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Una folla, quella radunata a Pescara, a cui Veltroni rivolge le sue parole, le parole di chi ha deciso di cambiare lo schema politico nazionale, di chi ha mutato il registro delle ultime campagne elettorali. “La competizione è tra noi e una forza di destra, il Pdl, la scelta che i cittadini dovranno fare è se tornare al già visto, a chi si è già candidato cinque volte e che ha già governato per sette anni, sapendo che così si continuerà come in questi quindici anni o votare per noi facendo una scelta nuova, un partito nuovo, una leadership nuova e liste nuove”.
Un nuovo assetto, una svolta, insomma, che stabilisca come una delle sue priorità l’obiettivo di fare innanzitutto il bene del Paese. “Se continuiamo a dividere tutti – dice Veltroni – imprenditori contro lavoratori, Nord contro Sud, giovani contro vecchi e se continuiamo ciascuno a difendere il proprio privilegio il Paese andrà a pezzi. Oggi noi vogliamo riunire l'Italia. A forza di seminare cattivi sentimenti, egoismo, antagonismo, a forza di cancellare lo spirito solidale, in Occidente la società ha perso il senso di sé - ha detto Veltroni - c'è più infelicità e paura che speranza”.
Ridare la speranza. Concetto chiave attorno alla quale sta ruotando il nuovo modo di intendere la società e la politica del Pd. Un concetto che la gente comune sta cominciando a recepire, e a dimostrazione di ciò, giungono i numeri, che parlano di un’inversione di rotta nelle ultime settimane. La distanza – “lo dicono i giornali, io non faccio sondaggi” sottolinea Veltroni – tra Pd e Pdl è ormai solo di 6 punti, più di due sono stati recuperati nell’ultima settimana. “La nostra rimonta – afferma – è il desiderio del Paese”.
Sicuramente, un fattore determinante che sta alla base di questi numeri è la forte disgregazione e confusione che regna nel centrodestra. E’ a causa del tentativo delle altre forze politiche di dare una risposta all’altezza della novità rappresentata dal Pd che si è giunti a questa situazione. “Prima – dice Veltroni rivolto alla gente di Pescara – c'era un centrodestra, poi con la decisione di rompere con il centro, con la componente più moderata e appartenente al Ppe, si è fatta un'alleanza con An e la Mussolini”.
Questa è la novità politica, osserva Veltroni “non la commento ma registro che ora c'è una destra, il Pdl, un centrodestra con Casini, la Rosa Bianca al centro e poi il centrosinistra con il Pd e la sinistra radicale”. In questo senso, riconosce il segretario del Pd, la scelta di Pier Ferdinando Casini di "chiamarsi fuori" dal Pdl "é stata coraggiosa. Hanno capito che l'idea di andare con un caravanserraglio non era possibile e così tutti si sono chiamati fuori, l'ultimo è stato Casini facendo una scelta coraggiosa”.
Un centrodestra in fase confusionale, quindi. Un partito – forse meglio definibile come un cartello elettrorale – il Pdl, in evidente difficoltà. “Qualche giorno fa – sottolinea Veltroni, riferendosi all’intervento di Silvio Berlusconi a “Porta a Porta” – abbiamo visto il leader dello schieramento a noi opposto dietro una scrivania in Tv, la stessa scrivania di 7-9-11 anni fa, in visibile imbarazzo perché sapeva che le cose che aveva detto anni prima seduto a quella scrivania non si erano realizzate”.
Promesse non mantenute, “non solo per una responsabilità personale ma perché questo sistema non lo consente”. Ben diversa è la novità politica rappresentata dal Pd. Per la prima volta dopo tanti anni, un grande partito si presenta alle elezioni con un suo programma condiviso, una squadra coesa e una leadership forte e riconosciuta. E le cose da fare sono tante, come anticipato ieri dallo stesso Veltroni nel corso del suo intervento davanti all’Assemblea costituente. "Le dodici proposte che abbiamo presentato ieri sono in primo luogo aumento dei salari e aiuto alle donne e ai figli, perchè oggi gli italiani fanno fatica ad arrivare a fine mese. Dobbiamo e possiamo farlo, non è una proposta demagogica".
"Il fisco – spiega ad esempio Veltroni – può calare, riducendo la spesa pubblica è possibile farlo, ma non la spesa sociale piuttosto le sacche di inefficienza delle istituzioni e gli sprechi tra cui l'assurdo costo della politica italiana". Il leader del Pd ribadisce così uno dei punti del suo programma elettorale. "Non abbiamo bisogno di mille parlamentari con certi stipendi, serve una politica più sobria e più forte".
Veltroni, da Pescara, annuncia poi un’altra candidatura molto significativa, quella dell’ex prefetto e attuale vicecapo della Polizia Luigi De Sena come capolista al Senato in Calabria. “E’ una regione molto importante – sottolinea Veltroni – dive il Pd vuole essere il partito della legalità e della moralità pubblica”. La Calabria una regione importante, come l’Abruzzo del resto, a cui il leader del Pd rivolge il suo appello. “Il 13 aprile l’Italia sceglierà il nuovo e il futuro. L'Abruzzo secondo i sondaggi pubblicati dai giornali di oggi è una delle regioni in bilico: fate voi...”. A giudicare dall’affetto e dalla passione dimostrate dal popolo di Pescara, c’è da fidarsi…
Veltroni ricorda il giudice Emilio Alessandrini
Nella sala della biblioteca provinciale Veltroni, incontradno il figlio Massimo e l'associazione che porta il nome del magistrato, ricorda così il giudice ucciso nel 1979 dai terroristi di prima linea mentre indagava sulla strage di piazza Fontana.
"In quegli anni di odio e violenza tanti uomini sono stati l’espressione straoridinaria di un paese fantastico, hanno sacrificato la propria vita per continuare a fare fino in fondo il loro dovere. Dobbiamo coltivarne la memoria per poter costruire un futuro migliore. Dobbiamo avere piena consapevolezza degli errori che hanno insanguinato il passato del nostro paese. La follia del terrorismo, una follia ideologica che ha mietuto vittime tra i servitori dello Stato e che ha ucciso molti ragazzi che follemente si sono fatti prendere da quella spirale. Il terrorismo è stata la pagina più scura del nostro dopoguerra. Ricordiamo quella pagina stando, oggi come alora, dalla parte di chi difende le istituzioni e la democrazia. Se non vogliamo che quel fenomeno riemerga, dobbiamo dire con la massima determinazione che ogni violenza deve essere condannata. Mai nessuna forma di violenza può essere giustificata".
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