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«Chiunque capisce – spiega infatti il vicesegretario Dario Franceschini al termine dell’incontro al quale ha partecipato con Walter Veltroni - che avrebbe senso prima cambiare una legge elettorale che tutti dicono non funziona e poi andare a votare e non viceversa».
Per questo, aggiunge, «sosteniamo fino in fondo il tentativo del presidente del Senato e poi pensiamo che avrebbe più senso sentire prima come la pensano gli italiani sulla legge elettorale attraverso il referendum e subito dopo, tra qualche mese, votare con la legge che gli italiani hanno scelto».
Una scelta dettata esclusivamente dal senso del dovere. «La cosa più sciocca – conclude, infatti - è pensare che noi abbiamo paura delle elezioni, visto che il consenso verso il Pd sta crescendo».
Una scelta apprezzata anche dal presidente del Comitato referendario. «Il segretario Veltroni ha dato la disponibilità del Pd a sostenere un governo che faccia la legge elettorale in Parlamento o accompagni e consenta il referendum prima del voto, ha raccontato Giovanni Guzzetta aggiungendo: «Noi non strizziamo l'occhio ai tentativi dilatori ma è davvero irragionevole – ha concluso - andare al voto con una legge tanto criticata che invece potrebbe essere modificata ritardando le elezioni solo di poche settimane».
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