Alla fine Veltroni c’è riuscito. E’ riuscito a costringere Berlusconi ad inseguirlo sul campo della semplificazione del sistema politico italiano. Sua Emittenza ha deciso di dare vita alle liste unitarie del Popolo della Libertà. Forse è un bene, almeno dal punto di vista onomastico:i membri di questo nuovo soggetto politico potrebbero infatti chiamarsi Popolani o Populisti della Libertà, esplicitando così la loro quintessenza politica. Sicuramente, tuttavia, la grande fluidità interpartitica e intrapartitica presente sul palcoscenico politico in questi giorni rischia di ingenerare confusione tra i cittadini.
Vabbene semplificare il quadro politico di un Paese il cui ultimo governo era composto da 14 partiti e alle cui elezioni amministrative del 2005 erano presenti 81 liste. Ma questo sta avvenendo troppo in fretta e senza una legge elettorale che quanto meno avrebbe avuto la forza cogente di forgiare il sistema politico-partitico. Purtroppo la fine anticipata del governo, dovuta a un personaggio ineffabile come Mastella con la collaborazione involontaria(?) del lider maximo del Partito Democratico, non ha permesso che si stabilizzasse una situazione in gran fermento e ha impedito l’approvazione di una legge elettorale che agisse in tal senso.
Non so se nei sogni di Veltroni ci sia un bipolarismo perfetto con il PdL e Lega da una parte, e il Pd e magari, al massimo, Ps e Idv dall’altra. Ma penso che i tempi per la realizzazione di questo sogno non siano ancora arrivati. E il rischio è di creare una confusione che alimenti la già giustificabile avversione alla politica dei cittadini.
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