martedì 30 giugno 2009

Trasparenza e legalità siano i veri fattori di cambiamento


Domenico Savino mi segnala questa intervista a tutto campo, pubblicata dalla Gazzetta, all'assessore regionale
Guglielmo Minervini (qui il suo sito), da sempre impegnato nel sociale, che ho conosciuto ed apprezzato personalmente nel periodo di servizio civile e di cui è già stato riportato su questo blog un altro interessante articolo qualche giorno fa.


Mena fendenti l’assessore regionale alla Trasparenza, il cattolico Guglielmo Minervini. Le quattro inchieste in corso sulla sanità, il collegato sex-gate e il decadimento morale che emerge lo indignano. Invoca «intransigenza e radicalismo etico», contesta il tentativo «vischioso della giunta regionale di aver cercato una mediazione col potere sanitario», respinge la lettura di chi distingue il ruolo politico e i comportamenti privati («un uomo pubblico esercita una funzione pedagogica»), attacca il silenzio della Chiesa («un tacere che offende»).

Assessore, la giunta regionale è sfiorata dalle inchieste in corso. Qual è la sua riflessione?
«Il governo regionale è nato con una missione di cambiamento. La sfida che i pugliesi le hanno chiesto di accettare era di modificare la meccanica del potere: liberare il potere e restituirlo ad un territorio fertile e dinamico. In questo senso, trasparenza e legalità non dovevano essere solo pilastri dell’etica pubblica, ma fattori di cambiamento».

Cosa ne è stato di quel proposito?
«Abbiamo fatto molte cose e buone, anche in sanità. E tuttavia, aggiungo, le inchieste della magistratura interrogano con forza la politica. La domanda che risuona è se siamo riusciti a toccare gli ingranaggi del potere sanitario, sistema corposo di interessi e lobby, oppure quest’ultimo ha finito per risucchiare pezzi della politica».

La risposta qual è?
«Va costruita, tutti assieme, in un dibattito pubblico che faccia crescere la regione. Però una lezione la apprendiamo. La spinta riformatrice o ha la matrice dell’intransigenza morale e del radicalismo etico, oppure è destinata a sprofondare. A precipitare nelle sabbie mobili di una società, come quella pugliese, in cui il successo facile e l’assenza del senso delle regole sono il valore che misura tutto».

Sta dicendo che è fallita la missione del governo Vendola?
«La scelta iniziale di mediare con il sistema vischioso del potere sanitario sta mostrando la corda. Proprio quel che accade ci dimostra che occorreva adoperare il massimo del radicalismo, dell’intransigenza e di spinta riformatrice. Cioè quello che siamo stati capaci di fare in altri ambiti».

Avete sbagliato le nomine nelle Asl?
«Le nomine sono conseguenza dell’impostazione politica. La consapevolezza che il sistema possa essere riformato solo con un approccio radicale ed intransigente sta prendendo piede solo in questi mesi. Solo ora abbiamo la percezione di un governo più concentrato sui processi di cambiamento e meno sulla gestione».

Detta così, sembra una valutazione sull’ex assessore alla sanità Alberto Tedesco.
«E’ nelle cose. Ma di quella impostazione politica tutti siamo corresponsabili».

Risposta laconica. Torniamo all’oggi: i manager indagati vanno sostituiti?
«Vendola non può che proseguire la linea del rigore. E’ l’unica scelta che abbiamo per salvare l’enorme patrimonio politico di questo governo. Vale per la giunta, per il centrosinistra e anche per il mio Partito democratico».

A proposito di Pd. Michele Emiliano, sul sex gate, cita il Vangelo: chi è senza peccato scagli la prima pietra, di una persona non si valuti il profilo privato ma il ruolo pubblico. Che ne dice?
«Non si tratta di esprimere un giudizio morale sui singoli comportamenti. Qui si discute di fatti che attengono alla sfera morale pubblica, di una condotta nell’esercizio delle funzioni pubbliche. In questo ambito, quello che viene chiesto è che ciascuno di noi sia ciò che dice di essere. Sarà una richiesta dura e impietosa, ma il recupero della credibilità della politica passa da queste scelte».

La condotta morale deve entrare nel giudizio politico?
«Ciascuno di noi deve essere consapevole che, nel ruolo politico, esercita anche una funzione pedagogica; comunica con i gesti, prima ancora che con le parole. Chiediamoci allora quale idea della politica stiamo comunicando all'opinione pubblica».

Si discute, tuttavia, della sfera privata, nascosta agli occhi del pubblico.
«La sfera privata attiene alla coscienza morale, non v'è dubbio. Ma quando essa interseca quello che ciascuno di noi riveste nella sua funzione pubblica, allora smette di essere privata. Ciascuno allora ha il dovere di dare conto dei propri comportamenti».

La Chiesa di Puglia finora è apparsa silente sul tema. Come se lo spiega?
«La Chiesa è un insostituibile presidio della coscienza morale. E la coscienza morale non vive solo nella sfera privata, ma si alimenta della dimensione sociale e pubblica. Pertanto il silenzio della Chiesa, almeno nel suo volto gerarchico, sullo scivolamento morale di questo Paese, non inquieta soltanto. Ma offende il servizio alla verità».

Francesco Strippoli

Di cosa ha bisogno Laterza?

A tutti i lettori del blog rivolgiamo l'invito di scriverci a pdlaterza@gmail.com o commentare sul su questo post su "Cosa ha bisogno Laterza" e di "Cosa i Laertini hanno bisogno per vivere meglio".

  • Un progetto di edilizia popolare che abbassi i prezzi delle case?
  • Piu' prospettive occupazionali?
  • Maggiore cura delle periferie urbane?
  • Meno tasse?
  • Creazione di spazi per le nuove generazione, tipo Wi-Fi nelle Cittadella della Cultura?
  • Maggiore manutenzione degli edifici scolastici?


Ai lettori piu' interessati chiediamo anche cosa si aspettano dal Centro-Sinistra?
Cosa chiedere al centrosinistra?
Cosa il centrosinistra può fare?

lunedì 29 giugno 2009

Quanto pesa la tua spesa?

“Quanto pesa la tua spesa?”.

Sarà questo il tema che verrà affrontato, in occasione della giornata mondiale della biodiversità indetta dalle Nazioni Unite, in un convegnoorganizzato dalla cia di Taranto, comprensorio Occidentale (Ginosa, Laterza e Castellaneta), che si svolgerà il prossimo 29 Giugno 2009 a Laterza (TA), pressol’Azienda AgricolaSierro lo Greco” alleore 19,00. Sostenibilità agricola e cambiamento climatico, saranno oggetto degli interventi degli ospiti: Catapano Franco, Vice Presidente Regionale CIA Puglia, Barberio Roberto, Titolare dell’Azienda Agricola “Sierro Lo Greco”,Anelli Savino, Responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Igiene della Nutrizione ex AUSL BA/3, Costantino Paolo, Gastroenterologo Consigliere Regionale, Tamborrino Carlo, Coordinatore del Circolo “ProgettoMangiasano* 2009”. Modera Giove Stefano, Direttore del giornale “La Goccia”.

*Mangiasano è una campagna di VAS (Associazione Verdi Ambiente e Società), nata per rendere l’agricoltura italiana libera da OGM e libera da PESTICIDI.

Lucifero e il dopo voto

Analizzare il voto per il rinnovo del consiglio provinciale a “Lo voglio bene al mio paese” sarebbe un grattacapo anche per chi ha i mezzi e gli strumenti per farla in maniera “scientifica”, figuriamoci per Lucifero che dispone di un PC e una linea ADSL.

Ma alcune considerazioni “politiche” possono essere fatte, anche se da molti, anzi forse da tutti, non condivisi.

Nel paese in cui SCACCO MATTO crede di essere Cicerone, Gisella KRISTALLIN un politico, ha vinto il PDL (Partito Dei Lanzichenecchi) che già al primo turno aveva mandato alla provincia il suo candidato che da SICURO assessore provinciale è stato sbattuto, dopo il ballottaggio, sul banco dei “ciucci”.

Il risultato elettorale a “ Lo voglio bene al mio Paese “ è stato ancora una volta determinato dal consociativismo tra i poteri forti e il potere politico locale.

Questo non vuol dire che la maggioranza degli elettori sia condizionata da questi poteri, anzi le elettrici e gli elettori sono, nella stragrande maggioranza donne e uomini liberi, capaci di giudicare con la propria testa l’operato di chi governa e di chi fa opposizione, ma il “controllo” e l’ “indirizzamento” di qualche migliaia di voti a favore di chi gestisce il potere politico da parte della lobby del cemento, del zampino, del pane è determinante per il risultato finale.

Se l’Amm.Com. ha stretto un patto non scritto con questi poteri forti (silente quando doveva intervenire per calmierare il prezzo del pane, compiacente nei confronti dell’edilizia privata senza mai presentare un progetto per favorire la costruzione di case economiche e popolari), è stato anche per l’ignavia dell’opposizione del centrosinistra che non è stata mai efficace.

Eppure gli argomenti per opporsi ci sono trattandosi di un’ amministrazione inconcludente nella programmazione dei POR, che sta indebitando le future generazioni per i prossimi 25-30 anni, che taglieggia le tasche dei cittadini con letasse più alte della provincia di Taranto.

Un esempio concreto:

L’ ICI sulla seconda casa a “Lo voglio bene il mio paese” è il 7 per mille mentre a Ginosa, a Palagiano è del 6 per mille.

Cosa significa questa differenza?

Un cittadino avendo una casa il cui valore catastale è di Euro 500, a “Lo Voglio bene il mio paese” paga 367,50 Euro di ICI mentre a Ginosa, a Palagiano paga 315,00 Euro con un risparmio di Euro 52,50.

Per non parlare dell’addizionale comunale. A “Lo voglio bene il mio paese” è dello 0,8 per mille, il più alto della provincia, mentre a Ginosa, a Palagiano è dello 0,5 per mille.

In concreto.

Un abitante di “Lo voglio bene al mio paese” che ha un reddito lordo annuo di 25000 Euro, paga di addizionale comunale, Euro 200, mentre, se fosse cittadino di Ginosa o di Palagiano, con lo stesso reddito pagherebbe Euro 125, risparmiando Euro 75.

Questi sono dati reali, solo Tritamontino, probabilmente scimmiottando il creativo Tritamonti, insiste a dire che a “Lo voglio bene il mio paese” si pagano tasse bassissime: anche i numeri diventano un optional.

Per onestà intellettuale c’è da dire che l’amministrazione comunale è la più brava, la numero UNO in Italia, ad incensarsi ma, purtroppo, come l’incenso, produce fumo, appunto senza arrosto, a volte è anche sgradevole, Progeva.

Se questo è diventato il marchio DOC di governare dell’Amministrazione di Gisella KRISTALLIN, è stato facilitato dall’assenza dell’opposizione o quanto meno dall’inefficienza di chi dovrebbe contrastarlo.

L’opposizione allo stile arrembante e arrogante, inconcludente e sterile , al business e all’affarismo dell’amministrazione kristallinana deve essere fatta non solo sui contenuti, ma sullo stile, sull’onestà, su un diverso concetto di amministrazione, non piegandosi agli interessi trasversali che sono la causa del degrado del paese.

E’ questo modo di fare politica, di essere opposizione e di governo, quando è il momento, che fa percepire al cittadino la “diversità”, altrimenti li vede tutti omogenei e collusi.

Può essere una frase fatta ma, con gli attuali dirigenti politici che guidano l’opposizione, si è destinati a perdere sempre.

Da subito dobbiamo tutti rimboccarci le maniche, senza delegare a nessuno, creare un forum, una ‘chiazza’ per discutere, agire, rinnovare il modo di fare politica, mandare a casa i mestieranti della stessa, stimolare il ritorno di tutti quelli che negli anni passati si sono allontanati, perché “fa schifo”, dare spazio ai giovani, ai professionisti preparati, ai competenti e agli onesti.

Lavorare insieme per costruire un percorso condiviso, prima di tutto con i cittadini, per combattere i personalismi di una politica senza tempo che è tanto vecchia quanto distruttiva e che ha sempre tagliato le ali a “Lo voglio bene al mio paese”.

http://lucifero.bloog.it

venerdì 26 giugno 2009

Elezioni passate. E ora?

Carissimi,
l'esito delle ultime elezioni europee ed amministrative sta suscitando diverse reazioni contrastanti. Vorrei però prima di tutto partire dall'analisi a firma di Angelo Bertani, direttore di Adista.
Un estratto lo condivido con voi in questa pagina, la versione integrale è sul blog.

"Non piangere e non ridere, direbbe Spinoza. Piuttosto occorre capire. E ci sono tante cose da capire, anche se molte erano prevedibili. Converrà capire, ad esempio, quali cause ha avuto e quali effetti potrà avere il mancato exploit del Pdl alle Europee. È vero che l'immagine del presidente del Consiglio appare più debole ed equivoca? Quale importanza hanno avuto (e non solo in Sicilia) le divisioni interne al Pdl? E quelle nel Pd? ...
Converrà poi esaminare il ruolo svolto dai grandi media, tanto più efficace quanto più si è affievolita la comunicazione diretta e fiduciaria tra i partiti e la loro base (non solo degli elettori, ma persino degli iscritti)...Insomma c'è molto da pensare e da fare per capire quel che sta avvenendo e per ristabilire un rapporto di dialogo e di fiducia tra la politica e la società civile. Ma proprio qui si svela il problema centrale: chi può e deve pensare, capire, fare? La risposta dovrebbe essere: i partiti. Ma la realtà è che i partiti sono liquidi almeno quanto la società. Fatta eccezione per la Lega, essi sono assai più un'apparenza che una realtà. O meglio, sono un'apparenza che spesso nasconde una realtà diversa e non propriamente politica: arrivismo, clientele, affari, sete di potere...

Il problema vero non è una novità ma emerge nettamente anche da queste elezioni è che occorre ricostruire i partiti, anzi re-inventarne una forma adatta all'attuale contesto sociale, economico e culturale.
L'alternativa non è tra partiti pesanti o partiti leggeri, cioè più o meno strutturati, invadenti e costosi. Servono invece partiti democratici, partecipati, gratuiti, trasparenti, guidati da regole condivise, animati da grandi ideali, frequentati e guidati da gente per bene, radicati sul territorio e nella società, capaci di una grande passione e di una grande cultura.
Come non ricordare il clima civile di venticinque anni fa, alla morte di Enrico Berlinguer?

Diceva Tocqueville che i veri Grandi Partiti si rifanno più ai principi che alle conseguenze, più alle idee che agli uomini, più al generale che al particolare...

A modo loro i risultati elettorali costituiscono un forte invito affinché tutta l'area di centrosinistra sappia trovare uno stile, un linguaggio ed un programma essenziale che possano essere largamente condivisi (senza demonizzare chi ritenesse di mantenere una posizione di principio senza mediazioni). Ma perché ciò possa avvenire è necessario un profondo cambiamento di pelle, di cultura e di uomini dentro ad ogni partito, gruppo, aggregazione. Un simile cambiamento chiede un supplemento di generosità e di coraggio, un cambio di mentalità e di immagine perché oggi la gran maggioranza dei cittadini pensa, non senza ragioni, che al vertice dei partiti si siano arroccati gruppi di persone mediocri con lo scopo di ottenere prestigio, carriera e guadagni, disposte a tutto pur di non lasciar emergere altri concorrenti".

Guglielmo Minervini
Diario dello sciame

DOMANDA REGIONE PUGLIA PER CONTRIBUTI ALLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE‏

E' stato aperto un bando di accesso ai contributi per le piccole e medie imprese, anche di nuova attivazione.

Il Bando funziona così: si fa un prestito con la Banca per gli importi degli investimenti fino ad un max di 400.000€ se si tratta di microimprese e fino a 700.000 se si tratta di piccole imprese.

La Regione paga gli interessi da subito.
Quella somma costituisce così un vero contributo a fondo perduto.

Per qualsiasi ulteriore chiarimento chiamatemi. C'è anche una sezione FAQ con molti quesiti.
http://www.sistema.puglia.it/portal/page/portal/SistemaPuglia/Titolo_II o scrivete a pdlaterza@gmail.com e vi invieremo la domanda in formato doc o pdf.

Spero che la misura vi sia utile,
cordiali saluti a nome del Consigliere Regionale Paolo Costantino

giovedì 25 giugno 2009

L'odio non fa parte della politica.

Fino ad oggi avevamo evitato di calcare la mano sulle parole che il PDL aveva riservato nei confronti della gente del PD a Laterza.

Sono parole così incredibilemente piene d'odio che sono una condanna a se medesime.

In più e' faticosissimo citarle tra virgolette visto il loro abominio.


Oggi però ci costringe a parlarne perche' il Popolo delle Liberta' di Laterza, cosi' si firma il manifesto intimidatorio appeso ieri per le vie del Paese, cerca di soffocare una liberta' semplice, quella di festeggiare per la vittoria del Presidente della Provincia Florido, accusandoci di essere prima degli stolti e invitandoci poi a rivolgerci a dei bravi psicanalisti.

Vi vogliamo ricordare che l 'Articolo 21 della Costituzione della Repubblica Italiana afferma :
"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione." , garentendo la LIBERTA' di espressione, comunque nel rispetto reciproco.

Voi, in quel manifesto, non solo cercate di soffocare un diritto e una liberta' fondamentale, ma siete stati capaci di ledere ancora una volta la dignita' di noi cittadini, di una parte della comunita' che si riconosce nel centrosinistra.

L'odio non fa parte della politica.

Vi vogliamo invitare ad un maggiore rispetto verso quell'altra parte del paese, l'opposizione, che noi rappresentiamo a Laterza, e che Voi rappresentate in Provincia.
Laterza ha bisogno di trovare serenita' e sicurezza, per cui Vi invitiamo a concentrarVi sui tristi problemi sociali che da piu' di un anno stanno sconvolgendo la comunita'.
Un ultimo consiglio:
"L'uomo si distingue dagli animali proprio per questo: non ha bisogno della violenza, anche quella verbale, per affermare le proprie idee."
Segnalazioni:

mercoledì 24 giugno 2009

Statistiche di accesso al blog nel mese di giugno

Pubblichiamo di seguito, così come richiesto da alcuni visitatori, le statistiche di accesso al blog relative al mese di giugno.
Grazie mille per l'interesse che ci avete dimostrato!

PD Laterza



martedì 23 giugno 2009

Famiglia Cristiana in campo: PER UNA VALUTAZIONE MENO "DISINCANTATA"

Nei "Colloqui col padre" di Famiglia Cristiana in edicola da domani, la reazione dei lettori sui comportamenti discutibili del nostro premier ed una chiara presa di posizione del settimanale cattolico, che fa seguito ad altre recenti prese di posizione.
Riportiamo qui la risposta del Direttore, don Antonio Sciortino (foto a lato).



«Il presidente del Consiglio non deve illudersi che la Chiesa taccia. La Chiesa non rinfaccia nulla a nessuno, per carità cristiana, ma è evidente che i vescovi hanno una precisa morale da difendere». Così comincia l’intervista a monsignor Ghidelli, vescovo di Lanciano e Ortona, noto biblista, apparsa domenica 21 giugno sul Corriere della Sera, a proposito delle vicende che hanno investito una delle più alte cariche istituzionali del Paese.

Il suo disagio e quello di altri vescovi hanno fatto eco all’editoriale di Avvenire, in cui si chiedeva al presidente del Consiglio «un chiarimento sufficiente a sgomberare il terreno dagli interrogativi più pressanti, che non vengono solo dagli avversari politici ma anche da una parte di opinione pubblica non pregiudizialmente avversa al premier».

Il vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Mogavero, ha aggiunto: «Tra il livello pubblico, di governo, e quello privato e inviolabile, di coscienza, c’è un terzo piano: quello dell’immagine. I comportamenti di chi governa possono determinare maggiore credibilità oppure una delegittimazione, parziale o totale. Certi comportamenti possono incrinare la fiducia fino a una delegittimazione di fatto».

Chi ha l’onore e l’onere di servire il Paese (senza servirsene), per di più con una larga maggioranza, quale mai si era vista nella storia della Repubblica, è doveroso che si dedichi a questo importante compito senza "distrazioni", che un capo di Governo non può permettersi. L’alta responsabilità comporta restrizioni di movimenti e comportamenti adeguati alla carica, per servire a tempo pieno il Paese e dedicarsi totalmente al "bene comune" dei cittadini.

A maggior ragione oggi, che il Paese è alle prese con una delle più gravi crisi economiche (ma anche morali) che abbia mai affrontato, con moltissime famiglie sulla soglia della povertà, lavoratori senza più occupazione e giovani precari a vita, senza futuro e speranza. Che esempio si dà alle giovani generazioni con comportamenti "gaudenti e libertini", o se inculchiamo loro i valori del successo, dei soldi, del potere: traguardi da raggiungere a ogni costo, anche tramite scorciatoie e strade poco limpide?

Oggi il Paese più che di polveroni e distrazioni, necessita di maggiore sobrietà, coerenza e rispetto delle regole. E, soprattutto, chiarezza. Non solo a parole, ma concretamente, con i fatti. A poco servono imbarazzanti e deboli difese d’ufficio dei vari "corifei", "caudatari" o "maschere salmodianti" (come li ha definiti qualcuno), che ci propinano a ogni ora ritornelli e moduli stantii, a difesa dell’indifendibile. O nel tentativo "autolesionista" di minimizzare tutto, spostando la mira su altri bersagli. Ancora peggio, poi, quando "la pezza è più grande dello sbrego" come si dice, e si definisce il presidente del Consiglio «l’utilizzatore finale» di un giro di prestazioni a pagamento (ammesso che sia vero), e si considerano le donne "merce", di cui «si potrebbe averne quantitativi gratis». Naturalmente.

Non basta la legittimazione del voto popolare o la pretesa del "buon governo" per giustificare qualsiasi comportamento, perché con Dio non è possibile stabilire un "lodo", tanto meno chiedergli l’"immunità morale". La morale è uguale per tutti: più alta è la responsabilità, più si ha il dovere del buon esempio. E della coerenza, che è ancora una virtù, e dà credibilità alle persone e alle loro azioni.

Sull’operato del presidente del Consiglio oggi fanno riflettere certi silenzi "pesanti", anche all’interno della stessa maggioranza. La Chiesa, però, non può abdicare alla sua missione e ignorare l’emergenza morale nella vita pubblica del Paese. Nessuno pensi di allettarla con promesse o ricattarla con minacce perché non intervenga e taccia. I cristiani (come dismostrano le lettere dei nostri lettori) sono frastornati e amareggiati da questo clima di decadimento morale dell’Italia, attendono dalla Chiesa una valutazione etica meno "disincantata". Non si può far finta che non stia succedendo nulla, o ignorare il disagio di fasce sempre più ampie della popolazione, e dei cristiani in particolare.

Il problema dell’esempio personale è inscindibile per chiunque accetta una carica pubblica. In altre nazioni, se i politici vengono meno alle regole (anche minime) o hanno comportamenti discutibili, sono costretti alle dimissioni. Perché tanta diversità in Italia? L’autorità senza esemplarità di comportamenti non ha alcuna autorevolezza e forza morale. È pura ipocrisia o convenienza di interessi privati. Chi esercita il potere, anche con un ampio consenso di popolo, non può pretendere una "zona franca" dall’etica. Né pensare di barattare la morale con promesse di leggi favorevoli alla Chiesa: è il classico "piatto di lenticchie", da respingere al mittente.

Parlando di De Gasperi, grande statista trentino, Benedetto XVI l’ha indicato come modello di moralità per i governanti: «Il ricordo della sua esperienza di governo e della sua testimonianza cristiana siano di incoraggiamento e stimolo per coloro che reggono le sorti dell’Italia, specialmente per quanti si ispirano al Vangelo». «De Gasperi», ha aggiunto il Papa, «è stato autonomo e responsabile nelle sue scelte politiche, senza servirsi della Chiesa per fini politici e senza mai scendere a compromessi con la sua retta coscienza».

In una nota pubblicata dal Sir (Servizio informazione religiosa, cioè l’agenzia di notizie dei vescovi) del 26 maggio scorso, Riccardo Moro afferma che le vicende personali del premier offrono «un contributo sgradevole al sereno sviluppo dei rapporti democratici». E al premier che assicura di "chiarire in futuro" i dubbi sollevati dalla stampa nazionale ed estera, chiede: «Ma se nulla di quanto è ignoto è riprovevole, perché rinviare? Se non vi è nulla da nascondere, alimentare i misteri rinviando spiegazioni, rivela una considerazione della stampa e dell’opinione pubblica particolarmente irriguardosa». E aggiunge: «La libera stampa indipendente è uno dei fondamenti della democrazia per il controllo sull’azione del Governo e per veicolare informazione e dialogo democratico tra i cittadini, non un disturbo nell’azione democratica».

Di fronte all’Italia che arranca, di fronte al polverone mediatico sulle vicende del premier, i problemi reali del Paese (famiglia, lavoro, immigrati, riforme...) sono passati in secondo ordine. C’è da augurarsi, quanto prima, che da una "politica da camera da letto" si passi alla vera politica delle "camere del Parlamento", restituite alla loro dignità e funzioni. Prima che la fiducia dei cittadini verso le istituzioni prenda una via senza ritorno. A tutto c’è un limite. Quel limite di decenza è stato superato. Qualcuno ne tragga le debite conseguenze.

Il Cavaliere in frenata

L'Italia monocolore può attendere. L'Italia azzurra dalle Alpi alla Sicilia per ora esiste solo nei sogni del presidente del Consiglio. Le elezioni amministrative ci consegnano un Paese palesemente spostato a destra, ma non irrimediabilmente votato al berlusconismo. Da questo voto esce, ancora una volta, un'Italia divisa, frammentata e spaccata in due metà. Il Pdl cresce sul territorio ma non sfonda. Il sogno plebiscitario di Berlusconi svanisce nelle trame oscure della sua personale "Velinopoli". L'onda alta e lunga del berlusconismo si infrange sugli scogli di Casoria e sulle spiagge di Bari. Il Cavaliere ha dichiarato vittoria, ma subito dopo è tornato a parlare della sua vera ossessione - che gli ha fatto perdere voti - ripetendo le accuse di "attacchi eversivi" a Repubblica.

C'è un dato quantitativo, che conferma il mancato sfondamento. E qui il giudizio non può prescindere dai dati di partenza, che erano già di per sé eccezionali. Il centrosinistra si presentava a queste amministrative forte del risultato clamoroso e irripetibile del 2004: aveva vinto 51 province e 26 comuni capoluogo, contro le 9 e 6 rispettivamente conquistate dal centrodestra. Cinque anni dopo, il 6 giugno scorso il centrodestra aveva avviato una promettente rimonta, vincendo il primo turno e battendo il centrosinistra 26 a 14 nelle province e 9 a 5 nei comuni capoluogo.

Quindici giorni dopo, il centrosinistra re-inverte la tendenza, vincendo i ballottaggi e superando il centrodestra 15 a 7 nelle province e 12 a 4 nei comuni. Il quadro complessivo di questo voto locale, dunque, ci consegna un sostanziale pareggio: la maggioranza in carica prevale in 33 province e in 13 comuni, mentre l'opposizione mantiene 29 province e 17 comuni capoluogo. Non proprio un Paese governato ovunque dal monocolore azzurro, insomma. Piuttosto, e ancora una volta, un Paese trasversalmente tagliato a metà, e fortemente polarizzato tra due schieramenti "anelastici", che scambiano flussi nel perimetro interno senza mai valicare quello esterno.

Ma c'è anche un dato qualitativo, che non può essere sottovalutato. Province e comuni capoluogo non si possono solo contare: vanno anche "pesati". Anche da questo punto di vista, benché il Pdl abbia strappato al Pd la provincia di Milano e di Venezia, non si può parlare di "marcia trionfale" del centrodestra. Al Nord il Pd perde terreno, ma mantiene qualche presidio importante: Padova tra i comuni, ma poi anche Torino, Alessandria, Belluno e Rovigo tra le province. Al Centro il Pdl espugna Ascoli e Prato dopo 63 anni, ma nell'insieme la ex "zona rossa" della dorsale appenninica, tra comuni e province, resta saldamente in mano al Pd: da Firenze a Ferrara, da Bologna a Forlì, da Rimini a Parma, da Rieti a Fermo. La stessa cosa vale per il Sud, dove il Pdl conquista Lecce, ma il Pd si riconferma da Bari a Brindisi, da Crotone a Cosenza. Detto altrimenti: al Popolo delle Libertà non riescono più i clamorosi cappotti alla siciliana di qualche tempo fa, mentre al Partito democratico, almeno per ora, sembra evitato lo spettro di vedersi immiserito a quella "Lega dell'Appennino" più volte preconizzata da Tremonti.

Certo, in questo esito ha giocato un ruolo fondamentale l'astensionismo, che si è rivelato la vera novità di una velenosa e accidiosa stagione elettorale italiana. Un astensionismo che prima di tutto ha finito di uccidere il referendum sulla legge elettorale, con il tasso di partecipazione più basso della storia repubblicana, frutto delle troppe strumentalizzazioni cui i quesiti sono stati sottoposti, oltre che della consueta, abusata distorsione dello strumento referendario compiuto in questi decenni. E poi ha condizionato fortemente anche il voto amministrativo: quanti leghisti se ne saranno andati al mare, preferendo l'affondamento del referendum contro la porcata di Calderoli al sostegno del candidato dell'alleanza di centrodestra? Sta di fatto che l'ennesimo fallimento della consultazione popolare impone un ripensamento dell'istituto: se vogliamo salvare questa importante forma di democrazia diretta, piuttosto, eliminiamo il quorum ed alziamo di molto la soglia della raccolta delle firme. Ma di questo ci sarà tempo e modo per discutere. Sul piano politico, questo ciclo di voto si presta ad almeno due considerazioni di fondo.

La prima riguarda la maggioranza. O meglio, il premier. Sembra incredibile, a poco più di un anno dal trionfo del 13 aprile 2008, che aveva consacrato il Cavaliere come uno "statista" baciato dal consenso e aveva cementato una maggioranza con numeri "bulgari" in Parlamento. Eppure è accaduto: la metamorfosi si è compiuta. Il cigno è già un'anatra zoppa. Vulnerata dalla sua stessa, tragica esondazione egotistica, prima ancora che dalla sua drammatica inazione politica. La sovrapposizione delle europee e delle amministrative fotografa la vera novità della fase: l'insuccesso, l'appannamento, la crisi del Cavaliere. Sancita dalle preferenze, che si fermano a quota 2 milioni e 700 mila con la somma dei voti dei due ex partiti (Forza Italia ed An) mentre raggiunsero quota 2 milioni e 900 mila nel 1994 e nel 1999, quando a votarlo era solo il suo partito personale.

Palesata dai consensi a livello locale, e soprattutto a Bari, che per ovvi motivi (l'inchiesta sulle feste nelle dimore berlusconiane) era diventato un test pilota, quasi un referendum. Ebbene, tutto dimostra quanto era già evidente da tempo, e quanto solo i vacui replicanti del premier si ostinavano a non vedere: il torbido terremoto a sfondo sessuale che fa vacillare le mura di Villa Certosa e di Palazzo Grazioli ha un contenuto politico incancellabile, e un impatto sociale innegabile. A destra lo hanno ammesso persino antichi sodali dell'uomo di Arcore, come Marcello Dell'Utri, e lucidi intellettuali vicini al presidente della camera Fini, come Alessandro Campi. Solo i ventriloqui del Re Travicello come Bondi, Cicchitto o Gasparri si ostinano a negare questa evidenza.

La seconda considerazione riguarda l'opposizione. O meglio, il Pd. Il risultato in Puglia, e nelle altre zone dove è stato possibile l'accordo con l'Udc, dimostra che il dialogo con il centro di Casini è forse l'unica via per tentare una riapertura del gioco politico. Per provare a scongelare i due blocchi contrapposti, in una ricomposizione difficile ma forse non impossibile. Nei ballottaggi l'Udc ha adottato la politica dei due forni: in 7 province si è alleato con il centrosinistra, in 10 con il centrodestra. La stessa cosa ha fatto nei comuni, firmando un'alleanza con la sinistra in 3 casi, e con la destra in 7. L'epilogo di questo opportunismo neo-democristiano di Casini dimostra che, dove è stato possibile, l'alleanza con la sinistra ha premiato. E avrebbe premiato persino a Milano, se fosse andato in porto l'accordo per sostenere Penati. Anche questo, in vista del congresso di ottobre che a questo punto non sarà un funerale, impone una seria riflessione, che può utilmente incrociare anche un ragionamento sulla riforma della legge elettorale: in queste condizioni un ritorno sul modello tedesco, proporzionale con la soglia di sbarramento, potrebbe essere una soluzione da valutare, vista anche la disponibilità teorica della Lega.

L'Italia che esce dal voto non è bipartitica, ma resta bipolare. Anche di questo occorrerà tener conto, per definire il profilo di un'opposizione che, mai come ora, ha il dovere di riprofilarsi e di ripresentarsi al Paese come un'alternativa seria, vera, credibile. Di fronte al "complottismo" e alle "teorie cospiratorie" che lui stesso alimenta, il Cavaliere tradisce uno "stile paranoico" (raccontato a suo tempo da Richard Hofstadter) che non promette nulla di buono. Le "scosse" al governo e alla maggioranza sono arrivate. Non c'entravano le spallate giudiziarie. C'entra la politica. E per lui è persino peggio.

MASSIMO GIANNINI
(Repubblica, 23 giugno 2009)

Buone Idee Portate In Spalla da Brave Persone

Il Centro-Sinistra, rivisitato e modificato dalle alleanze elettorali, mantiene salda la sua posizione di comando all Provincia a Taranto.

Una vittoria che premia un'Amministrazione che ha ben operato ponendo il lavoro, lo sviluppo infrastrutturale, l’ambiente, e le complessive questioni sociali al centro dell’azione di governo, con un bilancio più che positivo.


Un' Amministrazione che ha garantio il diritto alla salute dei cittadini, approvando il ddl che contiene le norme per la tutela dell'ambiente e del territorio e i limiti per le emissioni di diossina e furani, e il diritto al lavoro, o meglio al futuro, stabilizzando 325 precari e fornendo aiuti concreti ai lavoratori della Miroglio (1,4 Milioni di Euro).


Un' Amministrazione che ha cercato di portare sviluppo infrastrutturale con strade e scuole piu' sicure, come la strada provinciale per Santeramo.
Infine, un' Amministrazione che ha risolto la dolorosa questione del puzzo a Laterza.


A Laterza, pero', dobbiamo ricominciare, rinnovando.


Il centro-sinistra deve ripartire con una nuova spinta, facendo riscoprire alla nostra comunita' e a noi stessi la voglia di legalità, il bisogno di rispettare regole e persone, e la voglia di chiarezza, quella chiarezza che unisce ogni comunità.



Insieme dobbiamo imparare che la politica dei favori e delle clientele ammazza qualunque velleità di futuro.


Dobbiamo convincerci insieme che si può ottenere il consenso dei cittadini anche proponendo scelte rigorose e lungimiranti, attente a non consumare tutto, per lasciare qualcosa a quelli che verranno, e a costruire cultura e consapevolezza.



Invitiamo tutta la comunita' a “fare politica” insieme a noi, intesa come servizio reso alla comunità sempre orientato al bene comune, un servizio che dà precedenza agli interessi di tutti, non condizionato da interessi di parte o personali;


Invitiamo tutti a recuperare insieme a noi il senso di vitalità del “fare politica” intesa come laboratorio dove far nascere e sperimentare nuove idee per il generale progresso sociale.


La politica e' di tutti e non è pensabile delegarla a chi pensa di esercitarla come una professione.


Vogliamo creare a Laterza un gruppo di Brave Persone Capaci di Portare In Spalla Buone Idee.

Consiglieri eletti Provincia di Taranto

Spulciando nei singoli collegi dal sito ufficiale del Ministero dell'Interno, si estrapolano i seguenti Consiglieri eletti nei vari Comuni (per ciascuno si indicano il posto occupato nella classifica provinciale e il rispettivo partito di appartenenza, insieme alla percentuale di voti al primo turno nel rispettivo collegio):

CAROSINO-Monteiasi-Montemesola-Monteparano
Carrieri Costanzo (7° PD 23,35%)
Sampietro Cosimo (1° Io Sud 11,82%)
Longo Giovanni (1° Comunisti Italiani 10,32%)

CASTELLANETA-Palagianello
Gugliotti Giovanni Francesco (3° PDL 33,87%)

CRISPIANO-Martina Franca
Conserva Michele (1° Lista Florido 20,82%)

GROTTAGLIE
Santoro Michele (2° PDL 34,76%)
Mancarelli Giampiero (2° PD 27,47%) Collegio Grottaglie II-San Marzano
Caprino Antonio (1° UDC 16,80%) Collegio Grottaglie II-San Marzano

GINOSA
Pardo Augusto (6° PDL 31,18%)
Galeota Marta Teresina (6° PD 23,78%)

LATERZA-Castellaneta
Cristella Giuseppe (1° PDL 46,64%)

MANDURIA
Punzi Bartolomeo Maria (1° PD 27,54%) Collegio Manduria II - Avetrana
Massaro Francesco Saverio (3° PD 26,30%)
Lariccia Cosimo (2° UDC 11,63%)

MASSAFRA
Tamburrano Marino Carmelo (4° PDL 32,23%)
Miccolis Vito Antonio (5° PD 24,32%)

MOTTOLA-Palagiano
Lattarulo Angelo Raffaele (5° PDL 31,66%)
Pinto Luigi (4° PD 24,75%)
Gentile Franco (1° Rifondazione Comunista 9,77%)

PALAGIANO-Massafra
Catiglia Gaetano (1° La Puglia Prima di Tutto 19,17%)

PULSANO-Leporano
Laterza Luigi (7° PDL 26,41%)
Pavone Domenico (2° Lista Florido 15,78%)

SAN GIORGIO JONICO-Roccaforzata
Venneri Angelo Cosimo Raffaello (1° Tarantino Presidente 16,41%)
Grimaldi Giorgio (1° Sinistra Unita 11,46%)

STATTE-Taranto
De Gregorio Luciano (8° PD 23,25%)

TARANTO
Cito Mario (1° Lega d'Azione Meridionale 39,12%)
Cito Antonella (2° Lega d'Azione Meridionale 31,79%)
Scialpi Lucia (3° Lega d'Azione Meridionale 28,60%)

Vanno aggiunti:
Rana Domenico (Candidato Presidente)
Fisicaro Emanuele (Candidato Presidente)
Tarantino Giuseppe (Candidato Presidente) [a questo riguardo va detratto un seggio ad uno dei gruppi della rispettiva coalizione come composta al primo turno elettorale, ossia ad uno dei gruppi: UDC, Io Sud, Tarantino Presidente, Lega d'Azione Meridionale]

Ovviamente, in base ad eventuali assessorati, potranno "scattare" i primi non eletti nei diversi partiti.

Si noti l'assenza di consiglieri in collegi con maggiori elettori del nostro, quali Martina Franca (2 collegi!), Sava, Lizzano-Torricella, e la presenza di 3 soli eletti a Taranto, tutti facenti parti della "Lista Cito". Viceversa collegi con un numero di elettori paragonabili al nostro (da 15.000 a 20.000) hanno avuto 2-3 eletti, come nei casi di Mottola, Carosino, Ginosa, Pulsano e San Giorgio Jonico.

lunedì 22 giugno 2009

Risultati definitivi Collegio di LATERZA-Castellaneta

Elettori 16.184



I turno II turno
Votanti 11.896 73,50% 8.524 52,66%
Schede bianche 353 2,96% 200 2,34%
Schede nulle 458 3,85% 190 2,22%
Schede contestate e non assegnate - - - -


Sezioni scrutinate 19 su 19



Candidati presidente e gruppi Voti II turno % Voti I turno %

RANA DOMENICO
5.398 66,36 6.442 58,11

IL POPOLO DELLA LIBERTA'
IL POPOLO DELLA LIBERTA'
CRISTELLA GIUSEPPE
eletto

5.098 46,64

LA PUGLIA PRIMA DI TUTTO
LA PUGLIA PRIMA DI TUTTO
PERRONE FRANCESCO



978 8,94

LISTA LOCALE - LISTA TAGLIENTE
LISTA LOCALE - LISTA TAGLIENTE
DE MEO GIOVANNI PIETRO



104 0,95

MPA MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE
MPA MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE
PAPAPIETRO CARMINE



102 0,93

LIBERTAS DEMOCRAZIA CRISTIANA
LIBERTAS DEMOCRAZIA CRISTIANA
GENTILE ANTONIO



67 0,61

FIAMMA TRICOLORE
FIAMMA TRICOLORE
RAFFAELE DOMENICO


21 0,19

LEGA D'AZIONE MERID.
LEGA D'AZIONE MERID.
LOMASTRO FRANCESCO


17 0,15

LA DESTRA
LA DESTRA
VILLANI MICHELE



14 0,12

U.D.EUR POPOLARI
U.D.EUR POPOLARI
COLAMARIA GIOVANNI



5 0,04

PSDI-PRI
PSDI-PRI
MELE FRANCESCO



3 0,02

ALLEANZA DI CENTRO PER LA LIBERTA'
ALLEANZA DI CENTRO PER LA LIBERTA'
COLACICCO VITO



3 0,02


Totale


6.412 58,66

FLORIDO GIOVANNI
2.736 33,63 2.443 22,03

PARTITO DEMOCRATICO
PARTITO DEMOCRATICO
CASSANO VITO



1.995 18,25

UNIONE DI CENTRO
UNIONE DI CENTRO
FRIGIOLA FRANCESCO


841 7,69

DI PIETRO ITALIA DEI VALORI
DI PIETRO ITALIA DEI VALORI
CIRIELLI ARCANGELO


538 4,92

PART.PENS.
PART.PENS.
ANZILLOTTA SANTO


292 2,67

LISTA LOCALE - MODERATI DI CENTRO - FISICARO PRESIDENTE
LISTA LOCALE - MODERATI DI CENTRO - FISICARO PRESIDENTE
MISANO GIUSEPPE


213 1,94

IO SUD
IO SUD
MONTARULI ANTONELLO


172 1,57

SINISTRA UNITA
SINISTRA UNITA
VAREGLIANO ANNAMARIA



150 1,37

FED.DEI VERDI
FED.DEI VERDI
SOLAZZO BASILIO



85 0,77

COMUNISTI ITALIANI
COMUNISTI ITALIANI
GIGLIOBIANCO GRAZIA VITA



75 0,68

RIFONDAZIONE COMUNISTA
RIFONDAZIONE COMUNISTA
GENTILE FRANCO



60 0,54

LISTA LOCALE - SVILUPPO DEL TERRITORIO - TARANTINO PRESIDENTE
LISTA LOCALE - SVILUPPO DEL TERRITORIO - TARANTINO PRESIDENTE
SCARATI ANTONIO


33 0,30

LISTA FLORIDO
LISTA FLORIDO
ARCADIO ANNAMARIA



30 0,27

LISTA LOCALE - MOVIMENTO STEFANO
LISTA LOCALE - MOVIMENTO STEFANO
BOSCO SILVANO


9 0,08

LISTA LOCALE - S.D.S. SINISTRA E DEMOCRATICI CON STEFANO
LISTA LOCALE - S.D.S. SINISTRA E DEMOCRATICI CON STEFANO
CIOTOLA ROSA


7 0,06

LISTA LOCALE - PATTO SOLIDALE
LISTA LOCALE - PATTO SOLIDALE
D'AURIA DOMENICO



5 0,04


Totale


4.505 41,22

TARANTINO GIUSEPPE

1.398 12,61

FISICARO EMANUELE

787 7,09

RIZZELLO POMPILIO CESARE


15 0,13

SUD LIBERO
SUD LIBERO
SCIALPI EUPREPIO



12 0,10

Totale voti ai candidati presidente 8.134
11.085
Totale voti ai gruppi

10.929


Dato aggiornato alle ore 22:37 del 22/06/2009
  • LE LETTERE INDICANO I GRUPPI CHE AL PRIMO TURNO ERANO COLLEGATI AL CANDIDATO CONTRADDISTINTO DALLA STESSA LETTERA

I dati degli altri collegi, con l'indicazione dei consiglieri eletti, potete dedurli dal sito ufficiale del Ministero dell'Interno