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non farà fughe in avanti. Nella direzione regionale del partito, convocata alla vigilia del vertice romano di oggi con Veltroni, Emiliano illustra le ragioni che l´hanno portato a chiedere le primarie per la scelta dei candidati al Parlamento. «Tuttavia - avverte - quello con Veltroni non è un duello rusticano. Non vado a sfidare nessuno, ma voglio semplicemente spiegare che, se si facessero le primarie, i sondaggi che ho in tasca e che già adesso non sono affatto male, potrebbero migliorare».
Il segretario regionale assicura che
Non teme i tempi ristretti, Emiliano: si può andare tranquillamente alle urne il primo e il 2 marzo. «Il guaio - osserva - è che ci sono partiti di plastica che da questa legge elettorale possono trarre il massimo del profitto. Noi vogliamo entrare nelle case della gente. Certo, avremmo a disposizione soltanto sei giorni per la campagna elettorale, ma sarebbe un passaggio soltanto formale, visto che la campagna elettorale è già cominciata».
Alla direzione regionale, Emiliano non chiede di pronunciarsi sulle primarie, ma vuole conforto sul possibile regolamento della consultazione. Le opzioni, com´è noto, sono due: votare in collegi uninominali, ripristinando la ripartizione dell´ormai abrogato Mattarellum, o procedere alla scelta per circoscrizioni provinciali. In quest´ultimo caso, avverte Emiliano, sarebbe però necessaria una compensazione in favore della provincia di Bari, che rischia di essere penalizzata. Dal tenore degli interventi, così come dagli umori in platea, si ha chiara l´impressione che nessuno dice no alle primarie. Al di là dell´entusiasmo, prevale però una certa rassegnazione: Walter Veltroni avrebbe già deciso di non celebrare le primarie.
C´è pure chi sussurra che il segretario nazionale avrebbe parlato a lungo a telefono con Emiliano, illustrandogli le ragioni del no. Per questo, sottolinea qualcuno, il leader regionale ha tenuto a precisare che non ci sarà nessuno strappo e che
Di certo, comunque, Emiliano sosterrà fino in fondo la propria tesi. Lo dice a chiare lettere, citando anche l´esempio di Nichi Vendola. «Le primarie sono nel nostro Dna - rileva - Chi ha saputo utilizzare al meglio questo strumento è stato il nostro presidente della Regione: grazie alle primarie ha cambiato la storia della Puglia, ma anche il modo di concepire i partiti e di essere uomo politico di riferimento». Su una cosa il segretario regionale del Pd è irremovibile: «In Puglia dobbiamo giocare al meglio delle nostre possibilità, perché potremmo essere decisivi per il risultato nazionale, soprattutto al Senato».
di Raffaele Lorusso
Repubblica (Bari) -12 febbraio 2008)
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