A causa della crisi dell’ILVA, il cassintegrato BABBO NATALE quest’anno è arrivato in anticipo a "Lo voglio bene al mio paese".
Avanti ieri Gisella KRISTALLIN, con un senso di colpa, pensando ai poveri del mondo, si è presentato al Centro per l'impiego di Ginosa, portando in dono una risma di carta. Notoriamente megalomane, Gisella KRISTALLIN chiama tutte le testate giornalistiche, le televisioni, il satellite terreste e digitale, si collega in videoconferenza con Monteciborio, dove sta AL TAPPONE, per denunciare la provincia, la Regione, il comune di Palagiano, la regione Toscana, l'Emilia Romagna che hanno tagliato dalla finanziaria risorse per i servizi. Strappa al psiconano la promessa di aprire un altro centro per l’impiego a "Lo voglio bene al mio paese", in deroga alla legge che assegna un ufficio per ogni centomila abitanti e, da sobillatore popolare, con la sua oratoria inconcludente, chiede di assegnare per ognuno dei lavoratori presenti una social-card. Mezzocoglione gli risponde che gli italiani, fingendosi poveri, non consumano e per consentire di fare la spesa da lui, che con un misero miliardo di euro al mese non riesce ad arrivare alla fine della seconda settimana, ha deciso di dare una social-card a tutti gli italiani, in modo che possa incrementare i suoi utili.
Dopo la tappa a Ginosa e il colloquio col Tappo, Gisella KRISTALLIN è rientrato a Lo voglio bene al mio paese per preparare l’albero di Natale e il presepe.
Ha fatto il giro dei negozi convenzionati con le aziende Mediasette per comprare le palle suggeritogli dal nano di Arcore; poi si è recato al comune per svolgere una giunta urgente per decidere i personaggi da mettere nel presepe rispettando gli equilibri di coalizione.
Dopo una approfondita valutazione tra ‘O ZAPPATORE e DAVINCI azzeccagarbugli, si è deciso che il posto del bue lo prendesse quest’ultimo; per il posto della Madonna c’è un ballottaggio tra un’altra sorella CARLUCCI, assessore e ‘U PRFSSOR rappresentante del partito che centra; all’unanimità, anche con i voti dell’opposizione, il posto dell’asinello è stato assegnato a SCACCO MATTO.
Il posto di Giuseppe, del bambinello e di Babbo Natale è stato assegnato ad interim a Gisella KRISTALLIN che augura a Lo voglio bene al mio paese un Natale a casa 'du nanett.
LATERZA - Centodiciotto da medicalizzare a Laterza, ennesimo (e non ultimo) capitolo. «E' pronto il nuovo bando per reclutare medici già in possesso di patentino, l'auspicio è che arrivino domande, intanto parte il terzo corso regionale per formarne di nuovi»: lo ha detto il consigliere regionale Paolo Costantino all'ultimo dei tre appuntamenti organizzati fra "politica attiva e primarie" dal Pd cittadino. Dallo stesso tavolo, la voce discordante di Mario Fanelli, medico, sindacalista: «Basta illusioni, non creiamo altre aspettative: con le risorse oggi disponibili - 32 medici sui 70 in pianta organica -, destinate ad assottigliarsi ancora di più piuttosto che a crescere, a Laterza il medico non arriverà mai». Quindi «il 118 sul territorio va rimodulato partendo dall'esistente, puntando sulla mobilità delle auto mediche, sul rispetto dei tempi di intervento, consapevoli del fatto che mai tutte le postazioni potranno essere medicalizzate; e va migliorato il trattamento economico dei medici, decisamente malpagati a fronte di un lavoro massacrante, di grande responsabilità». Un contributo in merito potrebbe arrivare, per Fanelli, dall'istituzione del "codice bianco": medici di famiglia chiamati cioè a fare da "filtro" per 12 ore al giorno. Rassegnarsi, dunque? Tutt'altro. Per Costantino la strada intrapresa va percorsa fino in fondo, dopo «la delibera del direttore generale Asl Domenico Colasanto che nel maggio scorso ha ridato a Laterza ciò che quattro anni fa le fu prima assegnato e poi sottratto, e la deroga concessa a seguire dal presidente Vendola». E dopo gli intoppi di percorso: il bando per l'assunzione dei medici bloccato dal ricorso della Fimmg e poi sbloccato dal Tar di Lecce, quando però gli otto medici che si erano segnalati avevano trovato altra sistemazione. Quindi, la decisione di rifare il bando e, nel frattempo, di formare nuovi medici: «Siamo fiduciosi, gli interventi in atto possono dare una risposta positiva al problema, in attesa che la mobilità già riscontrata tra gli infermieri - in Puglia ne sono tornati circa un migliaio - si verifichi anche per i medici». Sullo sfondo, in una serata che aveva perso per strada il direttore Colasanto (impegnato in Regione, in summit con Vendola) e l'assessore regionale Alberto Tedesco (idem), il nuovo Piano regionale della salute. Approvato «in chiara discontinuità con il precedente» ha spiegato Costantino, «espresso da una legge e non da una delibera di giunta, frutto di copiosi incontri con associazioni, operatori, amministrazioni pubbliche, sindacati: abbiamo ascoltato tutti e tutti sono stati ascoltati, nei fatti» ha rimarcato il consigliere Pd. Un piano, in definitiva, che «modernizza gli ospedali e crea la medicina distrettuale, mai esistita». Il tutto verso «una sanità davvero al servizio dei cittadini, non più strumentalizzata dalla politica», come hanno auspicato in apertura Davide Bellini, segretario del Pd cittadino, e Franco Bruno del coordinamento sezionale del partito. Intanto questa sera (18,30), alla Cittadella, convegno in tema di Forza Italia, presenti il sindaco Giuseppe Cristella e il consigliere regionale Gianmarco Surico: "Lo sfascio della sanità in Puglia". Altro capitolo.
Francesco Romano La Gazzetta del Mezzogiorno 28 novembre 2008
BARI – L’importanza di queste misure appare solo con il verificarsi di eventi calamitosi, tipo alluvioni e frane. Ma anche l’ambiente deve essere protetto dai guasti relativi ad eccessivo popolamento o deforestazione. In questo quadro rientrano i corposi interventi previsti con due Delibere CIPE del Governo Prodi. La n°35 del 2005 e la n°3 del 2006. Un Governo che se seppur tra mille polemiche i soldi al Sud non li toglieva. Così con la D.G.R. n°2301 del 26/11/2008 si sono rimodulate le risorse, in accordo al II° e III° Atto integrativo dell’Accordo di Programma Quadro che finanzia gli interventi per la Difesa del Suolo con l’Autorità di Bacino. Un Ente Tecnico che deve valutare in fase di approvazione dei progetti preliminari e definitivi la congruità economica generale e l’efficacia di ogni intervento in termini di effettiva mitigazione del rischio idrogeologico ed idraulico. La rimodulazione delle risorse su prescrizione dell’Autorità di Bacino ha due obiettivi prioritari: 1) la mitigazione del rischio idraulico nelle aree soggette ad alluvionamento a scala di bacino 2) la protezione delle coste alte ai fini della salvaguardia della vita umana. Tra gli interventi più corposi quello denominato Agrfor01, un programma triennale seguito dal Dirigente del Settore Foreste della Regione Puglia che impegna anche risorse regionali per 9 milioni di euro. Sono 38 gli interventi previsti in tutta la Puglia. Spiccano tra questi la ricostruzione del ponte sul Torrente Candelaro (S.P.74) e Carapelle (S.P.69) per complessivi 7,2 milioni di euro. I 12 milioni di euro previsti per il ripristino dell’efficienza idraulica lungo l’asta principale del Fiume Fortore a valle della Diga di Occhito. I 3 milioni di euro per la mitigazione dell’aveo Canale Valenzano a Bari nel tratto compreso tra Via Amendola e la Ferrovia. Gli 1,6 milioni di euro destinati al Consorzio Arneo per la mitigazione del rischio idraulico nell’abitato di Nardò. Tre gli interventi previsti in Provincia di Taranto. Si segnala quello urgentissimo relativo a Palagiano, la ricordiamo ancora sommersa dall’alluvione del 2005. Due milioni di euro destinati alla sistemazione idrogeologica dei versanti e degli impluvi denominati Gravina di Petruscio, Capo Gavito, Lama d’Uva. Un intervento per 4,5 milioni di euro a Grottaglie relativo al ripristino della funzionalità idraulica del reticolo minore afferente al Vallone Aiedda. Infine 1 milione di euro per la salvaguardia della Torre Costiera di Torre dell’Ovo a Maruggio. Assieme al consolidamento statico di Polignano a Mare nel tratto compreso tra Bastione Santo Stefano e Grotta Palazzese, interventi che mirano non solo alla sicurezza delle persone e alla difesa del suolo ma anche alla conservazione di importanti tesori paesaggistici. Un asset fondamentale su cui consolidare il turismo in Puglia.
Bari, 29 Novembre 2008
Il Vicepresidente del Consiglio Regionale
Luciano Mineo
Il Consigliere Regionale
Paolo Costantino
martedì 25 novembre 2008
LATERZA – Piano della Salute e 118 medicalizzato: la lingua del Pd batte dove il dente duole.
Argomento più sensibile non poteva essere scelto per chiudere, venerdì sera, la triade di dibattiti organizzati dal locale circolo: Ambiente e sviluppo, Scuola e, appunto, Sanità. Peccato per gli assenti, l’assessore regionale Alberto Tedesco e il direttore generale Domenico Colasanto, che avrebbero potuto spiegare i perché delle scelte regionali (che disegnano la cornice della nuova sanità pugliese) e provinciali (con le Asl che in quel quadro collocano i Piani attuativi locali). In ogni caso, il consigliere regionale Paolo Costantino, stimolato dagli interrogativi e dai dubbi posti da Davide Bellini, Franco Bruno e dal dottor Mario Fanelli ha giocato fino in fondo la sua parte, raccontando di un modo nuovo di fare Sanità: quello del centrosinistra di Vendola. “Il nostro Piano della Salute – è la diagnosi di Costantino – arriva dopo due anni di confronto con addetti ai lavori, sindacati, cittadini e comuni ed è stato approvato con una legge regionale, non con una delibera di giunta in una notte di mezza estate”.
Il metodo Fitto, cioè, è finito in soffitta. Con l’auspicio, pronunciato a chiare lettere da Franco Bruno, che con esso siano stati archiviati anche “gli scandali della Sanità degli anni passati, ripulendo gli armadi dell’Asl Ta/1 da cima a fondo dai problemi etici, morali e amministrativi e cancellando le inefficienze, i tempi lunghi per esami e ricoveri, la cattiva assistenza negli ospedali”. Ma il fatto nuovo, stando alle parole di Bellini, assomiglia tanto ad una rivoluzione culturale, prima che politica: “La politica non deve strumentalizzare la sanità, ma essere al suo servizio”. Ecco da dove ripartire per ridare dignità – per dirla con Bruno – “ai buoni ospedali e ai medici capaci che pure ci sono”. Con un occhio di riguardo per la “cenerentola sanitaria” che si chiama Laterza: “Che è e resta il baricentro del sistema Castellaneta-Laterza-Ginosa, ma è anche cerniera tra Puglia e Basilicata”.
In primo piano, però, restano le disfunzioni. Il poliambulatorio di Ginosa “che non decolla”; l’ospedale di Castellaneta, devastato nell’immaginario collettivo (e purtroppo anche nella realtà) dalla tragedia degli otto morti dell’Utic del maggio 2007; ma anche gli strumenti e le tecnologia d’avanguardia che mancano (pet-tac, risonanza nucleare); l’assistenza domiciliare da potenziare. Oppure il totem del “posto fisso”, declinazione tutta laertina per il servizio 118 che doveva essere medicalizzato, poi non lo è stato, successivamente lo è diventato sulla carta e, a tutt’oggi, non riesce ad esserlo per “mancanza di medici idonei”.
Fanelli non nasconde un moto di realismo: “Non alimentiamo altre illusioni – dice -. La verità è che se il 118 di Taranto funziona con 34, anzi 32 medici, su una pianta organica di 70, vuol dire che Laterza la postazione medicalizzata non l’avrà mai. Piuttosto bisogna cambiare il modo di immaginare il 118, non più fisso in una data postazione, ma dotato di auto mediche e di unità mobili”.
Con un’avvertenza da addetto ai lavori: “Se i medici sono mal pagati e poco formati, per cui fuggono dal 118, allora è necessario pagarli e addestrarli meglio. E magari, noi medici di base, potremmo offrire un servizio di 12 ore per filtrare i codici bianchi, le urgenze che non sono emergenze.
Altrimenti l’ambulanza del 118 rischia di trasformarsi in un trasporto malati più che un presidio salva-vita”. Suggerimenti che il Costantino medico prima che politico accoglie e rilancia: “La storia dei quattro medici a disposizione per il 118 laertino è una barzelletta: uno mi risulta incompatibile, visto che un medico di base non ha le caratteristiche adatte per il 118, gli altri non esistono; e se esistono perché non hanno partecipato al bando dell’Asl? In concreto, tuttavia, l’Asl sta già preparando due atti: un nuovo bando pubblico e il 3° corso di formazione regionale per medici del 118. Certo la volontà politica non basta se i medici non rispondono, né servono certe polemiche assurde…”.
Il discorso, poi, si allarga. Ripartendo sempre da Laterza: “Che, assieme a Ginosa, nel nostro Piano avrà il potenziamento delle branche specialistiche”. E giungendo ad una visione d’insieme: “Il modello ospedalocentrico – insiste il consigliere regionale del Pd - non esiste più ed è sostituito dalla modernizzazione delle strutture, attuata attraverso gli ospedali intermedi, e dalla creazione di una medicina distrettuale che da noi non è mai esistita e ha una doppia funzione: decongestionare gli ospedali e avvicinare la Sanità all’utenza, anche perché certe branche specialistiche non ha più senso farle in ospedale. In tre anni la Sanità provinciale può cambiare volto e strutture, con tre nuovi ospedali (a Taranto, Martina e Manduria, ndr.), il potenziamento di Castellaneta (nuova Tac, la Medicina passerà da 30 a 40 posti, l’Utic riaprirà e la Rianimazione, già pronta, sarà attivata, ndr.) e la riapertura di Massafra. Ma anche i 120 posti per la residenza sanitaria assistita all’Osmairm di Laterza e a Marina di Ginosa, le case della salute di Lizzano e Palagianello, nonché l’hospice di Castellaneta”.
Il tutto con una nuova filosofia, che non teme il rapporto pubblico-privato (vedi il futuro San Raffaele del Mediterraneo: ospedale con gestione pubblica al 51%, privata al 49) e non tralascia un impeto di efficientismo: “Per potenziare ciò che funziona – sintetizza Costantino - e chiudere ciò che non funziona”. A conferma che è ora di darsi da fare, la constatazione finale: “Quella tarantina è la sanità più arretrata di Puglia”. E peggio, davvero, non si può fare.
Massimo D’Onofrio Corriere del Giorno
Lunedì, 24 novembre 2008
Siamo alle solite! La Giunta Cristella colpisce ancora. Sembra che il centro-destra, da Roma giù giù fino a Laterza, abbia nel mirino la scuola. Quella pubblica, ovviamente. Se la Gelmini, ministra del Governo Berlusconi, ha sferrato un duro colpo alla scuola elementare, facendola ripiombare indietro di almeno vent’anni con la filosofia del maestro unico (= pensiero unico?!), il nostro ha deciso di smantellarla. Fisicamente. Mi riferisco alla stramberia ed avventatezza di quel progetto che partito qualche anno fa per “abbattere” le mura del plesso Diaz, dopo una forte e decisa presa di posizione delle Istituzioni scolastiche, Dirigente Scolastico e Consiglio di Circolo in testa, è stato trasformato in riqualificazione della corte interna, per subire ulteriori trasformazioni in corso d’opera. Sicuramente qualcosa che non quadra c’è e nei prossimi giorni cercheremo di fare chiarezza anche su questo. Intanto perché non si può cambiare a proprio piacimento quello che è progettato e che è stato oggetto di gara pubblica. E nel progetto di “Riqualificazione della corte interna Istituto Scolastico Diaz”andato in gara non c’è alcuna menzione né alla realizzazione di “bagni pubblici” né alla demolizione di parte di muro di cinta della scuola per creare un “varco” nel muro di cinta della scuola con annesso cancello. E questo è un aspetto che andrà valutato nelle opportune sedi. Qui voglio solo evidenziare della inopportunità di queste scelte fatte dall’Amministrazione. Intanto, sarebbe opportuno che gli spazi della scuola rimanessero alla scuola e non solo per questioni gestionali, ma anche per la responsabilità del controllo sulle aree di pertinenza che investe le Istituzioni Scolastiche. Non è verosimile che la scuola, presidiata durante il giorno dal personale in servizio sia interdetta a tutti, mentre nel pomeriggio diventa “spazio aperto”. Chi controlla l’utilizzo di beni che sono stati acquistati con fondi dedicati alla scuola? Chi potrà prendersi la responsabilità di consentirne o negarne l’accesso? Il rischio è che l’area, dedicata e realizzata per i bambini delle scuole dell’infanzia ed elementare del I Circolo didattico, diventi un porto di mare, con tutti i rischi connessi. Compreso quello di oggetti pericolosi abbandonati che i bambini potrebbero scovare nelle ore dedicate alle attività all’aperto. Altra grave disattenzione, e mi auguro che se ne occupino immediatamente, è legata alla messa in opera del cancello scorrevole senza le adeguate misure di sicurezza. Realizzare quella tipologia di cancello senza prevedere una rete per evitare che chiunque, bambino o adulto che sia, ci possa infilare un braccio o una gamba, può creare situazioni di pericolo che andrebbero invece evitate. Infine, il bagno pubblico: veramente qualcosa di inadatto e inopportuno, se realizzato all’interno del sedime dell’edificio Diaz. Inadatto perché le dimensioni sono tali che è praticamente impossibile avere la separazione uomini/donne/diversabili. Inopportuno perché i bambini della scuola materna ed elementare userebbero praticamente quegli stessi spazi. Purtroppo, come ho già avuto modo di dire già su queste pagine, questa è una politica che si preoccupa dell’effimero, che non riflette sulle conseguenze delle proprie decisioni ed è assillata unicamente di magnificare il proprio operato. Le priorità di intervento dell’edificio sono altre. La sistemazione del tetto da cui di tanto in tanto ci sono infiltrazioni. La sistemazione delle uscite di emergenza (per esempio, quella vicino all’ufficio del Dirigente Scolastico). Il recupero degli spazi dell’ex casa del custode. Gli interventi conservativi delle strutture (non molto tempo fa c’è stato un distacco di materiale dalla pensilina dell’ingresso principale su via Roma). E la certificazione di idoneità statica, che è rimasta una chimera. E non basta ricordarsi degli “angeli di San Giuliano” solo quando c’è da fare propaganda politica. La programmazione è essenziale e procedere senza un adeguato, anche aspro, confronto con l’opposizione consiliare, con le altre istituzioni presenti sul territorio, gli utenti-cittadini significa ignorare le voci fuori dal coro e fastidiose, non arrendevoli ed inclini ai propri bisogni. Non è demagogia. Quello che si è verificato pochi giorni fa in quell’istituto di Torino, dove un ragazzo di 17 anni ha perso la vita per il crollo di un controsoffitto, è frutto della scarsa attenzione alle esigenze della scuola. Le poche risorse dedicate devono essere impiegate con oculatezza e per le esigenze specifiche della scuola. Ma a tutto ciò c’è una risposta. Maliziosa e animosa. Il nostro ha avviato la campagna elettorale per le elezioni provinciali e quindi dobbiamo aspettarci di tutto, compreso inaugurazioni Impossibili, Incredibili e Imprevedibili.
Domenica mattina la radio “Lo voglio bene al mio paese” emanava un ronzio reboante e, rispondendo agli auspici di Emilio Fido per una radio e per una televisione pedagogica, ospitava una zanzara anofele dal nome SCACCO MATTO che teneva lezioni di socialità e parlava di servizi sociali.
SKAKKY, Ministro repubblichino ai sevizi sociali di Lo voglio bene al mio paese, spiegava ai cittadini che Lui, nel campo dei sevizi sociali e dell’assistenza, ha interrotto prassi arcaiche e clientelari nel rapporto con chi soffre il disagio e versa nel bisogno, affermando una concezione moderna dei servizi e dell’assistenza socio-sanitaria, approvando il primo Piano Sociale di Zona, creando una rete di servizi integrati socio-sanitari per tutti.
Lui è al servizio della cittadinanza ed è con loro che vuole concertare e programmare servizi nell’interesse di tutti.
La modestia è la sua virtù.
Tra le tante cose annunciava che il 31 novembre saranno pagate le richieste di assegno di cura e di prima dote, da due anni sono bloccate nella scrivania del governatore Vendola, che non “lo vuole bene al mio paese”.
Finita la trasmissione Skakky abbandonava gli studi della radio accompagnato a casa, con la testa fasciata come una mummia, da due collaboratori della radio.
Gisella KRISTALLIN, avvisato dallo staff della radio si è precipitato alla stazione radio ed esercitando i suoi poteri di primo cittadino, a reti riunite, ha tranquillizzato la cittadinanza dello stato di salute di SKAKKY: non era successo niente di grave; l'eroico assessore aveva avuto un offuscamento di cervello dovuto al fumo del sigaro e, inavvertitamente, aveva picchiato violentemente la testa su un termosifone.
Il caso comunque non si chiude qui.
Secondo indiscrezioni pare che la scientifica stia vagliando il QI di SCACCO MATTO.
LATERZA - «Ma il vespasiano no»: al consiglio del Primo circolo didattico, aperto anche alla stampa, con all'ordine del giorno la ristrutturazione del cortile dell'edificio scolastico "Diaz", si è alzata unanime, l'altra sera, la protesta degli insegnanti e dei genitori presenti. L'antefatto, ricostruito per l'occasione dal dirigente scolastico Francesco Lopane, è "lungo" due anni: parte dal progetto originario, ritenuto «massiccio e invasivo, portatore di forti criticità», proposto dall'Amministrazione comunale e modificato in corso d'opera sulla scorta di incontri e valutazioni intercorsi successivamente fra il Comune e la scuola, e culmina, appunto, nella "querelle" del mini bagno pubblico la cui realizzazione, prima prevista e poi esclusa, sarebbe adesso ritornata probabile. Di più: l'intervento sarebbe stato confermato al presidente dell'organo collegiale della scuola, Francesco Giannico, con il suo vice Donato Conte investito dal consiglio di «mandato esplorativo» per gli approfondimenti del caso, e ancor più perentoriamente l'avrebbe ribadito l'assessore alla Pubblica istruzione Antonio Laterza allo stesso dirigente scolastico. L'assenza all'incontro di rappresentanti dell'Amministrazione comunale, pure invitata, non ha reso possibile il chiarimento in "diretta". E allora: «Luogo assolutamente incompatibile e pericoloso, situazione incontrollabile e rischiosa, in una scuola che accoglie bambini dai due anni e mezzo ai dieci anni» ha spiegato da parte sua, in consiglio, il prof. Lopane. Che ha poi stigmatizzato anche l'atto che l'ente locale avrebbe "consumato" a fine estate, a scuola chiusa, con il cancello "aperto" nella recinzione in muratura dell'edificio, a nord del prospetto che s'affaccia su via Roma: «Non siamo stati neanche avvisati» ha sottolineato Lopane. L'apertura di cui si parla consentirà di accedere anche dall'esterno allo spazio-giochi già allestito, come da progetto, nell'ala nord del cortile del Diaz . Dove dovrebbe trovar posto, con accesso anche dallo spiazzo antistante l'edificio (frequentato soprattutto da anziani e pensionati la mattina, letteralmente invaso dai più giovani la sera) il contestato "vespasiano". Da qui, dopo approfondito e partecipato dibattito, la decisione, approvata all'unanimità dall'assemblea, di elaborare un documento da sottoporre all'attenzione dell'amministrazione comunale. Documento con finalità doppia: rinnovare il parere fortemente contrario alla realizzazione del bagno pubblico, e subordinare a regolare convenzione (per esempio con la Ludoteca comunale), l'utilizzazione dello spazio-giochi anche durante la chiusura estiva.
La disoccupazione è calata negli ultimi dieci anni, magli italiani sono insoddisfatti: i loro salari sono più bassi della media europea ed è sempre più difficile entrare nel mercato del lavoro dalla porta principale. Soltanto uno su dieci riesce a trasformare il contratto a tempo definito in un'assunzione a tempo indeterminato. Se poi perdi il lavoro e non appartieni a una grande impresa nessuno ti aiuta. E allora, cosa fare contro la precarietà? I rimedi ci sono: contratto unico senza scadenza per tutti i lavoratori e con tutele gradualmente crescenti. Occorre anche un salario minimo e riformare gli ammortizzatori sociali.Sarà così possibile rilanciare il lavoro e aiutare i giovani, le donne e i disoccupati di tutte le età, smettendo di sostenere solo chi è dentro il mercato. A costo zero per il contribuente. Ma perché nessun governo finora lo ha fatto? Titolo Un nuovo contratto per tutti Autore Boeri Tito; Garibaldi Pietro
Carrieri: il nostro impegno per garantire la sicurezza e migliorare la viabilità. Strade, al via la manutenzione straordinaria nel versante occidentale. Investimento pari a 1 milione e 200mila euro.
“Al via il programma di interventi di manutenzione straordinaria per le strade del versante occidentale della provincia ionica”. Ad annunciarlo è l’assessore provinciale ai Lavori pubblici, Costanzo Carrieri. “Gli interventi – spiega l’esponente della giunta Florido – riguarderanno la strada provinciale 19 Laterza-Santeramo, le provinciali 5 e 2 in territorio di Ginosa, le strade provinciali 32, 29 e 53 in agro del comune di Mottola. I lavori consisteranno nella risagomatura della sede stradale e dunque nella risistemazione della segnaletica orizzontale. In alcuni casi saranno installate barriere metalliche per la messa in sicurezza dei tratti stradali interessati. L’affidamento dell’appalto degli interventi previsti è stato approntato con la formula del cosiddetto ‘contratto aperto’ per un importo complessivo di 1 milione e 200mila euro, tra primo e secondo lotto di lavori. I fondi stanziati – specifica ancora Carrieri – derivano dalla ripartizione operata dalla Regione Puglia e destinate alla manutenzione delle strade gestite in passato dall’Anas. La giunta Florido non ha perso tempo ed ha impiegato queste somme per migliorare la viabilità e la sicurezza stradale. Come spesso ci accade di ripetere, sappiamo che tutto ciò non è sufficiente, non è infatti facile recuperare i ritardi accumulati in decenni di malgoverno. Ma noi ce la stiamo mettendo tutta, investendo in questo settore svariati milioni di euro e promuovendo specifiche campagne di comunicazione”.
Venuto a sapere che la locale sezione del Partito Democratico ha lanciato l'appello di sistemare la SP 17 e la 23, Gisella KRISTALLIN ha suggerito ai suoi seguaci di giocare i suddetti numeri al lotto sulla ruota di Altamura e Gioia del Colle.
Sentita la milionesima cazzata giornaliera, il suo tutor gli ha fatto notare che per SP 17 si intende la strada che va verso Altamura, mentre SP 23 è la strada che va verso Gioia del Colle e il PD si è rivolto al reale responsabile istituzionale delle strade provinciale e non al responsabile virtuale.
Il 21 novembre presso la sede del PD a Ginosa in Corso Vitt. Emanuele " DALLE ORE 10.00 ALLE ORE 13.00 E DALLE ORE 16.00 ALLE ORE 21.00"
POTRANNO VOTARE TUTTI I RAGAZZI DAI 14 AI 29 ANNI PRESENTANDO UN DOCUMENTO D'IDENTITA ED ESPRIMENDO LA PREFERENZA PER IL CANDIDATO ALLA SEGRETERIA NAZIONALE, ALL'ASSEMBLEA NAZIONALE E ALL'ASSEMBLEA REGIONALE.
Esprimi anche tu la preferenza e partecipa alle attività del Circolo Giovanile nell'interesse della società e delle generazioni future. Diversi sono i motivi per essere fieramente democratico e per agire in favore dei nostri diritti, quei diritti che spesso vengono messi in discussione e solo lavorando insieme possiamo sostenerli poiché rappresentano il centro della nostra vita quotidiana per il futuro, nostro e della comunità tutta.
Il PD di Laterza Vi invita alla mainifestazione: "Dal 118 a Laterza al Piano Sanitario Regionale"
Venerdi' 21 Novembre alle ore 19:00 presso la Cittadella della Cultura a Laterza.
Il PD di Laterza vuole illustrare il Piano Sanitario Regionale del Governo Vendola. Con questo Piano Sanitario, nella provincia di Taranto,si avrà una struttura d'eccellenza (il SS. Annunziata), tre ospedali intermedi (a Manduria, Martina Franca e Castellaneta) e due di base (Massafra e Grottaglie). A Mottola ci sarà il polo riabilitativo d'eccellenza (riabilitazione cardiologia, respiratoria e neuromotoria) . Dopo gli anni degli scandali e delle inchieste legate alla passata Gestione del centro-destra, targata Fitto, possiamo finalmente tornare a parlare anche nel territorio ionico della buona sanità.Lo si deve all'impegno della Giunta Vendola e, soprattutto, dell'assessore Tedesco, che, dopo una ricognizione dei fondi assegnati negli anni scorsi per la realizzazione dei programmi di edilizia ospedaliera, ha rimodulato le risorse non utilizzate investendo sul nostro territorio.Gli impegni assunti nel 2005 da Vendola e dal centrosinistra non sono rimasti parole ma si stanno traducendo in fatti concreti.Il PD di Laterza vuole inoltre definire la strada politica per cercare di risolvere i problemi legati al nostro territorio in ambito sanitario. A tal proposito si fara' chiarezza sulla questione de 118, come il centro-sinistra sta ripristinando un servizio indispensabile , che nel 2003 il Governo Fitto aveva indebitamente strappato alla nostra comunita'. Con la nostra manifestazione vogliamo cancellare quell' immagine pessima di una sanita' che e' stata strumento della politica, perche' la politica, per noi, deve significare impegno per migliorare la sanita'.
Al capezzale della scuola.La scuola italiana è da tempo in crisi e debilitata. Non c'era bisogno dell'Ocse-Pisa per conoscerne l'entità, né delle ricerche sociologiche per capire che la demotivazione dei professori discende dallo scarso salario, dalle strutture inadeguate e dalla rivalità delle famiglie: la scuola è in crisi perché è uno degli organi malati di un organismo malato, qual è lo Stato italiano.La riforma del ministro Maria Stella Gelmini ha quanto meno il merito di aver rimesso in primo piano la scuola e la sua crisi.L'altra sera il Pd ha tenuto un'assemblea sul tema con due consiglieri regionali, Donato Pentassuglia e Paolo Costantino e con la preside Vita Surico.Nella sua introduzione il segretario del locale Pd, Davide Bellini, ha detto che la riforma consiste di soli tagli per compensare i mancati introiti dopo il taglio dell'Ici e ha chiesto che la scuola sia pubblica, per non essere causa di separazione sociale, per non accrescere il gap fra Nord e Sud.Vita Surico che ha diretto scuole elementari, medie e, da vice, un istituto professionale, quindi conoscitrice dal di dentro di ogni problema. I tre maestri, ha detto la Surico, si compensano, poiché, dopo i profondi cambiamenti sociali, il maestro unico non può essere onnisciente e bisogna rispondere a molte domande, alcune anche insidiose.Assai grave, soprattutto per il Sud è il tempo ridotto a 24 ore. La Surico lancia un vero e proprio allarme. Dice: da tutti si stima che il deficit dei nostri ragazzi sia in italiano e in matematica. Per stare in classe 24 ore a quali materie si toglieranno le quattro ore, se non è possibile toglierle a inglese e nemmeno a religione, ben due ore?Quanto al tempo pieno, osserva la Surico, esso resterà invariato per chi ce l'ha già; ma chi ne ha poco perderà anche quel poco. Superfluo dire, aggiunge la Surico, che il tempo libero scarseggia al Sud, per l'endemica crisi strutturale delle regioni meridionali.Il bullismo: il ragazzo indisciplinato non teme il basso voto in condotta, anzi talvolta lo ricerca per essere cacciato dalla scuola. Invece il bullismo si combatte efficacemente solo integrando l'alunno irrequieto, non dandogli le possibilità di diventare capo branco e sfidarlo a prove di audacia.La Surico ha fatto anche un breve passaggio sullo stato di salute dell'università: troppe specializzazioni e troppe sofferenze, occorre sostenere la ricerca e favorire il turn over dei docenti.La Surico, infine, ha mostrato che la Puglia non dovrebbe avere alcun motivo di chiusura per nessuna scuola, perché i 642.280 studenti pugliesi, suddivisi per le 926 scuole danno una media di 780 alunni a scuola.Dopo la Surico ha parlato Antonio Losito, maestro elementare sostenendo che è l'attuale organizzazione che va sostenuta e non smantellata. Interpretazione politica anche quella del prof. Domenico Giannico, il quale ha chiesto che cosa abbia proposto il Pd per la scuola.Il consigliere regionale Paolo Costantino, illustrando le iniziative della Regione contro il decreto Gelmini, sia con il ricorso alla Corte costituzionale, sia con il finanziare in proprio gli altri due maestri da affiancare a quello unico.Fra i giovani, ha preso la parola il liceale Giuseppe Cassano per domandare che cosa stia facendo il Pd di Laterza per gli studenti.Il fondatore del volontariato laertino e dell'Associazione La Luce, Basilio Solazzo, ha messo anche in risalto alcuni problemi sanitari e il capogruppo del Pd, Franco Catapano, vicepresidente regionale della Cia, ha raccontato di una sua esperienza statunitense. Gli americani ha detto Catapano apprezzano molto la scuola italiana perché è pubblica e ha lamentato il familismo italiano: in Italia vale ancora la risposta alla domanda: “a ci si figgij”, in America tale domanda non viene proprio posta.Ha concluso con un discorso politico e amministrativo il segretario provinciale del Pd e consigliere regionale e provinciale Donato Pentassuglia.Il Pd, ha detto Pentassuglia è un partito che si sta costruendo, da Roma è apparso chiaro che in Italia esiste una forza riformista ed è il Pd, la riforma della Gelmini è d succubanza ai tagli di Tremonti, incide nella società, nelle famiglie e nel divario Nord-Sud, allargandolo. Infine Pentassuglia ha lamentato la pessima ma immeritata rappresentazione che la sinistra stessa ha fatto del Governo Prodi.Sul rapporto fra Provincia di Taranto, presieduta da Gianni Florido, Pentassuglia ha detto: può bastare un cifra: in questi 4 anni e mezzo la giunta Florido ha speso per la scuola 30 milioni di euro, mettendo la situazione tarantina al passo con i tempi. O quasi, tenendo conto del grave ritardo che aveva.L'assemblea che è stata, non un consulto, ma uno sostare pietosi e preoccupati al capezzale di un malato grave, con timore di agonia, si scioglie, Franco Catapano organizza i festeggiamenti in macelleria, carne arrostita, dei suoi 45 anni e della sua carriera politica in progress e nei capannelli, tipici di ogni post assemblea, aleggiavano i fantasmi delle disfunzioni, dai 65 mila professori universitari, quindi con un bel po' di migliaia in esubero, o guadagnare soldi senza aver diffuso sapere e, sempre nelle università, lo scandalo del nepotismo.E' scritto: è necessario che gli scandali vengano alla luce; ma perché lo scandalo sia motivo di rinsavimento, occorre che ci sia qualche savio, qualcuno che non ne abbia commesso.Ma così non è in Italia.»
Strade, al via la manutenzione straordinaria nel versante occidentale. Investimento pari a 1 milione e 200mila euro
“Al via il programma di interventi di manutenzione straordinaria per le strade del versante occidentale della provincia ionica”. Ad annunciarlo è l’assessore provinciale ai Lavori pubblici, Costanzo Carrieri. “Gli interventi – spiega l’esponente della giunta Florido – riguarderanno la strada provinciale 19 Laterza-Santeramo, le provinciali 5 e 2 in territorio di Ginosa, le strade provinciali 32, 29 e 53 in agro del comune di Mottola. I lavori consisteranno nella risagomatura della sede stradale e dunque nella risistemazione della segnaletica orizzontale. In alcuni casi saranno installate barriere metalliche per la messa in sicurezza dei tratti stradali interessati. L’affidamento dell’appalto degli interventi previsti è stato approntato con la formula del cosiddetto ‘contratto aperto’ per un importo complessivo di 1 milione e 200mila euro, tra primo e secondo lotto di lavori. I fondi stanziati – specifica ancora Carrieri – derivano dalla ripartizione operata dalla Regione Puglia e destinate alla manutenzione delle strade gestite in passato dall’Anas. La giunta Florido non ha perso tempo ed ha impiegato queste somme per migliorare la viabilità e la sicurezza stradale. Come spesso ci accade di ripetere, sappiamo che ciò non è sufficiente, non è infatti facile recuperare i ritardi accumulati in decenni di malgoverno. Ma noi ce la stiamo mettendo tutta, investendo in questo settore svariati milioni di euro e promuovendo specifiche campagne di comunicazione”.
LATERZA - La scuola, ma non solo. Al secondo appuntamento di “Attìvati e partecipa”, iniziativa a tappe del Pd di Laterza per rilanciare il partito e la politica dal basso, via “primarie”, il segretario provinciale Donato Pentassuglia l’altra sera ha fatto “mix”. Ha toccato Ilva e ambiente, fondi Fas e sviluppo, piano sanitario e territorio. E, appunto, scuola. E’ partito dai giovani, dal loro “diritto di cittadinanza” e dal Pd laertino, circolo «che più di altri, in provincia, ha sostenuto in questi ultimi mesi la partecipazione diretta dei cittadini alla politica del territorio, per il territorio». «Stare insieme è complicato e complesso, ma stare nel progetto-Pd con orgoglio e passione, dentro le cose e fuori dal trambusto quotidiano di una certa politica, è necessario» ha spiegato Pentassuglia. Prima di ricordare ai presenti, insieme al consigliere regionale Paolo Costantino, il ricorso presentato dalla Regione Puglia all’Alta corte che ha portato al congelamento di un anno del ridimensionamento scolastico previsto dalla Gelmini. «Non solo: approveremo, provocatoriamente, una legge che il presidente Vendola porterà poi in sede di conferenza Stato-Regioni: in Puglia il maestro unico non ci sarà mai» ha aggiunto Costantino. La scuola era emersa, con tutti i suoi affanni, negli interventi di Vita Surico, battagliera dirigente scolastica, e Antonio Losito, maestro unico potenziale quanto reale sostenitore del “modulo” che fa team. Sollevati contraddizioni e paradossi: «Ci ritengono ignoranti tanto da proporci corsi di formazione di italiano e matematica, e poi tagliano ore di italiano e matematica: qualcosa non va e sappiamo cosa» indica la professoressa Surico. Il “cosa” è nel «colpo di mano, incredibile, di inizio estate: la sedicente riforma è appena un trafiletto nel decreto sanitario del ministro Tremonti», sostiene dal pubblico Domenico Giannico, professore. Moderato da Michele Cristella, il dibattito fa la spola fra tavolo e platea. «Vogliono cancellare il bambino della conoscenza e della socialità» mette in guardia l’insegnante Losito. E Franco Catapano, consigliere comunale Pd, prova a volgere in positivo la “iattura” della nuova legge: «E’ il momento di riflettere seriamente sui problemi della scuola, che pure ci sono». Partecipazione e politica attiva, parole-chiave: le rilancia in chiusura di serata Donato Pentassuglia, le aveva pronunciate in apertura Davide Bellini, coordinatore del Pd locale. Per il quale «la scuola non è un costo, e la povertà del sapere è causa di separatezza sociale».
Francesco Romano La Gazzetta del Mezzogiorno 17 novembre 2008
Il desiderio maniacale che sta attanagliando quest’ultimo periodo l’Amministrazione Cristella è sbalorditivo.
Ultima performance è fornita dalla nuovissima affissione della “Lista Cristella”. Il manifesto manifesto (esplicito) manifesta una maniacale maniera di manipolare la realtà riportandola ad un manicheismo esasperato: “i buoni (loro), i cattivi (noi e… tutti quelli che la pensano differentemente da loro); il manierista ( scrittore privo di originalità) che ha scritto il testo spero (per lui) abbia avuto poca maniera di documentarsi. Prova ne è il fatto che, a meno di un inspiegabile fenomeno di autodistruzione, il manifesto è stato rimosso. Letteralmente.
Veniamo ai fatti. Nell’avviso la “Lista” vantava di aver ottenuto, oggi, dalla Provincia di Taranto, la riqualificazione della Strada Provinciale 19 Laterza-Santeramo. Almeno questo credo fosse il senso di quelle sgrammaticate quanto incomprensibili dichiarazioni. L’autoincensarsi a tutti i costi, di chiaro stampo berlusconiano, evidenzia le discutibili qualità di “animale politico” del nostro. E soprattutto crea dei dubbi su quanto realmente abbia appreso salendo e scendendo le scale del Municipio in materia di pianificazione delle opere pubbliche.
Per i non addetti ai lavori proverò a riassumere brevemente l’iter di realizzazione di un’opera pubblica, anche per rispondere ad Angelo, che evidentemente ignorando il procedimento, ha collegato alla imminente campagna elettorale l’esecuzione del lavoro.
Intanto, la programmazione delle opere pubbliche è normata nel nuovo Codice dei contratti (D.L.vo 12 aprile 2006, n. 163) dove sono descritte procedure, adempimenti e soggetti coinvolti. Il procedimento della realizzazione delle opere pubbliche si svolge in varie fasi. Le principali sono: - programmazione; - progettazione; - affidamento; - esecuzione; - collaudo.
La programmazione assolve al delicato compito di conferire razionalità alla spesa pubblica, eliminando o quanto meno cercando di limitare il malcostume diffuso relativamente al mancato completamento delle opere per mancanza di fondi e trovare un punto di sintesi per interventi di una certa complessità quali, per esempio, le infrastrutture a rete.
Le disposizioni in merito alla programmazione delle opere pubbliche sono dettate all’art. 126 del D.L.vo 163/2006 e dal DM Infrastrutture e Trasporti 9 giugno 2005 “Procedura e schemi tipo per la redazione del programma triennale, dei suoi aggiornamenti annuali e dell’elenco annuale dei lavori pubblici”.
La programmazione avviene per passi successivi, caratterizzati da un crescente livello di approfondimento. Il primo adempimento consiste nella redazione di uno Studio dei bisogni e delle necessità dell’Amministrazione. Per redigere lo Studio in questione, l’Amministrazione deve avviare una attività ricognitiva sullo stato delle strutture ad essa in carico, quindi valutare, in base alla domanda sociale, alle esigenze urbanistiche, alla promozione immobiliare privata ed in base anche alla disponibilità dei bilanci dell’Ente, quali eventuali istanze soddisfare.
La programmazione diventa quindi il più spiccato atto politico di una Amministrazione.
Dopo questo studio, l’Amministrazione provvede ad impostare il programma triennale, solamente per gli interventi il cui importo sia maggiore di 100.000 euro, all’interno del quale deve decidere quali bisogni e necessità soddisfare e tra queste deve stabilire un ordine di priorità secondo i criteri dettati dalla Legge (manutenzione e recupero del patrimonio esistente, completamento dei lavori già iniziati, lavori relativi a progetti esecutivi approvati ed interventi per i quali ricorra la possibilità di finanziamento da capitale privato).
Il Programma Triennale è suddiviso per annualità di attuazione ed all’interno delle annualità per priorità.
Contemporaneamente alla redazione di tale bozza l’Amministrazione provvede alla redazione di Studi di Fattibilità per interventi di importo inferiore a 1.000.000 € e di progetti preliminari per gli interventi di importo pari o superiore a 1.000.000 €.
Prendendo a riferimento il caso di una Amministrazione Comunale, si dovrà innanzitutto valutare lo stato di conservazione delle strade sia dal punto di vista strutturale che impiantistico, si dovranno ispezionare gli edifici pubblici, avendo cura di verificare la buona conservazione e contemporaneamente l’aderenza degli stessi ad eventuali nuove disposizioni di legge, si dovrà valutare lo stato di conservazione ed efficienza della rete fognaria e degli eventuali impianti depurativi, ecc.
Ricevuti gli Studi di Fattibilità/Progetti Preliminari è possibile completare secondo le priorità citate il Programma Triennale, conoscendo, a questo punto, sia la natura delle lavorazioni da effettuare che il relativo importo.
Sulla base del Programma Triennale viene redatto l’Elenco Annuale dei lavori da eseguire, dove sono inseriti soltanto le opere per le quali l’Amministrazione ha approvato i documenti progettuali propedeutici (Studi di Fattibilità e Progetti Preliminari).
Definiti il Programma Triennale e l’Elenco Annuale, l’Amministrazione deve stilare un atto formale di adozione dei due documenti e provvedere alla pubblicità prevista, ovvero pubblicazione per 60 giorni consecutivi anche mediante affissione presso la sede.
L’elenco annuale dei lavori viene infine approvato dall’Amministrazione unitamente al bilancio di previsione di cui costituisce parte integrante.
E ritorniamo alle vicende di casa nostra. La Provincia di Taranto ha inserito nell’elenco annuale 2007 i “Lavori di manutenzione straordinaria della SP 19” con atto deliberativo n. 146 del 26 luglio 2007 e ha istituito il capitolo 581045 “Opere finanziate dalla Regione Puglia” Bilancio 2007 per far fronte alla realizzazione dei lavori. Quindi, dopo che il Settore Manutenzione Strade e Segnaletica ha prodotto il progetto esecutivo, con Delibera di Giunta Provinciale n. 49 del 9 Aprile 2008 ha approvato il progetto esecutivo dei lavori, con presa d’atto che il finanziamento è sul Capitolo 501090 Bilancio 2007 della Regione Puglia. Infine, il Settore Appalti e Contratti, dopo aver espletato la gara d’appalto con procedura aperta (pubblico incanto), ha aggiudicato i lavori alla Ditta DIELLE S.r.l. in data 4 Agosto 2008. I tempi tecnici per eventuali ricorsi, per la stipula, registrazione ed eccoci arrivati ad oggi.
Spero di aver cancellato qualche dubbio ad Angelo - la normativa sui contratti pubblici non è di facile digeribilità finanche per gli addetti ai lavori! -.
Per quanto riguarda i nostri Amministratori, se facessero più attenzione alle reali necessità dei cittadini e non corressero dietro alle “inaugurazioni facili” renderebbero un migliore servizio alla collettività e ne trarrebbero certamente un differente apprezzamento.
Con ciò, evitando ai manifestanti di protestare e al manipolo manierato di laceratori di manifesti di esser creduti manigoldi o, ancor peggio, di finire in … manicomio!.
Da Ginosa al centro di Taranto: il volantinaggio degli operai Miroglio davanti ai negozi del gruppo. «Buttati via dopo 12 anni e sostituiti dai cinesi».
I sindacalisti: «Il dramma è che al posto del prodotto e dei lavoratori ora ci sono solo marchi e marketing»
Sfidano la pioggia e il “sistema”. Ieri mattina a Taranto, in via D'Aquino, tra il solito passeggio e l'atteso primo diluvio dopo mesi di siccità, è comparso un gruppo di “miroglini”, volantini in mano e striscioni piazzati davanti ai negozi. Sono una parte di quei 233 lavoratori messi in mobilità da Miroglio, praticamente licenziati da uno dei più grandi gruppi tessili italiani.Vengono soprattutto da Ginosa, lo stabilimento che sta seguendo la strada già riservata tre anni fa all'impianto di Castellaneta: la chiusura, senza se e senza ma. Dalla periferia della provincia ionica al cuore del capoluogo per raccontare le loro storie e provare a cambiarne il finale. Impresa non facile perchè sulle loro teste c'è una pesante spada di Damocle da quando, il 27 ottobre scorso, il Gruppo di Alba ha ufficialmente avviato la procedura. 75 giorni per trovare una soluzione alternativa (ci sono già due aziende disposte a rilevare il pacchetto stabilimento-lavoratori) e giocarsi una chance di sopravvivenza prima sul tavolo provinciale, poi su quello del Ministero del Lavoro, con la Regione pronta a finanziare la riqualificazione professionale. In fondo al tunnel ci sarebbero comunque gli ammortizzatori sociali, ovvero la cassa integrazione straordinaria: ma prendere uno stipendio decurtato standosene a casa non è una consolazione, semmai è una pena accessoria.La realtà di una mattina uggiosa, invece, riporta ad un lampione di via D'Aquino dove c'è appiccicata la fotocopia di un conto corrente: sono i 200mila euro della prima tranche di mobilità anticipati da Miroglio. Il resto (1,6 milioni per nove mensilità) arriverà a spezzoni e per loro, i “miroglini”, sarà un po' come vedersi soffiare il lavoro un po' alla volta. Miroglio, ovviamente, anticipa: il rimborso tocca allo Stato. Come sempre. Come 12 anni fa quando il “sogno” di realizzare un Polo tessile tra la piana di Metaponto e le gravine, da Ginosa a Castellaneta, ha cominciato a prender forma con l'aiuto sostanzioso della mano pubblica che, però, aveva (ed ha) un difetto: finisce col distorcere il mercato cancellando, di fatto, il fattore rischio dal “rischio d'impresa”. E allora resta solo l'impresa, con la sua strategia e i marchi.Per questo ieri mattina sindacalisti e lavoratori si sono piazzati davanti ai negozi Oltre, Elena Mirò e Motivi. «Perchè sono il simbolo - dice Giuseppe Massafra, segretario generale della Filtea Cgil - di quello che sta accadendo e vogliamo che i tarantini lo sappiano e, per fortuna, apprezzano la nostra iniziativa mostrandoci solidarietà».Quei marchi che campeggiano sulle vetrine sono il simbolo di tante cose: lo shopping, la globalizzazione, il marketing, la delocalizzazione. Ma soprattutto di un fatto che, in tempi di crisi, non è un buon segnale: «Sta scomparendo il prodotto - spiega Massafra - da Miroglio, ma più in generale dalle nostre aziende». E con esso, la logica è terribilmente stringente, evapora anche il lavoro. «Ciò che conta è solo il business - spiega Massafra - per cui si compra il prodotto già finito in Cina e lo si rivende nei mille negozi sparsi in tutto il mondo, ovviamente con un prezzo “italiano” e un marchio made in Italy. Oggi, nel settore, sono in tanti a farlo; non c'è solo Miroglio, ma lui ha aperto una strada: prima ha delocalizzato in Bulgaria e ora acquista capi finiti in Cina».A due passi, Massimo Gravina, della rsu aziendale, annuisce: ha 43 anni ed è in Miroglio dalla prima ora. E' uno dei “vecchi”, i lavoratori con i quali Miroglio ha messo su lo stabilimento e lo ha lanciato sino a farlo diventare uno dei più produttivi del gruppo. «Ho cominciato con Miroglio - ricorda - 13 anni fa e dal primo giorno, quando sembrava ci stesse regalando il sogno di un lavoro stabile». Sembra paradossale, ma sta succedendo quello che una giovane lavoratrice racconta ad una passante: «Siamo in mezzo ad una strada dopo aver lavorato 12 anni in uno stabilimento pagato con soldi dei cittadini, vostri e nostri, di tutti».Già ma c'è qualcosa di sinistramente perverso in un'azienda che chiude mentre registra utili: «La verità - nota il sindacalista - è che queste imprese non reagiscono alla crisi migliorando e investendo sul prodotto, ma cercano espedienti per risparmiare sui costi, con tutto ciò che comporta: i licenziamento dei lavoratori, ma anche un problema per chi acquista a prezzo italiano un capo prodotto altrove».Insomma, non si tratta solo di una battaglia sindacale in difesa del lavoro. «No - insiste Massafra - qui ci muoviamo nel campo del sociale, con una visione che va al di là del fatto specifico di Miroglio, ma cerchiamo di render visibile un quadro che è molto più complesso». Il riferimento è presto fatto: «Il polo delle confezioni di Martina è in crisi da un anno ma fa meno rumore rispetto all'impatto che ha Miroglio. Eppure si è passati da 6mila addetti a 3200 in sei anni, con una miriade di piccole e minuscole aziende in crisi: nessuno ne sa nulla, ma il problema è lo stesso di Miroglio. I marchi non danno più lavoro ai contoterzisti perchè acquistano direttamente in Cina: anche da noi, a Martina, è così».Una catastrofe per un mondo che ha ancora molto da dare. I “miroglini”, ad esempio, hanno in media 35 anni: giovani lavoratori, altamente professionalizzati. Vito Ranaldo, 38 anni di Ginosa, è uno di questi. Guarda l'insegna, che è proprio lì davanti, ed esclama: «Ci sentiamo traditi da Miroglio perchè quando abbiamo cominciato eravamo vogliosi di fargli vedere ciò che sapevamo fare e gli abbiamo dato tutto, registrando risultati eccellenti: non lo diciamo noi, ma era lo stesso Miroglio a sostenerlo. Ha puntato tutto sulla nostra voglia di lavorare e adesso se ne frega di noi e va via. Una roba da tagliare le gambe a chiunque. Eppure abbiamo per le mani un mestiere e siamo pronti a impararne un altro se necessario. Quando siamo entrati eravamo ragazzi e ora siamo genitori, abbiamo famiglia e un mutuo da pagare». 12 anni e un lavoro fa: «E pensare - aggiunge - che per i primi sei mesi la formazione ci è stata defalcata dallo stipendio: 400mila lire in meno su un milione. Eppure non ci siamo tirati indietro». Anzi, hanno prodotto tanto e bene: tutti i tipi di tessuto, acrilini, cotone, lino, velluto, lana. Persino Benetton comprava da Ginosa. «Poi ci hanno tolto tutto, prima la produzione ora il lavoro».Nemmeno dieci metri di strada e due anziane signore commentano: «Sentito? Miroglio se ne va di qui per andare a produrre in Cina e così a noi vendono prodotti cinesi: roba da non andarci più in quei negozi...».