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Con Michele CRISTELLA non sono d’accordo con quel “pessimismo dell’intelligenza” che traspare nell’articolo, per cui la chiusura delle comunità montane “è la classica solitaria rondine che non fa primavera”.
Credo che bisogna andare oltre e unire al “pessimismo dell’intelligenza” l’ottimismo della ragione, dell’azione, invitare i cittadini ad agire per determinare il futuro come essi lo considerano giusto e necessario, impedendo che sia voluto dagli altri, in modo che alla “illacrimata sepoltura” delle Comunità Montane possono seguire altre “illacrimate sepolture”.
Se è vero, come si evince, in modo trasversale, da sondaggi, interviste, che la stragrande maggioranza dei cittadini è d’accordo all’eliminazione degli sprechi, degli enti inutili, delle province, che solo per la politica costano 190miloni di euro all'anno e le cui funzioni possono essere svolte dai comuni, MANDIAMO A FARE IN CULO i partiti e quelli che chiederanno il voto per il rinnovo dei consigli provinciali.
Lanciamo una campagna di astensione in tutto il Paese.
I “lor signori”, di qualsiasi coalizione, tacceranno che è una campagna qualunquista e così facendo si avvantaggia l’avversario.
Sono scuse, non vogliono mollare l’osso.
Questo è l’unica via “democratica” per mettere in crisi la loro credibilità, la loro rappresentatività, visto che loro se la cantano e loro se la suonano.
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