"Basta con l'ambientalismo che cavalca ogni potresta e impedisce di fare le infrastrutture - dice Veltroni - Una volta assunta la decisione o divieto di revoca o sanzioni"
"Più ricchezza, crescita e uguaglianza" sono i tre obiettivi che Veltroni indica al Pd.
"Italia deve muoversi, fare appello alle risorse migliori se vuole giocare da protagonista in un mondo che cambia. E' l'appello che il leader del Pd Walter Veltroni - Bisogna lasciare alla spalle il passato e puntare al nuovo. Meno divisioni e steccati ideologici, meno furbizie e più merito"
"L'Italia deve smettere di accontentarsi, non deve avere paura del nuovo. Si può fare - dice Veltroni da palco - Senza crescita e ricchezza non c'è giustizia sociale"
La prima parte del discorso di Veltroni riguarda le scelte di politica estera. Ed è una difesa delle missioni italiane in Afghanistan, Libano e Balcani: "Lavorare per una soluzione politica in quei Paesi non vuol dire ritirarsi come ha sostenuto la Sinistra Arcobaleno. Noi riteniamo quella posizione un grave errore".
4 commenti:
Sono proprio curioso di scoprire come la base di AN reagirà alla decisione del suo leader di confluire nel PdL: FIni dopo aver detto peste e corna di Silvio Berlusconi è ritornato nei ranghi per compiacere il capo, assecondando perfino la richiesta di porre fine ad un partito come AN che pure aveva una storia ed una tradizione.
L'esperienza del PD, che la destra sta tentando goffamente di replicare non ha nulla a che fare con la scelta verticistica che sta alla base della nascita del PdL.
Vorrei segnalare il sito www.ciclostile.it, che tra le altre cose contiene il feed Twitter di Veltroni e il manifesto "Un'Italia moderna si può fare" del Partito Democratico. Tra parentesi, vorrei anche congratularmi per il vostro blog.
Ecco un interessante commento di Eugenio Scalfari apparso oggi su Repubblica che sottolinea come dietro i differenti slogan dei due principali leder politici ci sia una diversa idea della politica e della società italiana:
...Ci sono due slogan o meglio due immagini lanciate dai due candidati principali ai nastri di partenza della gara.
Quello di Berlusconi è: "Alzati Italia", e quello di Veltroni: "L'Italia è in piedi ma la politica si deve alzare". Sembrano abbastanza simili, invece sono profondamente diversi.
Berlusconi chiede che gli italiani si alzino fino a lui, lo raggiungano e seguano il suo sogno e il suo carisma nel mondo dei miracoli, come avvenne nel '94, nel 2001, nel 2006 quando mancò per un soffio l'obiettivo.
Veltroni pensa invece che gli italiani siano più avanti dei politici e che spetti a questi di rinnovarsi, rompere il muro dietro il quale si sono rinserrati, abbandonare i privilegi che difendono la loro separatezza e raggiungano il Paese che anela soltanto a rimettersi in movimento. Dietro queste due diverse immagini ci sono due diversissimi approcci.
Berlusconi propone il ritorno al già visto, Veltroni vuole che tutto cambi nei programmi e nelle persone. Cambia il candidato "premier", cambiano i suoi più diretti collaboratori, cambiano i candidati al Parlamento. Berlusconi ripresenta tutti i parlamentari uscenti, Veltroni ne lascia a terra la metà ed apre la porta alle donne, ai giovani, agli imprenditori, agli operai, a volti nuovi e sconosciuti. Il partito di Berlusconi è quello di sempre, il partito di Fini allinea i soliti Gasparri, La Russa, Alemanno, Matteoli
"La scoperta che c'è un'Italia berlusconiana mi colpisce molto: è la peggiore delle Italie che io ho mai visto, e dire che di Italie brutte nella mia lunga vita ne ho viste moltissime. L'Italia della marcia su Roma, becera e violenta, animata però forse anche da belle speranze. L'Italia del 25 luglio, l'Italia dell'8 settembre, e anche l'Italia di piazzale Loreto, animata dalla voglia di vendetta. Però la volgarità, la bassezza di questa Italia qui non l'avevo vista né sentita mai. Il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo"
Indro Montanelli
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