giovedì 17 luglio 2008

Vivere senza paura

Si è complicato tutto. Intorno a me vedo gente che ha paura, una sorta di minaccia incombente di perdere tutto. Non è la solita sfiducia o lamentazione degli italiani, c’è qualcosa in più che sta accadendo e che genera preoccupazione. La società, questa volta, rischia di condizionare una politica debole e squalificata.
La stessa speranza nel nascente Partito Democratico, dopo la sconfitta elettorale, si è arenata di fronte alla crescita di correnti, girotondi, manifestazioni che alimentano un calderone mediatico e politico dove non si sa più bene di che cosa si parla.
Oggi, a distanza di diversi mesi dalle primarie del 14 ottobre, faccio fatica a tenere bene in mente i motivi che mi hanno spinto ad impegnarmi con entusiasmo per la nascita del “partito nuovo”: ricambio generazionale e pari opportunità tra i generi, apertura alla cittadinanza attraverso le primarie, un partito popolare capace di farsi carico delle istanze dei cittadini in grado di dialogare con il mondo associazionistico, valorizzando le decisioni sul territorio e il più vicino possibile ai cittadini.
Malgrado ciò rimango convinto del ruolo e dell’importanza della politica e dei partiti. La politica, per essere tale, può e deve aiutare i cittadini a vivere senza paura. Una politica che deve costruire una società solidale capace di contrastare i modelli attualmente in voga come il binomio “ricchezza/povertà” che genera disuguaglianze e poi l’insicurezza (il tema più devastante della società occidentale intesa come paura dell’altro).
Questa non è retorica ma sono i punti cardini di un Partito Democratico che deve abbandonare la sua autoreferenzialità e deve ritornare a funzionare per “il bene dell’Italia”. Per questo saluto con piacere l'avvio del primo tesseramento Pd (2008/2009) che dovrebbe garantire e costruire un senso di appartenenza tale da garantirgli la solidità di cui ha bisogno. Non condivido le correnti e le diverse associazioni, che in questi mesi sono nate, in quanto indeboliscono e dividono il partito senza portare contributi utili al suo radicamento e rafforzamento. Continuo invece a condividere la linea politica e l’operato di Veltroni che, a mio avviso, rappresenta il leader adatto per innovare la politica italiana e ridare fiducia ad un paese che ha smesso di sognare.
Franco Catapano

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho votato Pd ma confido nella sua attività, veltroni mi piace e sembra pulito e ben intenzionato.
Il problema del Pd è riconducibile a dalema che vuole gestire la sconfitta e scalzare il uolter nazionale.
Ricordatevi della sinistra e non lasciateci nelle mani (troppo pulite) di dipietro.

Anonimo ha detto...

non c'è più fiducia perchè nei partiti comandano i corrotti che escludono chi intende la politica come servizio e volontariato gratuito

Anonimo ha detto...

Ammesso e non concesso che sia vero quello che dici, dato che a mio modo di vedere la politica non può prescindere totalmente dai partiti, occorrerebbe un impegno deciso per far sì che i cittadini si riapproprino di essi.
Denunciare queste cose e non tentare di cambiare le cose è un esercizio sterile.
Se l'establishment dei partiti è composta da politici di professione e da persone che rappresentano un centro di potere autonomo, del tutto slegato dal territorio e dalle persone è necessario che i cittadini recuperino partecipazione e si impegnino a mettere in minoranza gli autori di queste gestioni discutibili.

Anonimo ha detto...

Noi cittadini siamo troppo impegnati a sbarcare il lunario per tentare di cambiare le cose e forse siamo anche troppo pigri per impegnarci. Questo non assolve i partiti e i loro dirigenti.

Blog su blogger di Tescaro ha detto...

Ciao Franco sono d'accordo con te bisogna muoversi radicando il PD! Buona giornata

Franco Catapano ha detto...

Ciao Tiziano, adesso è arrivato il momento più difficile per il Pd, se non andiamo velocemente in avanti rischiamo di fare dei passi indietro e ritornare al punto di partenza.

Anonimo ha detto...

Vorrei segnalare un blog molto interessante che secodo me ben si collega alle paure di cui parla Catapano, targate "Giovani".
http://repubblicadeglistagisti.blogspot.com/