martedì 13 gennaio 2009

Quel campo caduto... in disgrazia

LATERZA – Il “modello Laterza” è inciampato su una zolla sintetica. Il terreno di gioco dello stadio, appunto, è la pietra dello scandalo in cui sono incappati il sindaco Giuseppe Cristella e i componenti della sua prima giunta. Una richiesta di rinvio a giudizio non è una sentenza ma di sicuro rappresenta un “sassolino” fastidioso, soprattutto per chi amministra denaro pubblico, si tratti di un politico o di un tecnico. È per questo che da ieri a Laterza molti si chiedono: «E ora che succede?». La risposta più chiara e netta la offre a caldo un leader del Pd: «Chiederemo le dimissioni del sindaco». E dunque stiamo a vedere che succede...
La botta, comunque, è forte. Ancora di più, se si vuole, del “botto” che a febbraio 2007 squarciò il portone del Municipio in una notte buia che, ancora, non ha responsabili. Era un segnale del fatto che là sopra qualcuno voleva metterci piedi e mani e giocare sporco: il Comune, però, era la “vittima”.
Tornando al caso-stadio, il sindaco Cristella getta acqua sul fuoco: «La richiesta del p.m. era prevedibile, anzi me l'aspettavo. Ora aspetto sereno e tranquillo il giudizio del Gup». Lo scivolone, previsto sinchè si vuole, rischia però di azzoppare politicamente proprio il sindaco che bada “ai fatti e non alle parole”. Certo, bisognerà aspettare la fine della fiera per conoscere se esistono e quali sono le responsabilità personali, ma gli addebiti sono comunque pesanti: falso, abuso d'ufficio e truffa.
E allora torna alla mente quel 23 ottobre 2004 in cui lo stadio Madonna delle Grazie – il corpo del reato – fu inaugurato in pompa magna. Gradinate stracolme di gente per un fine benefico, i vip dello spettacolo in campo contro la nazionale dei sindaci rinforzata dal futuro ministro Fitto, flash e telecamere a riprendere il grande evento. C’era anche un arbitro d’eccezione, l’ingegner Carlo Longhi detto “er moviola” (finito pure lui nella delibera incriminata, ma estraneo alla vicenda giudiziaria) a sancire la regolarità del gol del sindaco Cristella che, oggi, per uno strano contrappasso è finito “fuori gioco” proprio per colpa del suo gioiello (non il gol, ma lo stadio) o, forse, per via della sua voglia strabordante di lasciare ai posteri «qualcosa che si può toccare». Magari senza badare troppo ai particolari. Che, tuttavia, come dimostra il caso dello stadio possono assumere traiettorie impreviste sino a diventare un macigno. Quello giudiziario il sindaco e i suoi compagni di strada dovranno affrontarlo con i tempi della giustizia, più lunghi di quelli della politica. E il dubbio, Cristella non lo nasconde: «Strano che queste cose capitino sempre in periodo pre-elettorale». Già, le scadenze incombono: le provinciali nel giugno 2009 e un anno dopo le regionali. Traguardo, quest’ultimo, per cui Cristella si sente già pronto e con le carte in regola - cioè i voti di più della metà dei laertini, visto che alle ultime comunali ha vinto col 56% - per strappare una candidatura al grande capo provinciale Pietro Franzoso che, di quel sindaco umorale ma d’impatto, ha quasi fatto un front-man. Uno da portare in giro come una “madonna pellegrina” per dimostrare che FI-Pdl sforna amministratori in gamba.
Peccato che per un altro strano gioco della sorte proprio venerdì, il giorno infausto della richiesta di rinvio a giudizio per la prima giunta Cristella, sia passato da Taranto l'on Fabrizio Cicchitto a parlare di morale e politica: «Nessuno può cavalcare la questione morale, restiamo garantisti». Cavalcarla no, ma affrontarla magari sì.
Cristella, comunque, non indietreggia: «Le carte e lo stadio - spiega al Corriere - sono lì. Se c'è stato un errore tecnico sarà verificato, perchè noi politici non abbiamo sbagliato. Abbiamo avallato un parere tecnico che era favorevole e diceva che quel manto era brevettato e poteva realizzarlo una sola azienda. Tutto è partito da una denuncia anonima e io non posso far altro che aspettare i passaggi che la Magistratura deve fare: ma senza nessuna preoccupazione, perchè nessuno di noi ha preso un euro».
I suoi avversari, però, non fanno sconti: «La richiesta di rinvio a giudizio - è la linea del Pd espressa più a freddo in una nota - avanzata dal procuratore aggiunto Pietro Argentino conferma le nostre valutazioni sull'operato spregiudicato delle Amministrazioni Cristella I e II. Gli affidamenti diretti e l'esagerato ricorso allo scomputo degli oneri concessori delineano una gestione opaca nella esecuzione di lavori pubblici, con la continua confusione e prevaricazione del ruolo politico su quello tecnico-amministrativo». «Più volte - insistono dal Pd - abbiamo denunciato la parzialità e la discrezionalità nell'assunzione di atti e delibere che alimentano un clima di clientelismo e illegalità diffusa da cui deriva un danno economico ma soprattutto d'immagine per l'intera comunità laertina. Attesa la gravità dei reati contestati il Pd chiede la costituzione di parte civile del Comune di Laterza da far valere dinnanzi al Giudice delle Udienze Preliminari. Ci rendiamo altresì conto della difficoltà oggettiva da parte dell'attuale Giunta ad ottemperare a questa legittima richiesta, visto che quattro degli otto attuali componenti di Giunta sono essi stessi indagati ed il vicesindaco Pugliese è difensore di alcuni di essi. Per risolvere questo conflitto d'interessi servirebbe da parte del sindaco Cristella e degli assessori Saccomanni, Minei e Colacicco un gesto di responsabilità istituzionale e di rispetto dei cittadini (nonché di "veri uomini"): le immediate dimissioni».
Destino beffardo, comunque, per lo stadio intitolato alla Madonna delle Grazie: finito in disgrazia per colpa di un tappeto verde.

Massimo D'Onofrio
Corriere Del Giorno
11/01/2009

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ci vorrebbe un partito nuovo. Un partito nuovo capace di dire le cose che nessuno piu' sa dire. Capace di parlare di umanita' e di antropologia, di civilta' e di politica, ma anche di sport e di pallone. E capace di usare su ogni fronte la parola che intriga, il pensiero che urtica. Di mettere in difficolta' le autorita' costituite ma anche i loro oppositori. Scomodo per tutti.

Serve qualcuno per condannare un mondo che vuole consumi e ancora consumi, il pensiero e l'animo piatti, la gaiezza piu' piena nel vuoto dello spirito.
Non mosche, ma esseri umani.

Servono uomini capaci di dire di nuovo: "Io so. Io so i nomi. Io so i nomi dei responsabili". Uomini che non si facciano scrupoli di passare per giustizialisti o antigarantisti se sanno fare funzionare i vincoli e le connessioni della storia oltre le dichiarazioni dei tribunali, se sanno andare oltre le loro avidità e i loro opportunismi, oltre il quieto vivere e gli umori del potere.
Quel Partito, a Laterza, si chiama DEMOCRATICO.