domenica 23 novembre 2008

Bagno pubblico nel cortile della scuola, esplode la polemica

LATERZA - «Ma il vespasiano no»: al consiglio del Primo circolo didattico, aperto anche alla stampa, con all'ordine del giorno la ristrutturazione del cortile dell'edificio scolastico "Diaz", si è alzata unanime, l'altra sera, la protesta degli insegnanti e dei genitori presenti. L'antefatto, ricostruito per l'occasione dal dirigente scolastico Francesco Lopane, è "lungo" due anni: parte dal progetto originario, ritenuto «massiccio e invasivo, portatore di forti criticità», proposto dall'Amministrazione comunale e modificato in corso d'opera sulla scorta di incontri e valutazioni intercorsi successivamente fra il Comune e la scuola, e culmina, appunto, nella "querelle" del mini bagno pubblico la cui realizzazione, prima prevista e poi esclusa, sarebbe adesso ritornata probabile. Di più: l'intervento sarebbe stato confermato al presidente dell'organo collegiale della scuola, Francesco Giannico, con il suo vice Donato Conte investito dal consiglio di «mandato esplorativo» per gli approfondimenti del caso, e ancor più perentoriamente l'avrebbe ribadito l'assessore alla Pubblica istruzione Antonio Laterza allo stesso dirigente scolastico. L'assenza all'incontro di rappresentanti dell'Amministrazione comunale, pure invitata, non ha reso possibile il chiarimento in "diretta". E allora: «Luogo assolutamente incompatibile e pericoloso, situazione incontrollabile e rischiosa, in una scuola che accoglie bambini dai due anni e mezzo ai dieci anni» ha spiegato da parte sua, in consiglio, il prof. Lopane. Che ha poi stigmatizzato anche l'atto che l'ente locale avrebbe "consumato" a fine estate, a scuola chiusa, con il cancello "aperto" nella recinzione in muratura dell'edificio, a nord del prospetto che s'affaccia su via Roma: «Non siamo stati neanche avvisati» ha sottolineato Lopane. L'apertura di cui si parla consentirà di accedere anche dall'esterno allo spazio-giochi già allestito, come da progetto, nell'ala nord del cortile del Diaz . Dove dovrebbe trovar posto, con accesso anche dallo spiazzo antistante l'edificio (frequentato soprattutto da anziani e pensionati la mattina, letteralmente invaso dai più giovani la sera) il contestato "vespasiano". Da qui, dopo approfondito e partecipato dibattito, la decisione, approvata all'unanimità dall'assemblea, di elaborare un documento da sottoporre all'attenzione dell'amministrazione comunale. Documento con finalità doppia: rinnovare il parere fortemente contrario alla realizzazione del bagno pubblico, e subordinare a regolare convenzione (per esempio con la Ludoteca comunale), l'utilizzazione dello spazio-giochi anche durante la chiusura estiva.

Francesco Romano

La Gazzetta del Mezzogiorno

22 novembre 2008


2 commenti:

Anonimo ha detto...

ganzissimo!!! un cesso nella scuola.

Proprio di grande utilità...

Giuseppe Russi ha detto...

“La Scuola delle Tre I”
Siamo alle solite! La Giunta Cristella colpisce ancora.
Sembra che il centro-destra, da Roma giù giù fino a Laterza, abbia nel mirino la scuola. Quella pubblica, ovviamente.
Se la Gelmini, ministra del Governo Berlusconi, ha sferrato un duro colpo alla scuola elementare, facendola ripiombare indietro di almeno vent’anni con la filosofia del maestro unico (= pensiero unico?!), il nostro ha deciso di smantellarla. Fisicamente.
Mi riferisco alla stramberia ed avventatezza di quel progetto che partito qualche anno fa per “abbattere” le mura del plesso Diaz, dopo una forte e decisa presa di posizione delle Istituzioni scolastiche, Dirigente Scolastico e Consiglio di Circolo in testa, è stato trasformato in riqualificazione della corte interna, per subire ulteriori trasformazioni in corso d’opera.
Sicuramente qualcosa che non quadra c’è e nei prossimi giorni cercheremo di fare chiarezza anche su questo. Intanto perché non si può cambiare a proprio piacimento quello che è progettato e che è stato oggetto di gara pubblica. E nel progetto di “Riqualificazione della corte interna Istituto Scolastico Diaz”andato in gara non c’è alcuna menzione né alla realizzazione di “bagni pubblici” né alla demolizione di parte di muro di cinta della scuola per creare un “varco” nel muro di cinta della scuola con annesso cancello. E questo è un aspetto che andrà valutato nelle opportune sedi.
Qui voglio solo evidenziare della inopportunità di queste scelte fatte dall’Amministrazione.
Intanto, sarebbe opportuno che gli spazi della scuola rimanessero alla scuola e non solo per questioni gestionali, ma anche per la responsabilità del controllo sulle aree di pertinenza che investe le Istituzioni Scolastiche. Non è verosimile che la scuola, presidiata durante il giorno dal personale in servizio sia interdetta a tutti, mentre nel pomeriggio diventa “spazio aperto”. Chi controlla l’utilizzo di beni che sono stati acquistati con fondi dedicati alla scuola? Chi potrà prendersi la responsabilità di consentirne o negarne l’accesso? Il rischio è che l’area, dedicata e realizzata per i bambini delle scuole dell’infanzia ed elementare del I Circolo didattico, diventi un porto di mare, con tutti i rischi connessi. Compreso quello di oggetti pericolosi abbandonati che i bambini potrebbero scovare nelle ore dedicate alle attività all’aperto.
Altra grave disattenzione, e mi auguro che se ne occupino immediatamente, è legata alla messa in opera del cancello scorrevole senza le adeguate misure di sicurezza. Realizzare quella tipologia di cancello senza prevedere una rete per evitare che chiunque, bambino o adulto che sia, ci possa infilare un braccio o una gamba, può creare situazioni di pericolo che andrebbero invece evitate.
Infine, il bagno pubblico: veramente qualcosa di inadatto e inopportuno, se realizzato all’interno del sedime dell’edificio Diaz. Inadatto perché le dimensioni sono tali che è praticamente impossibile avere la separazione uomini/donne/diversabili. Inopportuno perché i bambini della scuola materna ed elementare userebbero praticamente quegli stessi spazi.
Purtroppo, come ho già avuto modo di dire già su queste pagine, questa è una politica che si preoccupa dell’effimero, che non riflette sulle conseguenze delle proprie decisioni ed è assillata unicamente di magnificare il proprio operato.
Le priorità di intervento dell’edificio sono altre. La sistemazione del tetto da cui di tanto in tanto ci sono infiltrazioni. La sistemazione delle uscite di emergenza (per esempio, quella vicino all’ufficio del Dirigente Scolastico). Il recupero degli spazi dell’ex casa del custode. Gli interventi conservativi delle strutture (non molto tempo fa c’è stato un distacco di materiale dalla pensilina dell’ingresso principale su via Roma). E la certificazione di idoneità statica, che è rimasta una chimera. E non basta ricordarsi degli “angeli di San Giuliano” solo quando c’è da fare propaganda politica. La programmazione è essenziale e procedere senza un adeguato, anche aspro, confronto con l’opposizione consiliare, con le altre istituzioni presenti sul territorio, gli utenti-cittadini significa ignorare le voci fuori dal coro e fastidiose, non arrendevoli ed inclini ai propri bisogni. Non è demagogia. Quello che si è verificato pochi giorni fa in quell’istituto di Torino, dove un ragazzo di 17 anni ha perso la vita per il crollo di un controsoffitto, è frutto della scarsa attenzione alle esigenze della scuola. Le poche risorse dedicate devono essere impiegate con oculatezza e per le esigenze specifiche della scuola.
Ma a tutto ciò c’è una risposta. Maliziosa e animosa. Il nostro ha avviato la campagna elettorale per le elezioni provinciali e quindi dobbiamo aspettarci di tutto, compreso inaugurazioni Impossibili, Incredibili e Imprevedibili.
Giuseppe Russi