sabato 10 gennaio 2009

Lavori allo stadio di Laterza il p.m. chiede il processo

Le memorie difensive e le argomentazioni illustrate in sede di indagine dagli inquisiti non hanno fatto breccia: il procedimento avviato sulla realizzazione del campo di calcio in erba sintetica a Laterza e sui lavori di completamento dello stesso impianto sportivo deliberati cinque anni fa sfocia in una richiesta di rinvio a giudizio. Ad aver preso questa decisione è stato il titolare del fascicolo, il sostituto procuratore dott. Pietro Argentino. Il quale, al termine di un'attività investigativa che ha fatto soprattutto leva sull'esame di una corposa documentazione e sulle consulenze tecniche disposte nel corso delle indagini, ha chiuso il proprio lavoro puntando l'indice contro 10 persone, fra cui amministratori e dirigenti del Comune teatro della vicenda.
I reati ipotizzati vanno dal concorso in abuso in atti d'ufficio, al falso e alla truffa. Le tre contestazioni vedono come destinatari il sindaco Giuseppe Cristella, gli attuali assessori Pietro Colacicco, Vito Minei, Nicola Saccomanni e gli ex componenti la Giunta Arcangelo Rizzi, Michele Leone e Francesco Perrone. Gli stessi rischiano di finire sotto processo per l'adozione della delibera n. 151/2004 riguardante i “lavori di adeguamento a norma e completamento funzionale dell'impianto Polivalente di A. L. e Calcio sito in località Madonna delle Grazie. Realizzazione campo da gioco in erba artificiale. Presa d'atto parere CONI. Approvazione Relazione ing. C. Longhi. Scelta contraente.”
Le ragioni che hanno indotto il magistrato a chiedere il rinvio a giudizio degli inquisiti sono da ricercarsi proprio in ciò che fu sostenuto in quell'atto con riferimento alla società che avrebbe dovuto fornire il materiale, vale a dire la “Mo n d o ” con sede a Gallo D'Alba, in provincia di Cuneo. Stando all'ipotesi formulata dal p.m., nella delibera presa in esame fu attestato che il materiale da impiegare per le opere era fabbricato esclusivamente dall'azienda piemontese, un'indicazione che però è stata confutata dagli esiti di una successiva consulenza tecnica dispostadalla Procura. Secondo l'esperto nominato dal pubblico ministero, ci sarebbero almeno tredici ditte abilitate e certificate alla realizzazione di impianti in erba sintetica, un particolare che si evince pure dal sito della Lega Nazionale Dilettanti della FGCI.
Quanto scaturito dalla perizia ha indotto il titolare dell'inchiesta a mettere nero su bianco i reati di concorso in abuso in atti d'ufficio, in falso e in truffa poiché da tutto questo la società a cui furono affidati i lavori avrebbe ricavato un ingiusto profitto proprio a danno del Comune di Laterza. A risultare destinatari delle richieste di processo non sono solo il sindaco e gli assessori che adottarono la delibera in questione.
Ad esser finiti nei guai sono pure altri tre soggetti, ma solo per il reato di falso. Si tratta dell'ingegner Giuseppe Clemente, inquisito in qualità di dirigente dell'Ufficio Tecnico Comunale di Laterza – Settore Lavori Pubblici; del direttore dei lavori finiti all'attenzione della magistratura, dott. Francesco D'Elia; del responsabile della Direzione tecnica della “Mondo”, il dott. Paolo Longo. Ad aggravare le posizioni dei tre professionisti sono state attestazioni (ritenute false dal p.m.) secondo cui i lavori al campo sportivo erano stati ultimati in tempo utile rispetto “a quanto previsto dal contratto d'appalto, dal capitolato speciale di appalto e della determinazione del Responsabile del servizio dei lavori pubblici del Comune di Laterza n. 479 dell'1 ottobre 2004”.


Corriere del Giorno
10/10/2009

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