sabato 13 giugno 2009

Fare cose e farle bene. Tutto il resto è noia

È vero che mai si dicono tante bugie come in campagna elettorale. Ma non scherzano neanche dopo. Esempio le Europee: tutti hanno vinto, nessuno ha perso. Ce ne potremmo infischiare visto che non è un voto che sposta granché in Italia, non si può farlo perché tutti ne parlano come se fosse stato un voto che sposta qualcosa in Italia. Il Popolo delle Libertà dice di aver vinto e in effetti ha vinto anche se ha perso qualche milioncino di voti ed è rimasto al cinque per cento sotto il livello sperato. Il Partito Democratico ha perso alla grande anche se dice di aver quasi vinto perché non ha perso a valanga come temeva.
Berlusconi ha vinto avendo preso il più alto numero di preferenze personali ma non ha vinto quanto voleva non avendo preso i vecchi tre milioni. Di Pietro ha vinto avendo raddoppiato i voti della sua Italia dei Valori ma personalmente ha vinto meno perché il suo candidato De Magistris lo ha superato. Non ne parliamo di altre facezie: tutti a dire, ancora questo Mastella, e poi gli danno 112 mila voti. Tutti a dire bisogna rinnovare la classe politica e poi eleggono un certo Ciriaco De Mita che ha ottant’anni passati.
Stessa cosa per il Sud. Che ha ancora una volta dato il maggior apporto al Popolo della Libertà che al Nord ha preso dispiaceri dalla Lega, anche se allo stesso Popolo della Libertà ha fatto mancare una valanga di voti soprattutto in Sicilia e Sardegna (ma anche in Puglia, che pure è stata la regione meridionale in cui è andato meglio, è sceso sotto il livello delle politiche di un anno fa). E stessa cosa per il Nord, dove il Partito Democratico, che non sa come parlargli, ha perso meno di quanto ha perso al Sud. Siccome però ora rischia di diventare un cruciverba, vediamo gli affari più vicini a noi.
Il governo è stato premiato nel Mezzogiorno dove ha fatto cose, lo è stato meno dove non le ha fatte. Risolve il problema dei rifiuti in Campania e conquista le province di Napoli e di Salerno. Delude Sassari e la Maddalena che gliela fanno pagare per la riunione mondiale del G8 poi dirottata in Abruzzo. Stessa cosa per l’Abruzzo terremotato, dove sono stati apprezzati un attivismo e una presenza attesi ora alla prova della veloce ricostruzione. Grande astensionismo in Sicilia, un po’ a difesa del governatore Lombardo nello scontro di potere e di autonomia col centrodestra nazionale, un po’ per stizza verso lo stesso scontro. E intanto il Popolo della Libertà è sempre più condizionato dalla Lega, che al Nord va come un treno (quelli che funzionano). E rischia di essere condizionata anche la capacità di Berlusconi di rappresentare tutto il Paese, cioè Sud compreso, col solito danno per il Sud. Tanto che Berlusconi, come se non gli fossero mancate le rogne personali in questi ultimi tempi, è definito terrone dalla stampa fiancheggiatrice, segno di un «amore» per Terronia che non fa sconti neanche a Berlusconi, mica all’ultimo Bassolino.
E poi, anche sul Sud, con rispetto parlando, solita cagnara. L’opposizione a dire che gli hanno scippato i soldi per coprire i mancati introiti dell’abolizione dell’Ici, la spesa per l’Abruzzo, la cassa integrazione per chi finora non l’aveva. Il ministro Fitto, unico meridionale in un governo molto lumbard, a ribattere che se il Sud presenta i progetti, quei soldi non li perde. Col viceministro Castelli molto più truce, non ho capito perché se i problemi li ha tutto il Paese, i soldi devono andare solo al Mezzogiorno. Ma viceministro, erano destinati al Mezzogiorno. Immaginabile la risposta, non li sapete spendere, anzi li sapete spendere fin troppo: male.
Ma per il Sud solito film, anzi ancor più del solito man mano che la Lega fa sfracelli dalle sue parti e influenza l’agenda del governo. E l’altrettanto solito tormentone del Partito del Sud sì e del Partito del Sud no. Lo hanno rilanciato o affossato queste elezioni europee e amministrative? Né rilanciato né affossato. Se si fa, deve avere tanti consensi da condizionare a sua volta le attuali forze politiche e da poter trattare alla pari col molto più forte resto del Paese, altrimenti è peggio. Né c’è una speranza che le attuali forze trattino allo stesso modo tutto il Paese se la Lega Nord continua a crescere come continua.
Allora, o affidarsi alla Lega, rotto per rotto. O fare da sé, magari imitandola. Stare con la gente, risolverne con celerità ed efficacia i problemi, coglierne le necessità. Cioè governare meglio, come si dice, a livello locale. E i soldi? Ne sono arrivati (forse fin troppi), si deve continuare a farsi rispettare ma comunque ci sono ancora quelli europei. Da non sprecare. Come dire: dipende da noi. Soprattutto da noi. Governare bene, far vivere meglio, maturare un civismo che privilegi l’interesse pubblico rispetto a quello privato. Tutto il resto è noia.
di Lino Patruno - La gazzetta del mezzogiorno

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