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La differenza, profonda, è una sola. Oltre lo Stretto si sono affidati ad un quotato farmacologo, che la medicina per assicurare Catania sulla linea di galleggiamento l’ha trovata: l’elisir di lunga vita per Silvio Berlusconi. Non c’è patto di stabilità che tenga di fronte alla consapevolezza di essere il medico curante al quale cotanto presidente del consiglio affida la sua preziosissima salute. E anche se Umberto Scapagnini da qualche mese non è più il primo dei cittadini etnei, è proprio in suo soccorso che sono arrivate vagonate di euro dalla Capitale. Perché proprio lui, sindaco dal 2000 al 2008, è il maggiore indiziato per la responsabilità del catastrofico tracollo del Comune. Già nel 2005 Silvio gli confezionò un aiutino su misura: prima di essere disarcionato da Palazzo Chigi, studiò un modo per utilizzare i fondi dell’8 per mille. Catania risultò praticamente l’unica città italiana a poterne usufruire. 18 milioni l’anno, tanto per gradire.
Taranto non ha avuto la stessa fortuna: la biologa prestata alla politica, smarrito il microscopio per osservare attentamente i bilanci, ha finito per accompagnare il Comune alle esequie. E invece che mandarci soldi ci hanno mandato Blonda. Per Catania storia diversa. Berlusconi la coccola con un regalino da 140 milioni, Taranto teme invece che gli vengano strappati persino i 20 milioni che l’Osl non è riuscita ancora a togliersi dalle tasche. Anche questo, se vogliamo, un vestitino su misura confezionato per i tarantini dal sarto Tremonti. Da Catania le buschiamo sempre. E noi le abbiamo lasciato pure Plasmati...
Enzo Ferrari – Taranto Sera – 3 ottobre 2008
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