martedì 1 luglio 2008

ASL CONDANNATI GLI ECCELLENTI

La prescrizione si è fatta “sentire” spazzando un bel po’ di casi sospetti, ma questo non è certo bastato per cancellare con un colpo di spugna quello che può essere ritenuto uno dei più importanti processi celebrati a Taranto negli ultimi anni in materia di truffe ai danni di Enti pubblici.
Quello che ha visto l’ASL ionica vittima di un raggiro all’epoca dei fatti senza precedenti è stato un processo che ha lasciato ugualmente il segno, nonostante la prescrizione.
Difficile sostenere qualcosa di diverso se si pensa che tutti gli imputati eccellenti sono stati riconosciuti colpevoli, se si pensa alle salatissime spese che i condannati dovranno pagare alla Regione Puglia e alla stessa Azienda sanitaria locale, se si pensa alle sanzioni inflitte a coloro che nell’ambito della vicenda hanno ricoperto un ruolo di primo piano. A testimoniare tutto questo ci sono i numeri che hanno caratterizzato il verdetto emesso ieri sera dai giudici della Seconda Sezione Penale del Tribunale: riconoscimento dell’associazione a delinquere;28 affermazioni di responsabilità; oltre un secolo di reclusione inflitto; provvisionali per complessivi due milioni di euro da rifondere alle parti civili, e questo in attesa che in separato giudizio venga fissata l’entità precisa del danno da risarcire; confisca dei beni mobili e immobili sequestrati nel corso delle indagini ai maggiori imputati; trasmissione degli atti in Procura per valutare le dichiarazioni rese da un’inquisita di spicco del processo. Questo ed altro hanno deciso ieri sera i magistrati che hanno valutato fatti e circostanze svelati dalla Procura nell’ambito di tre distinte inchieste, poi riunite in un unico fascicolo proprio perchè in tutti i casi ad aver subito le peggiori conseguenze era stata l’ASL.
L’Azienda sanitaria tarantina che (costituitasi parte civile tramite l’avv. Antonio Raffo) ha chiesto danni per 800 milioni di euro. Una richiesta che spetterà ad altri giudici dover valutare, ma che da ieri è stata ammessa dal Tribunale.
E non solo per l’Ente. La stessa decisione è stata adottata anche per la Regione Puglia e per “Cittadinanzattiva”, rappresentate rispettivamente dall’avv. Michele Laforgia e dagli avvocati Marina Venezia, Giuseppe Provenza, Massimo Tarquinio e Giuseppina Tocci. Secondo l’organo giudicante presieduto dal dott. Pasquale Di Todaro (a latere la dott.ssa Romano ed il dott. Rizzo), il comportamento posto in essere dalla maggior parte degli imputati fu finalizzato a garantire un vantaggio per essa e un sicuro nocumento per lo Stato.
Fra coloro che hanno riportato le condanne più pesantispiccano l’imprenditore Armando Parnasso, all’epoca amministratore della “Global by Flight”, e la dirigente della ASL dott.ssa Antonia Manghisi.
Ad entrambi sono stati inflitti 14 anni di reclusione alla luce della colpevolezza sancita per una lunga serie di capi d’imputazione e questo nonostante molte contestazioni siano state dichiarate estinte per prescrizione. Nel segnalare che sia l’uno sia
l’altra sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici, va detto che un’altra sanzione pesante è toccata all’ex capo Area dell’ASL, il rag. Raffaele Bruno Lo Savio. Giudicato come uno degli organizzatori del raggiro, il dirigente è stato condannato a 11 anni (i p.m. ne avevano chiesti 10) con l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici. Nove anni (ne rischiava15) sono stati inflitti all’ex direttore generale dell’ASL dott. Vito Armenise, mentre 3 anni e mezzo sono toccati all’altro manager della Sanità ionica, il dott. Giuseppe Brizio, per il quale la pubblica accusa aveva proposto una pena pari a 12 anni di reclusione.
L’affermazione di responsabilità è stata pure deufcretata per il figlio dell’ex direttore generale, vale a dire per Simone Brizio, attuale consigliere regionale, che è risultato destinatario di una pena pari a 2 anni.
La condanna ha rappresentato l’epilogo del processo anche per altri imputati eccellenti come l’imprenditore Alessandro Saracino (4 anni e 6 mesi), come l’avv. Nicola Serra (3 anni), come l’ex direttore amministrativo dell’ASL, dott. Domenico Pepe (8 anni), come il dirigente ASL dott. Silvano Baglivo (3 anni), come l’ex funzionario dell’Azienda sanitaria dott. Vincenzo Castronuovo (4 anni e 9 mesi). Tutte decisioni che saranno spiegate in una motivazione il cui deposito è previsto entro i prossimi 90 giorni. Per il momento, a suggellare il processo c’è un dispositivo che lascia intuire come la vicenda possa far registrare altri strascichi. Soprattutto se la Procura dovesse procedere nei confronti della dott.ssa Manghisi per le dichiarazioni rese da lei stessa nell’ambito dell’udienza del 3 dicembre scorso.
Condanne, ma non solo. Cinque imputati sono stati assolti, mentre per altri quattro è stato sancito il non doversi procedere. Un verdetto che è stato steso dai giudici al termine di una camera di consiglio durata quasi otto ore.
Arco di tempo servito per valutare la ricostruzione del meccanismo che sette-otto anni fa determinò l’esborso di fiumi di danaro da parte dell’Azienda sanitaria. Ad illustrare gli esiti di un’attività che nel corso delle lunghe indagini ha tratto alimento anche dall’esame di una montagna di documenti e dalle dichiarazioni rese da alcuni inquisiti erano stati i pubblici ministeri dott. Pietro Argentino, dott. Remo Epifani e dott. Mario Barruffa. I quali avevano chiuso i loro interventi chiedendo per gli imputati circa due secoli di reclusione complessivi. A giudizio dei tre p.m., la maxitruffa che sarebbe stata perpetrata ai danni della ASL, quella ruotata attorno ai mandati di pagamento firmati a fronte di opere e servizi forse mai eseguiti, sarebbe dovuta essere sanzionata da una raffica di condanne. Una richiesta che alla fine il Tribunale ha accolto.

Ettore Raschillà

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