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IL DECALOGO DEI “NO” E DEI “PER” DEL PD NEI CONFRONTI DELLA SCUOLA
Per la scuola il PD è contro queste scelte del Governo Berlusconi perchè indicano percorsi e un’idea di scuola totalmente contraddittori rispetto alla scuola che vogliamo e di cui oggi il Paese ha estremamente bisogno: una scuola pubblica, di qualità, inclusiva, radicata nel territorio, che valorizzi il merito e non lasci indietro nessuno.
NO:
- Ai tagli di 7,8 miliardi di euro in 3 anni sull’istruzione.
- Al taglio di 87.400 docenti e 44.500 non di ruolo (precari).
- Alla chiusura delle autonomie scolastiche con meno di 500 alunni e degli edifici scolastici con meno di 50 alunni.
- Ad un insegnante unico nella scuola dell’infanzia e al ritorno all’anticipo per i bambini di due anni e mezzo.
- Al maestro unico e alla riduzione dell’orario settimanale a 24 ore.
- Alla riduzione del tempo scuola nell’infanzia, nelle elementari e nelle medie.
- A ridurre di 2 anni il percorso di istruzione obbligatoria, ritornando all’obbligo a 14 anni.
- Alle “classi di inserimento” per i bambini stranieri.
- All’indebolimento dell’istruzione tecnica e professionale, con la riduzione delle ore di laboratorio e degli insegnanti tecnico-pratici.
Per la scuola il PD vuole e si impegna PER:
- L’innovazione della scuola, perchè conosce i limiti, oltre alle straordinarie qualità, della scuola che c’è. Il PD propone norme e indirizzi per sostenere insegnanti e dirigenti nell’azione del cambiamento.
- Realizzare una scuola più seria e rigorosa, che valorizzi maggiormente il merito e conduca tutti i ragazzi - tutti e non uno di meno - ai livelli di sapere e di competenze essenziali per affrontare la vita e il lavoro. Per questo l’obbligo di istruzione deve essere riportato a 16 anni e devono essere reintrodotti gli obiettivi di apprendimento nelle aree fondamentali che i ragazzi devono conseguire dopo 10 anni di istruzione obbligatoria.
- Aumentare i posti negli asili nido, per avvicinarsi all’obiettivo europeo del 30% rispetto ai bambini 0-3 anni.
- Diffondere l’esperienza delle “sezioni primavera” per i bambini dai 2 ai 3 anni, in alternativa all’anticipo e per diffondere l’offerta educativa anche in quelle realtà dove non c’è il nido.
- Generalizzare la scuola dell’infanzia a tempo pieno, con due insegnanti.
- Diffondere il tempo pieno alla scuola elementare e il tempo prolungato nella scuola media.
- Applicare le nuove indicazioni nazionali per il primo ciclo(scuola dell’infanzia, elementare e media) e per i due anni dell’istruzione superiore obbligatoria.
- Potenziare il diritto allo studio (borse di studio, libri di testo anche nella scuola superiore dell’obbligo).
- Valorizzare la cultura tecnica e scientifica con adeguate modifiche dei piani di studio della scuola superiore.
- Rafforzare l’istruzione tecnica e professionale, anche con l’ampliamento dei laboratori e delle esperienze di stages e di alternanza scuola-lavoro.
- Portare tutti i ragazzi - tutti e non uno di meno - ad una qualifica professionale e almeno l’85% a un diploma di scuola superiore. Ciò significa ridurre decisamente la dispersione scolastica che ancora oggi è intorno al 22%.
- Garantire l’apprendimento per tutto l’arco della vita, come diritto di ogni cittadino.
- Supportare i processi di integrazione degli alunni stranieri e dei disabili.
- Realizzare una scuola più sicura e di qualità.
- Valorizzare la professionalità dei docenti.
- Valorizzare le autonomie scolastiche.
- Innovare gli organi di governo delle autonomie scolastiche e la partecipazione degli studenti e l’attuazione del “patto educativo” tra scuola, studenti e famiglie.
- Attivare un sistema di valutazione, gestito da una “autorità esterna”, relativo al funzionamento delle autonomie scolastiche e ai risultati di apprendimento, in termini di crescita relativa, conseguiti dai ragazzi; la valutazione deve, inoltre, riguardare docenti e dirigenti scolastici.
- Sì al miglior utilizzo delle risorse. No ai tagli indiscriminati.
E' essenziale che ogni risorsa per l’istruzione venga utilizzata al meglio, perchè i bisogni e le necessità di qualificazione sono tante e le risorse ad essi destinate non sono adeguate. Crediamo che l’obiettivo del Governo non è migliorare la scuola, ma impoverirla e destrutturarla con tagli insostenibili!
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