le città dalla degenerazione che ne deriva dalla loro espansione e cercare il recupero interno.Fra le proposte dal pubblico: Castellaneta punti di più su Valentino e Taranto dia al piazzale e alla chiesetta della Croce un minimo di decenza e veda di darsi dei parcheggi prima dell’ingresso in città dai paesi della provincia, per esempio togliendo alla ruggine ferroviaria la vastissima Porta Napoli.Finito il convegno un sussurro di esasperata e dotta malinconia: “Dum Romae loqui, Saguntur espugnatur” (mentre a Roma si chiacchiera a vuoto, Sagunto è stata viene espugnata, il paese va in rovina). La celebre frase liviana, fu resa celeberrima e attualizzata dal cardinale Pappalardo nell’omelia in morte del generale Dalla Chiesa.Le grandi idee sono suggestive e danno due visioni: una d’insieme e impossibile e una per visionari ed irrealizzabile.Il Comune capofila, Taranto, senza del quale le carte dell’Area Vasta sono destinate “alla critica roditrice dei topi” è stata snaturata: da città con un potenziale turistico illimitato fu fatta la Sesto S. Giovanni del Sud ed ora è asmatica da inquinamento e macilenta da disoccupazione. Può essere il punto di raccordo e di ispirazione fra e per le due parti del suo territorio?Ieri sera a Castellaneta si parlava del territorio occidentale che, pur di sette paesi, sette dialetti e sette infinità di tradizioni, ha una eccezionale omogeneità: gravina, chiese rupestri, santuari, murge, pinete e querceti, un po’ di boschi cedui, agricoltura da ortofrutta e da pascolo e mare, tutto in un raggio di poco più di venti di chilometri.Potrebbe essere un Eden, questo territorio, se per facilitare l’arrivo dei progetti di Area vasta e in loro attesa, Regione, Provincia e i suoi sette sindaci gli dessero d’insieme, in un comportamento armonico, o anche ognuno per sé, ciò che dicono essere necessario: igiene urbana, da raccolta differenziata e da limitazione d’inquinamento, migliori strade, più boschi, pannelli solari ad ogni edificio pubblico e nuove case, cura dei monumenti storici e religiosi, attenzione alle scuole, rispetto per l’ambiente…La sola ordinaria amministrazione, che per l’imperatore Adriano era già tanto poter assicurare.»
Corriere del Giorno
Michele Cristella
mercoledì 24 settembre 2008
Si frantuma un certo modello di sviluppo
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Lo diceva, caro Direttore, Don Luigi Sturzo, 50 anni fa che inoltre precisava; «l’economia, essendo fatta da uomini liberi, può essere morale o immorale, come tutti gli atti umani; tuttavia, una vera economia o è morale o, per quanto detto in precedenza, non è neppure economia». Perché ho voluto ricordare queste sagge, quanto lungimiranti considerazioni del sacerdote, e amministratore pubblico, di Caltagirone?
Beh, osservando l’attualità italiana, e locale, non si può non prendere in considerazione il pensiero sturziano. Si tratta del “fallimento” di attività economiche pubbliche e private e dei rocamboleschi tentativi messi in atto, dalla politica-spettacolo, dal sindacato-casta, dall’imprenditoria-parassita. Si vede davvero di tutto: aziende che hanno maturato perdite o che, al contrario, continuano a registrare profitti strepitosi, che di fronte al proprio fallimento o cessazione di attività scappano cercando di speculare ulteriormente; pubblici amministratori, di destra e di sinistra insieme, che da queste vicissitudini cercano di ottenere riconferme consolidando o acquisendo nuove clientele; sindacati che senza nessuna mea culpa, organizzano psudo-mobilitazioni dopo essersi già impegnati con accordi sottobanco e al ribasso; classe operaia che bene o male cerca di garantirsi un posto di lavoro ma anche privilegi e benefici. Alitalia, Miroglio solo per citarne alcune di queste storie.
Migliaia di posti di lavoro a rischio ma anche molto rumore per nulla.
Sì. Perché l’impressione è che al di là di quello che si vede, tutto è già risolto, la strada è già tracciata. Qualcuno in effetti perderà il posto di lavoro e si ritroverà fra qualche mese con un pugno di mosche in mano; magari con un misero incentivo all’esodo sarà costretto a dimettersi e comunque, perché capace e in gamba, troverò un’altra dignitosa e onorevole occupazione. La maggiorparte dei soggetti interessati troveranno “la polpa”, la sostanza.
Le aziende che chiudono, dopo aver sperperato migliaia di denari pubblici ne riceveranno degli altri per la vendita di capannoni e infrastrutture, oltre a beneficiare per l’ennesima volta di ammortizzatori sociali sempre finanziati da “pantalone” cioè tutti noi; gli imprenditori “salvatori della patria” arriveranno e beccheranno altri finanziamenti pubblici “intraprendendo” senza debiti, senza oneri, senza “masse passive”.
In quanto alla classe politica nera, rossa e bianca e al sindacato, senza farsi troppi problemi, in maniera trasversale, si spartiranno la grande torta del consenso e soprattutto del potere. Poi c’è un sottobosco di piccoli e grandi speculatori, i cosiddetti “tecnici”, o i superconsulenti, quelli che non sanno mai niente ma che in fondo sono i primi corrotti e corruttori; continueranno a fare la bella vita, incassando grandi parcelle e forse qualcosa di più. Sono i “già” o i “prossimi pensionati” che invece di lasciare spazio alle nuove generazioni continueranno imperterriti a occupare la scena, a manipolare, a mediare compromessi e malaffare. Cosa c’è dietro questo scenario se non l’immoralità e la non eticità ?
Le aziende che falliscono dovrebbero solo risarcire i danni alle persone e ai territori; quelle che invece vogliono fare e sviluppare l’economia dovrebbero solo investire tempo e risorse proprie; i pubblici poteri e le organizzazioni di rappresentanza e di categoria dovrebbero solo controllare e verificare che i diritti, e i doveri, siano rispettati.
In quanto ai parassiti dovrebbero scomparire, ritirarsi, darsi alla cura dei propri figli e alla crescita dei propri nipoti. Le persone valide, le energie migliori dovrebbero osare, dovrebbero avere il coraggio di uscire allo scoperto, innovarsi, mettere a disposizione della società, del bene comune, la propria capacità, la propria intelligenza. Il territorio nel suo complesso, si dovrebbe organizzare; anziché aprire le porte al nuovo colonizzatore, dovrebbe incentivare, aiutare, il produttore del luogo legato per tradizione, passione, affetti allo stesso. Anziché finanziare e arricchire realtà che hanno la sede legale a mille o seicento km di distanza, si dovrebbero sostenere quelle piccole ma dalle grandi potenzialità e prospettive. Si dovrebbe e si potrebbe fare tutto questo ma solo una vera moralità, solo la consapevolezza dell’etica può portare a questi passi. Nel nostro paese invece sembra prevalere sempre e comunque il tirare a campare, meglio la gallina oggi, l’uovo, domani, vedremo !!!.
Un sentito ringraziamento,
Beh, osservando l’attualità italiana, e locale, non si può non prendere in considerazione il pensiero sturziano. Si tratta del “fallimento” di attività economiche pubbliche e private e dei rocamboleschi tentativi messi in atto, dalla politica-spettacolo, dal sindacato-casta, dall’imprenditoria-parassita. Si vede davvero di tutto: aziende che hanno maturato perdite o che, al contrario, continuano a registrare profitti strepitosi, che di fronte al proprio fallimento o cessazione di attività scappano cercando di speculare ulteriormente; pubblici amministratori, di destra e di sinistra insieme, che da queste vicissitudini cercano di ottenere riconferme consolidando o acquisendo nuove clientele; sindacati che senza nessuna mea culpa, organizzano psudo-mobilitazioni dopo essersi già impegnati con accordi sottobanco e al ribasso; classe operaia che bene o male cerca di garantirsi un posto di lavoro ma anche privilegi e benefici. Alitalia, Miroglio solo per citarne alcune di queste storie.
Migliaia di posti di lavoro a rischio ma anche molto rumore per nulla.
Sì. Perché l’impressione è che al di là di quello che si vede, tutto è già risolto, la strada è già tracciata. Qualcuno in effetti perderà il posto di lavoro e si ritroverà fra qualche mese con un pugno di mosche in mano; magari con un misero incentivo all’esodo sarà costretto a dimettersi e comunque, perché capace e in gamba, troverò un’altra dignitosa e onorevole occupazione. La maggiorparte dei soggetti interessati troveranno “la polpa”, la sostanza.
Le aziende che chiudono, dopo aver sperperato migliaia di denari pubblici ne riceveranno degli altri per la vendita di capannoni e infrastrutture, oltre a beneficiare per l’ennesima volta di ammortizzatori sociali sempre finanziati da “pantalone” cioè tutti noi; gli imprenditori “salvatori della patria” arriveranno e beccheranno altri finanziamenti pubblici “intraprendendo” senza debiti, senza oneri, senza “masse passive”.
In quanto alla classe politica nera, rossa e bianca e al sindacato, senza farsi troppi problemi, in maniera trasversale, si spartiranno la grande torta del consenso e soprattutto del potere. Poi c’è un sottobosco di piccoli e grandi speculatori, i cosiddetti “tecnici”, o i superconsulenti, quelli che non sanno mai niente ma che in fondo sono i primi corrotti e corruttori; continueranno a fare la bella vita, incassando grandi parcelle e forse qualcosa di più. Sono i “già” o i “prossimi pensionati” che invece di lasciare spazio alle nuove generazioni continueranno imperterriti a occupare la scena, a manipolare, a mediare compromessi e malaffare. Cosa c’è dietro questo scenario se non l’immoralità e la non eticità ?
Le aziende che falliscono dovrebbero solo risarcire i danni alle persone e ai territori; quelle che invece vogliono fare e sviluppare l’economia dovrebbero solo investire tempo e risorse proprie; i pubblici poteri e le organizzazioni di rappresentanza e di categoria dovrebbero solo controllare e verificare che i diritti, e i doveri, siano rispettati.
In quanto ai parassiti dovrebbero scomparire, ritirarsi, darsi alla cura dei propri figli e alla crescita dei propri nipoti. Le persone valide, le energie migliori dovrebbero osare, dovrebbero avere il coraggio di uscire allo scoperto, innovarsi, mettere a disposizione della società, del bene comune, la propria capacità, la propria intelligenza. Il territorio nel suo complesso, si dovrebbe organizzare; anziché aprire le porte al nuovo colonizzatore, dovrebbe incentivare, aiutare, il produttore del luogo legato per tradizione, passione, affetti allo stesso. Anziché finanziare e arricchire realtà che hanno la sede legale a mille o seicento km di distanza, si dovrebbero sostenere quelle piccole ma dalle grandi potenzialità e prospettive. Si dovrebbe e si potrebbe fare tutto questo ma solo una vera moralità, solo la consapevolezza dell’etica può portare a questi passi. Nel nostro paese invece sembra prevalere sempre e comunque il tirare a campare, meglio la gallina oggi, l’uovo, domani, vedremo !!!.
Un sentito ringraziamento,
Domenico Savino - corriere giorno 23 settembre 2008
Sequestro area adibita a stoccaggio di rifiuti speciali
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A Mottola è stato posto sotto sequestro un terreno adibito a stoccaggio di rifiuti speciali. A porre i sigilli è stata la magistratura, allertata ieri dai funzionari dell’area tecnica e di vigilanza dell’assessorato provinciale all’Ambiente, guidato da Michele Conserva.
Dai controlli effettuati è emerso che la società che gestisce l’impianto non aveva l’autorizzazione per svolgere l’attività di stoccaggio. Di qui la segnalazione all’autorità giudiziaria che ha firmato il provvedimento di sequestro dell’area senza facoltà d’uso.
“E’ l’ennesimo intervento effettuato dai nostri tecnici in collaborazione con gli agenti di Polizia provinciale – commenta l’assessore all’Ambiente, Michele Conserva – nell’ambito delle attività di controllo e verifica programmate dalla nostra Amministrazione su tutto il territorio ionico. Si tratta di un lavoro prezioso, svolto con la massima professionalità e abnegazione, che ci consente di monitorare continuamente la situazione. Quando, come in questo caso, riscontriamo irregolarità o anomalie, scatta immediatamente la segnalazione alla magistratura, ma c’è da dire – conclude Conserva – che puntiamo molto anche sulla prevenzione”.
Nucleare: pronto l’emendamento dell’on. Vico
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Nucleare: dopo la diffidenza delle Regioni ora anche un emendamento al disegno di Legge in discussione alla Camera a partire da mercoledì prossimo, dell’on. Ludovico Vico.
Sul nucleare non si può accettare nessuna decisione dall’alto – dice il parlamentare del PD - Il sito unico nazionale per le scorie radioattive non dovrà essere individuato senza rispettare i principi fondamentali della concertazione con le istituzioni del territorio e del consenso della maggioranza di cittadini.
Si alleano e si sovrappongono, dunque, le posizioni di Vico e degli assessori all’ambiente ed ecologia delle Regioni italiane, questi ultimi ascoltati dal Ministero dello Sviluppo Economico promotore di una nuova stagione del nucleare in Italia.
Le Regioni hanno espresso perplessità sulle modalità di individuazione del sito che dovrà ospitare le scorie radioattive del passato – commenta Vico – e a giusta ragione visto che il Governo si riserva una decisione che rischia di pesare notevolmente sul futuro di quei territori che saranno interessati allo smaltimento.
Così l’emendamento che nell’Atto della Camera 1441, all’articolo 15 definisce la delega al Governo per la definizione dei criteri di localizzazione dei siti nucleari e delle misure compensative da riconoscere alle popolazioni interessate.
L’emendamento chiede al comma 1 dopo le parole “di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare” di aggiungere le parole “e d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano” e dopo le parole “i criteri per la disciplina” l’aggiunta del segmento “della selezione di un sito nazionale dove realizzare il deposito di scorie radioattive prodotte esclusivamente nel passato”.
L’emendamento – dice Vico – tende essenzialmente a porre un punto fermo su due questioni fondamentali: la concertazione e la certezza di uno smaltimento legato soltanto a quello già esistente e non alle scorie che potrebbero essere prodotto ex novo.
L’emendamento è firmato anche dagli onorevoli Lulli, Benamati, Fadda, Froner, Marchioni, Peluffo, Portas, Quartiani, Sanga, Scarpetti, Testa e Zunino.
martedì 23 settembre 2008
Non ci resta che....
Riportiamo qui di seguito un commento di un nostro visitatore che, sebbene contenga diversi elementi a nostro parere non condivisibili, pensiamo possa favorire un dibattito sulla situazione politica laertina.
Il Sindaco riesce sempre a
trovare il modo di aggirare le persone e l'attenzione dei laertini. Non sono tanto sicuro che qualcosa si stia muovendo dall'opposizione. L'opposizione è stata massacrata dal comizio di Cristella. Lui adotta un metodo molto semplice, la reazione e per questo la gente crede che ha un sindaco capace di affrontare i problemi. Abbiamo una classe politica, incapace di affrontare i tempi moderni! Negli ultimi 15 anni a Laterza c'è stato lo schifo dello schifo, non ci dobbiamo dimenticare che Cristella nasce e prospera nella giunta Cassano, era il fiore all'occhiello, e guai a chi lo toccava, ricordo che sulle pagine di Agorà si elogiavano le parole di Cristella: "Lo voglio bene al paese". La campagna elettorale del 2001 è stata caretterizzata dalla lotta tra Cristella e Cassano su chi avesse portato le varie aziende straniere sul nostro territorio . Noi laertini abbiamo focalizzato l'attenzione su questo tipo di sviluppo, anche se qualcuno in quella campagna elettorale ricordava che non ci sarebbe stato sviluppo percorrendo questa strada, ma è il clientelismo che prospera tra di noi e non un idea di sviluppo capace di durare nel tempo e di non intaccare il nostro territorio. C'erano due liste quell'anno che proponevano la stessa cosa , così come il centro-destra e il centro-sinistra nazionale, si contrappongono solo per chi sa meglio gestisce lo schifo di questo sviluppo economico. Oggi a Laterza gli stessi personaggi discutono e si danno battaglia su chi è stato il colpevole della presenza di queste aziende sul nostro territorio. C'era da aspettarselo che saremmoi arrivati a questo punto. Il centro-sinistra deve smetterla di offendere i cittadini sulla incapacità di valutare i fatti. Probabilmente noi cittadini sbagliamo a valutare certe cose e siamo trascinati dai bisogni quotidiani a fare scelte politiche sbagliate , ma questi politici arroganti non riescono a fare autocritica su gli orrori che commettono. La colpa principale è la loro! Questo è il punto avere il coraggio di fare dei passi indietro e dedicarsi ad altro visto che non sono capaci di fare politica. A destra, ci sono personaggi, sindaco in primis che hanno scelto la carriera politica per realizzarsi nella vita, cioè per avere un reddito, ma questo succede anche a sinistra tutti i personaggi in politica usano questo spazio per realizzare loro e i loro familiari. Abbiamo persone nel centro-sinitra che non sono capaci di affrontare i temi di questi tempi e i giovani che si avvicinano non hanno la possibilità di esprimersi. Questa è la realtà! Dopo il comizio scellerato, come al solito, del Sindaco, voglio proprio vedere la reazione dell'opposizione. E' in questi momenti che si contano le vittime! E non ci si deve meravigliare quando a Laterza come in Italia il centro-sinistra perde le elezioni, non si è capaci di affronatre di petto queste situazioni, ed è inutile prendersela con la gente, siete voi che sbagliate, o siete sbagliati o siete complici. Nelle ultime elezioni comunali ho avuto dei bvrividi di paura quando ho ascoltato i comizi del centro-destra, ed ora capisco perchè, perchè non ho nessuno che mi possa difendere e non sono capace di farlo io di fronte alla violenza della destra, il centro-sinitra non esiste politicamente, lo si vede anche a livello nazionale, Berlusconi vince perchè non esiste l'alternativa.
Svegliatevi o andate via!!!
Vogliamo una risposta alla violenza della destra!!!!!!!!!!!!!!!
Camillo
Il Sindaco riesce sempre a
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Svegliatevi o andate via!!!
Vogliamo una risposta alla violenza della destra!!!!!!!!!!!!!!!
Camillo
lunedì 22 settembre 2008
Aderisci a Primarie Sempre
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Berlusconi sembra deciso ad eliminare le preferenze anche dalle elezioni europee.
Il Partito Democratico si è già detto contrario, e si prepara ad opporsi, ma abbiamo già verificato che questa destra non si fa scrupoli a cambiare le regole del gioco a colpi di maggioranza: maggioranza che è molto netta, alla Camera e al Senato.
Di fronte a questa probabile, ennesima riduzione degli spazi della democrazia, noi crediamo che il PD debba rispondere rilanciando le primarie anche per scegliere i candidati per le Europee. Se il nostro partito rendesse noto da subito che, in caso di liste bloccate, queste saranno decise dagli elettori e non dalle segreterie, allontanerebbe qualunque sospetto che, sotto sotto, quella soluzione non gli dispiace.
La nostra campagna Primarie vere, primarie sempre - http://www.primariesempre.org/ - raccoglie adesioni per assicurare le primarie anche alle europee. Ci siamo posti l'obiettivo di arrivare a mille firme entro la fine di settembre, e questo obiettivo è alla portata: ne mancano meno di 150. Però ci serve la collaborazione di tutti. Per chi non ha ancora aderito, questo è il momento giusto per farlo; per tutti, è il momento di far conoscere l'iniziativa e trovare nuove adesioni.
Vi chiediamo solo due cose: fate girare questo messaggio fra tutti i vostri amici, conoscenti, fra tutti quelli che hanno a cuore la democrazia. E, se non lo avete ancora fatto, aderite! Basta andare sul sito della campagna, oppure mandare un'email con nome, cognome e città a primariesempre@gmail.comDiamoci da fare, facciamo capire agli italiani chi sono i veri democratici!
Il gruppo di Primarie vere, primarie sempre
giovedì 18 settembre 2008
FEDERALISMO
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· il Ministro dell'Economia, Tremonti, ha fornito a qualcuno i dati, le cifre precise sui costi standard dei servizi e sui livelli essenziali delle prestazioni?
· cosa intende il Governo per "livelli uniformi delle prestazioni" nello Stato Unitario?
· come saranno definiti gli standard (esempio nella sanità)?
· come avverrà la "misurazione fiscale" nelle regioni meridionali dal momento che le "sedi legali" delle aziende industriali, dei servizi e delle finanziarie risiedono quasi tutte al nord? che è cosa diversa dalla territorializzazione prevista dall'art. 2 e 5 del ddl;
· cosa si intende mettere al centro del Federalismo: il "delta" tra entrate ed uscite o la spesa pro capite per abitante?
· nelle regioni a statuto ordinario come la Puglia cosa accardà per le "Accise" (solo a Taranto lo Stato ricava ogni anno dalla Raffineria 3 Miliardi di Euro).
On. Ludovico Vico
SOLO DALLA REGIONE PUGLIA UN IMPEGNO CONCRETO PER MIROGLIO E NATUZZI IN CRISI
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238 lavoratori e corrispondenti famiglie rischiano il licenziamento alla fine del periodo di mobilità. L’azienda nell’incontro a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico ha ribadito il suo secco no al mantenimento degli impegni produttivi motivandolo con gli alti costi del filo prodotto, ma fino a poco tempo fa lo stabilimento di Ginosa era la punta di diamante del gruppo. Un gioiello per dimensioni e produttività, ora le cose sono improvvisamente cambiate. Peccato che nessun parlamentare del centrodestra e referente del Governo era presente, ma solo un funzionario del Ministero il dr. Giampietro Càstano. Per la Regione Puglia, completa invece la rappresentanza politica.
Le parti, azienda e sindacati si sono aggiornate al 30 Settembre ore 15:00 sempre presso la sede del Ministero a Roma ma prevedibilmente la partita si sposta altrove, in particolare a Bari e a Thiene, sede del Gruppo Estel che potrebbe essere interessato ad insediarsi a Ginosa.
La Regione Puglia, come già anticipato nel corso del consiglio comunale monotematico dell’8 Settembre scorso tenutosi a Ginosa (assenti anche allora i parlamentari del centrodestra) mette sul piatto i fondi rivenienti dai POR 2007-2013 a fronte di un serio piano industriale.
La recente legge sui distretti produttivi (2007) con il riconoscimento del Distretto Aerospaziale e Legno Arredo potrebbe essere una ulteriore chiave incentivante per il ridotto costo dell’energia applicato all’interno dei distretti.
E’ auspicabile quindi che, in nome dei lavoratori e dello sviluppo produttivo dell’area jonica occidentale, si metta il freno a polemiche ed indiscrezioni di stampa.
L’importante è ora agire per la salvaguardia dei livelli occupazionali. Anche perché le beghe ed i colori politici ad una famiglia senza reddito e con un mutuo da pagare interessano ben poco.
In ogni caso è opportuno che il Ministero del Welfare (Sacconi) ed i sindacati indichino chiaramente le condizioni di uscita dal ciclo produttivo dei lavoratori della Miroglio, con particolare attenzione all’inizio e alla durata della procedura di mobilità e alle procedure per il reimpiego di questi lavoratori.
Roma, 15 Settembre 2008
Il consigliere regionale del PD Paolo Costantino
martedì 16 settembre 2008
Puttanate
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da L’Unità del 13 settembre 2008
Anche questa volta, è bastato l’annuncio della ministra Carfagna (quella che fa i calendari per camionisti e poi prova “orrore per le donne che volontariamente vendono il proprio corpo”) sull’arresto di prostitute e clienti per innescare il consueto dibbbattito tra favorevoli e contrari. Sui giornali, ormai, è un format fisso mutuato dai tg.Tizio è pro, tizio è contro. Così la gente (esclusi gli esperti, e dunque la ministra Carfagna) ne sa esattamente quanto prima.Nessuno pone l’unica domanda che aiuta a capire: la nuova legge è utile o no?Prima di scomodare filosofi, sociologi, vip, sottovip ed ex o aspiranti frequentatori di bordelli, sarebbe il caso di domandarsi se le norme annunciate servano o meno allo scopo che si prefiggono: stroncare la prostituzione di strada.Per qualcuno, l’espressione “arresto delle prostitute e dei clienti” suona bene, per altri suona male.Ma il problema è: davvero prostitute e clienti finiranno in carcere e dunque saranno dissuasi dal praticare le rispettive attività?La risposta, naturalmente, è no.Il carcere, come spesso avviene con queste gride manzoniane, resterà sulla carta (e meno male, visto che Angelino Jolie ha appena lanciato l’allarme sulle carceri sovraffollate).In Italia, com’è noto, la condizionale sospende le condanne fino ai 2 anni. E, anche se viene negata, le pene fino a 3 anni si scontano di solito al servizio sociale. Cioè fuori.Ora, la pena prevista per squillo e clienti va da 5 a 15 giorni di arresto.Il che significa che, per totalizzare più di 3 anni, bisogna farsi prendere sul marciapiede più di 72 volte, semprechè il giudice applichi il massimo della pena e che l’imputata/o confessi.Altrimenti sarà difficilissimo dimostrare che la signora era lì per prostituirsi e non di passaggio per caso; e sarà impossibile provare che il tizio sorpreso a parlare con lei stava contrattando sesso a pagamento e non, invece, chiedendo un’innocente informazione stradale.Il nuovo reato è a prova impossibile.Risultato, in un paese con 70 mila squillo da strada e oltre un milione di clienti: i tribunali saranno intasati da migliaia di nuovi processi (se ne sentiva il bisogno), che si concluderanno perlopiù con pene virtuali o con un nulla di fatto.Salvo lo sputtanamento - è il caso di dirlo - del cliente, che avrà la reputazione e la famiglia rovinate, e magari si sparerà per la vergogna.Si dirà: ma per gli sfruttatori la pena sale a 4-8 anni.Già. Ma il problema è prenderli. Oggi si intercetta il telefono della prostituta e si può risalire al pappone.Ma ancora per poco. La nuova legge sulle intercettazioni licenziata a luglio in fretta e furia dal Consiglio dei ministri vieta di intercettare per reati puniti fino a 10 anni. Inclusi sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.Non è meraviglioso? Dietro l’annuncio, il nulla. Ma chi lo racconta?In Italia si può annunciare qualunque bufala nell’ assoluta certezza che nessuno la smonterà. Pensiamo al fantomatico reato di immigrazione clandestina: tutti si son convinti sia stato istituito col pacchetto sicurezza, ma in realtà non esiste.Quello contenuto nel pacchetto, anzi nel pacco, è il reato di ingresso illegale in Italia.Che non punisce chi si trova in Italia senza permesso (e meno male, altrimenti gli attuali 60 mila detenuti potrebbero pure triplicare), ma chi viene sorpreso a entrarci: siccome è raro che un clandestino, nell’istante in cui entra, incontri un poliziotto che lo coglie sul fatto, tutti i nuovi entrati potranno raccontare di esser arrivati prima che entrare diventasse reato, e verranno tutti assolti.Una superbufala che fa il paio col reato di “mancata esibizione del documento d’identità senza giustificato motivo” creato dalla legge Turco-Napolitano e rimasto nella Bossi-Fini: l’immigrato irregolare che non esibiva il documento agli agenti veniva trascinato in tribunale e lì, alla domanda se avesse un giustificato motivo per non esibirlo, rispondeva: “Sì: non ho il documento”.E, secondo una tesi giuridica tutt’altro che avventata, veniva assolto (poi la Cassazione ha messo ordine in quelle leggi scritte coi piedi).Altra norma-spot: multe salatissime per gli accattoni.Ma se uno chiede l’elemosina, vuol dire che è povero in canna.E allora, di grazia, chi la paga la sua multa?Multare gli accattoni è come accecare i non vedenti, tappare la bocca ai muti, evirare gli eunuchi, prendere le impronte ai monchi.Tutto accade quotidianamente sotto i nostri occhi.Ma non lo vediamo più.
18 Settembre 2008 Sciopero della pagnotta
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lunedì 15 settembre 2008
Replica a FI
La sezione laertina del Partito Democratico prende atto dell'attenzione che, a distanza di oltre un anno, la Giunta Cristella ha posto finalmente nei confronti della questione dei cattivi odori che sta negativamente condizionando la vita dei laertini.Sin ora, infatti, le interpellanze dei consiglieri del PD avevano ricevuto risposte evasive, se non addirittura mirate ad un ridimensionamento del problema.Noi, democratici, siamo oltremodo sconcertati nel vedere che la reazione dell'amministrazione sembra animata più dalla necessità di difendere la propria parte politica e le personalità chiamate in causa dal nostro comunicato stampa (Giunta Cristella, Fitto, Berlusconi), che dall'interesse per le istanze che provengono dalla comunità.Ricordiamo che non più di due mesi fa la il sindaco, invece, di sollecitare una risposta dell'azienda, così come intimato con la sua ordinanza n.25 del 25 giugno 2008, ha invitato il neo-costituito Comitato Cittadini per l'Ambiente ad "evitare di sollevare strumentali e dannosi polveroni", a " lasciare la piazza" e a "scegliere luoghi e atteggiamenti più idonei per esprimere le proprie ragioni" salvo poi revocare la chiusura con l'ordinanza n.27 del 30 giugno 2008 basandosi sulla comunicazione da parte dell'azienda Appare curioso, quindi, che oggi il coordinamento di FI attribuisca all'amministrazione provinciale atteggiamenti di chiusura nei confronti della cittadinanza confondendo peraltro due provvedimenti di carattere amministrativo con scelte politiche.A nostro avviso sembra una chiara dimostrazione di una politica vicina al potere e lontana dalla gente, riproduzione di un triste teatrino autoreferenziale.Una politica che non tutela i cittadini e, come nel caso del Comitato di Via delle Liberta, li invita al silenzio, a rinunciare a un diritto indiscutibile e a un bisogno fondamentale: vivere meglio, senza puzza. I consiglieri del PD, invece, da circa un anno hanno cercato di affrontare e risolvere questo problema, manifestando in piazza insieme ai Comitati, portando interpellanze inascoltate in consiglio comunale, informando la gente, chiedendo interventi alle Istituzioni e lottando in aula consiliare.Se poi vogliamo valutare l' attivita' della Regione e della Provincia e' facile documentarsi sulle politiche sociali per l'inserimento professionale, che vanno da Bollenti Spiriti ai nuovi fondi per la formazione professionale, non ultimo va ricordato anche l'approvazione del Piano Sanitario. Ci dispiace, invece, ricordare l'ondata del federalismo del Governo Berlusconi che ha cancellato gli Eurostar Pugliesi, promesso il taglio di 87.000 insegnanti in tre anni e stimato importanti tagli sulla spesa sociale. Noi non vogliamo fare miracoli, ma ci preme garantire ai cittadini la possibilità di vivere meglio.
La rinegoziazione dei mutui è una favola(e la surroga quasi impossibile)
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Ma non aiutano gli utenti. Spesso sono disapplicate o applicate a favore delle banche
Mutui, la rinegoziazione è una favola(e la surroga quasi impossibile)
Le denunce: "Mi hanno abbassato la rata, ma dovrò pagare per altri 16 anni""Ho chiesto il passaggio gratuito a un altro istituto, ma non ce l'avrei fatta senza l'avvocato"di ROSARIA AMATO
ROMA - "Rinegoziando il mutuo guadagnerei un euro": è l'ironica segnalazione di un lettore di Repubblica all'indomani dell'entrata in vigore dell'accordo Abi-governo sui mutui. Un caso limite (in genere le proposte spedite in questi giorni dalle banche sono più sensate...) ma sintomatico della delusione dei titolari di mutuo, che si aspettavano vantaggi autentici dalla nuova normativa. Adesso cominciano invece a sospettare che abbiano ragione le associazioni dei consumatori, che ne sconsigliano in blocco l'adesione, salvo che "si sia già con l'acqua alla gola". L'accordo è stato presentato dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti come un contributo per proteggere il potere d'acquisto delle famiglie. Arriva oltre un anno dopo la surroga, prevista dal decreto Bersani sulle liberalizzazioni, e avviata tra mille difficoltà. Forse perché agli utenti bancari conviene davvero? La inadempienza delle banche è stata anche stigmatizzata dell'Antitrust, che ha inflitto multe per 10 milioni di euro a 23 istituti di credito che di fatto non applicavano le norme sulla portabilità. Le segnalazioni degli utenti: proposte 'cappio' "Debito attuale - spiega Manlio Fortini in una lettera a Repubblica - euro 225.000 (rata 1500 euro) con 27 anni ancora da pagare su un mutuo variabile trentennale; mi propongono una rata di 1280 euro, inferiore di circa 220 euro, ma con la sorpresina finale di avere tra 27 anni un debito rimanente sul conto accessorio su cui vanno a confluire i "finti risparmi" ancora di euro 165.000, con ulteriore durata di 197 mesi (16 anni e 5 mesi), sempre che non aumentino i tassi".
Veleni a Taranto capi abbattuti
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Stefania Divertito
venerdì 12 settembre 2008
Miroglio, chiude anche Ginosa
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Dev’essere passato Tuthankamon in queste lande.
La Miroglio dopo aver chiuso Castellaneta, vuol chiudere anche Ginosa, in cui lavorano 238 dipendenti. Operai e sindacati sono al lavoro per salvare il loro posto di lavoro e una parte del già magro reddito territoriale.
Ieri ampio tavolo in Assindustria: i lavoratori della Miroglio erano rappresentati dai sindacalisti provinciale e aziendali Giuseppe Massafra e Massimo Gravina (Cgil), Giuseppe Maffucci e Mario Toma (Cisl), Nicola Calabrese e Fulvio Egitto (Uil); l’Assindustria era rappresentata dal direttore Franco Murgino, la Confindustria da Giorgio Meschiari, relazioni industriali della Confindustria e la Miroglio era rappresentata da Giuseppe Bertolino, Nicola Russiello e Michele Leogrande.
I rappresentanti dei lavoratori della Miroglio, accompagnati da Franco Germinario, son venuti al Corriere per raccontare al “Corriere” in un’intervista collettiva, il summit al quale hanno partecipato.
Sono arrivati al giornale quando mancava la corrente, si saliva a piedi, nelle scale la notizia nella sua nudità e asprezza: vogliono chiudere; ci hanno detto a muso duro: chiudiamo.
Comincia il racconto dell’incontro. Dicono: era un incontro importante, programmato da luglio, già periodo di crisi, per fare il punto su: situazione Cigo (cassa integrazione guadagni ordinaria), rilancio dell’azienda verificando le possibilità di un suo inserimento nel distretto regionale e riqualificazione del prodotto.
Ed invece?
Invece l’azienda ha detto che il sito di Ginosa non è più produttivo e che pertanto ha deciso la cessazione dell’attività.
E voi? qual è stata la vostra risposta?
Di stupore e sconcerto, anche per la perentorietà con la quale ci è stata comunicata la loro decisione...
Una decisione che serpeggiava...
Un sospetto lo avevamo; ma anche una speranza che così non dovesse essere.
Che cosa vi insospettiva?
Che al ritorno in azienda dalla Cigo non c’era nessun segno che l’azienda volesse riprendere l’attività, nessun segno di interesse...
Azienda vuota... E le speranze?
Noi, per salvare il nostro lavoro e il nostro reddito avevamo allacciato molte relazioni: con i Comuni di appartenenza dei nostri lavoratori, Ginosa e Laterza, in primis, ma anche Castellaneta, Mottola e Palagianello, avevano interessato Provincia e Regione e, grazie all’interessamento dei sindacati confederali avevamo ottenuto un incontro con il Governo che si terrà lunedì prossimo.
Ma la vostra speranza da queste relazioni qual era?
Che l’incontro di oggi fosse interlocutorio, che la discussione rimanesse, per così dire aperta...
Invece la notizia della cessazione ...
Perentoria e brutale.
In concreto che cosa avete in animo di fare?
Innanzi tutto abbiamo respinto l’idea che l’azienda di Ginosa sia una della quale dichiarare la cessazione d’attività, anche perché fino a poco tempo fa, qualche mese, la stessa azienda che oggi vuole la cessazione diceva che lo stesso stabilimento di Ginosa fosse strategico...
Si sono accorti in ritardo che si sbagliavano...
Invece, sanno benissimo che l’azienda ginosina per tecnologia e professionalità dei dipendenti è ancora in grado di aprirsi a nuovi mercati, anche internazionali, e di essere competitiva con l’alta qualità. In parole più semplici l’azienda abbandona un tipo di mercato e non ha intenzione di trovare un altro, pur sapendo che potrebbe avervi spazio. L’azienda non vuole mettere a frutto la sua tecnologia e la nostra professionalità.
Un summit risoltosi nel modo peggiore per lavoratori e sindacalisti, che si fa?
Innanzi tutto domani (oggi, ndr) le Rsu hanno organizzato un’assemblea in azienda alla quale parteciperanno anche le segreterie provinciali dei sindacati confederali. Bisogna informare tutti i lavoratori della situazione. Venerdì ci saranno due ore di sciopero per turno. Lunedì e martedì prossimo 8 ore di sciopero. Lunedì manifestazione a Roma...
Ma lunedì non avete l’incontro con il governo?
Sì, lunedì al ministero dello Sviluppo economico, quello di Scajola, si terrà un incontro fra un rappresentante del Governo, qualche Miroglio in persona, un esponente della Regione, il sindaco di Ginosa Luigi Montanaro e noi, con anche i sindacati nazionali. Ma insieme con noi verranno in più pulmann, alcuni messi da noi, altri dai Comuni più interessati a questa vertenza, Ginosa e Laterza, quasi tutti i lavoratori della Miroglio ginosina.
Infine il 16 assemblea generale in azienda per analizzare ciò che sarà successo a Roma.
Avete messo nero su bianco le richieste che farete al Governo?
Al Governo chiediamo che si impegni per tutte le aree del Sud attraversate dalla crisi. Ma soprattutto chiederemo una verifica del rispetto degli impegni che la Miroglio aveva preso con la legge 181 e 488. Infine chiederemo che la Miroglio riprenda ad interessarsi per il sito di Ginosa...
Che fino a qualche mese fa era strategico...
Poi, dopo che avremo saputo dalla Miroglio e dal Governo...
Quale sarà il vostro destino secondo loro...
Abbiamo in agenda un incontro con la Regione.
L’intervista è finita, i sindacalisti di Ginosa e Laterza devono raggiungere le loro case, la giornata è stata lunga e intensa. E sgradevole.
Hanno detto sulle scale, al momento dei saluti, i sindacalisti: diremo al Governo che qui in queste terre, con tutte queste aziende in crisi e in chiusura, siamo all’incubo della desertificazione. Occorre una attenta politica industriale.
Chiudere una fabbrica come se fosse un pollaio è un segno dei tempi: in cui l’utile prevale sul giusto e in cui la contabilità dell’hic et nunc, del qui ed ora, cioè dell’avidità e della miopia, prevale sul senso etico che bisogna fare il possibile per costruire una comunità. Ma se la fabbrica è stata generosa con l’imprenditore, dandogli dedizione ed alta produttività, e se può essere riconvertita e restare competitiva e l’imprenditore nemmeno dubita della giustezza della sua decisione il segno è di imbarbarimento. E se con lo stesso imprenditore è stato anche generoso lo Stato, con aiuti miliardari al suo insediamento in una zona da industrializzare, allora si è dinanzi non all’imprenditore-demiurgo cantato da Schumpeter, ma a finanzieri, a gente che gioca con i soldi, meglio se degli altri.
Ma che cosa provoca questa epidemia aziendale? La Miroglio dopo aver chiuso Castellaneta, tre anni fa, ora vuol chiudere Ginosa, dalle altre aziende dello stesso territorio non giungono notizie di presente stabile e di futuri rosei, un collega ammonisce: ma hai detto a quei sindacalisti che Cristo è ancora fermo ad Eboli? E un altro la mette in ironia: e che qui aleggia il fantasma di Tuthankamon, il faraone egizio la vista della cui mummia porta sventure? Se la si smettesse di allettare imprenditori già paghi con soldi pubblici e si impostasse un’altra politica economica, il fantasma di Tuthankamon se ne tornerebbe nella sua mummia.
dal Corriere del Giorno di Michele Cristella
Rifiuti, "Così ho avvelenato Napoli"L'Espresso.
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Il racconto del boss che per 20 anni ha nascosto rifiuti tossici in Campania pagando politici e funzionari di G. DI FEO e E. FITTIPALDI
La scuola, il futuro, il nostro Sud
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Come la maggior parte di noi, seguo in questi giorni il dibattito e le problematiche sulla riforma scolastica che il governo in carica vuole farci accettare come utile e migliorativa. Ma così non è perché:i tagli alla spesa scolastica e l’introduzione del “maestro unico” comporteranno· il taglio numerico degli insegnanti italiani nelle scuole pubbliche e dunque crescerà a dismisura il numero degli insegnanti tra i disoccupati;· le famiglie italiane saranno costrette a ritirare i figli da scuola entro le ore 12.30, con conseguente disagio sociale, lavorativo ed economico dei genitori, che avranno meno tempo per lavorare e dunque meno reddito e contemporaneamente più spese da sopportare per le attività istruttive ed educative non fornite più dalla scuola pubblica;· la maggior parte delle famiglie italiane avrà figli poco e male istruiti, perché il maestro unico conoscerà e saprà trasmettere poco di tutto, con una conseguente riduzione di preparazione degli alunni che avrà effetti sul loro futuro scolastico, sociale e lavorativo;· ci sarà una riduzione dell’efficacia della scuola quale strumento di elevazione spirituale dell’uomo e di progresso civile, sociale ed economico di tutta la società;· gli studenti italiani che andranno a scuola per la prima volta con un maestro unico, saranno proiettati indietro nel tempo, con una preparazione non idonea con le esigente sociali e lavorative contemporanee;Ma, naturalmente, ciò non sarà per coloro che potranno permettersi di pagare la scuola privata!Il divario tra la preparazione scolastica dei figli dei ricchi, che potranno pagare per una istruzione di qualità, rispetto ai figli della maggior parte degli italiani crescerà sempre di più, con notevoli danni sociali;il diritto all’istruzione, costituzionalmente garantito, verrà calpestato in danno dei meno abbienti e ciò eliminerà del tutto ogni speranza di funzionamento dell’ascensore sociale, già gravemente compromesso.Il figlio dell’operaio non avrà più la possibilità di avere la stessa istruzione e preparazione del figlio del notaio e dunque sarà destinato a poter svolgere al massimo lo stesso lavoro del padre.i figli degli italiani non saranno messi in condizione di avere tutti le stesse opportunità di partenza per il futuro;non ci si potrà impegnare per essere più bravo e meritevole “ per fare strada nella vita”, perché la differenza tra il bravo ed il meno bravo sarà fatta dalla dichiarazione dei redditi della famiglia di provenienza;E noi del Sud cosa diciamo? Da noi ci sono le famiglie con i redditi più bassi rispetto al nord, ci sono più disoccupati, c’è meno lavoro, lavorano meno le donne e dunque abbiamo più famiglie mono-reddito.Noi non potremo pagarci la scuola privata e rimarremo indietro.Ci stanno negando ogni possibilità di crescita economica e sociale!Non glielo possiamo permettere!Questo il leader leghista non l’aveva capito subito, aveva attaccato la ministra....ma poi.. ha capito ed ha cambiato idea!E’ in ballo il nostro futuro, il futuro del Sud, il futuro dell’Italia tutta, perché l’Italia deve ripartire dal Sud!Nelle nostre città, il 26, 27 e 29 settembre dobbiamo chiedere il rispetto del diritto all’istruzione costituzionalmente garantito e dobbiamo gridare più degli altri contro questa riforma!
Chiaramaria Anastasia
Costituente regionale del PD Puglia
Consigliere comunale del Comune di Grottaglie
giovedì 11 settembre 2008
Progeva e cattivi odori, il Pd chiede chiarezza
Il caso dell’estate in un Consiglio monotematico
Il Partito Democratico di Laterza ritorna sul caso Progeva.L’occasione è data dal prossimo Consiglio comunale monotematico (in programma presso la Cittadella della Cultura, probabilmente il 16 settembre e con l’intervento del presidente della Provincia Florido), che affronterà «il problema dei cattivi odori che sta affliggendo il paese».«La discussione su questa complessa questione - si legge in una nota del Pd - deve a nostro parere svolgersi nel luogo da noi ritenuto più idoneo, il Consiglio comunale, nella speranza che quest’ultimo riacquisti la sua centralità nella vita civile e politica del nostro paese. Noi democratici, denunciamo un mancato rispetto della sensibilità dei nostri concittadini da parte di questa Amministrazione che ha superficialmente bollato come riottosa la spontanea e civile protesta di una parte della cittadinanza attiva e responsabile, organizzata in Comitati».«Il sindaco - continua la nota del Pd - ha chiesto di abbandonare la piazza, bene noi riteniamo che occorra ritornare nei luoghi istituzionali per discutere e approfondire, ma guardiamo comunque con attenzione ed interesse alla sincera mobilitazione di chi legittimamente spera che Laterza torni ad essere un paese rinomato per la freschezza e la salubrità dell’aria. Riteniamo altresì, che le garanzie date sinora siano totalmente insufficienti e pertanto chiediamo alle Istituzioni di effettuare tutti i controlli al fine di predisporre tutte le misure necessarie alla eliminazione delle emissioni maleodoranti».«Cosa ci ha portato a questa situazione? Secondo noi democratici la mancanza di lungimiranza unita ad una totale assenza di una idea di sviluppo per il nostro territorio. Ci chiediamo perché quella azienda doveva sorgere in un comune, come il nostro, che negli anni si è caratterizzato per la valorizzazione delle tipicità gastronomiche? E soprattutto perché doveva sorgere così vicino al centro abitato?».«Inoltre - puntualizza il Pd - ci corre l’obbligo precisare che non è assolutamente vero che la Progeva è “arrivata” a Laterza nel 1999, come affermato dal sindaco nella risposta all’interpellanza della minoranza: infatti la società si è costituita solo il 25 maggio del 2000 in quel di Castellana Grotte. Una variante urbanistica, esecutiva, era stata già approvata dalla giunta Cassano per una quota parte di quell’area ora occupata dalla Progeva, ma quella variante aveva la finalità permettere l’insediamento di uno stabilimento per la produzione di salotti, un’azienda, quindi, sostanzialmente diversa dalla Progeva. L’amministrazione, quindi, che ha fatto questa scelta politica e che pertanto se ne deve assumere le responsabilità è la Giunta Cristella. È appena il caso di ricordare che in quegli anni il governo (lo Stato...) era guidato da Silvio Berlusconi, che la giunta regionale era presieduta da Raffaele Fitto e la giunta provinciale da Rana: con l’affermazione a Laterza del centrodestra si completò il ’filo conduttore’ che avrebbe risolto miracolosamente tutti i problemi. Ma si sa. Le promesse fatte sull’effimero durano lo spazio di un mattino e alla fine resta solo il ricordo».»
dal Corriere del Giorno
Il Partito Democratico di Laterza ritorna sul caso Progeva.L’occasione è data dal prossimo Consiglio comunale monotematico (in programma presso la Cittadella della Cultura, probabilmente il 16 settembre e con l’intervento del presidente della Provincia Florido), che affronterà «il problema dei cattivi odori che sta affliggendo il paese».«La discussione su questa complessa questione - si legge in una nota del Pd - deve a nostro parere svolgersi nel luogo da noi ritenuto più idoneo, il Consiglio comunale, nella speranza che quest’ultimo riacquisti la sua centralità nella vita civile e politica del nostro paese. Noi democratici, denunciamo un mancato rispetto della sensibilità dei nostri concittadini da parte di questa Amministrazione che ha superficialmente bollato come riottosa la spontanea e civile protesta di una parte della cittadinanza attiva e responsabile, organizzata in Comitati».«Il sindaco - continua la nota del Pd - ha chiesto di abbandonare la piazza, bene noi riteniamo che occorra ritornare nei luoghi istituzionali per discutere e approfondire, ma guardiamo comunque con attenzione ed interesse alla sincera mobilitazione di chi legittimamente spera che Laterza torni ad essere un paese rinomato per la freschezza e la salubrità dell’aria. Riteniamo altresì, che le garanzie date sinora siano totalmente insufficienti e pertanto chiediamo alle Istituzioni di effettuare tutti i controlli al fine di predisporre tutte le misure necessarie alla eliminazione delle emissioni maleodoranti».«Cosa ci ha portato a questa situazione? Secondo noi democratici la mancanza di lungimiranza unita ad una totale assenza di una idea di sviluppo per il nostro territorio. Ci chiediamo perché quella azienda doveva sorgere in un comune, come il nostro, che negli anni si è caratterizzato per la valorizzazione delle tipicità gastronomiche? E soprattutto perché doveva sorgere così vicino al centro abitato?».«Inoltre - puntualizza il Pd - ci corre l’obbligo precisare che non è assolutamente vero che la Progeva è “arrivata” a Laterza nel 1999, come affermato dal sindaco nella risposta all’interpellanza della minoranza: infatti la società si è costituita solo il 25 maggio del 2000 in quel di Castellana Grotte. Una variante urbanistica, esecutiva, era stata già approvata dalla giunta Cassano per una quota parte di quell’area ora occupata dalla Progeva, ma quella variante aveva la finalità permettere l’insediamento di uno stabilimento per la produzione di salotti, un’azienda, quindi, sostanzialmente diversa dalla Progeva. L’amministrazione, quindi, che ha fatto questa scelta politica e che pertanto se ne deve assumere le responsabilità è la Giunta Cristella. È appena il caso di ricordare che in quegli anni il governo (lo Stato...) era guidato da Silvio Berlusconi, che la giunta regionale era presieduta da Raffaele Fitto e la giunta provinciale da Rana: con l’affermazione a Laterza del centrodestra si completò il ’filo conduttore’ che avrebbe risolto miracolosamente tutti i problemi. Ma si sa. Le promesse fatte sull’effimero durano lo spazio di un mattino e alla fine resta solo il ricordo».»
dal Corriere del Giorno
Tutti agguerriti e furbi quanto la furba Gelmini.
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Poveri ingenui. Ancora lì a menare scandalo che una ministra berlusconiana, la molto materna Mariastella Gelmini, dicastero dell’Istruzione, bresciana con l’accento del Lago di Garda, reginetta dei grembiuli e della meritocrazia scolastica, imbrogliasse chilometri e smagliature burocratiche per correre da Brescia a Reggio Calabria a sostenere l’esame di Stato per diventare avvocato. Ovvio che l’ha fatto, dice lei. Laggiù era più facile passare l’esame. Si promuoveva il 93 per cento dei candidati, mentre nel gelido Nord passava solo il 31 per cento (dati dell’anno 2001). “Avevo fretta. E la mia famiglia di poveri agricolotori - aggiunge con tocco di melodramma sociale - non poteva mantenermi ancora a lungo”.Ma come?, sostengono i poveri ingenui. Con quale coraggio, sei anni dopo, sdraiata tra i velluti del ministero, annunciando tagli per 87 mila posti di lavoro, discetta di merito e rigore scolastici, lei che li scansò rifugiandosi al Sud? Con che faccia accusa d’insipide scarsità culturali i professori meridionali, lei che addirittura viaggiò una notte per riempirsene il piatto? A che titolo si impanca contro il lassismo, contro gli eccessi del buonismo didattico e dell’utopia egualitarista, tutti veleni del molto odiato Sessantotto?Poveri ingenui. Quel che tra voi è un disdoro - la furbizia, il silenzioso imbroglio di saltare una fila, il piccolo furore di agguantare a tutti i costi un vantaggio, falsificare un bilancio, evadere le tasse, irridere una regola o perlomeno aggirarla - per altri è un vantaggio e un merito. Il più luminoso dell’Era italiana che ci tocca vivere. Nella quale il primissimo cittadino, dribblando prescrizioni giudiziarie, viaggia dentro l’ammirazione dei suoi elettori, circondato da almeno due dozzine d’avvocati.
Tutti agguerriti e furbi quanto la furba Gelmini.(Foto di flòflò1971 da flickr.com)
Segnalazioni
Sabato 13 settembre, in contemporanea alla Notte Bianca di Genova, La Notte Grigio Topo di Beppe Grillo.
Ospiti sul palco Marco Travaglio e Ferruccio Sansa. Consorzio Pianacci, via della Benedicta, 14 - ore 21 Martedì 23 settembre Saverio Lodato e Roberto Scarpinato presentano "Il ritorno del principe".
Partecipano Paolo Flores d'Arcais, Andrea Purgatori, Paolo Ricca e Marco Travaglio.Roma, Teatro Quirino - ore 21Ingresso libero fino a esaurimento posti (capienza del teatro: 900 posti)
L'emergenza rifiuti "risolta" - guarda il video di Antonio da Afragola (NA)
Una storia italiana (The Economist) Traduzione a cura di Italiadallestero.info
Leggi anche la sentenza del Tribunale Civile di Milano che ha rigettato le domande avanzate da Silvio Berlusconi nei confronti dell'Economist, dopo che questi aveva citato il settimanale britannico per diffamazione, a seguito di una famosa copertina che, prima delle elezioni del 2001, titolava "Why Silvio Berlusconi is unfit to lead Italy" (perché Silvio Berlusconi non è adeguato a guidare l'Italia).
mercoledì 10 settembre 2008
Tagliano il futuro
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Stefano Cagelli
I parlamentari pugliesi del PD chiedono un incontro urgente al Ministro dei Trasporti.
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A firmare l’interrogazione a risposta urgente, invitata al Ministro Matteoli, è l’onorevole Ludovico Vico, parlamentare che guida la cordata di colleghi tra cui anche il Ministro ombra dei trasporti Andrea Martella.
Una levata di scudi che nell’interrogazione non manca di sollevare le questioni della mobilità e dell’interesse nazionale verso una regione che nello scenario economico e culturale del sud Italia e della nazione ha molto da dire. Così non manca il riferimento ad Alitalia e al suo piano di tagli che guarda caso riguardano ancora gli aeroporti pugliesi.
Abbiamo chiesto un incontro urgente al Ministro dei Trasporti, Altero Matteoli e alla presenza del nostro Ministro ombra Martella – dice Vico – per discutere di quella che ci sembra una chiusura netta verso le ambizioni di un territorio con grandi opportunità di sviluppo ma che viene tagliato fuori dai programmi di investimento di Alitalia e Trenitalia.
Ma l’interrogazione, nel caso specifico, affronta soprattutto i problemi legati al trasporto su rotaie.
Quello che è accaduto la scorsa domenica sull’Eurostar Lecce-Milano ha del terzo mondo – continua Vico – pertanto ci sembra quanto mai inappropriato parlare come fa Trenitalia solo di treni che cambiano nome. Qui di fatto la sostituzione dell’Eurostar Etr500 con i ribattezzati Eurostar City che altro non sono che i vecchi Trans Europe Express anni ’80, implica una rilettura dei piani nazionali verso questo territorio. Si considerano i nostri viaggiatori di serie B, si confina al nord tutto il progetto dell’alta velocità e probabilmente si considera come un danno necessario ma ammortizzabile anche il futuro dei 40 lavoratori addetti al servizio ristorazione che prima garantivano pranzi, cene e snack decenti a chi da Lecce o Taranto voleva raggiungere il capoluogo lombardo.
Eppure il clima di dismissione era stato ampiamente annunciato nello scorso ottobre alla vigilia della pubblicazione del piano orario di Trenitalia.
Anche in quel caso notammo il desiderio di cancellare questa parte del Sud dai collegamenti con l’Italia che conta – dichiara ancora l’onorevole Ludovico Vico – Allora chiedemmo a gran voce l’intervento del Governo e Prodi inserì in Finanziaria i termini della convenzione che obbligava Trenitalia a mantenere standard di servizio e tratte da e per la Puglia.
Con preghiera di cortese diffusione,
Roma, 9 settembre 2008
L’Ufficio Stampa
martedì 9 settembre 2008
55 milioni di euro per la formazione professionale
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Con l’approvazione da parte della giunta regionale dell’Atto di programmazione per gli interventi di competenza regionale e per il conferimento di funzioni alle province pugliesi, è stata di fatto varata la delega in materia di formazione professionale nell’ambito delle attività da finanziare con i progetti POR 2007-2013. Per la Provincia di Taranto è prevista una disponibilità di 55 milioni di euro.
L’assessorato regionale al Lavoro ha infatti concertato con i corrispettivi assessorati delle cinque province pugliesi l’attuazione e la gestione del Programma regionale, delegando loro attività realizzabili nell’ambito di specifiche misure di intervento.
Le Province provvederanno a concorrere all’attuazione del POR 2007/2013 secondo i fabbisogni territoriali da loro individuati, realizzando interventi diretti a lavoratori, lavoratrici, imprese, donne, giovani, disoccupati di lunga durata, immigrati, lavoratori in cassa integrazione e mobilità.
“Per la nostra Amministrazione – rileva l’assessore provinciale al Lavoro, Raffaella Quaranta - l’attribuzione di competenze sulla formazione professionale, unitamente a quelle già espletate in materia di politiche del lavoro, acquista una rilevanza di non poco conto viste le particolari condizioni in cui versa il nostro territorio.
Penso soprattutto agli scenari aperti dallo sviluppo dell’area portuale, a partire da Evergreen, per non parlare dei futuri insediamenti che aumenteranno le attività di retroportualità; penso ancora ad Alenia, tutti settori che richiedono attività formative di alta specializzazione. Ecco perché l’intero comparto della formazione professionale deve obbligatoriamente attrezzarsi per rispondere, attraverso tutti i suoi attori, con efficacia ed efficienza alle nuove domande che vengono poste. Peraltro – prosegue l’esponente della giunta Florido - da più parti si chiede un ruolo più attivo delle Province proprio in materia di politiche attive del lavoro. Una richiesta pressante che proviene sia dai giovani che hanno bisogno di strumenti in grado di agevolare il loro ingresso nel mercato del lavoro ma anche da parte delle aziende che pur in quadro di scarso dinamismo dell’economia locale, lamentano serie difficoltà a reperire figure professionali preparate e rispondenti ai loro bisogni”.
L’assessorato regionale al Lavoro ha infatti concertato con i corrispettivi assessorati delle cinque province pugliesi l’attuazione e la gestione del Programma regionale, delegando loro attività realizzabili nell’ambito di specifiche misure di intervento.
Le Province provvederanno a concorrere all’attuazione del POR 2007/2013 secondo i fabbisogni territoriali da loro individuati, realizzando interventi diretti a lavoratori, lavoratrici, imprese, donne, giovani, disoccupati di lunga durata, immigrati, lavoratori in cassa integrazione e mobilità.
“Per la nostra Amministrazione – rileva l’assessore provinciale al Lavoro, Raffaella Quaranta - l’attribuzione di competenze sulla formazione professionale, unitamente a quelle già espletate in materia di politiche del lavoro, acquista una rilevanza di non poco conto viste le particolari condizioni in cui versa il nostro territorio.
Penso soprattutto agli scenari aperti dallo sviluppo dell’area portuale, a partire da Evergreen, per non parlare dei futuri insediamenti che aumenteranno le attività di retroportualità; penso ancora ad Alenia, tutti settori che richiedono attività formative di alta specializzazione. Ecco perché l’intero comparto della formazione professionale deve obbligatoriamente attrezzarsi per rispondere, attraverso tutti i suoi attori, con efficacia ed efficienza alle nuove domande che vengono poste. Peraltro – prosegue l’esponente della giunta Florido - da più parti si chiede un ruolo più attivo delle Province proprio in materia di politiche attive del lavoro. Una richiesta pressante che proviene sia dai giovani che hanno bisogno di strumenti in grado di agevolare il loro ingresso nel mercato del lavoro ma anche da parte delle aziende che pur in quadro di scarso dinamismo dell’economia locale, lamentano serie difficoltà a reperire figure professionali preparate e rispondenti ai loro bisogni”.
CAMPIONI D'ITALIA
CAMPIONI D'ITALIA
- Mariastella Gelmini
- Salvatore Ligresti
- Cesare Geronzi
- Flavio Briatore
- Giancarlo Elia Valori
- Totò Cuffaro
- Fabrizio Palenzona
- Enrico Manca
- Gaetano Pecorella
- Marcello Pera
- Lino Jannuzzi
- Massimo De Carolis
- Edgardo Sogno
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