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Rotondi: «L'Italia parla al telefono come Silvio»
Massimo Donadi (Imago)ROMA - Intercettazioni e veleni. Per Massimo Donadi (Idv) «l'informazione deve prevalere sulla privacy». Per il ministro Gianfranco Rotondi «quelle telefonate» potrebbero addirittura essere apprezzate. Posizioni opposte sulle indiscrezioni che negli ultimi giorni stanno scuotendo gli ambienti della politica. Il tema è l'ipotesi della pubblicazione di nuove intercettazioni del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi (che avrebbero spinto il premier a non partecipare alla puntata di "Matrix"). L'allusione del capogruppo dell'Italia dei valori è piuttosto esplicita: ««E se Bill Clinton avesse fatto Monica Lewinsky ministro del suo governo?» si chiede Donadi a a 'Radio Radicale'. «Il dirimente tra pubblico e privato nella politica nel caso di un capo di governo è molto labile. Credo che l'informazione debba prevalere». «Io sono rispettoso al massimo della privacy dei cittadini italiani - aggiunge - ma credo che nella vita di un uomo politico di privacy ce ne debba essere molto poca. Se poi quest'uomo politico riveste cariche istituzionali di massimo rilievo prevale quasi sempre il diritto dei cittadini ad essere informati».«PORCHERIE» - E se il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, non vuole rilasciare commenti («Non mi occupo di intercettazioni, di gossip, di stupidaggini. Non fanno parte della delega del mio ministero, e quindi non me ne occupo»), il suo collega di governo, Rotondi, assicura che «l'Italia parla al telefono come Berlusconi e non come Eugenio Scalfari: gli italiani scherzano, alludono, dicono pure una porcheria ogni tanto, e gli piace così». «La cultura azionista del giornalismo italiano - aggiunge - impedisce la comprensione storica della Dc prima e del berlusconismo poi. Ora credono di illuminare con le intercettazioni le miserie di Berlusconi e, invece, per la gente saranno grandezze».PDL-PD - Gli esponenti della maggioranza, comunque, confermano l'esistenza dei requisiti di necessità e urgenza per un decreto legge sulle intercettazioni (nonostante i dubbi del presidente della Camera, Gianfranco Fini). Per Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl a Montecitorio: «Le ragioni dell'urgenza per un intervento legislativo sul tema barbarico delle intercettazioni ci stanno tutte, poi bisogna fare i conti con i tempi parlamentari. Siamo di fronte o a violazioni del segreto istruttorio o a fatti di autentico spionaggio nella vita privata dei cittadini». Di parere opposto è l'ex ministro Arturo Parisi: «La scelta di procedere per decreto è evidentemente guidata dalle urgenze e dalle necessità del presidente del Consiglio e non da quelle del Paese».
Massimo Donadi (Imago)ROMA - Intercettazioni e veleni. Per Massimo Donadi (Idv) «l'informazione deve prevalere sulla privacy». Per il ministro Gianfranco Rotondi «quelle telefonate» potrebbero addirittura essere apprezzate. Posizioni opposte sulle indiscrezioni che negli ultimi giorni stanno scuotendo gli ambienti della politica. Il tema è l'ipotesi della pubblicazione di nuove intercettazioni del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi (che avrebbero spinto il premier a non partecipare alla puntata di "Matrix"). L'allusione del capogruppo dell'Italia dei valori è piuttosto esplicita: ««E se Bill Clinton avesse fatto Monica Lewinsky ministro del suo governo?» si chiede Donadi a a 'Radio Radicale'. «Il dirimente tra pubblico e privato nella politica nel caso di un capo di governo è molto labile. Credo che l'informazione debba prevalere». «Io sono rispettoso al massimo della privacy dei cittadini italiani - aggiunge - ma credo che nella vita di un uomo politico di privacy ce ne debba essere molto poca. Se poi quest'uomo politico riveste cariche istituzionali di massimo rilievo prevale quasi sempre il diritto dei cittadini ad essere informati».«PORCHERIE» - E se il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, non vuole rilasciare commenti («Non mi occupo di intercettazioni, di gossip, di stupidaggini. Non fanno parte della delega del mio ministero, e quindi non me ne occupo»), il suo collega di governo, Rotondi, assicura che «l'Italia parla al telefono come Berlusconi e non come Eugenio Scalfari: gli italiani scherzano, alludono, dicono pure una porcheria ogni tanto, e gli piace così». «La cultura azionista del giornalismo italiano - aggiunge - impedisce la comprensione storica della Dc prima e del berlusconismo poi. Ora credono di illuminare con le intercettazioni le miserie di Berlusconi e, invece, per la gente saranno grandezze».PDL-PD - Gli esponenti della maggioranza, comunque, confermano l'esistenza dei requisiti di necessità e urgenza per un decreto legge sulle intercettazioni (nonostante i dubbi del presidente della Camera, Gianfranco Fini). Per Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl a Montecitorio: «Le ragioni dell'urgenza per un intervento legislativo sul tema barbarico delle intercettazioni ci stanno tutte, poi bisogna fare i conti con i tempi parlamentari. Siamo di fronte o a violazioni del segreto istruttorio o a fatti di autentico spionaggio nella vita privata dei cittadini». Di parere opposto è l'ex ministro Arturo Parisi: «La scelta di procedere per decreto è evidentemente guidata dalle urgenze e dalle necessità del presidente del Consiglio e non da quelle del Paese».
VELTRONI - E dopo l'annuncio della mancata partecipazione di Silvio Berlusconi a "Matrix" («Basta gossip»), interviene sul tema anche Walter Veltroni: «Io andrò da Mentana ma non per parlare di pettegolezzi». E sul decreto intercettazioni? «Useremo tutte le armi contro il provvedimento» assicura il segretario del Pd. «Se il governo continuerà con l’atteggiamento che ha tenuto in questi venti giorni, se non toglieranno l'emendamento che sposta i processi e se faranno un atto incostituzionale come quello di presentare un decreto sulle intercettazioni, allora devono mettere nel conto un inasprimento del clima parlamentare perché l'opposizione risponderà difendendo le prerogative del Parlamento con tutti gli strumenti a sua disposizione».
5 commenti:
le foto sono belle...megli del faccione di florido sicuramente.
Però su un blog che si chiama pdlaterza non ci stanno bene....
Tra l'altro la ministra-velina è molto restia a rilasciare interviste anche per i temi che riguardano il suo ministero.
Lei è stata voluta ministra per altri motivi ...... che vanno oltre le sue competenze .........
W l'indecenza!
che vergogna...
"L'osteria delle ministre". L'intervento di Sabina Guzzanti comincia in rima. Stornella a braccio parafrasando una vecchia canzone romana: "Osteria delle ministre / paraponzi ponzi po / le ministre son maestre / paraponzi ponzi po / e se al letto son portento, figuriamoci in Parlamento / dammela a me Carfagna / pari oppportunità". E' un attacco preciso, quello contro la ex soubrette diventata ministro. Guzzanti recupera la polemica dei giorni scorsi sull'opportunità o meno della pubblicazione delle intercettazioni "private" del presidente del Consiglio, e ricorda come la giornalista Ritanna Armeni abbia definito "una caduta di stile e un'offesa" il paragone fra la Carfagna e Monica Lewinski (paragone sollevato dal deputato dell'Idv Massimo Donadi, secondo il quale "i cittadini americani avevano avuto l'opportunità di conoscere la moralità del presidente Clinton"), giudizio al quale era seguìta una condanna bipartisan delle critiche piovute sul ministro. "Quello fra la Carfagna e la Lewinski - chiosa Guzzanti - è un paragone del cazzo".
La Guzzanti torna ad attaccare Mara Carfagna verso la fine del suo intervento dal palco di piazza Navona. "Io non sono una moralista - dice - come ci accusano gli opinionisti che non hanno nemmeno un vocabolario, perché la parola 'moralista' ha un significato e per usarla sui giornali lo devi conoscere. Moralista è Casini, divorziato tre volte, moralista è Mele (il deputato dell'Udc coinvolto in uno scandalo di squillo e cocaina, ndr). A me non me ne frega niente della vita sessuale di Berlusconi - grida l'attrice, fra le ovazioni del pubblico - ma tu non puoi mettere alle Pari opportunità una che sta là perché t'ha succhiato l'uccello. Non la puoi mettere da nessuna parte ma in particolare alle Pari opportunità, perché è uno sfregio. Vattene!".
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