venerdì 10 ottobre 2008

UNA SCIA LUMINOSA

Non mi sono mai piaciuti i comizi, però, lo devo confessare, domenica sera, durante il comizio degli oppositori a Gisella KRISTALLIN, si è verificato un evento grandioso per “Lo voglio bene al mio Paese”, un evento tipo di quelli che accadono ogni cento, anche duecento, trecento anni.

Stava parlando un esponente dell’opposizione, ex sindaco, il quale aveva tra le mani degli appunti che non riusciva a leggere perché il palco non era illuminato in quanto tutte le lampadine del paese erano state utilizzate a Ginosa per illuminare la villa dove si svolgeva la festa patronale.

All’improvviso… miracolo!!!!

Tutta la gente rivolgeva lo sguardo in alto. Una scia luminosa si avvicinava velocemente verso il palco e si fermava qualche metro sopra la testa dell’oratore.

Questa scia illuminava a giorno tutta la zona limitrofa alla piazza e col trascorrere dei secondi, la scia dalla forma di cometa acquistava sempre più i connotati umani.

Si incominciava a intravedere una faccina vecchia ma luminosa di una persona piccola di statura, dic(c)iamolo va, un nano, con la testa calva sulla quale qualcuno si era divertito a spruzzare del colore nero, con dei denti che straripavano dalle labbra e che andavano oltre le mascella. Non me ne voglia: era proprio brutto.

Questo essere luminoso a forma umana stringeva tra le braccia qualcosa anche luminoso ma a forma di bambinello e si oscurava quando il nano gli toglieva il “cicciotto”: era Gisella col suo giocattolo preferito, lo “SCACCO MATTO”, che confidenzialmente chiamo “SCAKKY”. La scia luminosa a forma di uomo piccolo e brutto incominciava a lanciare anatemi:

“Comunisti, pentitevi, smettetela di dire bugie. Io ho mandato mio figlio Gis con il suo scudiero “SCAKKY” ad amministrare il Vostro Paese e voi lo state crocifiggendo. Vergognatevi. Se girate il Vostro Paese non sentite nessuna puzza, è l’olfatto dei fottuti comunisti che è guasto, credetemi, lo dico io che sono il re dei monnezzari. Ho pulito Napoli, me ne intendo”.

Tutti quelli che stavano sul palco, la folla che ascoltava il comizio si è inginocchiata e ha gridato:

“PERDONO E GRAZIE DEL DONO CHE CI HAI FATTO.

NOI LO VOGLIAMO BENE AL NOSTRO SINDACO.

NOI LO VOGLIAMO MANDARE A FARSI UNA STRADA, ANCHE UNA VIA, INSIEME A SCAKKY, A TARANTO, MAGARI A ROMA E PERCHE’ NO A WASHINGTON?” .

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Scakki e Kristallin hanno fatto mettere un manifesto incomprensibile. Dopo le figure di merda hanno perso tutta la baldanza e la superbia. Era meglio se non salivano sul palco....
G.S.

Anonimo ha detto...

SCAKKY iè abbasct a crest, dop tutt che da jos ca iè fatt "operazione verità" s'è asciut a scon.

Anonimo ha detto...

BUFALE E VERITÀ DISSIMULATE
L’Operazione Verità è stata una “bufala”. Il “duo” ha cercato di spiegare al sua verità. Non credo ci possano essere più verità. Piuttosto esistono diversi punti di vista. Per esempio quello degli anonimi cittadini che per diletto del Sindaco e del suo socio vengono tirati in ballo e dati in pasto al pubblico ludibrio. È una vergogna. Un Amministratore non può ogni volta recitare la litania di quello che ha fatto e soprattutto richiamare cittadini che hanno usufruito di servizi da parte del comune: era un suo preciso dovere e se lo ha compiuto non ha fatto altro che rispettare il mandato popolare per amministrare la comunità dalla quale è stato eletto.
Per entrare più nel merito del caso Progeva, c’è da dire che la sfrontatezza non ha limiti: ancora oggi, con quel ridicolo manifesto, ritornano come dei bambini, alla tiritera di chi a portato i signori della Progeva a vedere i terreni su cui poi è sorto lo stabilimento. È ridicolo e puerile. Caro Sindaco, caro Assessore, lo sapete benissimo che se la volontà politica della maggioranza è di non far passare un provvedimento, quel provvedimento non passa. È la vostra volontà politica si è manifestata non una, bensì due volte durante gli eventi che hanno visto proporre al nostro territorio quel tipo di impianto.
La prima volta nelle varie conferenze dei servizi , dove sempre presente il nostro Assessore, delegato del Sindaco, ha SEMPRE dato parere FAVOREVOLE, ancorché l’Ufficiale sanitario avesse manifestato dei dubbi sulla opportunità di realizzare lì quell’opificio. A proposito, ritengo veramente disdicevole sminuire la professionalità dei responsabili del settore sanitario periferico dicendo che il “livello più alto” ha poi dato parere favorevole. Intanto perché, nei fatti , OGNI ATTO successivo rilasciato dal “livello superiore” della ASL ha SEMPRE richiamato quel profetico parere circa la “conciliabilità ambientale”. E in ogni caso, per questi aspetti, io mi fiderei di più di chi nel territorio ci vive e lo conosce piuttosto di quanti lavorano sugli atti e sono impossibilitati a verificare “de visu” tutte le possibili implicazioni territoriali di un insediamento.
La seconda volta che i nostri amministratori hanno glissato sulle proprie responsabilità è accaduto all’indomani della inaugurazione dello stabilimento nel settembre2006, il giorno 6 ottobre 2006 la direzione dello stabilimento ha richiesto la diversificazione dei codici e l’aumento del tonnellaggio di materiale da trattare: in pratica ha richiesto il passaggio alla procedura ordinaria. Bene, un bravo ed attento amministratore deve avere anche “fiuto” e capire quel che ciò significava. Ed in quel momento si poteva di NO. Sarebbe stata dura, ma era ancora possibile evitare quel che poi è diventato il caso Progeva: cioè PUZZA A LATERZA. Infatti le autorizzazioni date erano per “PRODUZIONE DI FERTILIZZANTI ORGANICI E SOLO PER QUELLO”. La richiesta di variazione per trattare altri tipi di rifiuti, poteva rimettere in discussione tutte le autorizzazione date fino a quel momento. Il cambio di destinazione d’uso NON è un atto dovuto. Ed era quello il momento di fare le barricate.
Se poi è realmente questa la volontà politica. Ed allora oggi sarebbe più dignitoso dire che, si , in quel momento abbiamo creduto che fosse una cosa positiva ma che ora ci rendiamo conto di avere sbagliato.
Così semplice. Ma così difficile per chi è pieno di vanagloria e non vuole ammettere di aver commesso un errore, cercando di scaricare su altri le proprie responsabilità.

Giuseppe Russi